B. e la creazione della verità  - Maggio 2001

 

Orwell in 1984 descriveva la vita di un uomo che per lavoro aggiustava gli articoli dei giornali così che ciò che il Grande Fratello diceva fosse sempre vero: se in passato aveva dichiarato il contrario era sufficiente modificare il passato, ovvero i giornali del passato, per rendere quella notizia vera. La verità non era nella storia, nei fatti controllabili, ma la verità era il Grande Fratello e tutto il resto si adeguava a questo. In quel mondo la ricerca della verità non era qualcosa di superfluo in modo accessorio, nel senso che non era possibile trovarla; bensì era superfluo in modo intrinseco, nel senso che non c’era altra verità al di fuori del Grande Fratello. In questo la visione di Orwell si distingue dalle moderne dittature: nel creare un mondo in cui la verità avesse completamente perso di significato fino al punto di fondersi con una persona. In questo mondo orribile tutto seguiva questa logica ed anche le parole non avevano più il loro significato originario, nel senso che tale significato non era mai esistito. Quindi in quel mondo una persona era libera perché non era mai esistito un significato di libertà diverso da quello voluto dal Grande Fratello ed era del tutto contingente che libertà significasse oppressione dal nostro punto di vista. Quel libro si presentava chiaramente come una forte critica a Stalin ed al comunismo tanto che è noto ebbe problemi con la pubblicazione in inghilterra negli anni in cui non ci si poteva inimicare troppo l’unione sovietica, cioè durante la seconda guerra mondiale.

Tuttavia il libro va oltre questa critica descrivendo un mondo in cui la Verità viene creata: oggi non esiste, domani esiste e nessuno la metterà in dubbio. La verità creata in 1984 è infatti universale; il Grande Fratello ha la risposta per ogni tua domanda e non puoi non crederci in quanto quella è la Verità. Questa creazione tuttavia non è assoluta, ma dipende dal suo creatore: d’altra parte ogni oggetto creato dipende dal suo creatore ed esiste funzionalmente a lui. Quindi se è il Grande Fratello ad essere immutabile, perfetto ed universale, la verità si adatterà a lui. È importante comunque sottolineare che non esistono mai verità false: quando servirà creare una nuova verità in contraddizione con una precedente, allora si cambierà la storia e non ci saranno più contraddizioni. Noi viviamo in un mondo in cui la storia e la verità sono punti fermi intorno ai quali si muove tutto il resto, ma questa condizione non è l’unica possibile in quanto in 1984 le persone sono ancora esseri umani come noi. Semplicemente in quel mondo ad essere fermo ed immutabile è il Grande Fratello: è soltanto una diversa visione della società che a noi chiaramente sembra orribile, ma d’altra parte nella società di 1984 sembra orribile la nostra visione.

