Le caratteristiche comuni dei modelli in commercio
Le prestazioni fondamentali di un purificatore d'aria, utili al fine di ottenere un soddisfacente livello di comfort ambientale, sono le seguenti:
Come si può vedere, si tratta di parametri di non facile valutazione. Attualmente non esiste uno standard nazionale od internazionale che li comprenda interamente, anche se lo standard statunitense AC-1, proposto dalla AHAM (Association of Home Appliance Manifacturers), prevede una serie di verifiche che potrebbero soddisfare, almeno in parte, le aspettative dei progettisti e dei consumatori più esigenti. In particolare lo standard AC-1 propone un indice prestazionale, il CADR (Clean Air Delivery Rate), che può essere riferito a diverse classi di sostanze inquinanti. Il CADR esprime in pratica la quantità d'aria, priva degli inquinanti considerati, emessa dal purificatore nell'unità di tempo. I test previsti sono particolarmente adatti per valutare piccoli apparecchi da appoggio (table top), ma esiste la possibilità di esaminare apparecchi di portata maggiore, adatti per installazioni fisse.
Per quanto riguarda i purificatori d'aria portatili, esistono
fondamentalmente tre tipologie diverse di apparecchi: i modelli
dotati di filtri cosiddetti HEPA (filtri in carta ad alta efficienza,
anche se il nome HEPA è dovuto più ad una strategia
di marketing che all'appartenenza ad una classe di efficienza
molto elevata); i modelli che utilizzano filtri in fibre polimeriche
caricate elettrostaticamente (indicati spesso come filtri "electrect");
apparecchi dotati di filtri elettrostatici veri e propri. Ogni
modello può essere corredato o meno da filtri supplementari
contenenti carbone attivo, da generatori di ioni negativi, oppure
da lampade germicide a raggi ultravioletti. Gli apparecchi più
moderni sono dotati di dispositivi di allarme che avvertono l'utente
della necessità di lavare o sostituire il filtro. A questo
proposito bisogna dire che alcuni progetti normativi (nell'ambito
delle norme di sicurezza obbligatorie), ad esempio gli emendamenti
alla norma CEI-IEC 335-2-65 parte 2 (Particular requirements for
air-cleaning appliances), prevedono la presenza nei purificatori
d'aria di una serie di dispositivi di sicurezza, tra i quali l'indicatore
di filtro esaurito.
Il purificatore d'aria è un apparecchio destinato ad una funzione molto difficile e complessa: rimuovere in modo efficace inquinanti di natura chimico-fisica diversa dall'atmosfera di un ambiente chiuso è una operazione tecnicamente impegnativa, che richiede una progettazione accurata e l'impiego di materiali filtranti raffinati e costosi. Naturalmente, come per molti altri prodotti, i purificatori d'aria disponibili sul mercato rappresentano un compromesso più o meno riuscito tra costo e prestazioni. Fino a che punto è possibile scendere a compromessi nell'utilizzo di un apparecchio destinato a tutelare la salute ? A questa domanda non è facile rispondere, in quanto ancora non esiste una precisa tutela legislativa e normativa, come avviene ad esempio per i purificatori d'acqua potabile: né esistono omologazioni obbligatorie di sorta. Tuttavia, le Case costruttrici che operano nel settore, negli ultimi anni, si sono orientate verso l'utilizzo del metodo descritto nello standard AC-1 al fine di verificare le prestazioni dei propri apparecchi. Ciò a causa di alcuni fattori significativi:
Il rendimento di un purificatore d'aria non rappresenta il solo parametro utile a valutarne l'efficacia complessiva e soprattutto la sicurezza di impiego: l'utente finale nella maggior parte dei casi acquista un purificatore d'aria per risolvere un problema effettivo di allergia o di fumo passivo (è limitatissimo o inesistente in questo campo l'acquisto "emozionale"). Perciò sarebbe molto interessante, ad esempio, sapere per quanto tempo l'apparecchio è in grado di mantenere la massima efficienza; oppure se è in grado di trattenere le particelle nel filtro quando si accumulano; o ancora se le muffe ed i batteri accumulati vengano inattivati oppure siano lasciati liberi di moltiplicarsi e quindi di ritornare in ambiente più numerosi di prima. Per avere una risposta a queste legittime domande dovremo purtroppo aspettare un futuro standard.
La camera di prova
La camera prevista dall' AC-1 per le prove è costituita
da uno spazio dalle dimensioni approssimative di 3,2 x 3,7 x 2,4
m (28,5 m3 di volume), delimitato da pareti prefabbricate
rivestite da laminato plastico, sostenute da una intelaiatura
metallica e sigillate a tenuta. Il pavimento è in linoleum.
L'equipaggiamento comprende un ventilatore da soffitto per rendere
omogenea la distribuzione degli aerosol di prova: l'aria ambiente
viene filtrata prima dei test per mezzo di un sistema canalizzato
a ricircolo (300 m3/h) che comprende un filtro con
efficienza DOP (0,3 m) 99,97%. Le condizioni termoigrometriche
vengono mantenute a 21°C 2,5°C e 40% 5% da una pompa
di calore in un gruppo autonomo, da un umidificatore/deumidificatore
e da una batteria riscaldante elettrica nell'impianto canalizzato.
Il metodo
L' "uovo di Colombo" di questo metodo è rappresentato
dal fatto di assimilare l'azione del purificatore all'immissione
di aria pulita: in questo modo, è sufficiente misurare
il fattore di diluizione in ambiente di un determinato inquinante
per avere una indicazione di efficienza. Ciò in pratica
viene fatto confrontando la velocità di decadimento delle
particelle in sospensione in assenza ed in presenza dell'apparecchio
in funzione.
