Roberto, Stefano e Giuliano si svegliano ogni mattina
intorno ai cinquant'anni. Succede loro da quando hanno smesso di giocare
a calcio nella squadra della loro piccola città.
Ancora sono conosciutissimi e rispettati dalla maggior
parte dei compaesani, ma una volta era un'altra cosa. Loro erano "il tridente";
era rinomato che se uno dei tre mancava gli altri due avrebbero giocato
al di sotto delle loro possibilità; ma quando erano assieme non
c'erano difese che tenessero. A quei tempi le loro giornate erano lunghe
e piene di vita: si svegliavano a vent'anni e il loro sole tramontava a
notte inoltrata senza che ne risentissero; anzi i loro fisici erano invidiati
dai ragazzi e sognati dalle belle giovani del paese.
Ora Roberto, Stefano e Giuliano non riescono a svegliarsi
prima dei cinquant'anni. Potrebbero essere ancora giovani, ma la loro giornata
inizia con una mano tra i capelli bianchi. Alcuni in paese dicono che Stefano
cominci ad essere malato di ricordi, dicono che il tempo di Stefano stia
per essere ucciso dal passato, e sono tutti d'accordo nell'idea che i suoi
due amici non reggeranno alla mancanza del centravanti. Moriranno insieme:
una mattina non troppo lontana si sveglieranno così invecchiati
da non riuscire ad alzarsi, e la loro giornata sarà così
breve che non avranno tempo per viverla.