BOZZA NON CORRETTA
OSSERVAZIONI ALL’IPOTESI DI PIATTAFORMA DI CONTRATTO AZIENDALE DEL GRUPPO FINCANTIERI.
La fase in cui ci troviamo a discutere, la presentazione di una piattaforma contrattuale aziendale, è indubbiamente un momento importante di confronto e verifica della nostra capacità di interpretare al meglio le attese e le esigenze dei lavoratori che rappresentiamo.
L’ipotesi di piattaforma che c’è stata sottoposta da FIM-FIOM-UILM dovrebbe essere una base sulla quale lavorare noi e i lavoratori e, partendo dall’impianto contrattuale sottopostoci, è importante apportare le nostre osservazioni per migliorarne i contenuti e la fruibilità.
È di tutta evidenza che l’ipotesi presentataci, pur contenendo elementi condivisibili (recupero di sperequazioni introdotte dai vecchi accordi, attenzione maggiore sui temi appalti e sicurezza), è improntata e ricalca lo schema oramai tristemente sperimentato delle vecchie intese.
Non s’intravvede un’inversione di tendenza che consenta ai molti lavoratori che bocciarono le passate piattaforme di rivedere le proprie convinzioni e quindi sostenere con forza la nuova piattaforma.
Da tempo ormai ad ogni rinnovo contrattuale, sia esso nazionale sia aziendale, i lavoratori, ironicamente, sperano che non gli sia tolto una parte delle conquiste ottenute nei decenni scorsi, ecco, noi dovremmo far breccia su questo stato d’animo, rifar sentire protagonisti chi rappresentiamo e cercare di costruire insieme con loro, riempendola di contenuti condivisi, una piattaforma contrattuale innovativa, di spessore e che tenda ad affrontare e risolvere le problematiche proprie dei lavoratori della Fincantieri.
Le questioni attinenti al futuro del gruppo, alla responsabilizzazione dei suoi gruppi dirigenti, alla ristrutturazione dei lavori delle professionalità dei saperi (dopo avere assistito alla loro distruzione, al salario, alla sicurezza, agli appalti, all’assetto industriale e produttivo del gruppo, sono le problematiche da affrontare e che nobilitano i contenuti di una piattaforma.
Ma enunciarle, senza rienpirle di contenuti condivisi e credibili, non risolve il problema, cioè la necessità, di raccogliere il totale sostegno dei lavoratori, perseguire questo obiettivo non è solo necessario ma indispensabile se si vuole ottenere un duplice risultato; riappropriarsi del rapporto fiduciario con i lavoratori e essere sicuri dell’adesione massiccia degli stessi nelle necessarie iniziative di lotta.
Analizzando nel merito i contenuti della piattaforma si può apprezzare lo sforzo fatto per consentire un recupero, rispetto agli accordi passati, d’alcuni temi importanti che avevano determinato la critica, anche aspra, da parte di un numero consistente di lavoratori.
Il pulito 1 della piattaformia, pur appalesando un necessario approfondimento su alcune voci specifiche, è del tutto condivisibile.
Si rimodella un sistema di relazioni sindacali in cui le RSU dei vari stabilimenti possano incidere nelle scelte, predisponendo un tavolo di confronto e negoziale che, dopo averne dato gli strumenti lascia alla capacita contrattuale di ognuno di noi la possibilità d’intervento.
Resta tuttavia, come evidenziavamo in precedenza, la necessità di rienpire di contenuti le questione enunciate.
A titolo solamente indicativo vorremmo fare un paio di esempi: al punto 1e si afferma la necessità di un rafforzamento del controllo di gestione, allora ci chiediamo, con quali strumenti, con quali reali possibilità di incidere, con quali tempi e modi ed infine chi è titolato , e a quale livello, ad effettuare tale controllo?
Nel punto lg invece si parla di un riequilibrio delle figure professionali attualmente carenti, come enunciazione ci troviamo assolutamente d’accordo ma, se nella piattaforma non è specificata la possibilità anzi, la necessità di individuare un momento di confronto per stabilire insieme all’azienda quali sono le figure professionali che mancano all’interno della singola unità produttiva, ciò che è scritto rimane una semplice constatazione che non consentirà di fare passi in avanti in un ipotetico confronto con la Fincantieri.
