"GALAXIA"

di Emmanuele Turatti


 

PROLOGO: L'Imperatore

Lui l'amava.Amava quegli occhi, cosi pieni di vita, di malizia, amava quei capelli colore del rame mossi dall'aria,

quel suo impeto nei movimenti,lui amava quelle sue sopracciglia espressive, quel suo volto felino.

Era sua.La musica penetrava 1'aria e loro, sulla terrazza del Palazzo Imperiale ballavano con passione sopra i marmi neri, riflettenti la luce del tramonto.

Nell'aria profumo di spumante e di fiori, vento estivo a stuzzicare il volto, 1'orchestra sinfonica con le sue canzoni di piacere: era come fossero soli, fra la gente, fra i nobili dell'Impero.

Era felice.

Dimentico d'essere Imperatore, dimentico d’ogni cosa fuorché...

fuorché lei, con i suoi sorrisi, con il suo sguardo.Credette di sognare. Ogni cellula del suo corpo era gioiosa, innamorata. Era felice.

Felice d'avere colei che amava fra le braccia, felice, sulle note di quella musica indimenticabile, felice di scorgere il sole dietro di lei nei giri di ballo e di osservare le loro due ombre come unite, quasi fossero una.

Era felice,

d'amarla e di essere amato. Dimentico di tutto, alla luce del suo Impero, al profumo degli spumanti, allo sfiorare le ricche e raffinate sete dei vestiti e della rosea pelle di lei.

L'amava, era folle d'amore per lei.

Poi una voce, come un fulmine, piombò su di lui. Lo destò da un sogno da cui non avrebbe voluto svegliarsi.

" Sire? Vogliate scusarmi, Sire"

Jonatan Sam Norton, Imperatore d'Exxillex, strinse 1a sua amata Vanessa Kandinski, la strinse come non volerla perdere, poi, col cuore dolente, la lasciò.

Si voltò militarmente, verso il dignitario che 1'aveva disturbato, colmo d'irritazione.

Erano li, in mezzo alla terrazza da ballo e la musica 1o richiamava alla spensieratezza di prima, ma...

"Cosa vuole?! " chiese nervoso.

"Vogliate scusarmi Sire, sarebbe meglio mi seguiste nella saletta qui dietro, abbiamo un problema ed e importante che Voi sappiate, in privato, non e 1' ambiente giusto. .. sicuramente Voi comprenderete

, Sire".

"E va bene " disse rassegnato. Lanciò uno sguardo malinconico alla sua Vanessa, la sua Vanessa, che lo ricambio con un sorriso accondiscendente Lui fu di nuovo felice, per un istante,

poi di nuovo triste.

" Aspettami qui, mon petit, grand, Bijou " E cosi s'allontano seguendo il Dignitario e lasciandosi la gioia alle spalle.

"Che Diavolo c’è! " esclamò appena dentro la saletta, lontano dallo sguardo degli invitati.

Il suo consigliere, il Signor Cristian, era in piedi oltre il tavolo in pietra nera posto al centro della piccola stanza spartana.

"Abbiamo cattive notizie, Sire" rispose il dignitario. "Che genere di notizie ?!"

"Notizie da Serinde, Sire" accennò il Signor Cristian.

A quelle parole I' Imperatore fece un cenno con la mano per fermare 1'altro e cerco con lo sguardo una poltroncina dove si lascio cadere. Poi,

dopo una breve pausa, disse: "Che cosa... che cosa diavolo e successo ?"

Cristian prese la sua cartellina elettronica e glie la porse "Lidiot Fallior, Sire, é morto "

L'Imperatore d'Exxillex rimase in un silenzio incredulo per un istante, poi realizzò: "Cosa ? ! "

"E' stato assassinato nella Sala dei Ricevimenti di Vaire, Sire" continuò Cristian, "Le guardie del corpo non sono riuscite a proteggerlo, sono state colte alla sprovvista, nessuno se lo sarebbe aspettato... tuttavia hanno catturato tre assassini sui cinque che sono stati identificati. Attualmente i prigionieri sono sull'ammiraglia Lovercraft in orbita intorno a Serinde"

Jonatan scorreva il testo nel monitor della cartellina elettronica, ma non riusciva a leggerlo: I suoi pensieri vacillavano fra Vanessa e Lidiot ed era ancora stordito dal brusco passaggio di sensazioni che aveva subito, dal come in un attimo le cose fossero cambiate.

Lidiot Fallior e lui erano buoni amici, da molto tempo si frequentavano ~i era il suo miglior ammiraglio. E ora questo... ma com’era possibile?

Serinde non era pericoloso, era una missione facile quella che aveva affidato a Fallior, una missione diplomatica... come diavolo era stato possibile? L'avevano ucciso... assassinato.

"Come é successo ?"

