Daniela Bellotti "Scritti sull'Arte"                                                                                                 Le mostre
"Eroi di mille leggende"

Biblioteca Comunale dell'Archiginnasio,
Bologna.

"Il Resto del Carlino"
17.11.93
 
 

Il mito sui manifesti

Manifesti cinematografici... e magari si pensa semplicemente a un materiale popolare, strettamente propagandistico, insomma la condensazione informativa e sintetizzata in una sola immagine, scaltra e mirata, di una trama e di un cast. Oggi certamente è così; ma, per quanto riguarda i materiali di alcuni decenni fa, l'interesse culturale e documentaristico si è già da tempo risvegliato.Tutti i dubbi in merito sono fugati dalla mostra "Eroi di mille leggende", presso la Biblioteca Comunale dell'Archiginnasio, una esposizione che raccoglie oltre trecento manifesti cinematografici originali, dagli anni Trenta agli anni Sessanta, di collezione privata. Fatto importante questo, poichè proprio alla sensibilità e alla passione di alcuni lungimiranti collezionisti si deve l'aver letteralmente salvato dalla completa dispersione un patrimonio fragile, come quello delle vecchie locandine dei film, che le case di produzione e distribuzione hanno invece di regola mandato al macero.
Da qui, la rarità, il gusto del pezzo a volte davvero introvabile, e il senso realmente fondato di uno specifico collezionismo. E si scopre quante valenze assai più complesse, documentaristiche, ma anche grafiche stilistiche, sociologiche persino, possa avere oggi un vecchio manifesto cinematografico, laddove, ad esempio, l'immagine non è una fotolito, ma una vera e propria creazione, realizzata da un pittore, magari con l'aiuto della "lanterna magica" che proiettava le ombre di un fotogramma, i cui contorni venivano seguiti rapidamente col pennello; e poi ecco, il gioco creativo delle scritte, enfatiche, sempre disegnate, rese espressive anch'esse, l'ammiccante uso di parole e immagini, di tratti iconografici che diventano lessico coinvolgente, universale: la sguardo, la mano, l'ombra... E poi la consapevolezza che su queste immagini, suggestive, perchè interpretative esse stesse, talvolta più ancora che sulla visione stessa del film, s'è andato caratterizzando l'immaginario collettivo di quelle generazioni che vissero la trionfale diffusione del cinematografo, con i suoi divi, le sue stelle; e la locandina come oggetto primo dell'accensione immaginativa, l'attesa e la promessa del sogno, l'inizio di una seduzione.
Interessante il catalogo critico (ed. Grafis) con molti interventi e testimonianze, tra cui corre l'obbligo di segnalare il testo di una intervista a Federico Fellini. Diceva Fellini che i manifesti cinematografici "sono come le canzonette: ti riportano a certi momenti della tua vita, impedendoti di perderli". A chi è giovane, oggi, ritrovarne il fascino.
 

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