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GLOSSARIETTO ESSENZIALE
PER LA COMPRENSIBILITA' DEI TESTI
DELL' ANONIMA MAGNAGATI

...per i vicentini: uno spasso, per i non venetofoni...boh!



AIO: farghine ajo, farne di tutti i colori. Spaghetti ajo, oio e deghejo.

ANCA MASSA: contrario de anca gnanca.

ANDA: andatura. Si dice andare de anda e vegnere de vena.

AUSTROUNGARICI: - Nona, stasera ai mondiali ghe xe' Austria-Ungheria!
- An sģ, e contro chi?-

BATARIA: strumento musicale a percussione di mediocre qualita' costruttiva.

BIGOLO: pasta all'uomo.

BOARA: Rossella Boara, famosa protagonista di 'Via col Veneto':
- Boaro!-
- Parla queo che so moiere ghe fa su' ell leto co la forca!-

CANON DE LA STUA: micidiale arma da blindato fatto in casa. Se tira bene diventa subito incandesente.

CAVAZO': nudo. Kavasutra= l'arte di cavarsi zo'.

CIACOLA: lo trovate anche nel vocabolario italiano. Secondo L. Meneghello essa e' ''un discorrere lieve non esente dal pettegolezzo''.
Pettegolezzo amabile, chiacchericcio antistress su qualsiasi argomento purche' tratti del prossimo. Non questo, il prossimo. Tutti gli organi umani prima o poi si stancano, eccetto la lingua.

CIAMPO: Chiampo, paese del Vicentino noto per l'aria salubre. Usato come location per il film "Com'era merde la mia valle".

CICIOLETRICO: microchip.

CICORIA: ci si ricava el cafe' mato che e' cosi' buono da rimanere torrefatti.

CIUNGA: sintesi di "chewing gum". A New York, se va tuti a vedare el ponte "Goma-mastega".

CIUPINARA: talpa. Animale nocivo, odioso, da seppellire vivo.

FARSORA: padella. Co la farsora parabolica si prendono tutte le ricette della cucina internazionale.

FRESCHIN: parola e forse anche concetto che non esiste in italiano. Innanzitutto: e' un odore o una puzza? Un profumo certamente no, mai sentito un "Freschin de Cardin"?!
Innanzitutto, cosa sa da freschin? Il pesce, e non necessariamente quello andato un po' avanti: la mano che lo ha pulito, il piatto su cui stava, e poi l'uovo, ed il bicchiere dove e' stato sbattuto l'uovo per fare la pastella in cui si e' tuffato il pesce per friggerlo e su cui pur avendolo lavato ed asciugato e' rimasto quell'odorino, che non e' proprio una puzza ma e' come qualcosa che sa da... da... da freschin.
Freschin, si parva licet, e' una parola poeticamente indefinita e come dice appunto il poeta: - Nel mezzo del freschin de 'na pianeta, go sbatu' do ovi par 'na torta margherita che alfin savea spuseta anca le dita...".
Rimasto famoso l'episodio di quel non venetofono che, volendo inserirsi nel nuovo contesto e volendo sfoggiare un suo volonteroso approccio al nostro dialetto, un sera d'estate si sogno' incautamente di affermare: -Stasera ghe xe' proprio un bel freschin-

GONTI: espressione di dialetto basso, da villico non studiato. "Cossa gonti fato? Gonti dito "Gonti"?

GOLDONI: il piu' noto esponente della cultura veneta sotto il profilattico culturale. Famosa la sua commedia "Arlecchino servitore di due Goldoni"

GUALIVO: medio. Un alto e un basso fa un gualivo. Un evasore e un tartassato fa un gualivo. Un veneto e un napoletano fa un toscano.
Abitante della Gualivia, la terra dove sono tutti uguali e cioe' alti, bassi, bruti, bei, poveri, ricchi. Ieri go tolto l'oio e son 'nda' gualivo gualivo.

IMPIRIA: imbuto. Simbolo fallico. L'impiria dei sensi.

INDRIO: indietro. Esare indrģo come la coa de l'INPS. - L'altro giorno vado all'INPS pai contributi, vedo un sportelo libero, a me precipito ma l'impiegato el me fa:- El se meta in fila!- In fila?- me vardo indrio, nessłn." Ma come, in fila, no'l vede che no ghe xe' proprio nessłn" Lu el varda e:- Ben, questo xe' un ufficio statale sa? Lu el speta che riva qualchedłn cosi' dopo el po'l meterse in fila-

LEON: se alato e' l'animale che campeggia sulla bandiera del Veneto, ma in crisi di identita': infatti per anni i lo ga' fato lavorare come un musso, munto come 'na vaca, lassa' solo come un can, ma mai cuca' come un conejo!

LUAMARO: letamaio. Anche di persona moralmente sporca. "Chi magna merda ghe spusa el fia' ", proverbio svizzero.

MAS-CIO: maschio, maiale. "L'omo xe' fato de carne, de carne de mas-cio"

MARANGON: falegname. El marangņn pero' no fa legname, lo lavora.

MARZOTTO: dinastia di industriali tessili sul cui stemma campeggia il motto ''Valdagno porta guadagno''.

MAZZOLIN DE FIORI: stereotipo botanico-canoro. Noialtri dala montagna portemo al massimo mazzi de Ortighee.

MONA: parola veneta per eccellenza. La summa, il concentrato (certo che il concentrato di mona e' un pensiero che fa tremare le vene dei polsi) l'apoteosi della veneticita'. Quello che la rende interessante e sfuggente ai non venetofoni, e' la sua doppia accezione, femminile e maschile. Ma, se del mona si puo' parlare liberamente, della e' piu' difficile. E' repressione linguistica, come quando si parla del sesso e mai della sessa.
Viene dal greco "Muni' ", monte di Venere. Metafora che noi veneriamo. Questo termine, al maschile, i veneti lo sanno bene, non e' categorico, definitivo. Mona non vuol dire uno necessariamente stupido. Potrebbe indicare anche uno intelligentissimo ma che ghe vien un colpo de mona. Ecco, si potrebbe dire che ha un raggio d'azione che va da "sciocchino (brao mona) a incallito deficiente (Te si' un mona!). Mentre "Monassa" nonostante l'aspetto, ha un raggio d'azione piu' modesto, un mezzo mona.
Ma esiste un qualsivoglia rapporto tra l'accezione maschile e quella femminile? Una area semantica comune? Forse. In generale si potrebbe dire che "al" mona no ghe piase "la" mona (se no no'l sarģa mona).
Questa parola ha anche originato un aggettivo: "Smona' ". E qui la cosa si ingarbuglia. Poiche' significa uno demotivato, senza stimoli, zo' de susta. E per cosa? A causa della mancanza di mona, ci sembra evidente. E se no ve sembra evidente, si' mone.
Un omo picolo, basso, molto basso e triste par via de sta so' condissiņn, un giorno el lese incisa su la porta de un cesso pubblico una frase: - Abaso la mona - E lu': - Gera ora!-
Scusate il monologo.

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