LIBER CORDIS
CINCTI SERPENTE
vel LXV

SUB FIGURA
ADONAI
 

Pubblicazione dell'A.·. A.·.
in Classe «A»

TRADUZIONE (11.1) DI ROBERTO TIFI E ALBERTO MOSCATO
 

LIBRO PRIMO
 

1. Io sono il Cuore; ed il Serpente è avvolto
    attorno al nucleo invisibile della mente.
    Sorgi, O mio serpente! Questa è l'ora
    dell'ineffabile fiore, santo e nascosto.
    Sorgi o mio serpente, in uno splendore di freschezza,
    sul cadavere di Osiride galleggiante nella tomba!
    O cuore di mia madre, di mia sorella, mio cuore,
    sei stato dato al Nilo, al tremendo Tifone!
    Ahimè! ma la gloria della tempesta predatrice
    ti fascia e ti avvolge in una frenesia di forma.
    Sii calma, anima mia! Che l'incantesimo sia sciolto
    al levarsi delle verghe, al rotare degli eoni.
    Guarda! Come sei gioioso nella mia bellezza,
    O Serpente che carezzi la corona del mio cuore!
    Guarda! Noi siamo uno, e la tempesta degli anni
    scivola nell'oscurità, e lo Scarabeo appare.
    O Scarabeo! Il ronzio della nota Tua dolorosa
    sia in eterno la trance di questa gola tremula!
    Attendo il risveglio! L'invito a salire
    dal Signore Adonai, dal Signore Adonai!

2. Adonai parlò a V.V.V.V.V., dicendo: Deve esserci sempre la divisione nella parola.

3. Poiché i colori sono molti, ma la luce è una.

4. Perciò tu scrivi cose di madre-smeraldo, e di lapislazuli, e di alessandrite.

5. Un altro scrive parole di topazio, e di ametista scura, e di zaffiro grigio, e di zaffiro scuro dai riflessi di sangue.

6. Così affliggete voi stessi a causa di questo.

7. Non siate soddisfatti dall'immagine.

8. Io che sono l'Immagine di un Immagine parlo così.

9. Non discutete dell'immagine, dicendo Oltre! Oltre!
   Uno ascende alla Corona passando per la luna e per il Sole, e per la freccia e per il Fondamento, e per l'oscura casa delle stelle, dalla nera terra.

10. Non potete raggiungere in alcun altro modo il Punto Levigato.

11. E non si addice al ciabattino di chiacchierare sulla materia Regale. O ciabattino, accomodami questa scarpa, così che io possa camminare. O re! se sono tuo figlio, parliamo dell'Ambasciata per il Re Fratello tuo.

12. Poi ci fu silenzio. Il discorso fra noi era terminato.
     C'è una luce così strenua da non essere percepita come luce.

13. La zanna del lupo non è affilata come l'acciaio; eppure affonda nel corpo con maggiore sottigliezza.

14. Proprio come i baci maligni avvelenano il sangue, così le mie parole divorano lo spirito dell'uomo.

15. Io respiro, e c'è infinito disagio nello spirito.

16. Come un acido corrode l'acciaio, come un cancro che corrompe il corpo del tutto; tale sono io per lo spirito dell'uomo.

17. Non avrò riposo finché esso non sarà completamente dissolto.

18. In tal modo accade anche per la luce che è assorbita. Se ne assorbe un pò e si è chiamati bianchi e lucenti; se tutta è assorbita allora si è chiamati neri.

19. Perciò, O mio diletto, tu sei nero.

20. O mio bello, ti ho paragonato ad un nero schiavo Nubiano, un ragazzo dagli occhi melancolici.

21. Oh, laido! Cagna! inveiscono contro te.
      Perché tu sei il mio amato.

22. Felici sono coloro che ti lodano; poiché ti vedono con i Miei occhi.

23. Non ti loderanno a voce alta: ma nella ronda notturna uno si avvicinerà furtivo, e ti afferrerà con la presa segreta; un altro getterà segretamente su di te una corona di violette; un terzo oserà enormemente, e poggerà folli labbra alle tue.

24. Sì! La notte coprirà tutto, la notte coprirà tutto.

25. Mi hai cercato a lungo. Sei corso avanti così veloce che non sono riuscito a venire su con te.
      Oh tu, amabile folle! Con quale amarezza hai coronato i tuoi giorni!

26. Ora sono con te; non abbandonerò mai il tuo essere.

27. Perché io sono colui che è soffice e sinuoso, avvolto attorno a te, cuore d'oro!

28. La mia testa è ingioiellata da dodici stelle; il mio corpo è bianco come il latte delle stelle; riluce del blu dell'abisso delle stelle invisibili.

29. Ho trovato ciò che non può essere trovato: ho trovato un vascello di mercurio.

30. Istruirai il tuo servitore nel modo a lui consono, parlerai spesso con lui.

31. (Lo scriba volge lo sguardo in alto e grida) Amen! Tu lo hai detto, Signore Dio!

32. Adonai parlò ancora a V.V.V.V.V., e disse:

33. Prendiamo la nostra delizia nella moltitudine degli uomini!
    Ricaviamoci da loro una barca di madreperla, affinché possiamo navigare sul fiume di Amrita!

34. Vedi quel petalo amaranto, che il vento sospinge dalle basse, dolci sopracciglia di Hathor?

35. (Il Magister lo vide, e gioì della sua bellezza.) Ascolta!

36. (Da un certo mondo giunse un lamento infinito.)
     Ai piccoli, quel petalo cadente è sembrato un'onda, che volesse inabissare il loro continente.

37. In tal modo biasimeranno il tuo servo, dicendo: Chi ti ha comandato di salvarci?

38. Egli sarà dolorosamente sconcertato.

39. Nessuno di loro comprende che tu ed Io stiamo creando una barca di madreperla. Navigheremo sul fiume di Amrit fino ai boschi di tasso di Yama, ove possiamo gioire senza limite.

40. La gioia degli uomini sarà il nostro riflesso argentato, il loro dolore sarà il nostro riflesso blu --- tutto nella madreperla.

41. (Lo scriba a quel punto si irritò. Disse:
    O Adonai, mio padrone, io ho tenuto il calamaio e la penna senza paga, per poter cercare questo fiume di Amrit, e navigarci come uno di voi. Questo chiedo come mia ricompensa, di partecipare dell'eco dei vostri baci.)

42. ( E ciò gli fu immediatamente garantito.)

