Panorama

L'origine più attendibile del nome di Montegabbione potrebbe derivare dal latino Mons caupionis o Mons capionis, che può essere tradotto come: monte della presa, della conquista, del possesso, del feudo. Per un normale processo di deformazione della pronuncia e della scrittura, al momento del passaggio dal latino all'italiano (1000-1200), la parola capionis divenne gabionis, donde Mons Gabionis, e definitivamente molto più tardi Montegabbione. Il significato proposto nasce dallo studio sull'origine e lo sviluppo del paese, che nel contesto delle lotte piccole e grandi del feudalesimo, del vassallaggio, delle signorie e del dominio pontificio, rappresentò sempre un luogo strategico.

Sorse in epoca medioevale come luogo fortificato in forma di castello di poggio, rafforzato da un cassero, arroccato su di un colle del complesso preappenninico a 594 metri s.l.m.. Tra il 1353 ed il 1367, al tempo delI'Albornoz, venne saldamente fortificato dallo Stato Pontificio. Il 1° settembre del 1560, dopo che la fortezza era passata in mani di varie signorie, quasi sempre perché venduta, fu approvato lo Statuto comunale. Durante la Repubblica Romana del 1848 fu annessa al cantone di Orvieto, delegazione di Viterbo. Nell'era napoleonica fece parte del Dipartimento del Trasimeno. Fu infine occupata dai Cacciatori del Tevere del capitano garibaldino Masi e quindi annessa al Regno d'ltalia nel settembre del 1861.

E' equidistante da Roma e da Firenze (circa 150 km.), da Orvieto e da Perugia (circa 40 km.), dal lago di Bolsena e dal Trasimeno (circa 60 km.). Il borgo, cinto da solide mura mediovali che racchiudono una struttura viaria a maglia ortogonale, con la piazza al centro e la protezione delle torri di avvistamento e del castello, ben si raccorda a quel sistema di rocche fortificate ancora visibili sia nei castelli di Montegiove e Casteldifiori. Fuori dalle mura la Chiesa della Madonna delle Grazie, eretta nel 1625 su una preesistente cappella e, non lontana dal paese, i ruderi dell'Abbazia di Aqualta e il convento francescano della Scarzola a cui si affiancano le fantastiche architetture di Tommaso Buzzi.
I dintorni di Montegabbione sono anche ricchi di bellezze paesaggistiche e risorse naturali che trovano tradizionalmente nell'agricoltura e nell'allevamento l'uso prevalente, con particolare sviluppo dell'industria di trasformazione delle carni.



Chiesa della Madonna delle Grazie

Sorge ai piedi del colle di Montegabbione: il titolo di questa chiesetta è tipicamente rinascimentale e tradisce chiaramente il suo carattere di tempio votivo; anche la linea architettonica esterna, a forma di croce latina, e la cupola cilindrica sono da considerarsi rinascimentali mentre, all'interno, altare maggiore e stucchi sono di derivazione barocca.
Alla costruzione primitiva si aggiunsero, più tardi, sacrestia e abitazione: segno che andava acquistando una certa impoprtanza come "santuario" locale.
Sono scomparsi all'interno i due altari laterali: uno dedicato a S. Antonio di Padova (ove vi era una statua del Santo posta in una nicchia) e nel quale era stato eretto un priorato; l'altro dedicato a S. Girolamo dottore della Chiesa, affidato nel secolo scorso al Patronato della famiglia Duranti.
A questa chiesa era annesso il beneficio terriero della Collegiata, che si polverizzò nel secolo scorso a seguito delle leggi sull'incameramento dei beni ecclesiastici.



Il Convento della Scarsola

Il convento francescano della Scarsola, si trova nel territorio del comune di Montegabbione (TR), nella frazione Montegiove, antico castello dei conti di Marsciano, diocesi di Orvieto. E`ubicato alle pendici di Montegiove, a levante, in una amena valletta ricca di boschi e di acque, al di sopra del torrente Fersinone dove, nel XIII^ sec., in un crocicchio, esisteva una nicchia o maestà, nella quale era dipinta una scarna Crocifissione. Di questa pittura oggi rimane la sinòpia che esperti hanno datato agli inizi del 1200. Una pia tradizione vuole che nel 1218, S. Francesco d'Assisi transitando da quelle parti e trovando il luogo adatto alla solitudine, vi costruisse una capanna di scàrza. La tradizione ci ha tramandato anche di una sorgente d'acqua fatta da lui scaturire miracolosamente. Sul posto della capanna Nerio di Bulgaruccio dei Conti di Montegiove fece erigere nel 1282 una chiesa con oratorio, di modeste dimensioni, a forma ottagonale. La chiesa fu denominata della Scarsola e venne affidata ai Frati Minori che l'ampliarono dedicandola alla Ss. Annunziata e annesso alla chiesa eressero un convento. Sotto questa chiesa furono sepolti: il Conte Nerio (m. nel 1290), molti dei suoi discendenti, ed anche la figlia minore, Todeschina (m. nel 1428), del Capitano di Ventura Erasmo da Narni detto il Gattamelata, sposa di Ranuccio dei conti di Marsciano. La chiesa venne restaurata dapprima da quest'ultimo e successivamente dal conte Ludovico Marescotti(m. nel 1691). Sul finire del 1700 la proprietà passò ai Marchesi Misciattelli di Orvieto, avendo i Frati Minori lasciato il Convento. Esso fu ceduto, recentemente all'arch. Tommaso Buzzi (m. nel 1981).


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