I Blog 2004 da Gennaio a Marzo

19/03/2004 Il Sabato Fascista

15/03/2004 A scuola coi Diverticazzi

11/03/2004 Chi semina vento...

24/02/2004 Lo Zen del carciofo verde

04/02/2004 L'anno nuovo è già rigato

01/01/2004 2004: sono ottimista!


# Il Sabato Fascista

E' tornato il Sabato Fascista!

Per chi non sapesse cos'è il Sabato Fascista (il CEPU sforna nuovi idioti a grandi mestolate) due righe di storia patria: quando c'era lui era cosa buona e giusta contribuire al bilancio statale offrendo spontaneamente il Sabato come giorno lavorativo.
Tempi grami ma fortunatamente sorpassati? Leggete qua.
Ve la riporto come l'ho trovata in rete:
...Dalle colonne del 'Sole 24 Ore' Fiorella Kostoris Padoa Schioppa propone: 'Una settimana di ferie in meno per provare a rilanciare il Pil', E cioè: 'sostituire parzialmente, almeno per un certo periodo, il tempo di lavoro a quello libero'. 'L'offerta del nostro tempo libero - scrive l'editorialista - potrebbe essere transitoria e si presterebbe ad essere 'restituita' in anni di congiuntura migliore'...
Io la notizia l'ho trovata qui (fai click col ditino), e magari è solo la chemio che mi ha cotto il cervello, mi sono inventato tutto io, è un frutto della mia mente tarlata.

Vi state già cagando sotto? Io sì. Il cancro lo puoi sconfiggere.
Gli stupidi no. Gli stronzi neppure, e sono peggio degli stupidi. Gli stupidi finiscono col fottersi da soli, gli stronzi non usano tanta cortesia.

Un dubbio mi ha assalito: Fiorella Kostoris Padoa Schioppa non è per caso parente del Tommaso Padoa Schioppa della CONSOB, cioè uno di quelli che è stato pagato soldi (taaanti soldi) per controllare che soggetti come Cirio e Parmalat non truccassero i bilanci? Lavoro che, a farsi due conti, non ha svolto con molto scrupolo (ma i soldi, taaanti soldi, quelli li ha presi), o almeno c'è qualcuno che a costo di essere additato come amico dei terroristi & del cattivo Saddam ha l'impudenza di pensarla così.
Io i due babbuini, Kostoris Padoa Schioppa e Padoa-Schioppa-liscio (senza Kostoris o zuccheri aggiunti) li ho trovati abbinati nella pagina di un prestigioso istituto di economia (di quelli che fanno le consulenza miliardarie) e, sapendo come vanno le cose in Italia, mi è venuto il sospetto che fossero in qualche modo legati tra di loro.
Allora sono andato a cercarmi la biografia della Fiorella Kostoris parapì e parapà (non sto scherzando, l'ho cercata davvero, eccola qui), e appunto è saltato fuori che si tratta della moglie del Padoa Schioppa che presiedeva la CONSOB. E già questo mi fa considerare che se la Fiorella Kostoris eccetera eccetera stesse a bocca chiusa forse sarebbe meglio.

L'intervista è sul tono di "una storia italiana" dell'omino liftato, tipo che è nata in una mangiatoia e quando era scolaretta se non sapeva la poesia a memoria la maestra la seviziava con un attizzatoio rovente, e ciò ha sviluppato in lei una volontà di ferro che insegnerà anche a noi poveri tapini, a colpi di una settimana di ferie in meno per volta. Per riprendersi dalle vessazioni della maestra sadica Zia Fiorella giocava a tennis contro le campionesse dell'epoca, andava a cavallo e, quando non si recava a cazzeggiare alla sezione del PC con una favolosa "Giulia bianca bellissima" (per lo stipendio medio dell'epoca, otto chili di cambiali), girava gli states in lungo e in largo.
Una biografia che ricorda molto quella della moglie di Ceausescu o di Milosevic, che erano contemporaneamente presidentesse delle rispettive università nazionali, direttrici delle accademie di belle arti, cantanti, scrittrici, cuoche, opinioniste, domatrici di criceti; nell'intervista-leccone Zia Fiorella ci racconta orgogliosa che a tre anni pattinava, andava a cavallo e in mongolfiera, e nei tempi morti componeva ballate in carolingio.