43. (Ma neppure così fu soddisfatto. Con infinita umiliazione combattè contro la vergogna. Poi, una voce:)

44. Sei sempre lacerato da contese. Perfino nel tuo sottometterti, combatti per sottometterti --- e guarda! Non cedi.

45. Và nei luoghi più esterni e sottometti ogni cosa.

46. Soggioga la tua paura ed il tuo disgusto. Poi --- sottomettiti!

47. C'era una vergine che vagava nel grano, e sospirava; poi nacque qualcosa di nuovo, un narciso, ed in esso la vergine dimenticò il suo sospirare, e la sua solitudine.

48. Quasi istantaneamente Hades piombò su di lei, e la rapì a sè.

49. (Allora lo scriba conobbe il narciso nel suo cuore; ma poiché questo non venne alle sue labbra, si vergognò e non parlò più.)

50. Adonai parlò ancora a V.V.V.V.V. e disse:
  La terra è pronta per la vendemmia: mangiamo dei suoi grappoli, ed inebriamocene.

51. E V.V.V.V.V. rispose e disse: O mio signore, mia colomba, mio eccelso, come sembrerà questa parola ai figli degli uomini?

52. Ed Egli rispose: Non come tu puoi vedere.
    È certo che ogni lettera di questa cifra ha un qualche valore. Ma chi potrà determinarne il valore? Poiché esso varia sempre, in accordo con la sottigliezza di Colui che lo creò.

53. Ed Egli rispose a Lui: Non ne ho la chiave? Sono rivestito di un corpo di carne; io sono uno con il Dio Onnipotente ed Eterno.

54. Disse dunque Adonai: Tu hai la Testa del Falco, ed il tuo Fallo è il Fallo di Asar. Tu conosci il bianco, e conosci il nero, e sai che essi sono uno. Ma perché vuoi la conoscenza della loro equivalenza?

55. E disse: Affinché la mia Opera possa esser giusta

56. E Adonai disse: Il forte mietitore scuro ha abbassato velocemente la sua falce, ed ha gioito. L'uomo saggio ha contato i suoi muscoli, ed ha meditato, e non ha capito, divenendo triste.
     Mieti, e sii felice!

57. E vi era l'Adepto felice, che alzò il suo braccio.
    Ed ecco! un terremoto, e peste e terrore sulla terra!
    La rovina di coloro che erano assisi in alti luoghi, la carestia sulle moltitudini!

58. E l'uva cadde matura e ricca nella sua bocca.

59. O luminoso, la porpora della tua bocca è macchiata della bianca gloria delle labbra di Adonai.

60. La spuma dell'uva è come una tempesta sul mare; le navi vacillano e tremano; il comandante è spaventato.

61. Tale è la tua ebbrezza, O santo, ed i venti spazzano via l'anima dello scriba in un rifugio felice.

62. O Signore Dio! Fai che il rifugio sia spazzato dalla furia della tempesta! Fai che la spuma dell'uva tinga la mia anima con la Tua luce!

63. Bacco crebbe, e fu Sileno; Pan fu sempre Pan per sempre e ancora di più negli eoni.

64. Intossica l'interiorità, O mio amante, non l'esteriorità!

65. Fu così --- sempre allo stesso modo! Ho mirato alla nuda bacchetta del mio Dio, ed ho colpito; sì, ho colpito.
 
 

LIBRO SECONDO
 

1. Ho superato la montagna di lapislazuli, come un falco verde fra le colonne di turchese che è seduto sul trono dell'Est.

2. Così giunsi al Duant, la dimora stellata, ed udii voci che gridavano forte.

3. O Tu che siedi sulla Terra! (così mi parlò un tale Velato) Tu non sei più grande di tua madre! Riluci di polvere infinitesimale!
   Tu sei il Signore della Gloria, ed il cane impuro.

4. Scendendo in picchiata, abbassando le ali, giunsi alle splendide dimore oscure. Là, in quell'abisso informe, fui reso partecipe dei Misteri Inversi.

5. Ho sofferto l'abbraccio mortale del Serpente e del Capro; ho reso l'omaggio infernale alla vergogna di Khem.

6. In ciò era racchiusa questa virtù, che l'Uno divenne il tutto.

7. Inoltre ebbi la visione di un fiume. C'era una piccola barca su di esso; ed in essa, sotto purpuree vele, era una donna dorata, un'immagine di Asi avvolta in oro purissimo. Ed il fiume era di sangue, e la barca di acciaio lucente. Poi la amai; e sciogliendomi la cintura, mi gettai nella corrente.

8. Mi raccolsi nella piccola barca, e per molti giorni e molte notti la amai, bruciando per lei dolci incensi.

9. Sì! Le donai il fiore della mia giovinezza.

10. Ma non si commosse; solo con i miei baci la violai, così che ella divenne nera davanti a me.

11. Eppure la adoravo, e le donavo il fiore della mia giovinezza.

12. Così accadde che per questo si irritò, e si depravò di fronte a me. Mi gettai quasi nei flutti.

13. Poi, alla fine stabilita, il suo corpo fu più bianco del latte delle stelle, e le sue labbra, rosse e calde come il tramonto, e la sua vita aveva l'incandescenza del centro solare.

14. Ed ella sorse dall'abisso delle Ere del Sonno, e mi abbracciò con il suo corpo. Mi sciolsi interamente nella sua bellezza e fui felice.

15. Inoltre il fiume divenne il fiume di Amrita, e la piccola barca era il carro della carne, le cui vele erano il sangue del cuore che mi sostiene, che mi sostiene.

16. O donna-serpente delle stelle! Io, proprio io, ti ho forgiato da una pallida immagine d'oro fino.

17. Anche il Santo venne su di me, e vidi un cigno bianco fluttuare nel blu.

18. Mi sedetti fra le sue ali, e gli eoni si misero a scorrere veloci.

19. Poi il cigno volò, si tuffò e si librò in volo, eppure non andammo da alcuna parte.

20. Un folle ragazzetto che cavalcava insieme a me parlò al cigno, e disse:

21. Chi sei tu che fluttui e voli e ti tuffi e ti libri in volo nel vuoto? Guarda, tutti questi eoni sono passati; da dove vieni? E dove andrai?

22. E ridendo lo rimproverai, dicendo: Nessun Dove! Nessun Verso!

23. Poiché il cigno taceva, gli chiese: Dunque, perché questo viaggio eterno, se privo di scopo?

24. Ed io poggiai la mia testa contro la Testa del Cigno, e risi, dicendo: Non vi è forse una gioia ineffabile in questo volare senza meta? Non vi è noia ed impazienza in chi tenta di raggiungere uno scopo?

