Da: Giorgio
Oggetto: Il dentista
Data: sabato 28 febbraio 1998 17.57
Regina lavorava da un paio d'anni in un grosso studio dentistico come segretaria. Giovane, poco più che ventenne, era felice di quell'impiego. Di carattere mite e di poche parole sapeva comunque rendersi simpatica a tutti, specialmente agli uomini dal momento che, senza essere una di quelle bellezze patinate che si vedono solo sulle pagine dei giornali, era decisamente una bella ragazza. Mediterranea, dai capelli scuri ed il viso leggermente arrotondato, aveva una bel corpo con seni pieni dalle dimensioni ideali, belle gambe dalle curve morbide e dalla pelle vellutata. Non si truccava molto ma del resto alla sua età non ce n'è bisogno, ed appariva come una tranquilla e un po' timida ragazza acqua e sapone, anche per il modo di vestire sobrio. L'unica stravaganza di tanto in tanto erano delle calze a rete, indossate sotto una gonna non troppo corta, quasi il sottile presagio di una natura calda e sensuale ma tenuta gelosamente nascosta. Giorgio era il titolare dello studio e aveva assunto Regina, quasi unicamente perchè favorevolmente impressionato dal suo aspetto fisico. Il lavoro non era impegnativo, lei era giovane e lo stipendio non troppo elevato, perché non concedersi una presenza piacevole si era detto. Poi però lentamente quella ragazza gli era entrata nel sangue e nel cervello. Si sforzava di mantenere con lei un atteggiamento normale e corretto, per non insospettire gli altri membri dello staff, ma in realtà, non faceva altro che pensare a lei. Dapprima si era limitato ad osservarla cercando, in molte occasioni, di sbirciarle sotto le gonne, di carpire quanto più possibile delle linea di quelle belle gambe dalle cosce vellutate. O di spinere l'occhio nella scollatura della camicetta, mai troppo aperta, quasi ad accarezzare il morbido e pieno seno della giovane. Aveva anche tentato qualche timido approccio, ma lei manteneva il suo atteggiamento riservato quasi non lo considerasse, o almeno non considerare le sue velate avances. Da quando poi Giorgio l'aveva vista in costume, durante una gita al mare organizzata con tutto il personale dello studio, la sua ossessione e il suo desiderio si erano accentuati. Quei bei seni morbidi che ondeggiavano sotto la sottile stoffa del costume, che sobbalzavano elastici quando lei si muoveva o rideva, l'ombra scura dei capezzoli che era trapelata quando lei era uscita dall'acqua dopo un bagno ristoratore, ora tormentavano le sue notti, e Giorgio si arrovellava nell'inutile tentativo di escogitare qualche cosa per averla. Iniziò a spiarne ogni mossa e quando la vide una sera in compagnia del suo fidanzato, provò una fitta decisa di gelosia ed incominciò a covare nel profondo del suo animo un assurdo desiderio di vendetta. Ma continuava a comportarsi normalmente ed addirittura ad essere gentile e premuroso con lei. I mesi passavano e l'ossessione di Giorgio cresceva, e con essa la sua frustrazione. Per la maggior parte del tempo si rendeva perfettamente conto dell'assurdità della cosa, ma quando il pensiero di lei s'impadroniva di lui, riusciva solo a pensare a quel meraviglioso corpo che non poteva possedere. Tutto questo sino al fatidico giorno quando la fortuna venne insperatamente in aiuto di Giorgio. Era inverno inoltrato ed aveva deciso di trascorrere una breve vacanza in montagna con la moglie. Una decisione improvvisa presa anche per cercare di distrarsi dal continuo pensiero di Regina. Trascorso il week end aveva lasciato la moglie in montagna per raggiungerla il venerdì successivo. Ritornando in città, la sera, aveva improvvisamente deciso di passare dallo studio per controllare gli appuntamenti del giorno dopo. Aveva posteggiato la macchina ed era salito allo