Con i Mammiferi siamo arrivati al vertice della virtuale
piramide evolutiva che come ultimo mattone dovrebbe avere l'Homo sapiens...
Caratteristiche distintive dei mammiferi sono, oltre alle ghiandole mammarie che producono il latte nutrimento per la prole, il corpo ricoperto di peli e la temperatura interna costante indipendentemente da quella esterna (omeotermia).L'encefalo poi è di massa e capacità molto maggiore che in ogni altro animale, presentando quindi migliori capacità di apprendimento. Derivati 220 milioni di anni fa da un gruppo di rettili (i terapsidi), oggi sul pianeta esistono circa 4.500 specie di mammiferi divisi in tre sottoclassi: 1) monotremi (che depongono uova) 2) marsupiali (hanno un marsupio per i piccoli ed una placenta primitiva) 3) placentati (hanno una placenta evoluta che consente lo scambio gassoso e nutrizionale tra il circolo sanguigno della madre e quello dei feti). In Italia si stimano presenti un centinaio di specie di quest'ultimo gruppo, di cui circa una metà è presente nella nostra provincia. Tra i vari ordini di mammiferi, quelli rappresentati e di cui passiamo alcune immagini sono: INSETTIVORI : il riccio (Erinaceus europaeus). Questo simpatico animaletto, protetto dalla Convenzione di Berna del 1981, ha pochissimi nemici naturali difeso com'è dal suo manto spinoso, in compenso la sua abitudine di avvolgersi a palla se minacciato ne fa una vittima costante delle auto notturne. Si riproduce tra maggio e settembre con una sola nidiata di 4-5 piccoli. Diffuso sia in pianura che in montagna è facile averlo ospite nei giardini, se non è disturbato e trova qualche avanzo come cibo. CHIROTTERI : pipistrello nano (Pipistrellus pipistrellus).Tra le varie specie di chirotteri questa è la più comune e diffusa. Frequenta i luoghi abitati e come si vede dalla foto a volte il suo volo si conclude in una finestra aperta, con la gioia delle signore. Specie rigorosamente protetta dalla Convenzione di Berna questo strano mammifero volatore notturno è in costante diminuizione a causa del diradarsi di luoghi abbandonati in cui rifugiarsi. LAGOMORFI: lepre (Lepus europaeus) Difficile da fotografare quando è
in fuga, è facile riprenderla nel tascapane dei cacciatori che ne
fanno, insieme al fagiano, la preda più ambita. Questa sua appetibilità
ha fatto si che per accontentare i nostrani sparatori siano stati fatte
negli anni passati massicce immissioni di esemplari di altri paesi, specie
Est-Europa, con contaminazioni genetiche sicure.
RODITORI: ghiro (Glis glis). Insieme agli soiattoli, moscardini e quercini è uno dei più graziosi abitatori dei nostri boschi dove si nutre di frutta e ghiande. E' il più comune dei quattro e non è difficile sentirlo zampettare sui solai delle case di montagna. Va in letargo da ottobre ad aprile ed è una specie protetta. La foto ritrae un piccolo rinvenuto ai piedi di un albero in Val Riglio e ricollocato poi con qualche difficoltà nel nido. ARTIODATTILI: cinghiale (Sus scrofa). Questo suide è diventato ormai oggetto di caccia spietata da parte delle squadre organizzate e autorizzate, sia peer i danni che provoca alle coltivazioni sia per la carne. Ogni anno sono centinaia i capi abbattuti nelle zone di montagna, cionostante la sua presenza non diminuisce anzi il suo areale si estende ormai anche alla pianura e non si contano gli incidenti causati da collisioni con branchi vaganti. Frutto di introduzioni abusive a scopo caccia e di incroci con suini domestici gli attuali cinghiali hanno raggiunto una rusticità ed una resistenza non comune, e, se da piccoli sono anche carini (vedi foto), da adulti è meglio lascairli perdere...Sono onnivori, cioè mangiano di tutto, compresi i bulbi delle orchidee e altre bulbifere selvatiche, cosa che non me li rende simpatici.. ARTIODATTILI: daino (Dama dama). Qualche esemplare sfuggito da parchi privati o da immissioni fatte in altre provincie si è ambientato in alcune zone della nostra montagna, da cui sono giunte varie segnalazioni. Può pertanto succedere di intravederne la sagoma dagli alberi prima che scompaia. Sono stati segnalati casi di uccisioni da parte di cani selvatici. Cme il capriolo, anch'esso segnalato in provincia, è una specie protetta. CARNIVORI : lupo (Canis lupus).Il maggiore tra i carnivori italiani questo predatore è stato segnalato a più riprese nell'alta Val Boreca e Trebbia, diventando oggetto di una ricerca fatta dal Dipartimento di biologia animale dell'Università di Pavia di cui alleghiamo un estratto .Negli ultimi anni le segnalazioni sono cessate ma questo non fa escludere la presenza di un piccolo branco, ambientatosi in zona e diventato magari più prudente.La specie è rigorosamente protetta in quanto a rischio di estinzione ed è oggetto di introduzioni controllate in molte regioni del Nord, dove sono state vinte in parte le paure della gente. C'è da augurarsi che il" nostro" lupo sia lasciato in pace e possa ricavarsi sulla nostra montagna spopolata una nicchia in cui vivere e svolgere la sua importante funzione di predatore, riuscendo magari a ridurre il numero dei cinghiali...
In blu avvistamenti di esemplari e traccie
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