La storia di San Giovanni Valdarno ha inizio alla fine del XIII secolo.
Fu la Repubblica Fiorentina che, nel quadro di un progetto d'espansione
politica e commerciale, progettò e costruì la "terra nuova
" di Castel San Giovanni (insieme ad altri castelli divenuti
poi Castelfranco di Sopra e Castel Santa Maria ribattezzato poi
Terranuova).
Vista lorigine particolare
della città, gli storici hanno potuto rintracciare i documenti
relativi alla fondazione dellinsediamento: è del 1285 la
prima delibera della Repubblica Fiorentina nella quale si parla
dellintenzione di costruire un castello nella valle
dellArno. Sembra che la posa della prima pietra sia databile attorno
all'anno 1296 anche se alcuni storici moderni la posticipano
al 1300. Limportanza di questo nuovo insediamento
è denotata anche dalla qualità del progetto urbanistico
tradizionalmente attribuita ad Arnolfo di Cambio valente
architetto della Repubblica Fiorentina, il quale ha anche
progettato il Palazzo Pretorio detto appunto "Palazzo dArnolfo".
Il compito che Firenze le aveva dato, difendere gli interessi
politici ed economici della Repubblica alla frontiera del
Valdarno, fu assolto in maniera egregia durante le numerose
guerre e battaglie del Trecento. Durante questo secolo, Castel
S.Giovanni acquistò centralità giuridica e amministrativa
sul territorio circostante. Dal 1340 vi fu insediato un vicario
della Repubblica, la cui giurisdizione abbracciava vasti
territori. Nel 1371 S.Giovanni divenne sede di una podesteria, in
altre parole centro della vita amministrativa della popolazione
dei dintorni.
Nel Quattrocento S.Giovanni fu ancora protagonista
di numerosi episodi bellici, anche se il pericolo arrivava da
più lontano: le truppe dei Visconti (1431) e lesercito del
Papa (1478).
Sicuramente lanno più
importante di questo secolo fu il 1401, anno in cui nacque
Tommaso di Giovanni Cassai detto Masaccio,
grande pittore dellepoca. Nel 1478 una grave pestilenza
ridusse la popolazione del paese in pessime condizioni, è in
questo quadro di desolazione che si colloca lepisodio
miracoloso di Monna Tancia. La leggenda narra che Monna
Tancia, donna molto anziana, chiese la grazia al Signore per poter
allattare un bambino appena nato che aveva perso i genitori.
Il Signore laccontentò e lei potè allattare e proteggere il bambino.
In conseguenza di questo fatto fu iniziata ledificazione delloratorio
della 'Madonna delle Grazie', una costruzione segnata dalla
sua particolare origine: le mura perimetrali, gli arredi sacri,
le scale, furono adattate allimmagine della Madonna posta
sopra la porta del castello che tuttavia rimase agibile. In
seguito loratorio fu ampliato e ristrutturato per adeguarlo
al crescente numero di devoti che arrivavano da tutta la Toscana,
successivamente loratorio divenne Basilica della Madonna
delle Grazie e poi Santuario Mariano.
Questa costruzione, la crescita
dellimportanza del Santuario e lafflusso di nuovi
abitanti, sono forse gli episodi più significativi dei secoli
XVI e XVII.
Il Settecento, secolo di riforme
e di contrasti politico-sociali investì il Valdarno e S.Giovanni
sembrò risvegliarsi da due secoli di apparente immobilità.
Durante questo periodo iniziarono i lavori di canalizzazione
dellArno che, fra polemiche, successi e fallimenti
continuarono per un centinaio di anni, inoltre la proprietà
terriera conobbe un periodo
di grande mobilità, stimolata dalle riforme introdotte dal
Granduca Pietro Leopoldo.
Nel secolo successivo arrivò la
ferrovia e portò con sé lindustrializzazione che causò la
completa modifica dellassetto urbano di S.Giovanni,
infatti, numerose fabbriche si insediarono appena fuori il
medievale perimetro delle mura. Ricordiamo tra queste le
vetrerie, la lavorazione della ceramica, la fabbrica di nastri
F.Lovari, la fornace Bagiardi. Sicuramente però, limpianto
che più ha caratterizzato levoluzione della cittadina è
stato quello della "ferriera", che fu costruito a
partire dal 22 Ottobre 1872 ed entrò in funzione lanno
successivo (quando fu anche collegato alla ferrovia), fino a
diventare più grande dello stesso paese, basti pensare che
larea della ferriera era (ed è ancora oggi) più estesa di
quella del centro storico, trasformandolo così in una parte
stessa della fabbrica. In quel periodo, furono anche ingrandite
le miniere per lescavazione della lignite e, poco tempo
dopo, (1879) arrivò la corrente elettrica che fece sì che
S.Giovanni avesse condizioni favorevoli per ammodernare tutte le
fabbriche presenti e per crearne di nuove.
Con lavvento
dellindustrializzazione (agli inizi del 900), si
trasformò anche il vecchio centro storico. Lincremento
demografico oltre il 100% spinse i proprietari a trasformare gli
edifici per sfruttare al massimo la capacità residenziale. La
crescita dellinsediamento terziario causò una
serie di ristrutturazioni dei piani terra degli edifici per
ospitare le nuove attività.
Nel primo dopoguerra, S.Giovanni
aveva tutte le premesse per diventare un grosso centro produttivo
caratterizzato dallalta concentrazione di industrie ma,
negli anni successivi alla seconda guerra mondiale, tutte le
maggiori aziende sangiovannesi subirono decrementi, programmi di
ridimensionamento e con altri fattori concorsero alla loro quasi
totale scomparsa.
Quellindustrializzazione,
che esplose a fine 800 e continuò fino al secondo
dopoguerra, ormai non ha più consistenza e S.Giovanni ha
raggiunto la sua maturità, connotandosi come un centro urbano in
cui le funzioni terziarie e residenziali sono dominanti rispetto
alle attività produttive.
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