studio. Quando aprì la porta e vide una luce accesa in una delle sale d'attesa, si bloccò di colpo. Pensò ai ladri e si mosse con circospezione, pronto a reagire ed a scappare chiamando aiuto. Aveva percorso pochi passi, quando un'inequivocabile risata lo fece trasalire. Era la risata roca e gutturale di una donna eccitata. Giorgio proseguì lentamente avvicinandosi alla porta, e quando riconobbe la voce di Regina, il sangue gli si gelò nelle vene. Tremando si spinse in avanti mentre ormai distingueva benissimo anche la voce di un uomo, quando giunse alla porta con lentezza esasperante, si sporse leggermente e fu allora che vide Regina ed il suo fidanzato. Stavano sdraiati sul divanetto della sala, abbracciati, lui immergeva il volto nei bei seni di lei, baciandoli e succhiandone avidamente i capezzoli, lei impugnava con la piccola mano il duro cazzo e lo masturbava. Lui si sollevò un attimo il volto dai bei seni di Regina "Non trovi che qui sia molto meglio che in macchina ?" le disse e lei ridacchiò "Di che cosa avevi paura, a quest'ora non viene certo nessuno, di domenica poi..." continuò lui "E visto che l'idea è stata mia penso proprio di meritarmi un premio" aggiunse e rialzatosi le prese la testa tra le mani e la spinse decisamente verso il basso sino a che lei non glielo prese in bocca iniziando a succhiarglielo. Giorgio aveva assistito come paralizzato, riuscì lentamente a ritrarsi, era furioso ed eccitato allo stesso tempo, avrebbe voluto fuggire, ma anche entrare e scagliarsi sul giovane che stava profanando Regina. Avrebbe voluto entrare e punirla per quello che gli stava facendo, poi all'improvviso, la sua mente concepì un'idea. Lentamente si allontanò e ritornò alla macchina. Con furia cercò la borsa della macchina fotografica che si era portato in vacanza, e di corsa ritornò allo studio. Quando giunse nuovamente alla soglia della porta dall'interno della saletta giungevano solo i gemiti ed i rumori confusi dell'amplesso. Rapidamente regolò l'esposizione e la velocità ed iniziò a scattare. Scattò e riscattò, come in trance, ma selezionando accuratamente gli scatti. Alla fine quando il giovane si accasciò gemendo dopo essere venuto copiosamente sul ventre di Regina, Giorgio lentamente si ritrasse e se ne andò dallo studio con un enigmatico sorriso sulle labbra. Nei giorni successivi il suo problema fu quello di far sviluppare l'insolito rullino, non fu facile ma alla fine vi riuscì, e passò la notte a rimirare le foto ed a pensare a che cosa avrebbe fatto l'indomani. Le foto erano riuscite decisamente bene, malgrado non avesse ovviamente potuto usare il flash, ma a parte qualcuna decisamente mossa, la maggior parte era perfetta e Regina risultava perfettamente riconoscibile come del resto il luogo in cui si svolgeva la scena. Il giorno dopo malgrado il poco sonno era lucido ed eccitato, e andò allo studio di ottimo umore, aveva preparato una busta con le migliori foto ed un bigliettino di poche righe "Quello che hai fatto ieri è inqualificabile, dobbiamo assolutamente parlare, vieni questa sera a casa mia alle 21 precise, . P.S.: ho i negativi". Era certo che lei avrebbe riconosciuto la calligrafia e non lo firmò nemmeno. La sera all'orario di chiusura, approfittando di una momentanea assenza di Regina, infilò la busta nella sua borsetta E se ne andò a casa soddisfatto pregustando ciò che sarebbe accaduto. Alle 21 precise, suonarono alla porta e Giorgio andò ad aprire con calma. Regina era davanti alla porta, un'espressione stravolta, gli occhi arrossati per il pianto, le labbra tremanti. Non disse una parola, e lui le fece cenno d'entrare e la condusse in salotto. Lei si sedette nervosamente sul divano e lui si rilassò sulla comoda poltrona, cercando di mascherare