Le rivoluzioni copernicane
di CARLO GUASTALLA
 
 

7 Marzo 734 XIII

Dest. Prof. G. Roserberg
Direttore del Museo di scienze archeologiche di Kuba.
Mitt. Prof. Ares Demetrio

 

"2 Gennaio 12 III

Gentile Sig. Direttore,

ho avuto comunicazione del fatto che la famiglia Bahumster ha inoltrato domanda di trasferimento al quattromilionisettecentotrentaduemila-ottocentoventiquattresimo piano.

Le rammento che Bahumster ha avuto umili natali di livello 2Gh3, e che non si è mai distinto né per intelligenza né per impegno. Quale responsabile del settore 823, inoltro formale richiesta di Annichilimento del Ruolo di Bahumster presso questa amministrazione. Provvederà l’amministrazione centrale alla nuova formalizzazione del suo incarico.

Nel contempo chiedo all’autorità competente di prendere in considerazione l’entrata in ruolo di Wil Bahux Jr., figlio legittimo di Wil Bahux, irreprensibile funzionario alle mie dipendenze presso questo settore. Il prossimo matrimonio di Bahux Jr. con la signorina Wilma Bahn permetterebbe la promozione all’824 di Bahux Sr., ormai svincolato dagli obblighi tutoriali.

Con la presente desidero inoltrare anche la mia domanda di promozione affrettata al settore 830.

Caro Jò,

come sempre mi inchino alla tua autorità, ma gli anni di amicizia che ci legano non mi permettono di chiudere qui questa lettera di protesta. Il fatto che tu abbia ricevuto Bahumster senza avvertirmi mi fa pensare che la tua pazienza si stia sbriciolando sotto la petulanza di quella che tutti qui all’823 trovano una persona insopportabile, dotata solo di alterigia e insofferenza nei confronti del prossimo. Ti voglio informare che un trasferimento di Bahumster non turberebbe i piani del mio lavoro, al contrario mi permetterebbe di evitare un sempre triste annichilimento di ruolo.

Non posso non confidarti che questa ed altre faccende mi abbiano fatto pensare a quanto sia cambiato il mondo in questi ultimi cinquant’anni. Io certamente non sono che un giovane brillante ormai in declino, ma oggi mi sembra che la mia età abbia ben poco a che vedere con quello che sta accadendo a me e a quelli della mia generazione, te compreso. Sono molto confuso, e come amico ti chiedo la promozione che mi spetta ormai per anzianità. All’830 potrei trovare nuovi stimoli per portare avanti la baracca con entusiasmo, e poi, chissà, potrei incontrare la donna della mia vita.

Spero proprio di incontrarti presto al di fuori di noiose cene di lavoro, per una chiacchierata.

Niccol Cobchev nato 2Ha1 DIRETTORE SETTORE 823
4732828° piano.
Da inoltrare a Jò Cock nato 2Ha2. DIREZIONE ALA 850 4732829° piano. Grazie"

 

 

 

Caro Direttore, le invio una copia cartacea della lettera di cui le ho parlato al convegno di Prato Fiorentino. Mentre le scrivo ho davanti a me il documento originale, che ho fatto analizzare dal laboratorio chimico-archeologico di Taghi. Il risultato degli esami è stato straordinario, in quanto conferma appieno la veridicità della collocazione cronologica del documento. Conosco la sua posizione scientifica, che è stata la base dei miei studi, ma alla luce di questa scoperta credo proprio che dovremo incontrarci per riscrivere alcune pagine fondamentali della storia della cultura sociale di questo nostro vecchio mondo. In attesa di sue notizie, le allego il testo di un mio breve intervento che verrà divulgato in occasione della prossima collezione del Dipartimento Prime ere.
Prof. Ares Demetrio
Dip. Prime ere - Facoltà di Utopie storiche
Università degli Studi Storici di Taghi.
 

"L’importanza di questo documento va al di là di quanto potesse aspettarsi il più ottimista degli utopisti. Non tanto per gli elementi sociali, che approfondirà chi di dovere, ma perché apre ferite profonde nel nostro modo di concepire il Passato, questo illustre sconosciuto veramente fuori dall’ordinario.

