Ancona 03.07.2000

 

Spett.le Dott. G. Tagliavento

Dipartimento prevenzione e sicurezza

negli ambienti di lavoro

 

e p.c. : Procura della Repubblica

di Ancona

 

OGGETTO:

RICHIESTA DI SPIEGAZIONI ED ULTERIORI PRECISAZIO­NI IN MERITO AL CONTENUTO DELLA LETTERA INVIATA DAL SERVIZIO PREVENZIONE E SICUREZZA NEGLI

AMBIENTI DI LAVOIRO IN DATA 19/06/2000 AL DIRETTORE DELLO STABILIMENTO FINCANTIERI DI ANCONA DA PARTE DEI RAPPRESENTANTI DEI LAVORATORI PER LA SICUREZZA.

 

CONSTATATO

 

-     che in data 06/07/99 il Servizio Prevenzione e Sicurezza negli Am­bienti di Lavoro ha inviato al Direttore dello Stabilimento FINCANTIERI di Ancona una promettente lettera nella quale, prendendo atto della potenziale lesione dell’incolumità psico-fisica dei lavoratori FINCANTIERI impegnati nelle costruzioni di navi chimichiere, all’epoca in procinto di iniziare, e riconoscendo senza riserve che durante alcune fasi della lavorazione si sarebbe liberato un agente fortemente cancerogeno quale il cromo esavalen­te, richiedeva documentazione integrativa al fine dell’applicazione del titolo VII, d. lgs. 626/94, sottolineando, tra l’altro, la necessità di:

 

a) attivare il registro degli esposti previsto dall’art. 70 del d. lgs. n. 626;

 

b) fornire l’elenco delle aziende eventualmente operanti in appalto soggette a rischio cancerogeno;

c) fornire una planimetria con legenda onde individuare le diverse aree operative;

 

- che in data 19/06/2000 lo stesso Servizio, dopo ripetute e sempre più preoccupate sollecitazioni, scritte ed orali, da parte dei lavoratori e dei RR.LL.SS. dello Stabilimento, accertata l’inosservanza da parte datoriale delle prescrizioni indicate circa 12 mesi prima, ha inviato una comunicazione scritta nella quale dispone nuovamente l’attivazione del registro degli esposti, ma limitatamente ai saldatori ed ai carpentieri che dall’inizio della costruzione della nave cisterna hanno operato su acciaio speciale “duplex”, il materiale dalla cui lavorazione può liberarsi il summenzionato cromo esavalen­te, ed argomentando ciò costituisce invece una “novità”, se non un vero e grave errore che la presenza dell’agente cancerogeno in parola nei fumi di saldatura e nel taglio al plasma di acciai speciali è modesta (sul punto la letteratura scientifica non lascia adito a dubbi);

 

SI CHIEDE

 

- spiegazione circostanziata di tale atteggiamento a nostro avviso con­traddittorio, atteso che potrebbe derivarne la lesione di un diritto fondamentale costituzionalmente riconosciuto qual è il diritto alla salute, nonché

-  che il Servizio prescriva all’Azienda l’inclusione, nel registro degli esposti non solo dei lavoratori specificati nella lettera del 19/06/2000, bensì di tutti coloro che lavorano o frequentano i medesimi ambienti ove vengono eseguite le lavorazioni “a maggiore rischio”, essendo anch’essi esposti all’agente cancerogeno.

L’individuazione di questi ultimi, il cui numero è di gran lunga maggiore rispetto ai saldatori e carpentieri, potrebbe essere effettuata circoscri­vendo le tre aree operative interessate dalle lavorazioni attraverso la planimetria con legenda che l’Azienda

- ai sensi di ,quanto richiesto nella comunicazione del luglio ‘99 dovrebbe fornire e imponendo la cooperazione sia degli appaltatori che del committente, in attuazione dell’art. 7, d. lgs. n. 626 (“Contratto di appalto o contratto d’opera”).

Le presenti richieste sono avanzate con l’augurio che il loro adempi­mento da parte dell’Azienda sia immediatamente verificato dal Servizio alla scadenza del termine fissato nella recente lettera del 19/06/2000 e, pertanto, entro la fine del mese di luglio e che del contenuto dello stesso adempimento sia data tempestiva comunicazione ai rappresen­tanti dei lavoratori per la sicurezza.

In caso di inosservanza da parte dell’Azienda, che comporterebbe un ulteriore ed insostenibile protrarsi dell’attuale situazione antigiuridica, ci si aspetta che il Servizio di Prevenzione e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro adotti prontamente le misure sanzionatorie che il d. lgs. 758/94 prevede.



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