State GIROVAGANDO!!!
La vostra vita è labirinto
PURIFICATEVI!!!
Dio c'è, là.
............................................
abcdefghilmnopqrstuvz
e non dimentichiamo jkwxy
non siamo razzisti con le lettere dell'alfabeto
Chiuso dentro
Voglio piangere
ma non posso.
Voglio urlare
ma non mi è concesso.
Voglio uscire
ma non mi lasciano.
Sono chiuso in un monolocale per folli,
non posso uscire.
Queste morbide pareti mi percuotono.
Cazzo, fatemi uscire, perfavore.
Poesia personale notturna
Mi appropinquo alla notte
con un hamburger nell’intestino
ed echi di Borges nel cervello;
contaminato da pregiate avventure
e notturni furti infantili,
ok, accetterò di giocare la sordida partita
con la luna,
e mentre la torre di cristallo si spinge verso
il mare
e il vulcano erutta fuoco e passione,
penso a cosa dovrò pensare di me,
a cosa scrivere di me,
in questa notte consumata e non,
sdraiato bianco e sazio ad annotare,
scriba egiziano da macelli,
pornografo personale di alti cervelli,
con due o tre ore di notte alle spalle,
mi trovo e mi ritrovo solo, come spesso accade,
pensando alla luna che sale, poi cade,
e tutto questo solo per una rima.
Il vecchio scrittore
La lenta mano del vecchio scrittore
vaga nervosa ed instabile dove
il tempo ha lasciato giallo colore.
Le vene sul dorso son gonfie e prove,
pulsan di morte, attesa di dolore,
mover non san nè chè, ne quan, nè
dove.
Scrivon la sua vita, autobiografia,
ricordi di passato, giovinezza,
la fragil fama dell'editoria.
Ma la memoria ceda all'amarezza
del tempo, ed incompleto il testo sia,
di falce indescritta sia la carezza.
Olocausto
Pugno in stomaco,
urli di aborti schiacciati dalle ruote di un treno,
sabbia piovente da grate dorate di schiavi,
chiave di santo che chiude e apre
muro e foro;
fiori bruciati dalla pazzia,
un fuoco vivo di morte argentea e ossuta,
occhi che dilatano l'impassibilità di un
immagico silenzio
Dannato
Uomo dannato,
dalla figura simile ad una retta spezzata,
con occhi di vetro ti guarda e non ti vede.
Le spalle rigonfie e rumorose
sorreggono a fatica il suo capo.
I piedi storti lo fanno spesso cadere,
a volte non si rialza, rimane lì, disteso
dolente a terra.
Forse non ha di meglio da fare che soffrire.
Mare
Il mare mi strania con questo suono,
scrosciare eterno e insensato.
Una minaccia che dopo poco
è già schiuma sui miei piedi e al
di là,
dietro di me, dove il sole non batte più
il suo frenetico ritmo regolare.
Chiede istruttoria, il mare,
chiede riparo, sfogo e secchiello,
chiede cauta pietà.
La chiese a Ernst, e a Pablo, e a me.
E lo stesso mare chiede l’apocalisse ad ogni onda.
E’ stanco, e soffre, e si ribella,
arduo becchino dei miei ricordi,
seppelliti e custoditi in fondo a lui
come gioielli di plastica.
Danza di sogni
Dal comignolo uscì un pazzo con la valigia
in mano
e la gente gridava: mai, oh, mai,
non partire, questa è la tua dimora.
Ma lui danzava sui tetti
i suoi passi di tiptap e valzer
e la sua valigia si aprì e ne uscirono i
suoi sogni
e i suoi sogni, come cavallucci marini,
entrarono nella gente che fuggiva
e la gente cominciò a danzare col pazzo
e il pazzo continuava a volare sui tetti
tra piroette e capriole
e questa era la danza dei suoi sogni,
questa era la danza di Dio.
E Dio stesso, anche lui danzava con la gente,
e la gente danzò, fino a morire.
Morirono tutti, la gente, il pazzo, Dio.
E poi tutti si svegliarono.
[Poesie tratte da "Quintali di cartaccia",
Francesco Chignola, 1999]
E DOPO L'INFERNO
DOPO LA MORTE
DOPO TUTTO