Erano generazioni che ormai non c’era più possibilità di studio per noi utopisti, ma è stato grazie alla nostra forza che si è continuato ad andare avanti, a cercare tra archivi bibliomatici, ricordi di vecchi, pensieri sparsi in ampolle della X era, immondizie tra cui andare a rovistare scritti cartacei, magazzini di folli collezionisti. Non posso in questa sede non ricordare l’opera di riscoperta di uno dei più sottovalutati utopisti del nostro tempo, il Prof. Kuzminskij-Valdes, grazie al quale sono venuto a conoscenza di questo scritto.

Come tutti saprete, le nostre conoscenze non registravano alcun segno di una civiltà sociale fino al 548V, anno a cui sono stati riferiti i primi segni fisici di vita sul nostro pianeta. Quegli stessi segni, rimasti fino ad oggi un mistero, e dai quali sono scaturite le teorie teorealistiche che dominano e spiegano tutto il nostro presente, grazie a questo straordinario documento potranno oggi avere una loro collocazione culturale e storica.

Sento già nell’aria le insurrezioni degli innumerevoli Messia e dei Santi spiegatori che imperversano e spiegano la natura dell’uomo con le teorie più disparate, ma l’utopia storica oggi ha trovato un appiglio scientifico inconfutabile, dal quale potrà dedurre le radici mancanti di questo mondo.

Chi erano Niccol Cobchev, Jò Cock, Bahumster, Bahux Jr. e Sr., la signorina Wilma Bahn? Uomini. Uomini come noi, burocrati, operai, direttori e dipendenti, organizzati in famiglie come lo siamo noi, amici, ostili, con aspirazioni, vocazioni, timori, sentimenti, proprio come noi. E scrivevano con lettere simili alle nostre, con parole simili, come se non fosse passato un solo giorno per arrivare al primo documento scritto da un essere umano in nostro possesso: la famosa e ancora oggi per molti aspetti oscura "Lista", risalente al 121VI.

Ora ci aspettano almeno tre ere di storia da rielaborare. Inizia oggi la fondazione della nuova ricerca utopistica, per scoprire le fondamenta della nostra storia e della nostra cultura. Oggi inizia una nuova battaglia per la nostra disciplina, una battaglia decisiva per l’apertura di una nuova fase di studi nella quale ci sarà bisogno dell’impegno di tutti i docenti e gli studenti appassionati e senza pregiudizi."

Prof. Ares Demetrio

Università degli studi storici di Taghi

 

 

27 Luglio 734 XIII

Dest. Prof. Ares Demetrio
Dip. Prime ere - Facoltà di Utopie storiche
Università degli Studi Storici di Taghi.
Mitt. Kuzminskij-Valdes

Università della Valboka - Boka

"15 Gennaio 12 III

Caro Niccol, spero proprio che questa lettera riesca a raggiungerti. Ti sarai stupito per la mancanza della procedura di ammissione con cui te la ho fatta recapitare, ma non poteva essere altrimenti! Nessun altro mezzo è incontrollabile come la carta, la quantità che ne è stata prodotta nei millenni la ha resa quasi invulnerabile e nello stesso tempo per qualcuno pericolosa.

Ti stupirà questo mio discorso, ma non ti ci vorrà molto a capire.

Ti fornisco dei dati: Bahumster è una spia del sistema di controllo della Vetta; dal piano n° 4735822 è stato abolito ogni sistema di comunicazione scritta, la distruzione della carta ha accompagnato questo processo. La memoria scritta è stata annientata senza possibilità di ritorno. L’ordine della Vetta è: Nessuna Memoria Fisica. Questo processo si è espanso dalla cima e si sta avvicinando ai nostri piani, per questo Bahumster è qui da noi. E’ l’addetto al processo distruttivo dei dati per la zona 4732000. Mille piani sono sotto il suo controllo. Fai attenzione: è in grado di entrare nei tuoi pensieri, di capire ogni tua intenzione, per questo dopo questa lettera non dovrai più incontrarlo. Se dovesse capire che tu sai quello che stai ora leggendo sarebbe la fine.

Non contattarmi più, ormai sono in una situazione difficilissima con Bahumster. Sono allo scoperto. Se vuoi saperne di più rivolgiti direttamente a Georgh Bruno. E’ al tuo piano, un addetto al monitoraggio dell’acqua. Puoi fare il mio nome.

Oggi stesso io porterò avanti la pratica di trasferimento di Bahumster, poi vedremo quello che si mette in moto. Possiamo solo aspettare.

In quanto al tuo sfogo, credo che tu abbia ragione, il mondo è davvero cambiato in questi ultimi cinquant’anni.

