Daniela Bellotti "Scritti sull'Arte"                                                                                                                           Gli artisti
EMILIO TADINI

Incontro al Circolo Artistico di Bologna,  1993

"Il Resto del Carlino"
2.6.93

Emilio Tadini, Letteratura e colori

"La tempesta" è il titolo di shakespeariana memoria del nuovo romanzo di Emilio Tadini, presentato in prima nazionale al Circolo Artistico di Bologna. Non certo re e sudditi sulla scena, ma un inquilino è il protagonista, un inquilino sfrattato la cui tragedia si consuma nelle stanze dell'appartamento che deve, ma non sa abbandonare. In occasione di questa 'première' letteraria, è stata allestita una mostra di lavori pittorici, di grafiche e disegni di Tadini, la cui arte, come è noto, ha radici nel clima dei primi anni sessanta, nel coacervo di esperienze che sfociarono in una figurazione spesso collegata alla pop art ma, in Tadini soprattutto, assai diversa dalle coeve realizzazioni americane a causa delle matrici culturali, dei rimandi filosofici e colti imprescindibili, che ne fanno un'accezione da sempre poco "popular" e molto d'élite. Tra le opere esposte, di particolare interesse è la serie dei disegni, eseguiti per l'edizione illustrata del "Paradiso perduto" di John Milton, anch'essa, come il romanzo "La tempesta", edita da Giulio Einaudi. Dunque Tadini, romanziere, pittore ed illustratore, è certamente uno dei personaggi di maggiore spessore e complessità nel panorama culturale italiano, stimolante per la molteplice attività creativa che spesso ha indotto i critici ad individuare nessi, rimandi, auto-riferimenti tra il lavoro letterario e quello pittorico. Le caratteristiche trascorrenti dall'uno all'altro mezzo espressivo sembrano da un lato quelle tematiche (il mondo metropolitano con i suoi ritmi rigidi e ripetitivi fino all'allucinazione e alla follia, il grottesco e il tragico connessi e inscindibili, il vero e l'onirico...), dall'altro quelle stilistiche (la sintesi e la casualità, l'immediatezza del racconto e del delineare, l'assenza di prospettiva e l'immanenza dei fatti...). Il gusto per una trama, seppure aperta, irrisolta, lasciata sospesa o in divenire, è forse l'aspetto che più profondamente connota l'espressività di Tadini, che tende comunque a tessere un racconto, per via letteraria così come per immagini. Così anche nei disegni per il 'Milton', la complessità del testo visionario diviene in Tadini vicissitudine del segno, suscettibile come la parole, di impennate di lucidità e di sospensioni, sottintesi e sfaccettature molteplici.

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