L'uomo responsabile di fronte alla globalizzazione esclusione, giustizia, democrazia
4° L'uomo nuovo ..quei diciotto, sopra i quali rovinò la torre di Siloe e li uccise, credete che fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme? No, vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo. Luca 13, 1-8 Prenderei come modello, nell'Antico Testamento, l'idea del "resto d'Israele". C'è un resto che ha salvato tutta l'impresa, tutto il disegno. E' forse così che le cose umane progrediscono segretamente. Non per le grandi cose visibili, ma per questo "resto" che porta il germe di cose nuove (P. Ricoeur, Persona, comunità e istituzioni, ed. ECP)
La preponderanza del modello antropologico, su cui si fondano i meccanismi distruttivi della globalizzazione, richiede prima di tutto una "conversione" degli uomini ad un nuovo modello. Questa conversione all'inizio si presenterà come una opera priva di speranza: ma sia la fede, che le osservazioni scientifiche più attente ai grandi fenomeni sistemici, ci dicono che piccoli fattori di cambiamento, dotati di un potente contenuto "salvifico", hanno una grande probabilità di generare processi positivi. Secondo P. Ricoeur, i caratteri distintivi dell'uomo nuovo, di quel "resto d'Israele, sono tre: una stima di sé come capace di attivare processi risolutivi; una capacità di sollecitudine verso li altri, e di prendersi cura di loro; una capacità di desiderare di vivere in istituzioni giuste. Come si vede si tratta di una vera rivoluzione, rispetto ai modelli dominanti. da Paul Ricoeur, Persona, comunità, istituzioni (pagg. 78-80): 1. La struttura ternaria dell'etica. Per struttura ternaria intendo questo: se si vuole giustamente distinguere l'etica dalla morale, ........ si scopre in effetti una dialettica dell'ethos, suscettibile di fornire un filo conduttore nell'esplorazione degli strati pre-etici della costituzione della persona. Ho proposto le definizione seguente dell'ethos : aspirazione ad una vita compiuta, con e per gli altri, in istituzioni giuste. Questi tre termini mi sembrano ugualmente importanti per la costituzione etica della persona. Aspirazione ad una vita compiuta: inscrivendo così l'etica nella profondità del desiderio, si sottolinea il suo carattere di auspicio, di ottativo, anteriore ad ogni imperativo. La formula completa sarebbe: "Ah, che io possa vivere bene, sotto l'orizzonte di una vita compiuta e per questo felice". a. Stima di sé ......qualunque sia il rapporto con l'altro e con l'istituzione, ...non ci sarebbe un soggetto responsabile se questi non potesse stimare se stesso in quanto capace di agire intenzionalmente, cioè secondo delle ragioni riflesse, e se non fosse capace di inscrivere le sue intenzioni nel corso delle cose, mediante iniziative che intrecciano l'ordine delle intenzioni con quello degli avvenimenti del mondo...... b. Cura dell'altro Il secondo termine è sottolineato dall'espressione 'con e per gli altri'. Suggerisco di chiamare sollecitudine questo movimento di sé verso gli altri che risponde alla chiamata di sé da parte di un altro..... mi sembra che l'esigenza etica più profonda sia quella della reciprocità che istituisce l'altro come il mio simile e me stesso come il simile dell'altro..... c. Istituzioni giuste Ho messo sullo stesso piano ....l'auspicio a vivere in istituzioni giuste. Introducendo il concetto di istituzione, faccio riferimento ad una relazione all'altro che non si lascia ricostruire sul modello dell'amicizia. L'altro è il vis-à-vis senza volto, il ciascuno, di una distribuzione giusta..... (NdR: qui entra il lavorare per qualcosa o qualcuno che non vedremo). Quello che i "segni dei tempi" richiedono è una vera "rivoluzione" non violenta, che dovrà coinvolgere modelli radicati, e finirà per mettere in crisi le legittimazioni dominanti, preparando la strada al futuro:
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