INTERROGAZIONI ed INTERPELLANZE

Gruppo Consiliare Verdi ......................... 23 novembre 1998

Interpellanza su "Apertura Cava in località Monte Beni nel Comune di Firenzuola"

Il sottoscritto Consigliere Provinciale,

VISTO che la Società Autostrade ha presentato nel dicembre 1997 la richiesta di riapertura e ampliamento di una cava di prestito in località Montebeni nel Comune di Firenzuola (Fi), finalizzata all’approvvigionamento di materiale inerte per la realizzazione della "Variante di Valico" e dato che l’ampliamento si estende al di fuori dell’area destinata nel PRAE ad attività estrattiva e ricade in area protetta ai sensi della D.C.R. 296/88;

RICORDATO che il Comune di Firenzuola, con delibera consiliare 97/1997, ha proposto alla Regione Toscana la deperimetrazione dell’area protetta ai sensi della D.C.R. 296/88 ed il contestuale inserimento nel PRAE, con la motivazione della messa in sicurezza dell’area, oggi in stato di degrado;

SOTTOLINEATO che la Provincia di Firenze si è espressa negativamente (nota prot. 694 del 24 dicembre 1997) alla richiesta della Regione di parere in merito alla deperimetrazione dell’area dal sistema delle aree protette, in quanto area di valore ambientale, come confermato dal PTCP dove è inserita "nell’ambito di reperimento per l’istituzione di parchi e riserve e aree naturali protette di interesse locale art. 10 delle NTA del PTCP. Tali ambiti costituiscono invariante strutturale del PTCP";

CONSIDERATO che il parere negativo era stato espresso dalla Provincia al Comune di Firenzuola anche in ordine al vincolo idrogeologico ex R.D. 3267/23, con nota prot.21365 del 13 novembre 1996 "per i fenomeni di dissesto idrogeologico già in atto, determinati dalla presenza di un bancone calcareo, il cui arretramento, per attività di cava, esporrebbe ancora di più il versante superiore al rischio generalizzato di frana. L’area in esame inoltre è rimboschita a totale carico dello Stato, vincolo questo individuato dalla stessa D.C.R. 200/95, arte. 6, quale ostativo alla coltivazione di cave";

RICORDATO che l’area è inoltre parte del Sito di Importanza Comunitaria "Sasso di Castro e Monte Beni", se si eccettua la parte di ex-cava, area di interesse per la presenza di formazioni vegetali caratteristiche di macchia bassa, rare a livello regionale, e di alcune specie di uccelli, fra le quali il falco pecchiaiolo, rare e minacciate.

RICHIAMATO il "Testo unico in materia di cave , torbiere, miniere, recupero di aree escavate e riutilizzo di residui recuperabili" della Regione Toscana, che all’art. 1, comma 2, recita: "La Regione favorisce e incentiva il recupero delle aree di escavazione dismesse in abbandono e il riutilizzo dei residui provenienti dalle attività estrattive e di quelli ad essi assimilabili derivanti da altre attività, anche al fine di minimizzare il prelievo delle risorse non rinnovabili, in relazione agli obiettivi della legge regionale 18 maggio 1998, n. 25 (norme per la gestione dei rifiuti) e della programmazione in materia."

OSSERVATO che il decreto Ronchi sui rifiuti inquadra organicamente e pone le basi del coordinamento tra le politiche regionali in materia di rifiuti, sancite dalla L.R. 25/98 sulla gestione del Piano regionale di gestione dei rifiuti. In particolare il Piano Regionale già prevede al punto 6.2.4 che siano realizzati, in ogni ATO dei rifiuti, impianti di trattamento, selezione e valorizzazione dei rifiuti inerti provenienti da demolizioni stimabili in circa 2.000.000 metri cubi all’anno nella regione.

(continua a pag.2) 

 

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