l'euforia che provava con una smorfia imperscrutabile. Lei aprì la borsetta con mano tremante e ne prese la busta delle fotografie e gliela mostrò "Che cos'è questa storia" disse con voce rotta dal pianto che le saliva alla gola " "Non guardare me, mia cara, non ero certo io nel salottino dello studio ieri sera, ma eravate tu ed il tuo ragazzo " rispose tranquillamente, e lei abbassò la testa per un attimo e singhiozzò. "Che cosa hai intenzione di fare ?" gli domandò qualche secondo dopo senza sollevare la testa e lui "Ciò che hai fatto è molto grave, non ho ancora deciso, potrei fare molte copie di quelle foto e distribuirle, in forma anonima ad un sacco di persone....." fece una pausa nel vederla sussultare inorridita ed alzare lo sguardo a fissarlo incredula "O forse, bruciarle e con esse i negativi, chissà. dipende..." continuò lui "Dipende da cosa ?" domandò lei con voce speranzosa e lui rispose prontamente "Dipende da te Regina, solo da te". Lei lo fissò ancora un attimo, poi abbassò nuovamente la testa singhiozzando "Dipende da me, ma cosa posso fare io ...." "Stai tranquilla mia cara, tutte cose molto semplici, facilissime per una puttanella come te, ad esempio, potresti sollevare un poco quella tua bella gonnellina e mostrarmi le tue cosce ...." disse Giorgio con voce falsamente rassicurante. Quando lei di scatto, come colpita da una frusta alzò lo sguardo su di lui vide il sorriso beffardo stampato sul suo viso "E' un ricatto allora ?" domandò e Giorgio scosse la testa con una leggera smorfia di disappunto . "Io non lo chiamerei così, direi che è un atto di giustizia, ho passato mesi e mesi a tormentarmi pensandoti mentre tu non ti accorgevi di me e continuavi a recitare la tua parte di santerellina allo studio, mentre nella realtà pensavi solo a farti sbattere dal tuo ganzo" disse con voce fredda e tagliente, ma mantenendo il sorriso gelido sul suo viso. "Cosa vuoi ?" insistette lei e lui subito ripeté la richiesta, con voce decisamente più dura e decisa "Sollevati la gonna". Timida senza alzare lo sguardo Regina finalmente obbedì e lentamente, muovendosi appena sul divano, fece risalire la gonna lungo le belle cosce, indossava ancora le calze a rete che portava quel giorno allo studio. Lo sguardo di Giorgio si posava sulla sua pelle vellutata accarezzandola. Giorgio restò per un attimo tremante, poi si alzò lentamente ed andò a sedersi accanto a Regina. La sua mano si posò sulla vellutata pelle delle cosce della ragazza iniziando ad accarezzarla lentamente. Lei fremeva sotto quel tocco e singhiozzò più forte, ma non si sottrasse. "Slacciati la camicetta" le disse con voce decisa e lei senza alzare lo sguardo, iniziò ad obbedire e l'agognata curva dei deliziosi seni comparve sotto lo sguardo di Giorgio. Per Giorgio era difficile mantenersi distaccato, avrebbe voluto gettarsi su di lei, baciarla, accarezzarla, ma sapeva che se lo avesse fatto avrebbe perduto il potere che ora aveva, spinse la mano più in su, sino a sfiorare le mutandine di Regina, poi con decisione appoggiò la mano sul sesso della giovane percependone il calore e sentendola sussultare. Lei si scosse in uno scatto d'orgoglio "Va bene, ti darò quello che vuoi" disse slacciando la camicetta con tanta furia da staccare un bottone "Ma dopo tu mi darai le foto ed i negativi" ora lo guardava fisso e un lampo d'ira attraversava i suoi occhi normalmente miti. Giorgio percepì perfettamente che se si fosse dimostrato debole tutto sarebbe stato perduto. All'improvviso si sentì calmo e rilassato, perfettamente padrone di se, un sorriso sprezzante comparve sul suo volto, mentre le dita accentuavano la pressione sul sesso di Regina . "Nessuna puttanella può dettarmi delle condizioni, quindi farai esattamente