25. Ed il cigno rimaneva silenzioso. Ah! ma fluttuammo nell'infinito Abisso. Gioia! Gioia!
     Bianco cigno, portami sempre fra le tue ali!

26. O silenzio! O estasi! O fine delle cose visibili ed invisibili! Tutto ciò appartiene a me, che Non sono.

27. Dio radioso! Lascia che io foggi un'immagine di gemme ed oro per Te! che il popolo possa gettarla nella polvere e calpestarla! che la Tua gloria sembri la loro.

28. E nei mercati non si dirà che io sono divenuto colui che deve venire; ma la Tua venuta sarà la sola parola.

29. Ti manifesterai nel non manifesto; nei luoghi segreti gli uomini si incontreranno con te, e Tu li dominerai.

30. Vidi un pallido ragazzo triste che giaceva sul marmo, alla luce del sole, e piangeva. Al suo fianco c'era il liuto dimenticato. Ah! e piangeva.

31. Poi venne un'aquila dall'abisso della gloria, e lo adombrò. L'ombra era così nera che egli non fu più visibile.

32. Ma udii il liuto suonare vivamente nella calma aria blu.

33. Ah! Messaggera dell'Amato, fà che la Tua ombra cada su di me!

34. Il tuo nome è Morte, o forse Vergogna, oppure Amore.
      Poiché mi porti notizie dell'Amato, non chiederò il tuo nome.

35. Dove si trova ora il Maestro? piangono i folli ragazzetti.
    Egli è morto! È disonorato! Si è sposato! ed il loro scherno farà il giro del mondo.

36. Ma il Maestro avrà avuto la sua ricompensa.
     Le risate dei denigratori saranno un'onda nei capelli dell'Amato.

37. Guardate! l'Abisso della Grande Profondità. In esso vi è un potente delfino, che sferza i suoi fianchi con la forza delle onde.
38. C'e anche un arpista d'oro, che suona melodie infinite.

39. Ed il delfino se ne deliziò, lasciò il suo corpo e divenne un uccello.

40. Anche l'arpista lasciò la sua arpa, e suonò melodie infinite su un flauto di Pan.

41. Allora l'uccello desiderò fortemente questa beatitudine, e liberandosi delle ali divenne un fauno della foresta.

42. Anche l'arpista abbandonò il suo flauto di Pan, e con voce umana cantò melodie infinite.

43. Ed il fauno ne fu estasiato, e lo seguì distante; infine l'arpista tacque, ed il fauno divenne Pan nel cuore della primitiva foresta dell'Eternità.

44. Non puoi incantare il delfino con il silenzio, O mio Profeta!

45. Allora l'adepto cadde in estasi, ed oltre l'estasi, ed andò oltre l'eccesso dell'eccesso.

46. Anche il suo corpo fu scosso e vacillò sotto il peso di quella beatitudine e di quell'eccesso, e di quell'ultima cosa senza nome.

47. Gridarono È ubriaco o È folle o Soffre o Sta per morire; ma egli non li ascoltò.

48. O mio Signore, mio amato! Come comporrò canzoni, se perfino la memoria dell'ombra della tua gloria è una cosa al di là di ogni musica della parola o del silenzio?

49. Guarda! Io sono un uomo. Nemmeno un piccolo bimbo potrebbe sopravviverTi. Ed ecco!

50. Ero solo in un grande parco, e nei pressi di una certa collinetta c'era un cerchio d'erba smaltata a fondo, al cui interno esseri dai mantelli verdi, bellissimi, giocavano.

51. Nel loro gioco giunsi alla terra del Sonno Fatato.
     Tutti i miei pensieri erano ammantati di verde; erano bellissimi.

52. Tutta la notte danzarono e cantarono; ma Tu sei il mattino, O mio adorato, mio serpente che ti avvolgi attorno a questo cuore.

53. Io sono il cuore, e Tu sei il serpente. Avvolgi le tue spire strette intorno a me, così che non penetri luce, nè beatitudine.

54. Spremi da me il mio sangue, come un grappolo d'uva sulla lingua d'una bianca ragazza Dorica che giace languida con il suo amante nella luce lunare.

55. Poi fà che la Fine si svegli. Hai dormito a lungo, O grande Dio Terminus! Hai atteso lunghe ere al confine della città e delle sue strade.
      Svegliati! Non attendere oltre!

56. No, Signore! ma io sono venuto a Te. Sono io che attendo, alla fine.

57. Il profeta gridò contro la montagna; vieni qui, che io possa parlare con te!

58. La montagna non si commosse. Perciò il profeta andò alla montagna e parlò ad essa. Ma i piedi del profeta erano stanchi, e la montagna non udì la sua voce.

59. Ma io Ti ho chiamato, ed ho viaggiato fino a Te, e non mi è servito a nulla.

60. Ho atteso pazientemente, e Tu eri con me fin dal principio.

61. Questo ora so, O mio amato, e siamo sdraiati a nostro agio nelle vigne.

62. Ma questi tuoi profeti; devono gridare forte e squarciarsi; devono attraversare deserti privi di sentieri ed oceani insondabili; attenderTi è la fine, non il principio.

63. Che l'oscurità ricopra lo scritto! Che lo scriba vada per la sua strada!

64. Ma tu ed io siamo sdraiati a nostro agio nelle vigne; che cosa è lui?

65. O Tu Amato! non c'è una fine? No, ma c'è una fine. Svegliati! Sorgi! Cingi i tuoi fianchi, O corridore; porta la Parola alle città potenti, sì, alle città potenti.
 
 

LIBRO TERZO
 

1. In verità ed Amen! Attraversai il profondo mare, ed i flussi di acque correnti che vi abbondano, e giunsi alla Terra del Non Desiderio.

2. Ivi era un bianco unicorno con un collare d'argento, su cui era inciso l'aforisma Linea viridis gyrat universa.

3. Poi la parola di Adonai venne a me tramite la bocca del mio Magister, dicendo: O cuore cinto dalle spire dell'antico serpente, ascendi alla montagna dell'iniziazione!

4. Ma mi ricordai. Sì, Than, sì, Theli, sì, Lilith! Queste tre erano attorno a me da molto. Perché esse sono una.

5. Eri bella, Lilith, donna-serpente!

6. Eri agile e deliziosa al gusto, ed il tuo profumo era di muschio misto ad ambra grigia.

7. Con le tue spire hai aderito strettamente alla terra, e fu la gioia di tutta la sorgente.

8. Ma vidi in te una certa macchia, perfino in ciò di cui mi ero deliziato.

9. Vidi in te la macchia di tuo padre la scimmia, del tuo antenato il Cieco Verme del Fango.

10. Gettai lo sguardo sul Cristallo del Futuro, e vidi l'orrore della tua Fine.

11. Inoltre, distrussi il Passato, e l'Avvenire --- non possiedo il Potere della Clessidra?
12. Ma nell'ora decisiva vidi corruzione.

