Utopia come
motore a propulsione occulta
Piero Deggiovanni
Circa l'idea di Utopia come simulacro del potere.......ci sarebbe assai
da dire.
Posso capire che essa possa essere intesa come una metanarrazione desueta
e
che di essa resti solo la
strumentalizzazione del midcult mass-mediatico, ma è anche vero
che nessun
movimento si dà senza ragioni profonde. L'utopia allora è
oggi
un
"propulsore occulto". Oggi l'Utopia è una
ragione profonda e occulta da praticare in "massonica" congregazione.
Io vedo
una massa ignorante espropriata del tempo - il quale ritorna ad essere
proprietà di Dio o del simulacro come nel medioevo - e una serie
di sette,
congreghe o meglio N.O.M. (Nuovi Ordini Monastici) come avevano previsto
all'inizio dell'era mass-mediatica, o dell'avvento del simulacro, Louis
Pauwels e Jacques Bergier in Il mattino dei Maghi, Gallimard, Parigi,
1960; Mondadori, 1963 e ora di nuovo in libreria per le sconcertanti
anticipazioni in tema di epistemologia .
Sette, dicevo, più o meno occulte che detengono la conoscenza
e il potere.
Oggi, come sappiamo, una laurea non si nega a nessuno. La laurea oggi
si
configura come strumento di potere subìto dal laureato stesso
poiché il
simulacro esercita meglio il suo potere su persone mediamente colte.
Si libera dal potere del simulacro solo colui che ha la fortuna di essere
iniziato da una setta. In questo senso molte associazioni culturali
possono svolgere una azione
comunque salutare a meno che non si lascino irretire dal fascino del
cinismoe dal meccanismo mediatico senza dominarlo.
La negazione della civiltà e il senso di perdita che deriva dal
fallimento
del modello occidentale anestetizza e allontana dall'Agorà; impedisce
cioè
che si attuino esperienze collettive che diano senso all'individuo.
Su questo punto sarebbe il caso di dibattere molto e cioè sulla
possibilità
di creare una collettività che dia il senso di una comunità
e non una
semplice aggregazione momentanea di individui-massa.
Nella società pre-industriale e industriale c'erano la parrocchia,
il
partito e l'avanguardia culturale, nella società post-industriale
c'è la
setta, la congregazione anonima e occulta, l'Ordine Monastico della
Conoscenza.
E' all'interno delle sette che si elaborano le nuove utopie eretiche.
Non mi riferisco certamente alle sette religiose dove si macera in silenzio
la
disperazione del vuoto di senso indotto dal simulacro, parlo di quelle
nuove
associazioni culturalmente molto evolute e altamente interdisciplinari
in
grado di contrastare efficacemente la derealizzazione e di elaborare
un
concetto di apocalisse come fine della civiltà occidentale .
Parlo delle
associazioni anonime e per l'anonimato che aggregano menti sveglie e
operatori dotati di strumenti idonei. Sono tali comunità occulte
o semi
occulte che possono
superare e contrastare la derealizzazione del sociale.
La derealizzazione implica l'assolutismo del simulacro, la fine della
democrazia e l'instaurazione del dominio secolare sul soggetto che sparisce
nell'individuo massa incapace di socializzare, di fare "comunità"
e non.
Questo processo
aggregativo è oggi solo all'inizio e deve liberarsi da una certa
mentalità
vetero-avanguardistica quella cioè che vuole tutto e subito,
che fa gesti
esibizionistici, eclatanti e spettacolari. Chi lavora al motore utopico
e
al
suo propellente occulto deve necessariamente pensarsi come un monaco
che
ha dato la sua vita alla ricerca di nuovi paradigmi. Il propellente
occulto
è la nuova alchimia; implica una nuova processualità,
una prassi che
condurrà ad un nuovo senso dell'esistente
"Attacchi psichici" e "rumore" vanno bene se escono
dal seminato
avanguardista
e futurista per diventare appunto "assurdi" cioè privi
di senso o meglio
portatori di anti-senso per la distruzione del simulacro e del plancton
midcult di cui si ciba.
Ma cogliere ed accogliere nell'utopia un elemento midcult di cui disfarsi
non è nemmeno un errore teorico, è suicidio fattuale.
A tale suicidio sono votate le associazioni ludiche rivolte alla dissipazione
energetica, alla mitologia
realizzata, all'attivismo "sopra le righe" , ad una visione
eroica e
titanica dell'esistenza che si burocratizza spettacolarmente nel grande
evento convegnistico-ludico, nella rivalità tribale con altri
gruppi o
entità comunicative parallele, nella lotta ironica e ritualizzata
contro i
mulini a vento (NASA e le altre agenzie spaziali), nell'editoria e in
tutte
le altre iniziative ambigue compromissorie che denotano con quanta dissolutezza
credono di poter
cavalcare la tigre del simulacro. E come sempre lo sguardo cieco e fervente
del militante è vanificato da quello lucido e calcolatore del
leader. La
loro storia è già stata scritta.
Piero Deggiovanni
..A.A.A. Assistenti Accademici Autonomi
Bologna
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