quello che ti dirò per tutto il tempo che vorrò sino, a che io e solo io deciderò di porre fine al gioco e ti restituirò le foto ed i negativi" disse senza astio ma con voce ferrea, poi fece una pausa Lei sosteneva ancora il suo sguardo, capì dalla luce dei suoi occhi che la sua reazione l'aveva sorpresa e che stava affannosamente pensando al da farsi "Se stai pensando di raccontare tutto al tuo ragazzo, di chiedergli aiuto, non te lo consiglio. Magari stai pensando di raccontare tutto a mia moglie, ma pensaci bene cosa potresti dirle, che ho sorpreso te ed il tuo fidanzato che usavate lo studio come il più abietto dei postriboli, che ti ho convocata a casa per parlarti. Tu le dirai che ti ho ricattata, io risponderò che ti ho chiesto di rassegnare le dimissioni senza rendere tutto più complicato e che ti sei inventata tutto nel disperato tentativo di salvare il posto. A chi credi darà la sua fiducia ?." Fece una pausa poi riprese "Accetta il consiglio, sarebbero entrambi solo il modo più rapido per vedere la città tapezzata dalle tue foto. Io non ho nulla da perdere, tu tutto" rincarò la dose. La sua mano si staccò dal pube di Regina e si portò sul morbido seno, liberandolo dal reggiseno e stropicciando tra le dita il grosso e scuro capezzolo. Usò un poco più di forza rispetto a quanto sarebbe stato necessario. Una fitta di dolore si dipinse sul bel viso di Regina che, sconfitta, abbassò lo sguardo e disse "Va bene, hai vinto" e Giorgio dentro di se esultò. "Alzati e spogliati, voglio vederti nuda" le disse quando si sentì in grado di controllare la voce, e Regina lentamente si alzò poi, colta dalla disperazione iniziò a spogliarsi con gesti bruschi. Lui la riprese subito "Non così con calma e sensualità" e la giovane cercò di controllarsi e dare armonia ai propri movimenti. Giorgio fissò con bramosia il giovane corpo di lei che si rivelò lentamente ai suoi occhi. Quando fu completamente nuda, la fece camminare e ruotare davanti a se, gustandosi ogni particolare di quel corpo prima di allora sfiorato con la sola fantasia. I suoi occhi si riempirono della dolce curva del seno, di quella giovanile e prepotente delle natiche, della scura e riccioluta peluria del pube. Si alzò e le si avvicinò "La prossima volta mettiti delle scarpe con tacchi alti, mi piacciono le donne che le indossano. Ora inginocchiati" le ordinò, Regina ebbe ancora un attimo d'esitazione poi s'inginocchiò. "Ieri sera ti ho vista mentre succhiavi il cazzo del tuo ragazzo, sembrava ti piacesse molto e voglio che ora tu lo faccia anche a me. Con la stessa passione, con lo stesso entusiasmo." Fece una pausa per studiarne le reazioni poi riprese con voce tagliente "Coraggio puttana, tiramelo fuori e succhia". Regina ricevette quelle parole come una frustata, alzò lo sguardo in cerca di una liberazione che non trovò negli occhi gelidi ed eccitati di Giorgio. Rassegnata, iniziò a slacciargli i pantaloni con mosse lente ed esitanti. La situazione, il senso di onnipotenza, quella giovane nuda e sottomessa ai suoi piedi avevano incredibilmente eccitato Giorgio ed il cazzo saltò fuori dalle mutande superbamente eretto, sobbalzando di fronte al viso di Regina. La giovane esitò, poi lo prese in mano liberando il glande dalla pelle che lo ricopriva ed a Giorgio parve di perdere i sensi tanto forte fu il piacere provato a quel tocco. Timidamente Regina mosse la piccola mano, poi di slancio avanzò e le sue morbide labbra cinsero il glande e la mano iniziò a muoversi freneticamente. Lui la redarguì subito "Con calma, non avere fretta, voglio un lavoro ben fatto da vera puttana. Voglio sentire la tua lingua lavorare a dovere" . La giovane riprese il controllo di se e Giorgio si abbandonò al dolce tocco della sua lingua sul glande