13. Perciò dissi: O mio Amato, O Signore Adonai, ti prego di sciogliere le spire del serpente!

14. Ma lei si strinse veloce a me, così che la mia Forza fu arrestata sul sorgere.

15. Pregai anche il Dio Elefante, il Signore degli Inizi, che spazza via gli ostacoli.

16. Questi dei vennero subito in mio aiuto. Li vidi; mi unii a loro; mi persi nella loro vastità.

17. Poi mi vidi inscritto nell'Infinito Cerchio di Smeraldo che racchiude l'Universo.

18. O Serpente di Smeraldo, Tu non hai Passato, Tu non hai Avvenire. In verità Tu non sei.

19. Sei delizioso al di là di ogni gusto e tatto, sei inguardabile per la tua gloria, la Tua voce è al di là della Parola e del Silenzio, e della Parola in essi, ed il Tuo profumo è di pura ambra grigia, che non ha paragone con l'oro più fino dell'oro zecchino.

20. Le Tue spire hanno un'estensione infinita; il Cuore che circondi è un Cuore Universale.

21. Io, Me, e Mio, sedevamo con i liuti nel mercato della grande città, la città delle violette e delle rose.

22. Calò la notte, e la musica dei liuti si placò.

23. Salì la tempesta, e la musica dei liuti si placò.

24. Le ore passarono, e la musica dei liuti si placò.

25. Ma Tu sei Eternità e Spazio; Tu sei Materia e Movimento; e Tu sei la negazione di tutte queste cose.

26. Perché non c'e alcun Simbolo di Te.
27. Se io dico Risalite le montagne! le acque celestiali scorrono alla mia parola. Ma tu sei l'Acqua al di là delle acque.

28. Il cuore rosso dai tre angoli è stato posto nel Tuo tempio; perché i sacerdoti hanno ugualmente disprezzato il tempio ed il dio.

29. Eppure in tutto questo tempo Tu vi sei stato nascosto, come il Signore del Silenzio è nascosto nei bocciuoli del loto.

30. Tu sei il coccodrillo Sebek che affronta Asar; tu sei Mati, l'Assassino nel Profondo. Tu sei Tifone, l'Ira degli Elementi, O Tu che trascendi le Forze nel loro Concorso e nella loro Coesione, nella loro Morte e nella loro Separazione. Tu sei Pitone, il terribile serpente che sta attorno alla fine di tutte le cose!

31. Mi voltai tre volte in ogni direzione; ed alla fine giunsi sempre a Te.

32. Molte cose vidi, mediate e dirette; ma, non guardandole più, vidi Te.

33. Vieni, O Amato, O Signore Dio dell'Universo, O Vasto, O Minuto! Io sono il Tuo amato.

34. Tutto il giorno canto la Tua delizia; tutta la notte mi delizio del Tuo canto.

35. Non vi sono altri giorni o notti al di fuori di questo.

36. Tu sei al di là del giorno e della notte; io sono Te Stesso, O mio Creatore, mio Maestro, mio Compagno!

37. Io sono come il piccolo cane rosso che siede sulle ginocchia dello Sconosciuto.

38. Mi hai condotto ad una grande delizia. Mi hai dato da mangiare la Tua carne ed il Tuo sangue, come offerta di cui intossicarmi.

39. Hai affondato le zanne dell'Eternità nella mia anima, ed il Veleno dell'Infinito mi ha completamente consumato.
40. Io sono come un dolce demone dell'Italia; una donna forte e graziosa, con le guance sciupate, divorate da una fame di baci. Ella si èprostituita in molti palazzi; ha dato il suo corpo alle bestie.

41. Ha assassinato la sua gente con atro veleno di rospi; è stata lacerata con molte verghe.

42. È stata fatta a pezzi sulla Ruota; vi è stata legata dalle mani del carnefice.

43. Le fontane d'acqua sono state aperte su di lei; ha lottato con enorme tormento.

44. È saltata in pezzi sotto il peso delle acque; è affondata nel tremendo Mare.

45. Così sono io, O Adonai, mio signore, e tali sono le acque della Tua intollerabile Essenza.

46. Così sono io, O Adonai, mio amato, e Tu mi hai fatto andare del tutto in pezzi.

47. Sono stato versato come sangue stillato sulle montagne; i Corvi della Dispersione mi hanno totalmente portato via.

48. Perciò non è stato rimosso il sigillo che stava a guardia all'Ottavo abisso; per questo il vasto mare è come un velo; per questo c'e costante lacerazione in tutte le cose.

49. Sì, in verità Tu sei anche la fresca acqua calma della fonte fatata. Mi sono bagnato in Te, e mi sono perso nella Tua quiete.

50. Colui che entrò come un ragazzo coraggioso dai bei fianchi, ora si fa avanti come una vergine, come un figlioletto per la perfezione.

51. O Tu, luce e delizia, rapiscimi nel latteo oceano delle stelle!

52. O Tu, Figlio di una madre che trascende la luce, sia benedetto il Tuo nome, ed il Nome del Tuo Nome, attraverso i secoli!

53. Guarda! Io sono una farfalla alla Fonte della Creazione; fammi morire prima dell'ora, cadendo morto nella tua infinita corrente!

54. Anche la corrente delle stelle scorre sempre maestosa verso la Dimora; portami sul Seno di Nuit!

55. Questo è il mondo delle acque di Maim; questa è l'acqua amara che diventa dolce. Tu sei bello ed amaro, O dorato, O mio Signore Adonai, O Abisso di Zaffiro!

56. Io ti seguo, e le acque della Morte combattono strenuamente contro di me. Supero le Acque oltre la Morte e la Vita.

57. Come risponderò all'uomo stolto? In nessun modo giungerà alla Tua Identità!

58. Ma io sono il Folle che non si cura del Gioco del Mago. La Donna dei Misteri mi istruisce invano; Ho fatto esplodere i legami dell'Amore, e del Potere, e dell'Adorazione.