Il che rivela che a) a casa sua non hanno mai avuto problemi a pagarle le lezioni di tennis/ dressage/ arpa celtica [il soggetto non ha cognizione di quello che è lo stipendio di una persona normale] b) lei non ha mai avuto problemi a trovare due ore al giorno per allenarsi sulla terra rossa o sul paddock, o -in caso di pioggia- andare a far casino alla sede del piccì con altri stronzi radical-chic come lei [ha fatto gli stracazzi che ha voluto da quando è nata alla data odierna] c) a questo punto sorge il dubbio che la nostra Economista, ferratissima sul Capitale di Marx & altri sacri testi, non abbia in mente cosa sono le ferie dei lavoratori dipendenti.
Acquisire la nozione che la settimana che lei vi vuole togliere non l'avreste passata a giocare a tamburello con Henry Kissinger ma a sciabattare coi gagni sulla spiaggia di Ospedaletti, le potrebbe causare uno shock anafilattico.

Ordunque, miei Piccoli Lettori; invece di farsi piccina piccina e camminare rasente i muri per evitare le sassate la Fiorella Kostoris Padoa Schioppa si alza in punta dei piedi, si erge a paladina del Prodotto Interno Lordo e in un impeto di altruismo offre le mie ferie a salvezza del patrio salvadanaio. Cosa possiamo fare per premiare tanta generosa lungimiranza?!
Acchiapparla per i piedi e infilarle la zucca sotto la ghigliottina diranno subito i miei Piccoli Lettori.
Già, nei secoli passati (le buone cose di una volta) capitava che il Popolo, a scadenza secolare, desse fuori di matto, e sfoltisse a colpi di mannaia le file dell'aristocrazia dorata e fancazzista; oggigiorno di aristocrazia non ce n'è più, ma al suo posto ci sono quelli come la FKPD.
Le tagliamo la testa?

Ho un'idea migliore: le dimezziamo lo stipendio.
Anzi, lo rendiamo equivalente a quello di uno di noi, onesti mangiatori-di-merda-a-vita.
Nononono, ma cosa pensate? Non rubiamo niente a nessuno, cioè nominalmente non tocchiamo nulla, ma tratteniamo il denaro dal borsellino di Fiorella K.P.D, e glielo restituiamo quando -come lei stessa si premura di suggeririci- la congiuntura sarà migliore, indicativamente entro il 2075.

A questo punto potrebbe essere un problema per Zia Fiorella pagare la scuola di tennis alla sua presumibile prole; meglio, potrebbe essere un problema pagare la scuola dove si allena Jennifer Capriati [Cicci, Ro e Bradipo: chi vi ricorda?], ma siccome noi siamo compassionevoli le faremo avere la tessera degli Amici del Doppio-Misto che si allenano il Giovedì al Dopolavoro Ferroviario, davanti alle case popolari, in scarpette Superga e canottiera ginnica con le macchie di sugo.

E' tornato il Sabato Fascista! Non siete contenti? Il prossimo step dovrebbe essere "oro alla patria" ma io non mi preoccupo.

Perchè io, i denti falsi, me li sono fatti fare in porcellana...


# A scuola coi Diverticazzi

Vi siete indignati? Avete esternato il vostro amor patrio con i tre minuti di silenzio regolamentare? Avete fatto la faccina triste e sconsolata come al funerale della zia Isolina?
Bravi, bravi, sono fiero di voi.

Mi sono preso una pausa indignazione (indignarsi stanca!) e ne approfitto per tenermi informato sulle stronz geniali trovate del Ministro della Pubblica Istruzione, quella brutta signora pettinata come il bassista di Billy Idol nel video di Eyes without a face.
Se, dopo un'occhiata ai prezzi del reparto premamàn del centro commerciale, vi gira ancora di fare dei figli, annodatevi i testicoli: il frutto dei vostri pendenti, una volta raggiunta l'età calendariale/ anagrafica dei cinque anni, sarà ammorbato per decreto dai programmi scolastici Divertinglese, Divertipiccì e Divertimpresa. Ringraziamo in coro il Ministro per questa trovata.
Vi ricordate qual'era la minaccia? Inglese, Internet, Impresa!

L'Anonima Calabrese si limitava a rapirti il pargolo e tagliargli un orecchio.
Questi sono peggio.

Divertinglese, Divertipiccì e Divertimpresa!

Avete nostalgìa dei bei tempi dell'Aspromonte? Fate bene.