eccitato. In realtà non era bravissima, anzi, decisamente inesperta. La lingua si muoveva incoerentemente vagando ovunque senza una precisa meta. La foga le faceva spesso toccare il glande e l'asta con i piccoli aguzzi denti provocandogli dolorose fitte. Ma era la sua Regina quella che stava succhiandogli il cazzo eccitato e a Giorgio parve fosse il più bel pompino della sua vita. Prese a guidarla, le fece leccare l'asta per tutta la sua lunghezza, si fece succhiare la grossa e pelosa sacca dei coglioni. Immerse profondamente il cazzo nella giovane gola, sino quasi a soffocarla. Estasiato la fissava godendo dell'umiliazione della giovane al pari di quanto godeva per i tocchi della sua lingua o delle sue labbra. Si rese conto di essere troppo eccitato, che quella sera le emozioni minacciavano di travolgerlo e non voleva assolutamente che accadesse. Doveva assolutamente mantenere il controllo su di lei il più possibile. Decise quindi che quella sera sarebbe stata solo la prima di una lunga serie, che avrebbe scoperto il corpo di Regina un poco alla volta, che si sarebbe concesso a lungo il sottile piacere di sognare e pianificare incontri ogni volta diversi. Per quella sera si sarebbe accontentato di quel favoloso pompino. Fece un piccolo passo indietro staccandosi da lei che lo guardò sorpresa "Chiudi gli occhi spalanca la bocca e resta assolutamente immobile" le ordinò. Regina rassegnata obbedì, distendendo le braccia lungo il corpo ed assumendo un atteggiamento sottomesso. Giorgio notò la traccia delle lacrime sotto gli occhi, la smorfia di tensione che solcava il bel viso di Regina e questo l'eccitò terribilmente. La mano prese a scorrere veloce sull'asta e lui poco dopo venne continuando a fissarla. Il bianco e caldo sperma eruttò dal glande sotto l'irrefrenabile spinta di un orgasmo travolgente e volò nell'aria sino ad andare a stamparsi tra i neri capelli dei Regina che sussultò. In rapida successione nuovi schizzi densi e copiosi seguirono il breve tragitto del primo inondando il bel viso, riempendo la giovane bocca. "Bevi Regina, Bevi" gemeva Giorgio continuando a masturbarsi e la vista della giovane che, completamente succube, ingoiava con riluttanza il suo sperma diede nuovo vigore al suo orgasmo quasi a prolungarlo indefinitamente. Alla fine Giorgio si rilassò e si abbandonò esausto sul vicino divano ammirando il volto di Regina oscenamente imperlato di bianchi schizzi. Quella donna era sua, totalmente ed incondizionatamente sua e avrebbe realizzato ogni sua fantasia, quelle stesse fantasie che l'avevano tormentato per mesi. "Il bagno è di la, vai a darti una ripulita" le ordinò e lei seguendo la sua indicazione corse a ripulirsi singhiozzando. Attese che tornasse e quando lei si avvicinò timida ed impaurita attendendo istruzioni, lui le diede le istruzioni che aveva preparato. "Adesso rivestiti pure e vattene ma, voglio che domani sera ritorni alla stessa ora. Dovrai indossare un vestitino molto corto ed aderente, scarpe con alti tacchi a spillo. Non portare biancheria intima, vedi anche di truccarti in modo decisamente accentuato, voglio che tu appaia esattamente come la puttana che sei e che ti sei sforzata di nascondere per tanto tempo" La sua voce non ammetteva repliche e rassegnata Regina si rivestì senza guardarlo e se ne andò lasciandolo solo a meditare su quanto sarebbe accaduto la sera dopo.