59. Per questo l'Aquila si è fatta uno con l'Uomo, ed i patiboli dell'infamia danzano con il frutto del giusto.

60. Sono disceso, O mio caro, nelle nere acque lucenti, e Ti ho colto come una perla nera di infinita preziosità.

61. Sono andato giù, O mio Dio, nell'abisso di tutto, e Ti ho trovato nel suo mezzo, sotto l'aspetto di Nessuna Cosa.

62. Ma come Tu sei l'Ultimo, così sei anche il Prossimo, e come Prossimo ti rivelerò alla moltitudine.

63. Coloro che Ti hanno sempre desiderato Ti otterranno, anche se alla Fine del loro Desiderio.

64. Glorioso, glorioso, glorioso sei Tu, O mio superno amante, l'Essenza di me stesso.

65. Perché Ti ho trovato simile nel Me e nel Te; non c'è alcuna differenza, O mio bello, mio Desiderabile! Nell'Uno e nei Molti Ti ho trovato; sì, Ti ho trovato.
 
 

LIBRO QUARTO
 

1. O cuore di cristallo! Io, il Serpente, Ti avvolgo; porto la mia testa alla sua dimora, nel nucleo centrale di Te, O Dio mio amato.

2. Proprio come, sulle echeggianti vette di Mitilene sferzate dal vento, una donna simile ad un dio mette da parte la lira, e con i suoi riccioli ardenti come un'aureola si tuffa nell'umido cuore della creazione, così io, O Signore mio Dio!

3. C'è una bellezza indicibile in questo cuore di corruzione, dove i fiori sono in fiamme.

4. Ahimè! eppure la sete della Tua gioia inaridisce questa gola, cosicché non posso cantare.

5. Farò della mia lingua una piccola barca, per esplorare i fiumi sconosciuti. Può darsi che il sale perenne si trasformi in dolcezza, e che la mia vita cessi di essere assetata.

6. O voi che bevete le lacrime salmastre dei vostri desideri, siete prossimi alla follia! La vostra tortura aumenta man mano che bevete, eppure continuate a bere. Risalite per l'insenatura nell'acqua fresca; vi attenderò con i miei baci.

7. Come la pietra di bezoar che si trova nel ventre della vacca, così è il mio amante fra gli amanti.

8. O ragazzo di miele! Porta qui i Tuoi freschi fianchi! Sediamoci un pò nel frutteto, fino al calare del sole! Banchettiamo qui sull'erba fresca! Schiavi, portate del vino, che le guance del mio ragazzo si tingano di rosso.

9. Nel giardino dei baci immortali, O Tu che sei così luminoso, risplendi! Trasforma la Tua bocca in un papavero da oppio, tale che un bacio sia la chiave al sonno infinito e lucido, il sonno di Shi-loh-am.

10. Nel mio sonno ho visto l'Universo come un chiaro cristallo privo di macchia.

11. Vi sono alcuni squattrinati fieri delle proprie ricchezze, che stanno in piedi davanti alla porta della taverna e chiacchierano delle loro gesta da beoni.

12. Vi sono alcuni squattrinati fieri delle proprie ricchezze, che stanno in piedi davanti alla porta della taverna ed ingiuriano gli avventori.

13. Gli avventori si gingillano su carrozze di madreperla, nel giardino; il vocio degli stolti è loro nascosto.

14. Solamente il padrone della locanda teme che il favore del re si ritiri da lui.

15. Così parlava il Magister V.V.V.V.V. al suo Dio Adonai, mentre giocavano insieme nella luce stellare che sovrasta la profonda pozza nera che si trova nel Luogo Santo della Casa Santa sotto l'Altare del Santissimo.

16. Ma Adonai rise, e giocò con maggiore languore.

17. Allora lo scriba prese nota, ed era felice. Ma Adonai non temeva il Mago, nè il suo gioco. Poiché era stato Adonai ad insegnare tutti i suoi trucchi al Mago.

18. Ed il Magister entrò nel gioco del Mago. Quando il Mago rideva, egli rideva; tutto come farebbe un uomo.

19. Ed Adonai disse: Ti sei invischiato nella tela del Mago. Disse questo con sottigliezza, per metterlo alla prova.

20. Ma il Magister diede il segno della Maestria, e Gli rispose ridendo: O Signore, O amato, forse queste dita si rilassano sui tuoi riccioli, o questi occhi si distolgono dal Tuo occhio?

21. Ed Adonai si deliziò enormemente in lui.

22. Sì, O mio maestro, tu sei l'amato dell'Amato; non invano l'Uccello Bennu è posto in Philae.

23. Io che fui la sacerdotessa di Ahathoor, ho gioia nel tuo amore. Sorgi, O Dio-Nilo, e divora il luogo santo della Vacca del Cielo! Che il latte delle stelle sia bevuto da Sebek, colui che abita il Nilo!

24. Sorgi, O serpente Apep, Tu sei Adonai l'amato! Tu sei il mio caro ed il mio signore, ed il Tuo veleno è più dolce dei baci di Isis, la madre degli Dei!

25. Poiché Tu sei Lui! Sì, Tu ingoierai Asi ed Asar, ed i figli di Ptah. Verserai un flusso di veleno per distruggere le opere del Mago. Solo il Distruttore Ti divorerà. Renderai nera la sua gola, in cui dimora il suo spirito. Ah, serpente Apep, eppure Ti amo!

26. Mio Dio! Fai che la Tua segreta zanna laceri il midollo del piccolo osso segreto che ho tenuto da parte, per il Giorno della Vendetta di Hoor-Ra. Fai che Keph-Ra suoni il suo sommesso ronzio! che gli sciacalli del Giorno e della Notte ululino nella desolazione del Tempo! Che le torri dell'Universo cedano, ed i loro guardiani fuggano veloci! Perché il mio Signore Si è rivelato come un potente serpente, ed il mio cuore è il sangue del Suo corpo.

27. Io sono come una cortigiana di Corinto, malata d'amore. Ho giocato con re e capitani, e li ho resi miei schiavi. Oggi sono schiavo del piccolo aspide della morte; e chi potrà sciogliere il nostro legame d'amore?

28. Debole, debole! dice lo scriba, chi mi condurrà alla vista dell'Estasi del mio maestro?

29. Il corpo è debole, e l'anima è debole ed addolorata, ed il sonno appesantisce le loro palpebre;  eppure sempre dimora la coscienza certa dell'estasi, sconosciuta, eppure conosciuta per il fatto che il suo essere è certo. O Signore, sii il mio aiuto, e conducimi alla beatitudine dell'Amato.