Tutto ciò renderà i vostri figli pronti ad affrontare le sfide del mondo del lavoro: farà di loro dei Buoni Cittadini, degli Elettori Consapevoli, dei Consumatori/ Contribuenti/ Sudditi talmente supini e acritici che neanche l'Imperatore del Catài se li sognava così. Dei coglioni totali pronti a indebitarsi fino al collo per pagarsi la vacanza nel villaggio esclusivo e acquistare l'ultimo modello di utilitaria reclamizzata dalla tivvù. Il magico Mondo del Lavoro & delle Fiabe ha un bisogno fottuto di scimmiette dalla testa vuota; sono il cibo della Società Globale, più ne mastica più ne deve mettere in bocca -AHMMMM-, come la statua del dio Moloch nel primo film della storia del cinema(*) [scena poi ripresa in Metropolis di Fritz Lang]. Di babbuini bercianti ce ne sono già tanti, ma è la minoranza pensante ancora presente che stona, rovina la performance delle uve invecchiate e rende l'assaggio insoddisfacente al palato, conferendogli un retrogusto leggermente tànnico.
Finora non avevano seriamente affrontato il problema ma adesso hanno cominciato a lavorarci su, e a colpi di interviste in seconda serata, bombe nelle stazioni e abbonamenti a SKY-TV contano di eliminare questo fastidioso inconveniente quanto prima.

Ma torniamo ad occuparci degli studenti del futuro, e del futuro degli studenti. Ve lo ricordate come ci immaginavamo il Duemila, quindici anni fa? Con gli zainetti a razzo, le auto volanti e tutte quelle figate così. Nessuno ci aveva parlato di benzina verde altamente cancerogena, contratti di lavoro interinali e Actimel di Danone per rinforzarsi ogni mattina, sennò ci sparavamo in bocca con la doppietta del nonno prima ancora della pubertà.
Be', loro non immaginano nulla del loro futuro. Il futuro è uno schermo vuoto, col monoscopio della tivvù. Il gestore del video-shop al cui capezzolo mi nutro mi faceva notare a dito l'espressione bovina e rassegnata con cui gli adolescenti entrano ed escono dal suo spettabile esercizio commerciale. Facce giallicce, sguardi fissi, pupille dilatate dalla Plèistèscion, assenza di qualunque forma di vita intelligente. Se anche il Messia si materializzasse lì, davanti all'espositore dei pornazzi in offerta, questi scimmiotti non farebbero ne' AH ne'BAH.
Non c'è problema! Interviene il bassista di Billy Idol con un approccio top-down, di problem-solving ed ecco come per magìa la soluzione per forgiare l'Uomo Nuovo del Duemila: Divertinglese, Divertipiccì, Divertimpresa.

Dopo cinque + tre anni di Inglese/ Internet/ Impresa i nostri ometti saranno già bolliti: in grado di comporre una mail commerciale in Inglese passabile, consultare un catalogo on-line, aprire una partita IVA, e totalmente impreparati a qualunque attività manuale più complicata dello slacciarsi i pantaloni per pisciare.

Giacchè da statistica è probabile che si ammalino pure di tumore prima di raggiungere l'età della patente, è allo studio il simpatico pacchetto formativo Diverticancro; se negli anni della contestazione -sporchi comunisti!- vi siete attardati a fumare marijuana, la vostra prole sarà costretta ad espiare le vostre colpe con il semestre Divertisanpatrignano, obbligatorio a partire dalla prima media.
Vi piace questo futuro? No? Bene, così imparate ad apprezzare il presente.

...chi vuol esser lieto sia
di doman non v'è certezza.

"Cabiria" di Giovanni Pastrone, con Bartolomeo Pagano (il leggendario Maciste)
le didascalie sono di Gabriele D'Annunzio
lo hanno girato a Torino, probabilmente lungo il Po, nel 1914
TORNA SU


# Chi semina vento...
... raccoglie tempesta.

KA-BLAAAMM eccoci qua davanti al tiggì, proiettati in uno scenario che fa molto partita a DOOM, corpi che volano in allegria per tutta Madrid e vagoni sventrati a cura dello sponsor.
Ueilà, sembra di essere tornati agli anni di piombo (per chi ha poca memoria, gli anni di piombo erano quelli prima degli anni di merda, cioè quelli attuali).

Stavo valutando se migrare in cucina a farmi un bicchiere di Chinotto o ingobbirmi su Internet e scaricare peer-to-peer Dragostea din tei di Haiducii [per i vecchi bavosi over 40: quella canzoncella rumena che si sente in continuazione in radio, quella che non si capisce una mazza di cosa dice, e infatti è in Rumeno], quando le schegge di Emilio Fede sono esplose nel mio salotto detonando ansia & indignazione verniciate di falso patriottismo: Non ci faremo intimorire blablabla restiamo saldi blablabla l'Occidente Democratico non si spezza blablabla la Civiltà Occidentale non si piega blablabla al massimo si stropiccia ma solo se sbagliate ammorbidente blablabla continuate a massacrarvi di seghe ma non fate la stronzata di cambiare canale.
Volete sapere come mi sento di fronte alle immagini splatter del tiggì? Volete proprio? Ve la sentite? Bene!

