|
"Eroi
di mille leggende"
Biblioteca Comunale dell'Archiginnasio,
Bologna.
"Il Resto del Carlino"
17.11.93
|
Il
mito sui manifesti
Manifesti cinematografici...
e magari si pensa semplicemente a un materiale popolare, strettamente propagandistico,
insomma la condensazione informativa e sintetizzata in una sola immagine,
scaltra e mirata, di una trama e di un cast. Oggi certamente è così;
ma, per quanto riguarda i materiali di alcuni decenni fa, l'interesse culturale
e documentaristico si è già da tempo risvegliato.Tutti i
dubbi in merito sono fugati dalla mostra "Eroi di mille leggende", presso
la Biblioteca Comunale dell'Archiginnasio, una esposizione che raccoglie
oltre trecento manifesti cinematografici originali, dagli anni Trenta agli
anni Sessanta, di collezione privata. Fatto importante questo, poichè
proprio alla sensibilità e alla passione di alcuni lungimiranti
collezionisti si deve l'aver letteralmente salvato dalla completa dispersione
un patrimonio fragile, come quello delle vecchie locandine dei film, che
le case di produzione e distribuzione hanno invece di regola mandato al
macero.
Da qui, la rarità,
il gusto del pezzo a volte davvero introvabile, e il senso realmente fondato
di uno specifico collezionismo. E si scopre quante valenze assai più
complesse, documentaristiche, ma anche grafiche stilistiche, sociologiche
persino, possa avere oggi un vecchio manifesto cinematografico, laddove,
ad esempio, l'immagine non è una fotolito, ma una vera e propria
creazione, realizzata da un pittore, magari con l'aiuto della "lanterna
magica" che proiettava le ombre di un fotogramma, i cui contorni venivano
seguiti rapidamente col pennello; e poi ecco, il gioco creativo delle scritte,
enfatiche, sempre disegnate, rese espressive anch'esse, l'ammiccante uso
di parole e immagini, di tratti iconografici che diventano lessico coinvolgente,
universale: la sguardo, la mano, l'ombra... E poi la consapevolezza che
su queste immagini, suggestive, perchè interpretative esse stesse,
talvolta più ancora che sulla visione stessa del film, s'è
andato caratterizzando l'immaginario collettivo di quelle generazioni che
vissero la trionfale diffusione del cinematografo, con i suoi divi, le
sue stelle; e la locandina come oggetto primo dell'accensione immaginativa,
l'attesa e la promessa del sogno, l'inizio di una seduzione.
Interessante il catalogo
critico (ed. Grafis) con molti interventi e testimonianze, tra cui corre
l'obbligo di segnalare il testo di una intervista a Federico Fellini. Diceva
Fellini che i manifesti cinematografici "sono come le canzonette: ti riportano
a certi momenti della tua vita, impedendoti di perderli". A chi è
giovane, oggi, ritrovarne il fascino.
|