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Questa strada incrocia a Fornacette appunto la linea ferroviaria Pisa-Firenze e quì c'è il passaggio a livello numero 65 custodito 24 ore su 24 da personale delle ferrovie dello stato, adiacente al canale 'emissario'. La notte tra il 12 e il 13 luglio 1966 era in servizio il trentacinquenne Camillo Faieta residente a Pontedera (PI). Verso le 02,00 am il Faietta si trovava seduto sul muretto del ponte ferroviario e stava ascoltando la sua radiolina a transistor (una Sony). Improvvisamente una luce fortissima illuminò il cielo ed il testimone vide un 'globo luminoso' che si avvicinava . L''oggetto si lasciava dietro una 'scia granulosa e fosforescente' e produceva un 'lieve frusio' ed alla fine si posò poco al di sotto della scarpata dell'argine dell 'emissario, dove questa degrada nell'acqua. Dopo circa due minuti durante i quali rimase immobile producendo una luminosità violacea simile a quella di una 'fiamma ossidrica', l'oggetto si alzò di nuovo in volo e si andò a posare sopra ad un isolotto emergente dalle acque al centro del canale. In questa nuova posizione il globo divenne meno luminoso ed assunse un colore 'argento opaco' mentre l'acqua del canale apparve di riflesso color 'alluminio fuso' dopo alcuni secondi infine la luce si abbassò tanto da permettere al faietta di intravederne la sagoma; in questo momento la radiolina a transistor smise di funzionare. Preso dall'emozione il testimone corse verso il casello e telefonò alla Polizia di Pontedera poi prese una lanterna da segnalazione a batteria a luce bianca e si avviò sul bordo del canale Emissario; arrivò nel punto dove il 'globo' si era fermato la prima volta e da lì cercò di illuminare l'isolotto sottostante dove si era fermato successivamente, ma la luce si affievolì di colpo e divenne rossastra come quando le batterie sono scariche. Allora il Faieta decise di scendere la scarpata fino alla riva del canale; da quella posizione si trovava così vicino all'oggetto che come dichiarò a Roberto Pinotti nel 1974 'Ancora un passo ed avrei potuto toccarlo'; queste le sue parole: ''Si trattava più che di una sfera di un ellissoide irregolare, che ricordava quasi due coni uniti per la base. Inferiormente poggiava su tre zampe apparentemente diposte a 120° l'una dall'altra . Nel complesso il tutto dava l'idea di una grossa trottola ed era... molto bella'. Faietta pur se con alcune contraddizzioni dichiarò poi di aver intravisto anche due 'piccole sagome umane alte circa 50 centimetri muoversi in controluce ,, mi parevano tubi, '. Queste presenze attorno al velivolo lo spaventarono e quindi ritornò al casello dove nel frattempo si era raggruppata una piccola folla, tra cui alcuni camionisti ed automobilisti che pare avessero visto l'oggetto luminoso volare sino a lì. Circa alle 03,10 arrivò l'agente di Polizia Angelo De Pompa assieme a due o tre manovali della stazione di Pontedera; non si sà bene che cosa costui abbia visto, di sicuro si sà solo che cercò di illuminare con il fanale di una 'vespa' l'isolotto. Il Faietta dichiarò sempre che l'oggetto rimase sul posto per almeno mezz'ora , stà però di fatto che nessuna delle persone giunte lì e nemmeno il De Pompa lo vide sull'isolotto, nè lo vide 'decollare' in alcun modo. Un'altro casellante invece, tale Giuseppe Valeriani in servizio al casello n. 66 a circa un chilometro da quello di Faietta, dichiarò di aver visto l'oggetto luminoso quella notte, lo descrisse come un 'siluro' che saettò velocemente verso il casello 65. Per questo motivo il Valeriani tentò di telefonare al Faietta, ma i due non riuscirono a parlarsi; non si sà bene se perchè nella concitazione del momento entrambi avessero la cornetta sollevata o se il Faietta non si sia reso conto del telefono che squillava o se per qualche misterioso malfunzionamento degli apparecchi. Alle 04,00 (circa) arrivarono a Fornacette anche i carabinieri; il maresciallo Polidori si spinse fin sulla sponda del canale ma non andò sull'isolotto. Assieme ai camionisti che pare fossero i più incuriositi ed i più convinti a scoprire la verità (forse perchè avevano visto effettivamente qualcosa di luminoso volare in cielo), il Polidori si industriò ad orientare i fari dei camion verso l'isolotto ma senza risultati. In particolare un camionista certo Vittorio Camillini , 41 anni di Cattolica (rimini) era rimasto abbagliato dall'oggetto volante ed era stato costretto a fermare il suo camion a bordo della strada. Secondo il Faieta , il camionista sarebbe rimasto sconvolto a tal punto dall'avvistamento da dover essere soccorso da un medico di passaggio a bordo di una Lancia 'appia' nera targata Reggio Emilia; comunque il Camillini poi smentì tutto.