30. Giunsi alla casa dell'Amato, ed il vino era come fuoco che vola su verdi ali attraverso il mondo delle acque.

31. Percepii le rosse labbra della natura, e le nere labbra della perfezione. Come sorelle esse mi tenevano caro, il loro fratellino; mi agghindarono come una sposa; mi fecero salire alla Tua camera nuziale;

32. Fuggirono al Tuo arrivo; ero solo di fronte a Te.

33. Tremai al Tuo arrivo, O mio Dio, poiché il Tuo messaggero era più terribile della stella di Morte.

34. Sulla soglia stava la figura fulminante del Male, l'Orrore del vuoto, con i suoi occhi spettrali come pozzi avvelenati. Rimase in piedi, e la stanza fu corrotta; l'aria era fetida. Era un vecchio e nodoso pesce, più spaventoso delle conchiglie di Abaddon.

35. Mi avviluppò con i suoi tentacoli da demone; sì, le otto paure ebbero presa su di me.

36. Ma io ero unto del giusto olio dolce del Magister; sfuggii all'abbraccio come una pietra dalla fionda di un ragazzo, nei boschi.

37. Ero levigato e duro come l'avorio; l'orrore non ebbe presa. Poi, al rumore del vento della Tua venuta, fu dissolto, e l'abisso del grande vuoto si spiegò di fronte a me.

38. Sul mare privo di onde dell'eternità Tu cavalcasti con i Tuoi capitani e le Tue schiere; con i Tuoi carri e cavalieri e lancieri viaggiasti nel blu.

39. Prima che io Ti vedessi, Tu eri già con me; fui fatto a pezzi dalla Tua meravigliosa lancia.

40. Fui colpito come un uccello dal fulmine di colui che tuona; fui trapassato come il ladro dal Signore del Giardino.

41. O mio Signore, navighiamo sul mare di sangue!

42. C'è una profonda corruzione oltre la beatitudine ineffabile; è la corruzione della generazione.

43. Sì, sebbene il fiore ondeggi luminoso alla luce del sole, le radici affondano profonde nell'oscurità della terra.

44. Lode a te, O bella terra scura, tu sei la madre di un milione di miriadi di miriadi di fiori.

45. Poi vidi il mio Dio, e il Suo aspetto era mille volte più luminoso del fulmine. Eppure nel suo cuore vidi il lento e scuro Uno, l'antico, il divoratore dei Suoi figli.

46. Nell'altezza e nell'abisso, O mio bello, non vi è alcuna cosa, in verità non vi è assolutamente alcuna cosa, che non sia completamente e perfettamente adatta alla Tua delizia.

47. La Luce aderisce alla Luce, e ciò che è immondo a ciò che è immondo; con orgoglio uno disprezza l'altro. Ma non Tu, che sei tutto, e oltre ancora; che sei assolto dalla Divisione delle Ombre.

48. O giorno di Eternità, che la Tua onda si infranga senza schiuma in una gloria di zaffiro sul laborioso corallo della nostra realizzazione!

49. Ci siamo fatti un anello di lucente sabbia bianca, sparso con saggezza nel mezzo del Delizioso Oceano.

50. Che le palme dello splendore fioriscano sulla nostra isola; mangeremo il loro frutto e saremo felici.

51. Ma per me l'acqua lustrale, la grande abluzione, il dissolversi dell'anima in quell'abisso risonante.

52. Ho un piccolo figlio, come un capro licenzioso; mia figlia è come un aquilotto implume; si procureranno pinne, cosicché possano nuotare.

53. Che possano nuotare, O mio amato, nuotare lontani nel caldo miele del Tuo essere, O benedetto, O ragazzo di beatitudine!

54. Questo mio cuore è avvolto dal serpente che divora le sue stesse spire.

55. Quando vi sarà una fine, O mio caro? Oh! quando verrà il tempo in cui l'Universo ed il suo Signore saranno completamente divorati?

56. No! chi divorerà l'Infinito? chi annullerà l'Errore dell'Inizio?

57. Piangi come un gatto bianco sul tetto dell'Universo; non vi è nessuno che Ti risponda.

58. Sei come un pilastro solitario in mezzo al mare; non vi è nessuno che si accorga di Te, O Tu che vedi tutto!

59. Tu svieni, tu fallisci, scriba, pianse la Voce desolata, ma Io ti ho saziato di un vino del quale non conosci l'aroma.

60. Servirà ad inebriare la gente della vecchia sfera grigia che ruota nell'infinito Distante; lambiranno il vino come cani che lambiscono il sangue di una bella cortigiana trapassata dalla Lancia di un agile cavaliere nella città.

61. Anche io sono l'Anima del deserto; mi cercherai ancora nella desolazione di sabbia.

62. Dalla parte destra un aggraziato gran signore; alla tua sinistra una donna vestita di fine ricamo d'oro, con stelle trai capelli. Viaggerai lontano in una terra di pestilenza e di male; ti accamperai presso fiume di una folle città dimenticata; là ti incontrerai con Me;

63. Ivi stabilirò la mia abitazione; come per le nozze sarò adornato e poi unto; lì sarà compiuta la Consumazione.

64. O mio caro, io anche attendo la brillantezza dell'ora ineffabile, in cui l'universo sarà come una cintura per il centro del raggio del nostro amore, che si estende oltre il limite permesso dell'infinito Uno.

65. Poi tu, O cuore, io il serpente ti divorerò interamente; sì, ti divorerò interamente.
 
 

LIBRO QUINTO
 

1. Ah! Mio Signore Adonai, che ti diletti con il Magister nella Casa del Tesoro delle Perle, lasciami ascoltare l'eco dei tuoi baci!

2. Il cielo stellato non è forse scosso come una foglia per la vibrante estasi del tuo amore? Non sono io la scintilla volante di luce, trascinata via dal forte vento della tua perfezione?

3. Sì, gridò il Santo, e dalla tua scintilla Io, il Signore, farò scaturire una grande luce; arderò nella grande città che si trova nella regione vecchia e desolata; la ripulirò dalla sua grande impurità.

4. E tu, O profeta, vedrai queste cose, e non vi farai caso.

5. Ora il Pilastro è posto nel Vuoto; ora Asi è piena di Asar; ora Hoor si è calato nello Spirito Animale delle cose, come una stella orgogliosa che cade sull'oscurità della terra.

6. Nella mezzanotte sei caduto, O mio figlio, mio conquistatore, mio capitano con la spada al fianco, O Hoor! E ti troveranno come una nera pietra, ruvida e lucente, e ti adoreranno.

7. Il mio profeta farà profezie su di te, le vergini ti danzeranno attorno, e per te partoriranno splendidi bambini. Ispirerai negli orgogliosi un infinito orgoglio, e negli umili un'estasi d'umiltà; tutto ciò trascenderà il Noto e l'Ignoto, con una cosa che non ha nome. Poiché è simile all'Abisso dell'Arcano che si apre nel Luogo segreto del Silenzio.