Noi pensiamo invece che questo aspetto sia fondamentale per il futuro della nostra azienda, dichiarare che occorre un riequilibrio delle figure professionali, significa, secondo noi, contestare e cercare di far fare marcia indietro alla nostra azienda su un aspetto che ha pesato e non poco sulla situazione di disastro che attraversiamo.
La destrutturazione che negli ultimi anni ha riguardato tutto l’apparato tecnico del nostro stabilimento, l’essersi affidati a diverse ditte esterne, e molte volte scarsamente competenti, per la progettazione e lo sviluppo delle costruzioni a noi assegnate è stata indubbiamente la prima responsabile delle nostre difficoltà. Occorre secondo noi riappropriarsi di quelle professionalità che ci consentano di essere autosufficienti, non affermiamo che il ricorso a terzi debba sparire ma, deve avere un ruolo marginale rispetto alla centralità di Fincantieri. Va di conseguenza la necessità di predisporre, inoltre, un piano di formazione permanente per tutti i lavoratori che svolgono i "mestieri" dello stabilimento per consentire loro di acquisire quella professionalità che indubbiamente si è persa nel corso degli ultimi anni.
La perdita dei "saperi" dovuta essenzialmente alla politica del personale effettuata da Fincantieri (pensionamento massiccio di molti lavoratori senza il necessario ed indispensabile affiancamento per un travaso di conoscenze) ha portato indubbiatnente il nostro stabilimento ad un basso livello di professionalità.
Il punto 2 è ben articolato e pieno di puntualizzazioni, si dovrebbe però verificare nel concreto se la Fincantieri si rende veramente disponibile ad un confronto così serrato ed impegnativo con le R.S.U.. Si ha sensazione che nel passato tutte queste possibilita siano state scarsamente esigibili, occorre allora prevedere dei momenti di riscontro sulla effettiva disponibilità dell’azienda a mantenere gli impegni presi.
Per il punto 3 occorre fare alcune puntualizzazioni ed approfondimenti; cosa significa "l’istituzione dell’orario flessibile in ingresso e uscita per tutte le attività che lo consentono"?;
- chi è interessato al punto 3d?; il pulito 3e è uno degli aspetti più delicati dell’intera piattaforma, niente da obbiettare sulla giustezza del principio. Riproporre un meccanismo di riconoscimento per lavorazioni nocive, non attraverso una compensazione salariale ma, con la reintroduziomìe di riposi compensativi è un elemento altamente qualificante. Crediamo però che l’individuazione delle professionalità che possono rientrare nell‘accordo aprirà una grossa aspettativa tra i lavoratori pertanto occorrerà procedere con oculatezza nella loro individuazione andando anche ad una diversificazione dei riposi rispetto ai mestieri espletati; inoltre manca totalmente un riferimento all’uso abnorme e scorretto che l’azienda fa, e non solo nel nostro stabilimento dello straordinario, occorre ribadire che il ricorso allo straordinario deve essere concordato preventivamente con la RSU come previsto dal CCNNL.
La richiesta salariale che caratterizza il punto 5 è inutile nasconderselo sarà l‘aspetto su cui si concentrerà l‘attenzione dei lavoratori ed è qui che si misurerà la credibilità della piattaforma rivendicativa del contratto aziendale.
Noi riteniamo che il meccanismo pensato nel lontano 1988 e, che è stato sempre riproposto nei suoi meccanismi fondamentali fino ad oggi, sia fondamentalmente superato.
Possiamo dirlo serenamente senza strumentalità ma, pur non nascondendo che questo meccanismo ha portato salario aggiuntivo, abbiamo potuto riscontrare senza tema di smentite che questo meccanismo ha portato a profonde sperequazioni tra i lavoratori senza che la RSU potesse porvi rimedio.
Non ci sono mai stati strumenti che abbiano potuto consentire un confronto serio e credibile tra le parti, e l’unico strumento che la RSU ha potuto usare è stato il rapporto di forza.
Il meccanismo messo in moto fin dal lontano 1988 ha un suo "peccato originale" che determina l’assoluta impossibilità da parte sindacale di poter concorrere a determinare gli elementi base per individuare i recuperi produttivi.
Facciamo un esempio per rendere meglio il concetto.
La Fincantieri ha acquisito le due chimichiere con un budget di 420.000 ore ciascuna, questo determina la scala di valori di recupero di produttività, se l’azienda pur di stare sul mercato decide di acquisirne altre due con un budget di ore dimezzato, come si farà ha rientrare in quei valori?
