S    C    E    N    A      V    E    R    T    I    C    A    L    E

 

 Kitsch Hamlet

 

In uno scenario apocalittico, tra cerimoniali kitsch e logori miti della società di massa, degrado ambientale e vuoto spirituale, Kitsch Hamlet mette a fuoco la realtà calabrese per riflettere sulla condizione sociale ed estetica di un sud del mondo, discarica di detriti fisici, morali, televisivi e comportamentali della società dei consumi, spia macroscopica del malessere della società contemporanea.

La reggia di Elsinor lascia il posto a un degradato lido calabrese della costa ionica, il regno del kitsch. Lì, Amleto vive con la madre e uno zio ex emigrante. Vi campeggiano un quadro su cui è dipinto il Mar Jonio e la Statua della Libertà che lo zio ha portato con sé dagli “steits” e posta di fronte allo Jonio “per cambiare un po’ di cose ‘nda stu postu i mmerda: cominciare a guardare all’America”. Il mare sta arretrando e lo zio ha un progetto: cementificare, sfruttare lo spazio abbandonato dal mare per costruirvi un fast food sullo stile americano. Si tratta di un “regno” dove le identità sono continuamente minacciate. Da qui la fragilità di tutti e gli aspetti tragici e comici a un tempo. Nell’arco della storia si confrontano il pessimismo storico di Amleto e il positivismo popolare di Mino Reitano. Mentre uno spettro si aggira nel Lido.

 

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