8. Ti sei fatto strada, O mio profeta, attraverso sentieri difficili. Hai mangiato lo sterco degli Abominevoli; ti sei prostrato dinnanzi al Capro e al Coccodrillo; gli empi hanno fatto di te il loro giocattolo; hai vagato per le strade come una prostituta truccata, affascinante di dolci profumi e tinte cinesi; hai scurito le tue orbite con il kohl; hai tinto le tue labbra di vermiglio, hai stuccato le tue guancie con smalti d'avorio. Hai giocato a fare la sgualdrina in ogni portone e vicolo della grande città. Gli uomini della città ti hanno desiderato, per violentarti e picchiarti. Si sono messi in bocca i lustrini dorati di fine polvere, con i quali avevi ornato i tuoi capelli; hanno dilaniato con le loro fruste la tua pelle dipinta; hai sofferto cose indicibili.

9. Ma io ho bruciato in te, come fiamma pura senza olio. A mezzanotte ero più luminoso della luna; nel giorno superavo di gran lunga il sole; nei meandri del tuo essere mi infiammavo, e spazzavo via l'illusione.

10. Per questo tu sei completamente puro di fronte a Me; per questo tu sei la Mia vergine, in eterno.

11. Per questo io ti amo con un amore che non ha pari; per questo coloro che ti disprezzano ti adoreranno.

12. Sarai amabile e comprensivo con loro; li solleverai dal male indicibile.

13. Il loro cambiamento sarà nella loro distruzione, come due stelle buie che si scontrano nell'abisso, e si infiammano in un infinito incendio.

14. Nel frattempo, Adonai penetrava il mio essere con la sua spada, che ha quattro lame; la lama del tuono, la lama del Pilastro, la lama del serpente, la lama del Fallo.

15. Mi insegnò inoltre la santa ineffabile parola Ararita, cosicché fusi il sestuplice oro in un singolo punto invisibile, di cui nulla si può dire.

16. Poiché la Maestria di questa Opera è una maestria segreta; ed il segno di chi ne è maestro è un certo anello di lapislazuli con il nome del mio maestro, che sono io, e l'Occhio nel suo Mezzo.

17. Egli parlò ancora, e disse: Questo è un segno segreto, e tu non lo dovrai svelare al profano, nè al neofita, nè allo zelator, nè al practicus, nè al philosophus, nè all'adeptus minor, nè all'adeptus major.

18. Ma ti aprirai all'adeptus exemptus, se egli ti servirà per le operazioni minori della tua arte.

19. Accetta l'adorazione della gente stolta, che tu hai in odio. Il Fuoco non è corrotto dagli altari dei Ghebers, nè la Luna è contaminata dall'incenso degli adoratori della Regina della Notte.

20. Tu dimorerai fra la gente come un prezioso diamante in mezzo a diamanti opachi, e cristalli, e pezzi di vetro. Solo l'occhio del saggio mercante ti vedrà, e prendendoti nella sua mano ti isolerà dal mucchio, glorificandoti di fronte agli uomini.

21. Ma questo non ti preoccuperà affatto. Tu sarai sempre il cuore, ed io, il serpente, stringerò le mie spire attorno a te. La mia stretta non cederà mai negli eoni. Non sarai preda del cambiamento, nè del dolore, nè dell'insostanzialità; perché tu sei andato oltre tutte queste cose.

22. Poiché il diamante brilla rosso per la rosa, e verde per la foglia della rosa, tu ti asterrai dalle Impressioni.

23. Io sono te, ed il Pilastro è posto nel vuoto.

24. Inoltre tu sei al di là della Stabilità dell'Essere, e della Coscienza e della Beatitudine; poiché io sono te, ed il Pilastro è piazzato nel vuoto.

25. Inoltre parlerai di queste cose all'uomo che le scrive, ed egli parteciperà di esse come di un sacramento; poiché io che sono te sono lui, ed il Pilastro è piazzato nel Vuoto.

26. Dalla Corona verso l'Abisso, così esso procede, unico ed eretto. Anche la sfera illimitata rilucerà della sua brillantezza.

27. Gioirai nei laghi dell'acqua adorabile; ornerai le tue damigelle con perle di fecondità; accenderai una fiamma simile a lingue, che lambiscono il liquore degli dei fra i laghi.

28. Inoltre tramuterai l'aria che spazza via ogni cosa nei venti dell'acqua pallida, tramuterai la terra in un abisso blu di vino.

29. I riflessi di rubino ed oro che vi brillano sono selvaggi; una goccia intossicherà il Signore degli Dei, mio servo.

30. Poi, Adonai parlò a V.V.V.V.V. dicendo: O mio piccolo, mio tenero, mio piccolo amoroso, mia gazzella, mio bello, mio ragazzo, saziamo il pilastro dell'Infinito con un bacio infinito!

31. Cosicché ciò che era stabile fu scosso, e ciò che era instabile fu stabilizzato.

32. Coloro che videro ciò gridarono visibilmente scossi: La fine d'ogni cosa è giunta su di noi.

33. E fu proprio in tal modo.

34. Poi fui trascinato nella visione dello spirito, e vidi una corte parricida di atei, accoppiati a due a due nella superna estasi delle stelle. Ridevano e gioivano smodatamente, vestiti in tuniche purpuree ed ebbri di vino purpureo, e la loro intera anima era una purpurea fiamma-fiorita di santità.

35. Non guardavano Dio; non guardavano l'Immagine di Dio; perciò furono innalzati al Palazzo dello Splendore Ineffabile. Una spada affilata passò dinnanzi a loro, ed il verme Speranza si contorse nella sua agonia di morte sotto i loro piedi.

36. Come la loro estasi sosteneva i frammenti della Speranza Invisibile, così anche la Paura Invisibile fuggì via, cessando di esistere.

37. O voi che siete oltre Aormuzdi ed Ahrimanes! Siate benedetti nei secoli.

38. Diedero al Dubbio la forma della falce, ed estirparono i fiori della Fede per farne ghirlande.

39. Diedero all'Estasi la forma di lancia, e trapassarono l'antico dragone seduto sulle acque stagnanti.

40. Quindi le fresche fonti furono dischiuse, cosicché le genti assetate si sentissero a loro agio.

41. E ancora fui condotto alla presenza del mio Signore Adonai, ed alla conoscenza e Conversazione con il Santo, ed Angelo, che mi Custodisce.

