sceneggiatura in forma di copione teatrale
Il palco di un teatro Una sedia da barbiere. Una vasca da bagno piena d'acqua, da cui esce una mano che si appoggia sul bordo della vasca..
[La camera ferma davanti alla sedia. Segue l'azione in Totale]
Entra l’ uomo magro che porta un accappatoio. Lo posa a terra. Si siede sul ciglio della vasca. Si alza una manica della camicia, infila il braccio nell'acqua, tira su il volto dell’uomo grasso che rimane seduto nella vasca. Gli occhi chiusi. Gli asciuga il volto con le mani. Tutto molto lento. Lo schiaffeggia leggermente. L'altro tossisce, poi parla:
L’uomo grasso - Grazie.
L’uomo magro - Dovere. Alzati e mettiti l'accappatoio. (Glielo porge. L'altro se lo infila, esce dalla vasca, si asciuga)
L’uomo grasso - Mi sento abbastanza in forma.
L’uomo magro - Bene.
Esce. Torna con un paio di mutande. Le porge all'altro che se le mette da sotto l'accappatoio. Esce di nuovo, torna con dei vestiti. L'altro si toglie l'accappatoio, inizia a vestirsi.
L’uomo grasso - Sono lavati questi abiti?
L’uomo magro - Sono un professionista io.
L’uomo grasso - Ti rode oggi?
L’uomo magro - Ti interessa saperlo?
L’uomo grasso - Devo regolarmi sul mio comportamento.
L’uomo magro - Non più di altre volte.
L’uomo magro - C'è di che stare allegri. (E' vestito. Si guardano un po’, immobili)
L’uomo grasso - Prego.
Lo accompagna alla sedia, lo fa accomodare. Esce. Torna con un grembiule da barbiere. Glielo mette. Va dietro di lui. Tira fuori da una tasca un tubo con una lozione, ne estrae un po', si strofina le mani e inizia a massaggiargli la testa. D'ora in poi i due parleranno come se si guardassero in un ipotetico specchio posto di fronte a loro. [Lo specchio è la camera fissa]
L’uomo magro - Piano, piano con queste mani... dolce... ecco... così... dolce... così.
L’uomo grasso - Devo arrivare alla cute per portare via la tensione.
L’uomo magro - Non mi importa. Fai più dolce.
L’uomo grasso - Come vuoi. Sei tu che paghi.
L’uomo magro - Ho sentito dall’acqua una donna straziata che urlava. Le sue parole erano: (lento) "appartieni al mondo. io non più". Null’altro.
L’uomo grasso - Una donna.
L’uomo magro - Sì, una donna. (Pausa) Allora?
L’uomo - Non sono tenuto a rispondere. Faccio il mio lavoro.
L’uomo magro - Come sei...
L’uomo grasso - Niente ma... mi paghi per lavarti non per parlarti.
L’uomo magro - Vuoi più soldi? (Lunga pausa) Vuoi più soldi? (Pausa)
L’uomo grasso - Sì. (Pausa)
L’uomo magro - Mi deludi continuamente.
L’uomo grasso - Bene.
L’uomo magro - E non te ne dispiace?
L’uomo grasso - Sì, un po'.
L’uomo magro - Allora mi ami.
L’uomo grasso - Non più. Ho compassione.
L’uomo magro - Per me?
L’uomo grasso - No, soprattutto per me.
L’uomo magro - Se siamo qui è anche colpa tua.
L’uomo grasso - Sei davvero così ingenuo?
L’uomo magro - Guarda un po' se ci sono nuovi clienti.
L’uomo grasso - Non c'è nessuno.
L’uomo magro - Guarda, ti ho detto.
Esce, dopo pochissimo rientra. Si rimette al lavoro.
L’uomo grasso - Non c'è nessuno.
L’uomo magro - E quella donna che ho sentito prima? (Pausa) Ti darò più soldi.
L’uomo grasso - La ho conosciuta.
L’uomo magro - Non cominciare con le cazzate.
L’uomo grasso - ...
L’uomo magro - Fai piano con queste mani. La lozione è quella buona?
L’uomo grasso - ...
L’uomo magro - Ti sei offeso?
L’uomo grasso - Sì.
L’uomo magro - Che impressione ti faccio?
L’uomo grasso - Sempre la stessa. (Pausa) Mi dispiace.
L’uomo magro - Vai a vedere se ci sono clienti.
Esce, rimane fuori.
Quanti sono?
Torna. Si rimette al lavoro.
L’uomo grasso - Nessuno.
L’uomo magro - Quando la hai conosciuta?
L’uomo grasso - Stai cercando di litigare?
