caso: |
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Quel giorno Il diciassettenne Giuseppe
Aldini era arrivato a Montalcino per una breve vacanza in compagnia
della sua famiglia; la sera stessa vide 'sfrecciare nel cielo uno strano
oggetto di colore rosso cupo'; che non emetteva alcun rumore ed era di
forma rotonda.
Più tardi verso mezzanotte mentre si trovava nell'abitazione , una intensa luce rossa invase la sua stanza per cinque-sei secondi, al chè Aldini si alzò ed andò alla finestra in tempo per vedere il chiarore rosso affievolirsi fino a spegnersi. Il pomeriggio del giorno successivo si recò nel luogo dove aveva visto spegnersi la luce e con sua grande sorpresa vide un 'grande cerchio' come 'impresso a fuoco sul terreno' del diametro di una trentina di metri. Osservando meglio notò che si trattava di una corona circolare larga venti centimetri e profonda dai cinque ai dieci. Al centro del cerchio vi erano quattro impronte circolari, del diametro di un metro e profonde trenta, disposte simmetricamente tra loro e circondate da bruciature. All'interno della corona Aldini trovò numerose pietre di colore rosso scuro tendente al nero. Al caso si interessò il Centro Ricerche Ufologiche Fiorentino 'mondo difficile' ed alcune delle pietre furono fatte esaminare dall'Istituto di Mineralogia, Petrografia e Geochimica dell'Università degli studi di Firenze (analista Dr. F. Corsini; direttrice prof. Nara Coradossi) ed il responso fù 'un campione di quarzo senza impurezze di altri minerali'. In seguito il testimone si dimostrò più reticente a rilasciare altre dichiarazioni ed a fare analizzare altri reperti in suo possesso, probabilmente spinto in questo anche dai genitori. |