Tam Tam
Dovunque lo stato delle condizioni fisiche lo consentano qualcosa si apre
oltre le dimensioni consuete, di cui alcuni, forse, intravedono
concretizzarsi destini fantasticati dai piu' deliranti tra i poeti.
Nella giungla dei pensieri piu' ricorrenti il sangue dei piu' violenti ancora
schizza sulle pareti blu' del silenzioso mare in cui il ricordo smeraldino
di antiche parole brilla indicando il cammino di colui che portando il passo
oltre il confine osa passare nell'ignoto atrraversando il proibito, terra che
si va ormai assottigliando sempre piu' e dove l'inusitato ha aspetti, che pur
accettati, chiaramente si potrebbero attribuire alla follia,
senonche' il folle e' solo colui che non e' accettato dai piu', e si sa, i
piu' sono solo come la terra che concimata permette ai fiori di crescere e
splendere lanciandosi verso l'azzurro verso l'alto, e per andare sempre piu'
in alto le radici devono essere nella stessa porzione fonde.
Nella putredine il tepore il caldo l'umido che protegge consentendo di
affrontare il vento delle cime imbiancate.
Il tam tam di tamburi nella foresta annuncia l'arrivo di chi si appresta a
diradare cio' che e' rimasto delle antiche mura ormai invase da ogni genere
di erbe. Mura che furono erette in altri tempi, in cui forse la foresta
permetteva anche a chi non fosse pratico di attraversarla in ogni direzione,
ma che oggi farebbe perdere la testa anche ad una delle scimmie che fino a
ieri l'hanno abitata, oggi sono convinte lettrici di romanzi ed altre cazzate
di cui le loro madri si sarebbero domandate il senso, se non fossero
anch'esse precipitate in un'oblio in cui la luce non fa che far girare tutti
in un girotondo cosi' grande che sembra a tutti di essere in fila uno dietro
l'altro. Ora il tempo del rigurgito, del grande rutto che digerira' la
pesante colazione sta terminando, tra mezzora le cagata liberatrice.