L’uomo magro - Sarebbe qualcosa.
L’uomo grasso - La ho vista quel tanto che basta.
L’uomo magro - Per cosa?
L’uomo grasso - Vado a vedere se ci sono clienti. (Esce)
L’uomo magro - (Urla) Non puoi lasciarmi con la testa insaponata! Non è etico.
Torna.
L’uomo grasso - Hai imparato parole nuove.
L’uomo magro - Ad esempio?
L’uomo grasso - Insaponata e etico.
L’uomo magro - Non sono in rapporto tra di loro.
L’uomo grasso - Sembrava di sì. La loro combinazione mi ha convinto a tornare da te.
L’uomo magro - Un colpo di fortuna.
L’uomo grasso - Vuoi che te li spunti un po'?
L’uomo magro - Non ricominciare.
L’uomo grasso - Potresti diventare un uomo interessante.
L’uomo magro - Lasciami stare.
L’uomo grasso - Se imparassi la solitudine, il lavarsi il viso, i denti, i piedi, il culo, forse qualche donna ti degnerebbe...
L’uomo magro - (Lo interrompe) Allora? Stai zitto e fa’ il tuo lavoro. Non ti pago per parlare ma per prenderti cura di me. (Pausa) E vammi a prendere il libro che stavo leggendo.
L’uomo grasso - Non rientra nei miei compiti.
L’uomo magro - Ti darò meno soldi.
L’uomo grasso - Vado.
Esce. Rientra. Si rimette al lavoro.
Non lo ho trovato.
L’uomo magro - Potevi guardare un po’ più a lungo.
L’uomo grasso - Perché?
L’uomo magro - La ricerca sarebbe andata a miglior esito.
L’uomo grasso - Miglior esito. Che libro stai leggendo?
L’uomo magro - Sempre lo stesso.
L’uomo grasso - Quando?
L’uomo magro - Prima di addormentarmi.
L’uomo grasso - Vado a prenderti il libro. (Esce)
L’uomo magro - (Sottovoce) Appartieni al mondo. Al mondo. Io non più, non più, non più io. (Urla) Che vogliono dire quelle parole urlate? Se poi qualcuno le avesse sentite? Come è successo a me! E’ come un tarlo, una litania nella testa. Non si sente responsabile, quella lì?
L’uomo grasso - (Rientrando. Ha una forbice molto grande.) Chiediglielo. Nessun libro. Ti taglio un po' i capelli. Non so stare inattivo io. (Gli blocca la testa con una mano. L’altro si divincola appena.)
L’uomo magro - No.
L’uomo grasso - Sì.
L’uomo magro - No ho detto.
L’uomo grasso - Sì ho detto! (Gli mette la forbice aperta sotto la gola.) Sei convinto?
L’uomo magro - Mai avuto remore ad arrendermi.
L’uomo grasso - (Inizia a tagliare i capelli) Quando è stata la prima volta?
L’uomo magro - Non sopporto questo genere di domande.
L’uomo grasso - Neanch’io.
L’uomo magro - In fondo sembriamo capirci.
L’uomo grasso - Sarà la parentela.
L’uomo magro - Non ti sopporto.
L’uomo grasso - E l’estraneità
L’uomo magro - E non sopporto nemmeno le tue mani ruvide.
L’uomo grasso - (Alza le mani dal capo. Rimane immobile. Lungo silenzio.)
L’uomo magro - Vorrei una donna.
L’uomo grasso - Dilla tutta.
L’uomo magro - Vorrei quella donna.
L’uomo grasso - (Si rimette al lavoro.)
L’uomo magro - La sua pelle liscia, i suoi polpastrelli morbidi, le sue mani morbide, che mi accarezzano le guance
L’uomo grasso - Una donna.
L’uomo magro - Non interrompermi mentre immagino! Capelli, seni morbidi, grandi seni, una voce sensuale e parole parole che sembrano non avere un senso
L’uomo grasso - Ah! (Una risata soffocata. Pausa.)
L’uomo magro - Parole torbide e una musica, il suo profumo, gli occhi, il sorriso...
L’uomo grasso - Io me la sono scopata!
Silenzio. Con una mano gli abbassa la testa, gli taglia l'ultimo ciuffo di capelli sulla nuca. Esce. Parte una musica dolce. Dopo un po’ rientra, ha un rasoio elettrico. Lo accende. Forte rumore.
L’uomo magro - (Alza lentamente la testa) Non potresti essere un po’ più delicato?
L’uomo grasso - (Esce, portando con sé il rasoio acceso. Si spegne la musica. Rientra.) Scusa. Abbassa la testa. (Gli abbassa la testa con una mano, con l'altra lo rade.)