Da: Giorgio Oggetto: Il dentista - parte2 [tag CLASSIC] Data: lunedì 2 marzo 1998 18.35 Il giorno successivo allo studio per Giorgio tutto fu più facile del previsto. Dopo mesi di tormenti si sentiva incredibilmente felice ed a suo agio, con Regina si comportò con la massima naturalezza ed il massimo distacco, come ormai da troppo tempo non gli capitava più. Lei invece non era assolutamente a suo agio, era ancora sconvolta dagli avvenimenti del giorno dopo, e lui se ne rese perfettamente conto, gioendone segretamente. La giornata di lavoro passò in un attimo, con lui preso dal lavoro o nel pianificare accuratamente la serata. Era perfettamente consapevole che quella sarebbe stata una sera decisiva per consolidare la sua posizione, se vi fosse riuscito il resto sarebbe stato facile e lentamente nella sua mente si formò un piano definito. Quella sera le avrebbe chiarito definitivamente che lui era il padrone, l'onnipotente signore entrato nella sua vita per plasmarla a suo totale piacimento ed a lei non rimaneva altro che rassegnarsi docile e remissiva. La sera la attese con impazienza, e lei puntualissima suonò alla sua porta alle 21 precise. Aprì e la osservò con aria contrariata. Indossava un leggero spolverino che non le donava affatto "Non ti sei vestita come ti ho chiesto" le disse con voce dura, "Non, non è vero, ho messo questo solo per non dare nell'occhio uscendo di casa" si giustificò subito lei, aprendo lo spolverino e mostrandogli cosa indossava sotto. Il nero vestito aderentissimo esaltava le sue dolci forme, i seni si mostravano orgogliosamente da un'ampia scollatura e le cosce sbucavano meravigliose dal bordo inferiore del cortissimo vestito. Proseguendo la bella linea delle gambe era esaltata da alti tacchi a spillo che accentuavano la definizione aggraziata del polpaccio, Giorgio annuì soddisfatto. Risalì a guardarla in viso, evidentemente non era esperta di trucco, tutto era troppo pesante ed evidente, dal rossetto al fard ma l'effetto, eccessivo e volgare, gli piacque dal momento che lo trovava perfetto per i suoi scopi. Addolcì solo di un poco il suo sguardo e tese la mano "Dammi lo spolverino, non ti servirà questa sera" le disse e lei se lo sfilò "Non mi fai entrare" disse guardandosi intorno imbarazzata "Non fare domande, fai solo ed esattamente quello che ti dico" ribatté immediatamente Giorgio con voce dura e lei abbassò lo sguardo. Gettò lo spolverino su di una seggiola nel corridoio, poi uscì e richiuse la porta, Regina lo guardò sorpresa, ma non fece domande Uscirono dal palazzo "Questa sera voglio andare un poco in giro e mostrare a tutti la mia nuova puttana, vedi di farmi fare bella figura, muoviti con grazia ed accentua leggermente il movimento del tuo bel culo" le ordinò guardandola per accertarsi che lei obbedisse. Con grande imbarazzo, Regina eseguì e nel vederla rossa in viso, con gli occhi bassi ma ancheggiante in modo provocatorio, lui provò la prima fitta d'eccitazione. La condusse alla macchina e vi salirono partendo subito dopo. Con la coda dell'occhio lui la spiava e notava con piacere la sua inquietudine. Doveva aver passato lunghe ore per prepararsi a quella serata, si era certamente immaginata che, come la sera prima, lui la facesse entrare e la usasse per il proprio piacere, magari spingendosi ben oltre quanto fatto la sera prima. Ora quell'uscita a sorpresa l'aveva gettata verso un'avventura imprevista e Giorgio riconobbe sul suo viso gli inequivocabili segni dell'angoscia di chi non sa che cosa lo attende, ma non osava ribellarsi e non osava fare domande. Dentro di se esultò, il suo piano stava funzionando a meraviglia. Giunsero a destinazione e Giorgio posteggiò la macchina in un posto nascosto ed isolato, poi fece gli ultimi controlli. Senza dire una parola, allungò una mano e la appoggiò sulle cosce di Regina. Lei sussultò al contatto, ma lui incurante proseguì risalendo, sollevò il bordo del vestito sino a scoprire il pube della giovane. I neri e fitti riccioli del vello pubico comparvero nella penombra dell'abitacolo, Regina aveva obbedito al suo ordine di non indossare biancheria