Racconti Ospiti



Home - Io/Me - [Racconti] - Poesie - Open Air - Virtual Novel - Links


PHOTO - GRAPHYA

di Belisario
myskin@dns.4net.it

Sta guardando una foto. Si può notare qualcosa di strano? E' un fatto strano? No. Guardare una foto è un fatto assolutamente normale. Non è nemmeno importante o diverso, se la foto la guarda un uomo o una donna. O un bambino. Guardare una foto è quello che è. C'è un particolare però che non può sfuggire. Sta guardando una foto e nella foto c'è una donna che guarda una foto. Questo è il punto. Sta guardando una foto o è la donna che sta guardando una foto dove l'osservatore è osservato nell'atto di guardare la foto? Il primario osservatore della foto di una donna che guarda una foto è veramente sicuro di esser il primo a guardare? O è la donna stessa che guarda la foto ad avere iniziato questo gioco di specchi? L'osservatore convinto di essere il primo avverte per un attimo la sensazione di "osservarsi da un altro punto di vista". E allora scopre che anche lui è di fianco rispetto all'ambiente. Sta osservando la foto esattamente come la osserva la donna nella foto. Qui, esattamente a questo punto, nell'istante in cui si accorge di stare guardano la foto, di stare guardando se stesso che guarda la foto, e di stare a guardare da due punti diversi la donna nella foto che guarda una foto, capisce che esiste qualche somiglianza tra la foto stessa e l'ambiente in cui sta guardando la foto. Nella foto, di spalle rispetto alla donna, c'è un quadro. Guardato attentamente è un quadro scadente, di puro ornamento. Ma il primario osservatore lo scruta con minuzia. Un canale, due barche, un paesaggio cupo, livido. Sulla sponda del fiume un uomo guarda il passaggio delle due barche tenendo al guinzaglio due cuccioli di cane. L'osservatore primo ricorda di avere già visto quel quadro. Cerca di rammentare se qualche amico lo possiede, se la donna che guarda la foto ha un volto conosciuto. Forse era nella sala d'attesa del medico? O del dentista? O di un anonimo albergo? Passa oltre. Il suo osservare cerca qualcos'altro. Tenta di cogliere la foto che sta guardando la donna. Troppo piccola. Guarda la donna. E' di profilo. Ha un viso piccolo con lineamenti squisiti. Un leggero sorriso cambia continuamente l'idea che si può avere di lei. Chi osserva pensa che non solo è molto bella, ma che nasconda volutamente qualcosa. che si "apra" soltanto per qualcosa che ne valga la pena. L'osservatore gira per un attimo il capo, come se fosse lui stesso nella foto la donna che gira il capo all'indietro. Lo sapeva, pareva sentisse quella leggera sensazione del "lo so", senza mediazioni e che suona come un imperativo. "So!" Dietro a lui c'è quel quadro. Per un attimo non è ben certo di continuare la propria percezione dal punto in cui ha iniziato ad osservare la foto o se si sta spostando dentro la foto. Il quadro è lo stesso. Perfettamente identico a quello nella foto. Allora tutta la sua attenzione si riversa nella foto. Vuole evitare di guardare il resto attorno a sé. Se fosse certo che tutto potesse tornare come prima si lascerebbe anche andare ad osservare il quadro alle sue spalle che ormai sa essere esattamente identico a quello nella foto. C'era un tempo in cui si stava sulle rive dei canali. Si guardava il cielo, il verde dell'erba e degli alberi. C'era un tempo in cui i cuccioli erano tali. Un lontano abbaiare scuote l'osservatore da questi pensieri. L'aria è fresca. Il temporale gira e gira sopra le teste, ma non si ferma. Continua a tenere in trepida attesa animali e uomini. E' semplice l'arredamento che circonda la donna. Qualche seggiola, un tavolo chiaro, una scala in legno che porta a stanze non inquadrate. Perchè si trova lì? Ricorda di avere avuto la foto tra le mani qualche istante fa. O anni fa? I cuccioli sono irrequieti, ma il loro abbaiare assomiglia ad un tenero guaito. Gli uomini sulla barca salutano frettolosi. Accennano un sorriso. Uno in particolare lo sta guardando. La barca scivola sull'acqua e gli sguardi sono fermi. Il barcaiolo fissa l'osservatore primario. Sta per aprire la bocca, sta per dire o urlare qualcosa. L'osservatore fa un passo in avanti, per udire. Gli sembra importante. Quegli occhi scuri e lontani gli ricordano qualcuno. Una figura familiare. Un lampo seguito da un forte tuono spezza quel richiamo. Il primario osservatore guardando fuori dalla finestra scorge una leggera pioggia che inizia a danzare sul mondo. Ha mai posseduto cani? Cuccioli di cane? Il lampo di poco fa era là fuori o qui dentro? Mentre formula questi pensieri sente che si confondono con il tutto. Quasi che siano pensieri della donna che osserva o della stanza o di qualcosa al di fuori di lui, ma che gli appartiene.




Home - Io/Me - [Racconti] - Poesie - Open Air - Virtual Novel - Links


'Pagine Scelte' di Enrico Saletti © 1998 - 1999

1