Altri tre fori più grandi (diametro 10 centimetri) profondi tre centimetri erano incece disposti ad un metro l'uno dall'altro. Ma questi potrebbero essere stati anche creati appositamente da qualcuno. Mentre per quello che riguarda 'l'erba schiacciata' trovata sull'isolotto questa è quasi sicuramente stata provocata dai curiosi infine riversatisi sull'isolotto ( e d'altra parte il Faietta parla di un oggetto appoggiato su 'tre zampe', quindi non a diretto contatto con il suolo). In definitiva l'unico vero testimone della faccenda è il Faieta ed a proposito del quale ci sono da rilevare alcuni elementi. Per prima cosa costui è stato da alcune persone indicato come personaggio 'strano' spesso desideroso di 'mettersi in mostra', ma una perizia psichiatrica effettuata dopo l'episodio ha rilevato che si trattava di una persona perfettamente normale. D'altra parte il controllo di un passaggio a livello è un lavoro di grande responsabilità e difficilmente tale compito sarebbe stato affidato ad una persona 'mentalmente instabile' e tantomeno sarebbe stato riconfermato dopo l'accaduto (come invece è successo). Faietta rivelò in seguito di aver ricevuto due lettere dal maggiore americano Hector Quintanilla che nel 1966 era a capo del famoso progetto 'Blue Book', in cui costui lo invitava negli Stati Uniti per approfondire i particolari del suo avvistamento e forse i due si incontrarono effettivamente in seguito a Roma ed in quest'occasione il militare avrebbe detto al testimone di non raccontare altri particolari a nessuno. Un'ultima strana 'storia' raccontata dal Faietta (ma non poi così assurda dato che ci sono stati dei riscontri) è quella secondo la quale un gruppo di 'esponenti della NASA' lo avrebbe prelevato e condotto in una base militare americana lì vicino. Dopo aver superato corridoi circolari e pesanti porte scorrevoli verticali, giunse in una stanza dove gli fù applicata una strana apparecchiatura; composta da un casco collegato a fili, una pettorina, una specie di macchina da presa ed altri strani congegni; poi gli furono fatte vedere varie immagini di UFO e gli fù chiesto di riconoscere quello da lui visto. A questo punto un fascio di luce o qualcosa del genere gli venne fatto penetrare negli occhi per 'cancellare l'immagine dell' UFO'. Infine i misteriosi 'esponenti della NASA' gli dissero che sapevano che quegli oggetti esistevano ma non che cosa fossero da dove venissero o che cosa volessero ed in ogni caso gli ordinarono di non parlarne con nessuno e soprattutto di non mandare lì da loro giornalisti o curiosi. La base militare americana sarebbe stata individuata in quella della pineta di Tombolo dove effettivamente esisteva il CAMEN (Centro Applicazioni Militari Energia Nucleare) dove pare già altri due testimoni di atterraggi di UFO in un'ambiente descritto esattamente allo stesso modo (corridoi circolari, porte scorrevoli verticali) subirono nel 1954 lo stesso 'trattamento' di cancellazione dell'immagine sulla retina; i due di cui non si conosce il nome erano all'epoca militari in Marina (la fonte della notizia è Arduino Albertini del CUN che riferisce una lettera di Alfredo Scalia dell'allora Centro Studi Clipeologi di Torino). |