Non ho ancora ben chiaro quello che significhi, ma mi sembra che la civiltà che i nostri avi hanno inaugurato entrando in questo edificio, ormai tre ere fa, stia giungendo ad un punto di non ritorno. Quanto è che siamo qui dentro, Niccol? Siamo cresciuti insieme con grandi aspirazioni. La Vetta, la Vetta, che nessuno aveva mai visto, la Vetta, che doveva essere il nostro futuro. E cos’è stata la nostra vita? Il nulla.

Ma abbiamo tempo, Niccol, ci credi in questo? Abbiamo il tempo davanti a noi, e il tempo dietro di noi, che può dirci tante, tante cose.

Siamo una civiltà in declino, le nostre fondamenta non terranno ancora a lungo, e se questo palazzo un giorno dovrà crollare, io voglio essere un motivo di quel crollo.

Bruno mi ha detto che secondo lui noi siamo vicini alla Vetta, ci dividono dalla cima solo poche migliaia di piani. Ma non arriveremo mai in cima. Siamo spacciati. Perché sono due generazioni che non si costruisce più Ricordi Ylor Max, Jap Ray, e altri amici dei nostri genitori che avevano quei nomi così inusuali per i nostri livelli? Sono andato a rivedere i documenti negli archivi di mio padre: tutti operai addetti alla edificazione della Vetta trasferiti per Annichilimento di Ruolo. Adesso siamo ad una nuova fase, ad un nuovo ordine: "Nessuna Memoria Fisica". Prova ad immaginare quello che potrà succedere. Io ho paura. E voglio combattere.

Se ti fidi di me distruggi questa lettera e cerca di incontrare Bruno.

Con amicizia
Jò."
Caro Prof. Demetrio, non posso più esimermi dal darle delle spiegazioni.

Il documento che le ho fornito nel gennaio scorso ha messo in moto un meccanismo di ricerca che era al di fuori di ogni mia previsione, e che ritengo stia sfuggendo di mano a me quanto a lei. Non posso più sopportare questo clima di illazioni nel mondo scientifico.

Se le allego un nuovo documento è perché ritengo indispensabile, a questo punto, che lei sappia che sono in mio possesso circa 300 lettere: l’intera corrispondenza tra Georgh Bruno e Niccol Cobchev, nell’arco di tre anni.

Mi ha definito, nel suo intervento, un utopista sottovalutato. La ringrazio, ma avrei preferito che non avesse fatto nemmeno il mio nome. Il passato è così oscuro per la nostra razza che finora non si è potuto che immaginarlo; come un teorealista lo disegna basandosi sulla sua fede, noi lo creiamo con la scienza. La differenza è in una semplice sfumatura di metodo.

Ho studiato per tutta la vita, e lo studio mi ha portato ad una mancanza nella nostra memoria. Un buco nero da ritrovare. Sono stato un utopista, anch’io ho immaginato il mondo, ma la tensione alla scoperta è stata come una fobia. Sono andato a cercare le tracce della nostra storia. Ho fallito a lungo. Ho continuato a studiare e a cercare. Ho frugato ovunque, anche tra i rifiuti. Ma non è stato tra i rifiuti che ho trovato le tracce che cercavo.

Lei è mai stato in Valboka? E’ la regione con la maggior densità di Santi spiegatori. Sette piccole e piccolissime, spesso senza neanche un Messia. Fanatici di divinità sconosciute ai più, eretici e inquisitori giustizieri. Boka è la città con il maggior numero di omicidi religiosi di tutto il paese. Eppure io sono sempre stato rispettato, forse perché non ho mai giudicato nessuno, e spesso mi sono intrattenuto in discussioni che quasi sempre univano ragionamenti di teologia, utopia storica e teorealismo. Tra gli altri qui a Boka c’era un vecchio prete eretico divenuto Messia, con il quale amavo discorrere sul passato del mondo. La sua teoria mi affascinava, la aveva dedotta da misteriose pagine che aveva ereditato da altri santi suoi maestri. Parlava e vaneggiava di personaggi che vivevano in una torre infinita, sotto una oscura divinità che lui chiamava la Vetta.

Un giorno, stanco delle mie insistenti richieste, mi ha fatto leggere alcune delle lettere fra Bruno e Cobchev. Credevo di impazzire. Aveva una montagna di carte, sparse in un magazzino tra milioni di libri e fogli e giornali vecchi e nuovi, in un disordine che era pari solo a quello che regnava nella sua mente.