"A quanto pare, cinque uomini, con le divise della sicurezza di Vaire, si sono avvicinati all'ammiraglio, hanno sparato, uccidendo due guardie di Fallior e lui stesso, poi hanno tentato la fuga, ma tre di loro sono stati bloccati dalla sorveglianza. L'ammiraglio era gravemente ferito ed é morto qualche minuto dopo lo scontro. I due soldati sono invece deceduti sul colpo, Sire. Queste informazioni, tuttavia, sono ancora molto vaghe sul come si siano svolti veramente i fatti"

"Avete interrogato gli... assassini catturati?"

" No, Sire, sono rimasti tutti e tre feriti durante la cattura. Uno di loro e in fin di vita, gli altri non vogliono parlare e le loro condizioni fisiche non permettono di usare... mezzi... più duri per carpirgli delle informazioni. La flotta attende ordini e chiede che sia nominato un nuovo ammiraglio. Attualmente é il primo ufficiale Anthony Nixon ad avere il comando, Sire"

"Dove sono finiti gli altri assassini fuggiti ?" disse, con un sussurro 1'Imperatore.

"Non crediamo abbiano Lasciato il pianeta, Sire, il primo ufficiale Nixon ha dato disposizione di bloccare ogni nave in partenza o arrivo a Serinde, secondo le procedure standard".

Jonatan s’alzò rassettandosi lo smoking e si voltò verso la finestra che dava sulla città impero di DaeVial, la più vasta e grandiosa città dell'universo conosciuto, la sua città, i cui palazzi si stagliavano in sorprendenti architetture verso il cielo rosso del tramonto, tramonto che formava lunghe ombre nelle ricche e grandi strade della Capitale.

Ma Jonatan non badava al panorama, che già conosceva troppo bene, pensava a Lidiot, Lidiot Fallior. L'odio lievitò in lui.

Lui, l'Imperatore d'Exxillex, 1'uomo più potente che non avesse mai solcato la storia della razza umana non poteva permettere che un minuscolo pianeta come Serinde, si ricco di materie prime, ma ancora troppo. insignificante, si opponesse al suo volere e a quello del Senato Imperiale. Si riempì d'odio e di disprezzo, avevano ucciso uno dei suoi migliori amici, uno dei suoi migliori ammiragli. Avrebbe soppresso quel pianeta e avrebbe fatto vedere a tutti quanto fosse sconsigliabile opporsi all'Impero.

Con lo sguardo fisso sulla città pronunciò con un sussurro agghiacciante che sembrò tagliare 1'aria:

"Che prendano Serinde, che scovino gli altri assassini fuggiti e li portino al mio cospetto. Se poi quelli che già avete catturato non parlano allora torturateli fino alla morte, ma che dicano chi li ha mandati e perché 1'hanno fatto!"

"Sire... prendere Serinde con le armi potrebbe essere... un errore, possiamo averlo col tempo in maniera diplomatica e magari..."

"Forse lei non si rende conto di quello che e successo, Signor Cristian."disse con un tono che lasciò trapelare tutto 1'odio che provava

" Hanno rifiutato l'Impero, hanno ucciso un nostro ammiraglio! un Mio ammiraglio! Nessuno può permettersi un tale affronto ! " Ormai era rosso d'ira.

"Ma...Sire..."

"Niente "ma"! Prendete quel pianeta e portatemi quei vermi che anno ucciso Fallior! Non sono divenuto Imperatore per farmi ammazzare gli ufficiali da quattro idioti provinciali ambiziosi!".

L'ultima frase fu pronunciata con un urlo che zittì ulteriori repliche dei due sudditi dell'Imperatore.

"Come desidera, Sire, con il suo permesso..." Jonatan li dimesse con un cenno nervoso della mano e i due uscirono in silenzio dalla stanza.

Lui rimase lì, fermo davanti alla finestra con i suoi pensieri turbolenti, aveva gli occhi persi nel vuoto, i muscoli contratti.

Pareva un'ombra oscura con il suo smoking, un'ombra alta e magra davanti al rosso panorama di DaeVial.

Al di là della porta si sentivano le note di una meravigliosa sinfonia, i giochi di un gran pianoforte, le voci dei divertiti invitati, ma ciò non lo rallegrò.

Poi, con un sospiro, si ricordò della sua Vanessa e decise di tornare da lei, cosi si voltò accorgendosi solo ora del fatto che era entrata mentre uscivano i due dignitari.

Era lì, d'innanzi a lui, con il suo corpo splendido avvolto nel vestito di seta rossa, uno dei suoi colori preferiti.

Le si avvicino nel silenzio."Cosa é successo Jonatan ?"

Lui non disse nulla, non voleva dire nulla, non ne aveva la voglia, allora le poggiò una mano sulla spalla e la fece scivolare dolcemente sino in mezzo ai fluenti capelli dietro la nuca. La spinse a se, guardò i suoi occhi

verdi brillanti e si sentì sollevato dall'odio e dal dolore, non era più

felice, ma consolato, consolato da quella donna meravgliosa che sempre

lo riportava alla ragione.

La strinse a se fino a sentire il suo profumo d'argento e allora,

lentamente, delicatamente, la baciò, nel silenzio.

continua


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