Il Clean Air Delivery Rate è espresso dalla equazione:
dove:
V = volume della camera di prova
ke = decadimento misurato dell'inquinante con il purificatore in funzione
kn = decadimento naturale dell'inquinante senza purificatore
Gli indici di decadimento sono ottenuti attraverso l'analisi della
regressione lineare delle curve ottenute contando il numero di
particelle in ambiente in funzione del tempo. Attenzione: il CADR
è in relazione alle unità di misura adottate per
il volume della camera e per la portata del purificatore. E' indispensabile
verificare le unità usate dal costruttore per indicare
il valore della portata dell'apparecchio: un purificatore con
una portata di 150 m3/h potrebbe ad esempio avere un CADR per
il fumo di tabacco pari a 80 (metri cubi ora equivalenti). Lo
stesso purificatore con la portata espressa in cf/m (88,3) presenta
un corrispondente CADR pari a 47 (piedi cubi al minuto equivalenti).
Quindi è molto facile incorrere in equivoci confrontando
le prestazioni di apparecchi diversi basandosi unicamente sul
valore del CADR senza altre indicazioni (nei pieghevoli pubblicitari
i costruttori più "distratti" fanno spesso confusione).
I lavori più recenti in letteratura tendono ad usare i
metri cubi per la stanza di prova ed i metri cubi al minuto per
la portata degli apparecchi, esprimendo quindi il CADR come metri
cubi al minuto equivalenti. Per evitare problemi, sarebbe auspicabile
la standardizzazione dell'uso dell' indice di efficienza,
ottenuto dividendo la portata dell'apparecchio per il CADR corrispondente,
ai fini della documentazione ufficiale e dei confronti prestazionali
tra apparecchi. In questo modo, l'acquirente di questi apparecchi,
oltre che sull'estetica e sull'appeal tecnologico (vedi
figure 1,2,3) , potrebbe basarsi su indicazioni attendibili di
efficacia per evitare facili delusioni.
Non sempre ad una estetica futuribile corrispondono prestazioni
adeguate: i piccoli purificatori da appoggio spesso sono poco
più che dei gadgets tecnologici. Per evitare delusioni
è bene valutare con attenzione il rapporto tra il CADR
e la volumetria della stanza da purificare: ad esempio un CADR
pari a 0,5 per il fumo di tabacco vuol dire che l'apparecchio
produce una diminuzione del fumo in ambiente pari all'immissione
di 0,5 m3/minuto di aria pulita.
Questa tipologia di apparecchio, i cui criteri costruttivi risalgono
agli anni '40, conta numerosissimi estimatori negli Stati Uniti,
dove il mercato è poco sensibile a richiami estetici: ad
onta dell'aspetto, le prestazioni sono notevoli, grazie ad una
dotazione di alcuni kg di carbone attivo.
I purificatori più moderni incorporano accessori molto
sofisticati: il modello illustrato è dotato di un sensore
elettronico di inquinanti con indicatore digitale, utile per verificare
la rapidità e l'efficacia della pulizia dell'aria.
In tabella 1 possiamo vedere, a titolo di esempio, i valori di CADR relativi ad alcuni purificatori d'aria presenti sul mercato statunitense, caratterizzati dall'utilizzo di filtri di natura differente: è evidente il divario di prestazioni tra i vari apparecchi. Nel caso di impiego contro il fumo di tabacco, supponendo di avere una stanza di 50 m3, l'apparecchio EP1 ripulirebbe l'ambiente in 6 minuti; il purificatore EF3, a parità di portata, impiegherebbe più di 70 minuti.
Tipo | Portata
(m3/min.) | ||||||
|
|
| |||||
HEPA1 | |||||||
EP1 | |||||||
EFI/ION1 | |||||||
EF3 |
HEPA1 = prefiltro con 114 g di carbone attivo, filtro HEPA in fibra di vetro
EP1 = prefiltro in polipropilene, filtro elettrostatico metallico, postfiltro con 56 g di carbone attivo
EFI/ION1 = prefiltro, filtro electrect, postfiltro con 2625 g di carbone attivo, post-ionizzatore escludibile
EF3 = filtro in fibra di vetro con griglia interposta a 6kV
La situazione attuale, per quanto riguarda i metodi di prova dei
purificatori d'aria, è in evoluzione: il diffondersi dello
standard AC-1 permetterà di giudicare e confrontare le
prestazioni dei vari apparecchi in modo molto più attendibile
rispetto al passato. Tuttavia, non si dispone ancora di un metodo
per valutare l'efficacia di un purificatore nel tempo, né
di una normativa specifica che contempli gli aspetti legati alla
sicurezza di impiego. Ambedue queste esigenze potrebbero essere
soddisfatte da una prossima evoluzione delle norme CEI-IEC 335-2-65
parte 2 (Particular requirements for air-cleaning appliances).
ANSI-AHAM AC-1-1988
Method For Measuring Performance of Portable Household Electric Cord-Connected Room Air Cleaners, December 1988.
Corrigendum to AC-1, January, 1991.
Guidelines for AC-1 testing, November, 1991.
Association of Home Appliance Manifacturers, Chicago.
Shaughnessy, R.J., Levitin, E., Blocker, J., Sublette, K.L., 1994.
Effectiveness of Portable Indoor Air Cleaners: Sensory Testing Results.
Indoor Air, 4: 179-188.
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