Dopo la sua morte mi ci è voluto più di un anno per mettere in ordine il materiale, e tirar fuori le 322 lettere di cui le ho parlato.

Ora ho una parte di storia nelle mani, Demetrio.

Sa di che Vetta parla Jò Cock nella sua lettera? Un palazzo, un edificio costruito dagli uomini di generazione in generazione, di era in era, edificato in larghezza e in altezza, per milioni di piani.

Come noi, gli uomini prima di questo edificio vivevano sulla superficie del pianeta, una superficie florida, ricca, generosa. Poi qualcosa è cambiato. Questo pianeta non è più servito, forse; forse alcuni hanno cominciato a poter vivere e lavorare in uno stesso luogo, altri si sono uniti, e per essere all’altezza di quegli altri non hanno potuto che seguirne l’esempio. L’edificio si è ingrandito, e la Vetta diveniva sempre più alta, sempre più distante dalla base. Nascevano le famiglie, figli che non avevano mai toccato un suolo sicuro. Che non avevano mai toccato terra, e aspiravano solo all’alto. Nipoti che dimenticavano i racconti già tramandati dei padri e puntavano solo a salire le infinite scale che venivano giornalmente costruite da generazioni di operai. La memoria scomparsa era recuperata solo rileggendo i vecchi racconti, fino a che il peso del palazzo col passare delle ere si fece insostenibile, e gli uomini decisero prima di interrompere la costruzione, poi di abolire tutto quello che aumentasse il fardello che gravava l’edificio. Tutto ciò che era fisico venne eliminato, fino a fare a meno degli stessi corpi degli uomini. Ma il palazzo, dopo oltre cinque ere, era ormai provato. Alcuni uomini decisero che sarebbero usciti dal palazzo. Due di questi furono i discendenti di Cobchev e di Bruno, i padri della rivolta. Bruno venne ucciso tre anni dopo il primo incontro con Cobchev da Bahumster, un alto funzionario della Vetta; come lo aveva definito Cock, una spia. Cock, da parte sua, era stato eliminato il 18 Gennaio 12 III, tre soli giorni dopo la sua ultima lettera a Cobchev.

I discendenti di Cobchev e Bruno uscirono dal palazzo all’inizio della IV era, insieme ad altri centinaia di milioni di uomini, ridotti ormai a pensiero fluttuante. L’infinito edificio, abbandonato nei suoi punti nevralgici, fu lasciato a sé stesso, le ere lo cancellarono. La civiltà che vi rimase dentro si estinse in poche generazioni, e quelli che ne erano fuggiti tornarono a riacquistare i loro corpi, ridiventarono persone, scoprirono di nuovo, senza mai sapere che l’avevano abbandonato, un pianeta ospitale. Il primo segno del ritorno alla fisicità, l’orma umana di Jam-Bad, che abbiamo calcolato risalire al 548 V, è certamente uno dei primi segni lasciati da quei corpi ritrovati.

L’orma di Dio, dicono i teorealisti, l’orma di un uomo, dico io. Ma non del primo uomo.

Abbiamo una grande fortuna, Demetrio. Possiamo studiare la storia. L’utopia storica può spostare il proprio raggio di studio di almeno tre ere indietro. Possiamo rivoluzionare la nostra prospettiva, Demetrio.

Le 300 lettere di Cobchev e Bruno, che conservo nel mio magazzino assieme ad altre quattromila e alcune centinaia di pensieri in ampolle scambiate tra i loro discendenti, sono le prove di una guerra infinita che io e lei abbiamo il dovere e l’onore di continuare a condurre, in quanto discendenti dei primi due ribelli.

In una di quelle lettere Bruno parla di una fenomeno storico: le Età di mezzo, momenti di transizione che portano a stravolgimenti della cultura di una civiltà. Bruno scrive del periodo precedente l’entrata nell’edificio, e di una fase ancora precedente, forse di centinaia di migliaia di anni addietro.

Ho idea che sia giunto il momento per noi di una nuova nascita. "Abbiamo il tempo davanti a noi, e il tempo dietro di noi, che può dirci tante, tante cose". Abbiamo un mondo da costruire e un altro da ricostruire. Anche noi siamo una civiltà in declino, Demetrio, dobbiamo edificare nuove fondamenta, fidarci di noi, della nostra rivoluzione.

Non distrugga questa lettera. Aspetto sue notizie. Faccia attenzione.

Kuzminskij.Valdes
 
 
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