Oggi viviamo in una società diversa da quella di 1984, ma a mio avviso non tanto quanto si vorrebbe. Gli ultimi anni in Italia, ma non soltanto confermano una tendenza verso un mondo in cui la verità non è più un concetto assoluto: B. certamente non è il Grande Fratello, ma il suo comportamento fino ad ora lascia ben sperare. Un esempio interessante sono i giudici comunisti e la sua persecuzione politica: prima del 1994 lui non aveva mai definito i giudici comunisti e non aveva mai parlato di complotti politici ai suoi danni. Eppure aveva subito un processo ed era stato condannato (falsa testimonianza sull’appartenenza alla P2, condannato in corte d’appello a Venezia nel 1990, reato amnistiato nel 1989), seppure la pena era stata condonata da un’amnistia. Tuttavia anche questo non sarebbe interessante se non fosse che questa persecuzione politica da parte di una magistratura “orientata” non sia diventata una verità: una volta non lo era; nel 1994 in pochi ci credevano, anche tra i suoi elettori, oggi ne sono convinti in molti, anche tra i suoi non elettori. Esiste un’altra verità di cui ancora più persone sono più convinte: quella sul conflitto di interessi. Si è letto da più parti che la parte opposta a B. non ha fatto nulla per risolverlo ed ha sollevato il problema strumentalmente in campagna elettorale e generalmente questo comportamento veniva criticato. Chi si batteva contro B. non aveva alcun conflitto di interessi da risolvere e certamente era giusto sollevare il problema strumentalmente in campagna elettorale: nel resto del mondo se una persona con grandi interessi economici vuole candidarsi ha interesse lui stesso a risolvere in un qualche modo tale problema, altrimenti verrebbe attaccato senza scampo e generalmente verrebbe sconfitto; la parte politica opposta non avrebbe mosso un dito per risolvere il conflitto di interessi in quanto questo sarebbe un aiuto politico. In Italia B. con grande abilità ha creato una verità assurda ed è riuscito a far diventare anche il problema del conflitto di interessi un’altra persecuzione la cui soluzione spetta a lui nei tempi e nei modi che preferisce (dichiarazioni recenti). B. difende una imprenditoria che lui definisce liberale ed io non voglio sostenere che lui non sappia cosa sia l’economia liberale; lui ha creato una nuova verità: l’economia liberale non è quella che si legge in tanti libri e trattati, fatta di antitrust, leggi severissime sul diritto societario, tassa di successione e così via. Proprio la tassa di successione, probabilmente considerata da B. comunista, è un punto base dell’economia liberale in quanto in quella visione del mondo si vuole garantire le medesime condizioni di partenza per tutti, altrimenti non ci può essere libertà, e tassare le successioni contribuisce a questo. Come appare chiaro a chiunque in un mondo comunista non ha senso parlare di tassa di successione: lì non esiste la proprietà privata! E naturalmente, per motivi diversi, non ha senso parlare di tassa di successione in un mondo feudale. Non mi dilungo, ma sono molte le verità ri-definite da B.: il comunismo, la libertà, lo stato di diritto, la funzione dello stato,… Usare parole già note con significati diversi da quelli soliti, come per esempio in 1984 dove il ministero dell’Amore era il temutissimo ministero dell’interno (lo chiameremmo così noi) dove venivano torturati e uccisi i dissidenti. D’altra parte pare che il prossimo ministro dell’ambiente sia un esponente favorevole all’energia nucleare: io non voglio entrare nel merito della proposta, ma dal nome del ministero sembra “a difesa dell’ambiente” e quindi anche in un governo poco ambientalista ci dovrebbe essere una persona che svolge una qualche difesa d’ufficio dell’ambiente. Il ministro dell’ambiente del governo Bush è un’ambientalista: il suo operato è stato sconfessato dal presidente, ma lei è un ambientalista.

Comunque come potete capire non posso non essere preoccupato da un governo B., per quanto lui abbia legittimamente vinto le elezioni politiche sulla base delle verità da lui stesso create: mi chiedo quali altri creazioni ci riserverà nel futuro e fino a che punto la gran parte degli italiani saranno capaci di mantenere una visione critica della società dopo che lui avrà il controllo della RAI e quindi avrà un altro ottimo punto per trasmettere le sue “creature” mai discutibili. Ci tengo a sottolineare che io non parlo di credere ad un personaggio politico: in 1984 non si credeva al Grande Fratello, si accettava la verità, creata dal Grande Fratello e secondo me si sta creando qualcosa di simile adesso in Italia dal momento in cui una maggioranza parlamentare, e quindi una sovranità popolare, accetta le verità di B. che è diverso dal credere in lui. Si può credere che un politico mantenga delle promesse politiche e per esempio che B. abolisca la tassa di successione: questo è il credere in un politico. Tuttavia non si può credere che lui sia un perseguitato politico e che la magistratura italiana sia composta da giudici comunisti: questo è accettare una verità creata da lui.

È bene ricordarsi che quando si vive un periodo è ben difficile capirlo: negli anni ’30 la grande maggioranza degli italiani aveva grande fiducia nel fascismo e questo movimento era ben visto anche all’estero: sembrava un ammordenamento, una nuova e più efficiente forma di governo. Certamente non se ne parlava nei termine con cui se ne parla oggi e si potrebbe fare anche un ragionamento simile per il comunismo. Anche se non me lo auguro e spero che il castello di verità-menzogne create crolli addosso al suo creatore, potremmo ritrovarci in un’epoca di “B.smo” ed a tal fine ho conservato gelosamente il suo fotoromanzo perché credo un giorno sarà istruttivo per i miei figli. Infatti sono sicuro che presto questo momento buio per l’Italia passerà: siamo un grande paese e sapremo sconfiggere anche questo. Questa sconfitta mi ha molto deluso e spaventato, ma io sono sicuro che la verità saprà vincere. Vi prego di notare che io non ho mai parlato di destra e di sinistra: oggi questi due termini sono solo espressioni di una geografia parlamentare delle quali una è controllata da B.. Il problema che io qui ho sollevato è ripreso da un libro contro il comunismo ed io sono sicuro che oggi Orwell non avrebbe dubbi su quale sia la parte politica a rischio “1984”.

 

Buona notte

 

Andrea Fedeli

 

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