intima. "Adesso ti porterò in un locale, fai bella mostra di te, voi donne sapete benissimo come fare. Voglio che tutti ti vedano e ti ammirino" le disse con voce dolce e lei parve rassicurata. Lui riprese "Io sceglierò per te e quando ti indicherò la persona dovrai fare in modo che lui veda chiaramente che non porti le mutandine. Lo provocherai in tutti i modi possibili, poi io lo avvicinerò gli parlerò ed usciremo tutti e tre assieme, ritorneremo alla macchina e tu gli farai un pompino". Il volto di Regina era inorridito progressivamente mentre lui parlava, ora lo guardava sconvolta, scuotendo con forza la testa "Giorgio, ti prego, non posso, non trattarmi così" disse con voce strozzata. Lui si accorse che stava per piangere "Non metterti a piangere o rovinerai il trucco" le disse senza dar minimamente cenno d'aver udito le sue parole. Ancora una volta sconfitta, Regina abbassò lo sguardo e ricacciò indietro le lacrime. Scesero dalla macchina lui la condusse nel locale. Vi regnava una gran confusione, vi erano un sacco di ragazzi, lui la condusse la bancone e si sedettero su degli alti sgabelli, era la posizione ideale perché tutti potessero ammirare Regina. Come previsto, Giorgio con fare distratto ed assente, mentre sorseggiavano un drink, si guardò intorno individuando la persona giusta. Un uomo sulla trentina, non particolarmente attraente, un poco isolato, che fissava Regina con aria sognante, glielo indicò ed attese pazientemente. Vide il corpo di lei fremere per la tensione, Regina iniziò mille volte ad aprire le cosce, per poi richiuderle immediatamente senza riuscire a decidersi. Giorgio allora mise una mano in tasca e con noncuranza estrasse una foto. Appena Regina la vide arrossì violentemente, ma non appena si fu ripresa, lentamente aprì le cosce e le tenne aperte. Giorgio ripose la foto in tasca. Pochi minuti dopo, i tre uscivano dal locale Giorgio e Regina davanti e dietro l'uomo del locale, Regina era scossa e confusa e lui la sollecitò con voce sardonica "Su Regina, ricordati di ancheggiare, mostragli per bene quel tuo bel culo" . Raggiunsero la macchina, Giorgio fece salire regina e l'uomo dietro e si accomodò davanti, voltandosi verso i due. "Allora, la mia ragazza ha una gran voglia di farti un pompino, sei pronto ad accontentarla ?" domandai e l'uomo imbarazzatissimo annuì "Allora che aspetti, mostraglielo" aggiunse Giorgio. L'uomo armeggiò nervosamente con i pantaloni li slacciò e se li abbassò mostrando chiaramente la propria eccitazione. Giorgio si rivolse a Regina "Regina amore, perché non glielo accarezzi per incominciare" e la giovane allungò la mano e prese a masturbare il maschio che le stava a fianco. "Brava così e mentre lo fai, mostragli i tuoi stupendi seni, e la tua deliziosa fichetta" continuò Giorgio e guardò soddisfatto Regina che scodellava i bei seni dalla scollatura ed il maschio che allungava la mano per accarezzarli. Poi Regina divaricò le cosce e si sollevò il vestito. Giorgio guardò rapidamente intorno e vista la strada deserta, accese la luce della macchina. Regina abbassò lo sguardo sfuggendolo. "Adesso mia cara puoi leccarglielo e succhiarglielo come piace a te" , lei sollevò lo sguardo e lui si aspettava di vedervi almeno un cenno di reazione, ma vi lesse solamente rassegnazione. Regina lentamente si distese sul sedile appoggiandosi al maschio e chinò la testa verso il membro eccitato. Con una fitta di piacere Giorgio vide la lingua della giovane saettare sul glande e sentì l'uomo gemere al contatto. Spostò il faretto in modo che la luce investisse il volto di Regina e si gustò lo spettacolo eccitandosi nel guardare la giovane al lavoro, nel vedere le mani del maschio sul suo corpo, accarezzarla ovunque. Decise che era giunto il momento