Non me ne frega un beato cazzo.

Mi spiace, miei Piccoli Lettori, niente indignazione a gettone o moralismo a tassametro. Quelli li lascio agli ospiti di Bruno Vespa e a chi, nei prossimi giorni, proporrà un minuto di silenzio in scuole e uffici, in cui potrete indossare di nuovo l'aria addolorata/ partecipe/ sconvolta che tenete in naftalina nel cassetto dai tempi del funerale della zia Isolina. Che si finiva così lo si sapeva.
Sono cazzi di chi in quel momento si trovava a prendere il treno in quel di Madrid, cioè non io. Umanamente mi spiace per loro, ma non sono affari miei (io ero a smaltire il cancro da un'altra parte, ho già dato).

Come? Sono un po' stronzo? Grazie, siete gentilissimi. E' proprio quello che volevo fare da grande.

Siccome che un sacco di belle persone, di quelle che vanno a messa la Domenica e cantano gli inni a Nostro Signore Gesù Cristo, mi ha detto che la malattia "è una fatalità", e che "bisogna prendere quello che il Signore dà", io faccio mio questo insegnamento morale e me ne fotto alla grande con la benedizione dell'Onnipotente.
Loro continuino pure ad andare in chiesa a cantare le canzoncine sciacquapeccati, ginocchioni davanti a Gesù A.K.A. "il Nazareno" che se ne sta appeso ad asciugare come un calzino da venti secoli senza dire mezza parola.
Che tanto la cruda realtà non si sposta di una virgola.

Sorvoliamo sul goffo & prevedibile tentativo del governo Spagnolo di tirare dentro gli autonomisti Baschi in tutto 'sto casino. Se si inventavano che l'aveva deviato un calcinaccio ci facevamo una figura migliore. In un BLOG del 2003 facevo notare che, nel corso dei secoli, quando succede un grande macello, il colpevole non è mai quello che il potente di turno addita alla plebe inferocita. Così è stato anche questa volta, al posto dei Cristiani ci stavano per mettere gli euskadi ma questa sembra essere una cosa grossa, organizzata da chi ha un sacco di quattrini da buttar dentro.
Pare che Bim-Bum-Bam Laden sia tornato dalle ferie con le palle girate (gli avranno perso le valige in areoporto?) e, siccome è uno che non butta via i suoi soldi (lui non li ha presi, i titoli Parmalat) ha pensato di investire quello che gli è rimasto dalle vacanze in uno spettacolo di fuochi d'artificio modello 11 Settembre. Come tutti i ricchi è molto attento a far uscire i danari ottenendo in cambio qualcosa di valido, e infatti con l'iniziativa dinamitarda dell'altra mattina è riuscito a ricollocare il valore del dollaro (vera, grande forza dell'Impero Americano) tra la rupìa Indiana e il tallero verde di 'Mgumbo-'Mgumbo.

A breve termine è prevedibile che le Banche cercheranno di rifilarci i Bond della Federal Reserve, visto che i titoli di stato di 'Mgumbo-'Mgumbo hanno interessanti prospettive di rivalutazione legate alla vivacità del mercato delle noci di cocco e alla crescente richiesta di carne di zebù.
Quindi, se vi chiama a casa il consulente finanziario, mandatelo a cagare. Ditegli che avete già investito in rupìe, o che state per partire per 'Mgumbo-'Mgumbo a consolidare la vostra posizione sul mercato della polpa di copra.

In alternativa, ditegli che si fotta. E mettete giù.


# Lo Zen del carciofo verde

Ok, brutti bastardi, siete riusciti a tampinarmi fino a casa per dirmi che il BLOG non è aggiornato, che non vedendolo aggiornato vi siete preoccupati, e avete pensato cose terribili del mio precario stato di salute, insomma mi avete tanto rotto i coglioni che non posso pensare di andarmene a nannuccia senza aver rincuorato le vostre testacce di cazzo. Da cui mi sento in dovere di scaramellarvi giù queste righe, con l'intento malcelato di sgravarmi la coscienza.

Che ci volete fare, sono uno stronzo dal cuore d'oro. E' la mia rovina.

Dunque dunque dunque, non so se sono io che sto scivolando fuori dal mondo, o è la gente intorno a me che sta cambiando in fretta. Stamane sono andato al villaggio vacanze di Candiolo a farmi le mie cose, zitto zitto e tutto preso dai miei problemi. Su in reparto ho incontrato la mia collega-compagna di sfighe Simona, che saltellava a piedi uniti in pigiama facendo roteare un telefonino.