L’uomo magro - E' vero che te la...
L’uomo grasso - (Esce in fretta) Vado a vedere se ci sono clienti.
L’uomo magro - (Urla) E' vero che te la sei scopata? E' vero? Non scappare, non puoi mica lasciarmi qui! (Smette improvvisamente il rumore del rasoio. E' molto nervoso.)[La camera stringe in un primo piano.] Allora? Vuoi rispondermi? Torna qui ho detto! dobbiamo parlare, dobbiamo parlare! (Si guarda nello specchio. E' immobile.) [Primissimo piano. Solo occhi e testa.]
L’uomo grasso - (Torna.. Mani sulla testa che accarezzano senza sensualità.) Sono troppo pesanti le parole per te.
L’uomo magro - Ti darò più soldi.
L’uomo grasso - Fai tenerezza.
L’uomo magro - Ti darò più soldi.
L’uomo grasso - Non ci sono clienti oggi. Ho chiuso.
L’uomo magro - Così abbiamo più tempo per noi.
L’uomo grasso - Per cosa?
L’uomo magro - Per parlare.
L’uomo grasso - Comincia tu.
L’uomo magro - (La macchina allarga) ...
L’uomo grasso - Per fortuna.
L’uomo magro - Ti darò più soldi.
L’uomo grasso - Smettila con questa nenia.
L’uomo magro - Sai che con il passare del tempo diventi sempre più stancante?
L’uomo grasso - Ma se ci conosciamo da pochi minuti.
L’uomo magro - Mi sono bastati.
L’uomo grasso - Sì, me la sono scopata.
L’uomo magro - Quando?
L’uomo grasso - In sala d’attesa.
L’uomo magro - Quando?
L’uomo grasso - Prima di entrare qui.
L’uomo magro - Quando?
L’uomo grasso - Tempo fa.
L’uomo magro - Perché non me lo hai detto subito?
L’uomo grasso - Non volevo ferirti.
L’uomo magro - A volte è indispensabile.
L’uomo grasso - Come uccidere.
L’uomo magro - Sei retorico.
L’uomo grasso - Hai ragione. Scusa.
L’uomo magro - Hai finito con questo massaggio?
L’uomo grasso - Credo di sì.
L’uomo magro - Finalmente.
L’uomo grasso - Cosa ti serve adesso?
L’uomo magro - Un po' di tranquillità.
L’uomo grasso - Va bene (Sta fermo dietro a lui. Silenzio.)
L’uomo magro - Non se ne esce da questa situazione, vero?
L’uomo grasso - Non credo.
L’uomo magro - Allora parliamo un po'.
L’uomo grasso - Non ce la faccio più.
L’uomo magro - Ti pago.
L’uomo grasso - Non basta.
L’uomo magro - Non sei un buon padre.
L’uomo grasso - Non sei un buon figlio.
L’uomo magro - E quella donna?
L’uomo grasso - E’ stata una madre solo per pochi istanti.
L’uomo magro - Poi?
L’uomo grasso - Questione poco interessante.
L’uomo magro - Potrebbe interessare me.
L’uomo grasso - Chi se ne frega.
I due non aprono più bocca. Come se stessero continuando a parlare, le loro voci continuano a dialogare
L’uomo magro - Potrò mai perdonarti d’avermi tirato fuori a forza dal suo ventre?
L’uomo grasso - No.
L’uomo magro - Brutta bestia la vita.
L’uomo grasso - Non c’è nulla da fare.
L’uomo magro - Rimaniamo fermi, in silenzio. I nostri occhi si incontrano, e noi non ci siamo mai guardati. Strano desino il nostro. Continuiamo a scrutarci, e in questo tempo pensiamo a noi, alla mia breve e alla tua lunga vita. Ho pochi ricordi, ma netti. [La camera si muove, inizia una carrellata che per tutta la battuta si muove dai due verso la vasca, e poi si dirige verso il fondo del teatro, fino ad adagiarsi su una quinta nera.] Le tue mani ruvide, un’acqua fredda, un rumore stridente, una litania, la puzza della lozione per capelli, il suono vuoto dei tuoi passi, la tua voce, la tua voce. Ricordo poi una richiesta mai esaudita (Rumore di rasoio elettrico. Parla lentamente.): l’urlo di una donna che decreta la mia appartenenza al mondo, la mia mancanza di essenza, la morte per una vita inutile, una scopata altrui tradotta in tragedia. Ricordo l’acqua, poi il pianto di catarro secco, il freddo, la mancanza, l’inutile padre, me, le parole sempre superflue, il buio.