42. O Santo Esaltato! Sei al di là del sè. O immagine del Nulla Inimmaginabile, che splendi di Luce Propria, O mio caro, mio bello, vieni avanti e seguimi.

43. Adonai, divino Adonai, fai che Adonai inizi un rifulgente corteggiamento! Così ho celato il nome del nome di Colei che ispira il mio delirio, il profumo del cui corpo eccita l'anima, la luce della cui anima getta questo corpo alle bestie.

44. Ho succhiato via il sangue con le mie labbra; ho prosciugato la Sua bellezza del proprio sostentamento; L'ho degradata di fronte a me, L'ho comandata, L'ho posseduta, e la Sua vita è in me. Nel Suo sangue inscrivo gli enigmi segreti della Sfinge degli Dei, che nessuno capirà, --- eccetto il puro e voluttuoso, il casto ed osceno, l'androgino ed il ginandro che sono passati oltre le sbarre della prigione che il vecchio Fango di Khem ha posto nei Passaggi dell'Amenti.

45. O mio adorabile, mio delizioso, tutta la notte verserò libagioni sul Tuo altare; tutta la notte brucerò sacrifici di sangue; tutta la notte farò ondeggiare il turibolo della mia delizia dinnanzi a Te, ed il fervore delle preghiere intossicherà le Tue narici.

46. O tu, che vieni dalla terra dell'Elefante, cinto dalla pelle di tigre, inghirlandato con il loto dello spirito, inebria la mia vita della Tua follia, cosicché Ella spicchi salti al mio passare.

47. Ordina alle vergini del Tuo seguito di stenderci un letto di fiori immortali, affinché su di esso possiamo prendere il nostro piacere. Ordina ai tuoi satiri di gettare spine fra i fiori, cossiché su di esse possiamo prendere il nostro dolore. Che il piacere ed il dolore si mescolino in una suprema offerta al Signore Adonai!

48. Poi udii la voce di Adonai, il Signore desiderabile, che si preoccupava per le cose che sono al di là.

49. Fai che gli abitanti di Tebe ed i loro templi non facciano mai chiacchiere sulle Colonne d'Ercole e l'Oceano dell'Occidente. Non è il Nilo un'acqua stupenda?

50. Fai che il sacerdote di Iside non scopra la nudità di Nuit, perché ogni passo è una morte ed una nascita. Il sacerdote di Iside ha sollevato il Velo di Iside, ed è stato ucciso dai baci della sua bocca. Poi è divenuto il sacerdote di Nuit, ed ha bevuto il latte delle stelle.

51. Fai che il fallimento ed il dolore non depistino gli adoratori. Le fondamenta della piramide furono abbozzate nella viva roccia prima del tramonto; pianse il re all'alba, poiché la corona giaceva, ancora non squadrata, nella terra lontana?

52. C'era anche un colibrì, che parlava al ceraste cornuto, e lo pregava di dargli del veleno. Ed il grande serpente di Khem il Santo, il regale serpente Uraeus, gli rispose dicendo:

53. Ho navigato nel cielo di Nu, nella barca chiamata Milioni-di-Anni, e non ho visto alcuna creatura su Seb che fosse uguale a me. Il veleno delle mie zanne è l'eredità di mio padre, e del padre di mio padre; come potrò darlo a te? Vivete, tu ed i tuoi figli, come abbiamo vissuto, io ed i miei antenati, per cento milioni di generazioni, e può darsi che la pietà dei Potenti possa concedere ai tuoi figli una goccia dell'antico veleno.

54. Allora il colibrì fu afflitto nel suo spirito, e volò verso i fiori, e fu come se non si fossero detti nulla. Ma dopo poco fu morso da un serpente, e morì.

55. Ma un Ibis che meditava sulle sponde del Nilo, il bel dio, ascoltò e comprese. E si sdraiò su un fianco, con i suoi modi da Ibis, e divenne come un serpente, dicendo: Probabilmente, in cento milioni di milioni di generazioni di miei figli, essi otterranno una goccia del veleno delle zanne dell'Esaltato.

56. Ed ecco! Prima che la luna mutasse tre volte, divenne un serpente Uraeus, ed il veleno delle zanne si stabilizzò in lui e nel suo seme, in eterno.

57. O tu Serpente Apep, mio Signore Adonai, è una particella del tempo più minuto, questo viaggiare nell'eternità, ed alla Tua vista le pietre miliari sono di marmo bianco evanescente, non toccate dallo strumento dello scultore. Poiché tu sei mio, ora e sempre, in eterno. Amen.

58. Poi udii la voce di Adonai: Sigilla il libro del Cuore e del Serpente; nel numero cinque e sessanta sigilla il sacro libro.
    Come l'oro zecchino viene battuto per farne un diadema per la graziosa regina del Faraone, come le grosse pietre sono cementate insieme nella Piramide della cerimonia della Morte di Asar, così lega assieme le parole e le azioni, cosicché in tutto vi sia un unico Pensiero di Me, tua delizia, Adonai.

59. Ed io risposi dicendo: È fatto secondo la tua parola. E fu fatto. E coloro che lessero il libro, e ne discussero, passarono nella terra desolata delle Nude Parole. E coloro che sigillarono il libro nel loro sangue furono i prescelti di Adonai, ed il Pensiero di Adonai fu Parola ed Azione; ed essi dimorarono nella Terra che i grandi viaggiatori chiamano Nulla.

60. O terra oltre il miele e le spezie, colma di perfezione! Là vagherò per sempre con il mio Signore.

61. Ed il Signore Adonai si deliziò in me, ed io portai la Coppa della Sua gioia a coloro che piangono nella vecchia terra grigia.

62. Coloro che ne bevono sono colpiti dal malanno; l'abominazione ha potere su di loro, ed il loro tormento è simile al denso fumo nero della dimora malvagia.

63. Ma i prescelti ne bevvero, e divennero come il mio Signore, il mio bello, il mio desiderabile. Non vi è vino simile a questo vino.

64. Essi si raccolgono insieme in un cuore luminoso, come Ra che raccoglie attorno a sè le sue nuvole al vespro, in un fuso mare di Gioia, ed il serpente che è la corona di Ra le lega con la cintura dorata dei baci di morte.

65. Così finisce anche il libro, ed il Signore Adonai lo circonda da ogni lato come un Tuono, ed un Pilastro, ed un Serpente, ed un Fallo, al centro dei quali egli è come la Donna che sprizza il latte delle stelle dai suoi capezzoli; sì, il latte delle stelle dai suoi capezzoli. 1