Cos'è il photozapping?

What's photozapping?

by Massimo Greco 1989-1999

 

Nella storia dell'arte sono sempre accadute cose strane, specialmente nell'ultimo secolo.

Marcel Duchamp ad un certo punto decise che un qualsiasi oggetto, una ruota di bicicletta, un orinatoio o una qualsiasi cosa, potevano essere presi, messi in una galleria d'arte e concepiti come opere d'arte.

I cubisti si misero a fare collage e papier collè, i futuristi si servirono di articoli di giornale ed altre immagini pre-esistenti, qualcun altro si divertì a staccare manifesti dai muri (di qualsisi genere) e, a seconda dell'ispirazione..., li elevò alla stessa dignità di un quadro "tradizionale". Jackson Pollock posò la tela per terra e si mise dipingere gettandovi il colore e danzandoci attorno.

Poi abbiamo avuto la pop art ed il "trash" e tanto altro ancora.

I fotografi hanno sempre girato il mondo per rappresentare ciò che vedevano e hanno trascorso tanto tempo nella camera oscura per conferire nuove originalità alle immagini che producevano.

Oggi gran parte di ciò che vediamo scorre attraverso la televisione. Il nostro sapere, vedere/conoscere, appartiene alla giungla mediatica. Miliardi di scene, fatti, viaggi, persone ecc. sono periodicamente proposte alla nostra vista attraverso il mezzo televisivo. Il ricordare o meno un viso, un fatto o una circostanza, comporta lo stesso sforzo memonico rispetto a ciò che accade nell'esperienza diretta: fuori, per la strada, sotto casa.

La televisione di ieri, di oggi, sarà la rete di domani. Rappresenta già adesso una sorta di protesi visiva, sia pur distante qualche metro, ma già in grado, a volte, di disorientarci quando non ricordiamo bene se un viso, un qualcosa, lo abbiamo già visto in TV o nella vita "diretta".

 

Ora, possiamo dire che

il vecchio videoregistratore non è altro che la cinepresa amatoriale con la quale si possono filmare le cose che vediamo (in TV): un bel paesaggio, una bella presentatrice, un concerto, ecc.

Il "fermo immagine", detto anche "tasto pausa", non è altro che la fotografia che si scatta a qualcosa che riteniamo importante, da "immortalare". Per la precisione il fermo immagine che andiamo solitamente a ricercare è il migliore dei 24-25 o 30 fotogrammi di un secondo.

Per quanto possa apparire banale... ma non è così ...

Oggi, un reporter può viaggiare anche tra le migliaia di canali satellitari e ricavare lì le immagini che più lo interessano. Problemi di diritti? Dipende dall'uso che se ne fa, dalla manipolazione, dall'anonimato di immagini (spesso anche catastrofiche) che fanno il giro del mondo attraverso migliaia di indirizzi e frequenze diverse. Spesso anche riprese da una televisione all'altra per motivi di "cronaca".

Cogliere un'espressione curiosa da un viso qualsiasi o durante un evento storico, potendo scegliere tra 30 fotogrammi al secondo. Focalizzarne solo un particolare o l'intero fotogramma.

Questo è il reportage virtuale.

l'ultima frontiera del "fare fotografia"

Certamente occorre un'attrezzatura non indifferente per dedicarsi a questo genere di attività, conoscenza dell'ardware e dei software e, soprattutto, bisogna aver accettato che la rivoluzione mediatica, che fa parte integrante del nostro vedere, può comportare anche questo.

Poi, probabilmente, bisogna avere anche qualcosa da dire o proporre o da ricercare...

Il mio primo "scoop virtuale" è stato quello di fotografare Amadeo Bordiga le cui rarissime, quanto inaccessibili, immagini tratte da un'intervista di Sergio Zavoli, risalenti ad un periodo antecedente il 1969, sono state trasmesse, anni fa, dalla RAI, in orari assurdi. Fu un caso, in altre circostanze ho svolto dei veri e propri lavori di "scansione" dei canali satellitari alla ricerca di immagini, su fatti o personaggi particolari. Naturalmente occorre attrezzare il computer appositamente.

Altro metodo che ho acquisito è stato quello di considerare la mia videocamera come una potente macchina fotografica, capace di scattare 25 fotografie al secondo e, spesso, ho effettuato riprese al solo scopo di ricavarne fotografie: durante manifestazioni, viaggi all'estero ecc.

Il resto del lavoro viene fatto lavorando al computer (e non è cosa da poco, poiché il trattamento delle immagini richiede un lavoro impegnativo quanto i metodi tradizionali).

Ecco il photozapping.

by Massimo Greco 1989-1999

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