LUCIO
SAFFARO
al Premio Marconi Recensione mostra,
"Il Resto del Carlino"
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Lucio
Sàffaro. Calcolo poetico
Forme frattali, geometrie stazionarie di pendoli e satelliti, trasformazioni quadratiche, algoritmi autoreferenziali... La letteratura critica su Lucio Sàffaro si sempre scontrata con terminologie forzatamente scientifiche e matematiche per dare spesso sommaria spiegazione ad immagini pittoriche estremamente fredde e razionali, per indicare le complesse formule che stanno tra le righe della creatività di questo scienziato, calato in una cultura fondata su calcolo e logica, ma che da molti anni ha scelto di applicare il rigore della sua conoscenza al campo che si vorrebbe tra tutti il più libero da regole, l'arte. In questa operazione Sàffaro ha raggiunto ormai da tempo livelli di grande impegno, che lo collocano tra i maggiori interpreti di questa neo-metafisica. Qual è dunque il limite, l'attimo in cui un poliedro complesso, studiato e calcolato in ogni sua faccia e prospettiva, si muta in suggestiva emanazione del pensiero? Qual è il particolare, l'assunto, l'ombra che fa ricadere i calcoli sul piano dell'estetica e magari della poesia? Quali strategie può mettere in opera uno scienziato per trasfigurare una figura geometrica in puro assunto pittorico? E' sufficiente la maestria, la pulizia estrema della stesura, la modulazione cromatica sapiente per fare di una forma geometrica una forma significativa? Sàffaro lavora su questi limiti e, senza poterlo seguire nei recessi complicati delle teorie e nelle loro applicazioni tecnicistiche, al fruitore non edotto scientificamente, non resta che guardare queste sospese comete grigiastre, i ventagli di reticoli dorati, le trame precise (eseguite dalla mano, ma anche programmate tramite computer-grafica) che sappiamo costruite su formule certe, magari allusive di chissà quali sconfinati orizzonti del micro o del macroscopico e cercare quei limiti tra la scienza e l'arte. E' proprio questo il motivo
per il quale il Circolo Artistico di Bologna ha scelto Lucio Sàffaro
nella ricorrenza del premio Marconi rendendogli omaggio con una mostra
personale.
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