L'organismo, cessate le sue funzioni di propria destinazione
a complesso conventuale, con l'Unità d'Italia e la conseguente liquidazione dell'asse ecclesiastico, ha assolto a
partire da quella data le funzioni di carcere mandamentale:Cripta: l'utilizzazione dei locali minori della
cripta è stata come celle di sicurezza e punizione, mentre quella dei locali di maggiori dimensioni corrispondenti
alle absidi della chiesa è stata come celle comuni per molti detenuti.
Galleria Nord al primo piano del chiostro: la chiusura della teoria di quattro archi binati separati da pilastri
quadrati e colonnine in pietra sul tipo, anche se con diversa geometria, di quella della galleria Est; l'apertura di due
finestre rettangolari con piedritti in pietra al posto degli archi originali; la tramezzatura finalizzata alla costruzione
di celle e del refettorio comune, la probabile chiusura delle porte di accesso alle celle dei frati situate al primo piano
del corpo di fabbrica posto a Nord.
Galleria Ovest al primo piano del chiostro: utilizzazione più
probabile quella a corpo di guardia del carcere con accesso diretto all'esterno.
Galleria Ovest al piano terreno del chiostro: utilizzazione di ingresso pedonale al carcere e locale
portineria e controllo accesso.
Galleria Est al piano terreno del chiostro: centrale termica realizzata al tempo del riuso della sala cinematografica.
Locali al primo piano: impossibile identificazione d'uso; allo stato attuale un restauro di tipo esclusivamente
consolidativo, attuato recentemente, ha completamete alterato i locali esistenti sopra la sagrestia; esiste un'apertura
a finestrella sulla scala che da una parte conduce al campanile e dall'altra alla chiesa.
Il complesso, anche
considerato il profondo stato di abbandono e la totale mancanza di manutenzione ordinaria e straordinaria protrattasi per
lunghi periodi di tempo, ha dimostrato una sua considerevole solidità, registrando lesioni ascrivibili
principalmente ai terremoti (che non hanno in realtà provocato crolli, profonde lesioni, spanciamenti nelle
murature).
Il terremoto del 1979 rese precarie le strutture del tetto e delle murature dei locali esistenti al di
sopra della sagrestia, e ne è stata attuata la loro completa demolizione e ricostruzione utilizzando blocchetti
di cemento sbruffati all'interno con malta cementizia ed all'esterno rivestiti con pietrame stuccato faccia vista dello
stesso tipo della restante parte dell'abside della chiesa. Un'ampia parte della copertura era crollata, con conseguente
intervento dei vigili del fuoco resosi necessario per demolire alcune parti dopo il terremoto del 1979. Il crollo ha
coinvolto anche parte della copertura della galleria al primo piano del portico posto ad est del chiostro, provocando
con le spinte generatesi un pericoloso fuori piombo della struttura degli archi portanti dell'intera parete.
Il corpo Nord - ex sala cinematografica: nel 1987 un intervento, che più direttamente interessa le opere
oggetto del presente progetto, è stato quello relativo al consolidamento ed alla ristrutturazione della parte
più settentrionale del convento, una volta utilizzata come sala cinematografica, che aveva subito consistenti
danni dal terremoto del 1979. Tale risanamento fu affidato e portato a compimento dall'impresa di costruzioni Callicrate
s.r.l. di Roma.
Potremmo dire che tale risanamento, più che di restauro, è consistito in una profonda
alterazione del manufatto che della qualità originaria non ha mantenuto né la sua forma e geometria, se
non nelle linee generali, né la presentazione dei materiali costruttivi preesistenti l'intervento. Anche se
difettoso nella tecnologia utilizzata l'impianto preesistente l'intervento di "risanamento" costituiva una
testimonianza utile a comprendere le vicende storiche che hanno portato ai nostri tempi il complesso conventuale:
allo stato attuale totalmente perduta è la possibilità di leggere e comprendere cosa esista al di sotto
del tanto cemento utilizzato.
Le strutture sia portanti che portate sono state inglobate all'interno di
sovrastrutture in cemento armato e, dove questo non è avvenuto, a "protezione" e
"consolidamento" la finitura delle opere è stata realizzata in intonaco cementizio che ha coperto
la qualità dei materiali preesistenti.
La copertura è completamente nuova e realizzata sia con
materiali che con tecnologie estranee all'impianto originario.
Il progetto di restauro e consolidamento è
stato realizzato riportando alla verticalità i muri fuori piombo e risollevando le volte di tutti gli ambienti
che avevano subito dissesti.