Sia chiaro che il dato iniziale su cui calare il recupero produttivo è, è stato sempre del tutto fittizio, non sindacabile e da accettare acriticamente. Se facciamo un conto delle percentuali di maggior produttività espressa dalI"88 al ‘96 e, aggiungendovi quello che l’azienda ha già dichiarato essere quello da essa stimato per il prossimo futuro, il 15%, si arriva alla cifra del l40%. Lascio a voi le considerazioni del caso.
Secondo noi con questo contratto aziendale occorre operare un inversione di tendenza, andando verso il consolidamento del pregresso, come e avvenuto con l’accordo del ‘92 e, spostando parti consistenti della richiesta salariale su istituti più visibili e credibili. Riteniamo utile rendere più robusta e consistente, in definitiva, l’istituto della presenza investendoci la parte più consistente della richiesta salariale, come sta avvenendo oramai in numerose aziende.
Questa richiesta è il frutto della maturata consapevolezza che, così com’è il meccanismo di recupero di produttività, agganciato alla corresponsione salariale, è riconosciuto nella sua interezza solo da una RSU che fa valere la propria forza, è innegabile che tutti i "paletti" che l’ipotesi inette al punto 5b sono da sempre enunciati ma mai si è mai avuta la possibilità concreta di farli rispettare. Noi crediamo che i lavoratori non sopporteranno per altri quattro anni un accordo che palesemente crea discriminazioni al loro interno per colpa di meccanismi che sfuggono ai piu.
Nel capitolo che riguarda il salario avremmo altre due osservazioni da fare; il punto 5c deve essere rimodulato, aumentando l’incidenza salariale dell’appuntamento dell’impostazione in quanto le risorse interne incidono direttamente al rispetto dei tempi; il punto 5c, secondo noi dovrebbe essere riformulato così, "superamento delle attuali differenze tra assunti prima e dopo l’88 e rivalutazione dell’indennità, la modifica è sostanziale, è indispensabile e necessario prima, sanare un’ingiustizia quindi, prima vanno equiparati i trattamenti per poi pensare ad una rivalutazione; l’osservazione al punto 5g ha le stesse caratteristiche di quelle riportate per il punto 3e a noi, RSU, spetta l’onere di presentare una proposta, beninteso aperta alla discussione, ai lavoratori individuando fin da subito quali lavorazioni rientrano in questo istituito.
Per come è strutturata ad oggi la Fincantieri, il punto 6 è quello più complicato, da sempre il rapporto tra il sindacato e le ditte appaltatrici, a parte quelle a carattere continuativo (pulizie, pitturazione ecc.), non ha registrato momenti di confronto costruttivo e proprio questo l’ambito che ci deve vedere più impegnati nella nostra azione sindacale. E’ lì che si registrano le illegalità più diffuse sia nel campo retributivo sia in quello del rispetto delle normative sulla sicurezza, e per questo riteniamo necessario un maggior sforzo elaborativo per costringere l’azienda ad assumersi le proprie responsabilità, eliminiamo le enunciazioni superflue come il capoverso 6b, sappiamo tutti che il 90% dei lavoratori delle ditte appaltatrici sono a paga globale e orientiamo i nostri sforzi alla tutela concreta della loro salute.
Capitolo a parte è quello che riguarda l’ambiente e sicurezza, crediamo che pur essendo conciso è quello che arriva direttamente al cuore del problema, identificando immediatamente quali sono gli ambiti di intervento e quali sono le richieste da avanzare.
Un ultimo aspetto secondo noi da non sottovalutare, nel nostro stabilimento dal 96 ad oggi sono stati assunti decine di lavoratori che non hanno vissuto gli accordi aziendali passati e partecipano per la prima volta a questa esperienza rivendicativa, è importante anzi, assolutamente indispensabile coinvolgerli direttamente nella costruzione della piattaforma contrattuale e oggettivamente se dovessimo divulgare il testo dell’ipotesi pervenutoci perderemmo da subito la possibilità di farci capire.
E’ utile elaborare un volantone con cui tradurre i termini sindacalesi in concetti chiari e trasparenti, in modo che già prima delle assemblee di reparto i lavoratori si siano potuti formare un idea sui temi contenuti nell’ipotesi.