TEATRO VALDOCA - NEI LEONI E NEI LUPI
Regia e luci: Cesare Ronconi. Testo: Mariangela Gualtieri



 
 
 
 
 
 
 
 

Non avevo capito: questo impianto
grida. Né il semplice del
latte e del petto, la calma della casa,
che il dono sta nel sangue, che è semplice tutto
e l'apparato che macina,
le forze che fanno i parti
le particelle vive, le polverine dei corpi.

Si allontanano i fiori.

E i miei figli non sono  nati ancora
i miei molti foglioli nelle nicchie
sul fondo, i miei nuotatori.

Bello qui. Io amo qui.
Sono attaccata qui a immagine
a luce, passeggio.

Posto chiaro qui, rovinato
l'elemento, l'arcatura.

Apri apri
il mio lato di sale.

No faccina bella.

Battito spinge
braccio e respiro, intorno
grida senza gridare
vicino asciuga
i miei succhi. Palpita.
Odo. Sto per udire:
no canto no sillaba
no articolato no emesso
rompe lo scenario noto
scaraventa dal canto tremendo
spacca gli assi
sporge con le bestemmie
vecchio come la luce,
speso, nei suoi pendii
scendente fino qui puntiforme
esteso, fermo la casa.

Ho dimenticato.

Io vorrei che dai corpi cadessero le scaglie
che la pelle morta dei corpi...
che questa pelle morta...
che dai corpi cadessero le scaglie
nel consolato cielo
col chiaro della gioia come di
piccole foglie, che questa pelle morta
cadesse tutta a scaglie.

Che cosa vi sazia davvero?

Beato andare via, beata
larghezza della mente, cordino che
strozza il sogno, entità piatta del mare.

Che bellezza chiedete?

 
 

Mariangela Gualtieri, Nei leoni e nei lupi, Bologna, I quaderni del Battello Ebbro, 1997  

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