Stravòlo
di Carlo Guastalla
 

A Stravòlo ci sono quasi solo cani e la maggior parte di loro cammina con il naso puntato in aria perché pare che lì la musica passi a un metro da terra. Si sa che i cani hanno un udito finissimo e che a Stravòlo le poche persone che ci abitano hanno una disposizione naturale per il violino, così quel paese sperduto tra le montagne è il paradiso di cani e suonatori.
Si sa che la musica del violino è porosa e che il naso dei cani è fatto di poche cellule molto grandi proprio per poter meglio accogliere in sé le onde sonore. I cani di Stravòlo quando qualcuno comincia a suonare per strada lo raggiungono in branchi e si mettono tutti uno dietro l’altro con il naso puntato ad un metro di altezza. Hanno imparato a sentire da chilometri di distanza l’odore di una buona musica e hanno imparato che le onde sonore vanno in linea retta e succede così che quando un violinista attacca a suonare il primo cane odora tutto quello che può e quando si sente abbastanza inebriato dai suoni che ha ricevuto e il suo naso è pieno allora si sposta e lascia le note successive andare verso il secondo cane, che a sua volta riceve la sua dose di musica, e così via. Quando un cane di Stravòlo è ubriaco di musica allora si sposta di qualche passo e si stende a terra, così non è difficile trovare piazze con una distesa di cani a pancia all’aria, che sembrano riposare, ma in realtà si stanno tutti assieme godendo il piacere che hanno appena avuto, il piacere unico della musica.
Il violinista è invece facile trovarlo a consolare qualche cane triste che non ha avuto la fortuna di odorare niente, perché è arrivato tardi o perché la fila era troppo lunga o perché il violinista si era stancato prima del solito. Il suonatore col suo strumento e l’archetto in una mano accarezza il cane e lo guarda dritto negli occhi, ma non dice niente per non deludere l’olfatto del cane con il suono stridulo della sua voce.


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