-Che fai, Simo?- le ho chiesto, morbidamente partecipe del suo gesto atletico.
-Saltello- mi ha risposto, luminosa di gioia.
-Ti droghi?-
-Oggi sono contenta-
-Dove nascondi la roba?-
-Oggi esco. Vado a casa. Ho appena chiamato i miei-
-Ah. Capito-

Premessa: la Simo è orgogliosa proprietaria di un Linfoma di tipo B a grandi cellule con bulky mediastinico identico al mio, solo che il suo programma divertimenti è sfalsato di qualche settimana e quindi io sono in anticipo su di lei con il gioco aperitivo di questo meraviglioso villaggio vacanze molto esclusivo. Per farla breve, miei Piccoli Lettori, la Simo a volte si fa travolgere dalle onde della curiosità come un bagnante pigro e neghittoso dolcemente sdraiato sul bagnasciuga di una spiaggia tropicale (avete presente la pubblicità della Alpitùr?), e mi chiede notizie molto squisitamente tecniche su come sarà la prossima chemio, e su quanto si rischia di rimanerci secchi da statistica.
Tradotto in italiano: io faccio oggi quello che lei farà tra un mese, e da come mi vede uscire dalla chemio decide se preoccuparsi un pocolino, preoccuparsi di più, o farsela addosso di brutto.

Seconda premessa: Simona è sempre allegra e speranzosa, come se avesse davanti un enorme pacco regalo e fosse lì lì per aprirlo. All'inizio pensavo che avessero esagerato nel calcolarle la morfina, poi ho realizzato con malcelata invidia che è così di suo.

-Com'è che sei sempre allegra?-
-E' lo Zen del Fiore Verde. Ti da' tanta serenità-
-Che è?-
-Lo Zen del Fiore Verde-
-Si fa in tisana?-
-No, si medita-
-Funziona?.
-A volte si, a volte no-
-A me hanno portato un'audiocassetta di pensieri positivi, da ascoltare quando sono depresso. C'è anche il libro-
-Ha funzionato?-
-Non tanto. Ho cercato di buttarmi nella tromba delle scale-
-E com'è che sei ancora vivo?-
-Troppo debole per scavalcare il corrimano-

La gente intorno a me che sta cambiando in fretta, così in fretta che non riesce a mettere a fuoco le cose davvero importanti. Allora si crea l'esigenza dei pensieri positivi, degli incontri motivazionali e dei seminari della personalità.

Tornato a casa, ho sciacquato via dal cazzo i pensieri positivi mettendo a palla Marilyn Manson.


# L'anno nuovo è già rigato

Ecco qua, sono a casa da una manciata di ore e mi hanno già rigato la carozzeria dell'anno nuovo. Premetto che sono ancora vivo, e stiamo sempre pattinando sulla pista del miracoloso; voglio dire, questo giro (Mitoxantrone + Melfalan) è stato quello delle grandi sorprese, tipo svegliarsi tutto allegro come nella pubblicità dei Tegolini e scoprirsi a vomitare sangue, o cercare di smaltire gli effetti collaterali della morfina in endovena a 30 ml/h saltellando a piedi uniti sulla tazza del cesso. Del resto lo dice anche la tivvù, che quasi quasi me la sono cercata (ti rinforzi ogni mattina? No? Allora tiè, beccati un microcitoma polmonare), cazzi miei, se avessi preso l'inserto del Venerdì non mi sarebbe successo niente.


# 2004: sono ottimista!

TA-TAAAA! Eccoci qua. Dàidàidài che è arrivato l'anno nuovo. Ecchissenefotte, diranno subito i miei Piccoli Lettori. Be', contrariamente alle previsioni, sono ancora vivo. Anche se oggi ho un fastidioso dolore ai testicoli, va bene lo stesso.

Non andiamo a cavillare. Non mi sembra bello, vista la situazione.

Dunque, al 2004 ci sono arrivato. Facendo un esame di coscienza mi scopro morbidamente critico nei confronti dello stile di vita che ho condotto finora, e che mi ha condotto per mano sull'orlo della fossa. Già. 'Sta storia del cancro per lo meno mi ha risolto il problema della pensione...

A proposito, avete presente il vecchino merdoso del discàunt degli elettrodomestici, quello -Gianni, l'ottimismo è il sale della vita-, e tutte le altre stronzate che tira fuori. Magari al povero Gianni gli hanno appena diagnosticato un melanosarcoma e si deve sorbire 'sto coglione qua che gli ammorba il poco che gli resta da vivere con le minchiate del Videuro.

Altro che il sole di notte, montagne trasparenti e oggetti che pensano. Se lo pesco in giro gli rifaccio il muso a scarpate, a quello lì.

1