di concludere per passare alla seconda parte della serata e si rivolse nuovamente al maschio "Amico, ti piacerebbe se Regina ti facesse venire nella sua bocca ?" gli domandò ed il maschio annuì con decisione "Regina tesoro hai sentito, fagli vedere come ti piace bere il suo sperma e mi raccomando non fartene sfuggire neanche una goccia" le disse e le sorrise. Le morbide labbra di Regina avvolsero il glande, la piccola mano iniziò a muoversi a ritmo crescente, mentre lei fissava Giorgio che a sua volta la guardava. Cercò di leggerle negli occhi un lampo di sfida, ma non lo trovò, lei lo guardava con una strana espressione, mentre la mano ormai si muoveva frenetica tra i gemiti del maschio. Vide il ventre del maschio contrarsi sotto le spinte dell'imminente orgasmo, poi la frenetica vibrazione si trasmise anche al membro che sussultò nella mano e tra le labbra di Regina. Lei chiuse gli occhi mentre dalla bocca del maschio usciva un'inconfondibile gemito ed a Giorgi parve quasi che i suoi sensi eccitati percepissero il rumore delle sferzate di caldo sperma che colpivano il palato e la lingua di Regina. Lei aveva chiuso gli occhi e serrato le labbra intorno all'asta e gli occhi di Giorgio videro la sua gola contrarsi ritmicamente mentre la giovane ingoiava il caldo liquido che le inondava la bocca. Il maschio emise un ultimo gemito e si abbandonò esausto sul sedile. Giorgio si riscosse e con gesti bruschi si mosse e lo fece scendere dalla macchina ed allontanare, quando si voltò Regina si era seduta davanti a fianco del posto di guida, lui risalì e ripartì riportandola a casa. Guidò veloce per riportare il più presto possibile Regina a casa dal momento che nei suoi progetti la serata non era assolutamente conclusa....... Giunsero a casa di Giorgio e lei entrò e si diresse subito verso lo spolverino abbandonato sulla seggiola "Cosa stai facendo ?" le domandò lui "Prendevo la mia roba per ritornare a casa" rispose lei "Non ti ho dato il permesso" replicò Giorgio con decisione "Ma io credevo....." iniziò a dire Regina, ma venne subito gelata dal suo sguardo "Tu non devi pensare, non devi credere nulla, ma solo obbedire ai miei ordini" rincarò. La prese per mano e con decisione la portò in camera da letto "Stenditi sul letto" le ordinò e Regina, obbedì prontamente, aveva preparato tutto con cura e raggiunse a sua volta il letto. Prese una delle corde che aveva in precedenza fissato al letto e la assicurò ad una caviglia di Regina che lo guardava senza fare domande, ripeté l'operazione sino a che non l'ebbe immobilizzata al letto. Poi lentamente si spogliò sino a rimanere nudo, lei aveva tentato di voltarsi, di non guardarlo, ma lui le aveva imposto di guardarlo. Rimase per qualche istante nudo ed eccitato davanti agli occhi di Regina, poi la raggiunse sul letto la sua mano si posò sul corpo di lei, abbassò e spostò la scollatura ed i bei seni traboccarono mostrandosi al suo avido sguardo. Poi le sollevò il vestito e mise alla luce la vagina di Regina, lei era troppo tranquilla e decise di darle una scossa, si mise ad accarezzarle i seni, poi le sue dita si spostarono sui capezzoli e lui li strizzò con decisione. Il volto di regina si contrasse per la fitta di dolore e dalla sua bocca uscì un gemito, ma lei non replicò. "Brava, veramente brava, stai imparando in fretta" la gratificò, ma subito dopo strinse nuovamente i capezzoli con ancora maggiore decisione "Finalmente questa sera hai avuto la possibilità di gettare la maschera e comportarti da vera puttana, ti è piaciuto ?" le domandò e Regina lo guardò senza rispondere. Giorgio strinse nuovamente i capezzoli "Ti ho fatto una domanda, rispondi" le disse "Si Giorgio" rispose frettolosamente lei, sfuggendo il suo sguardo, lui strinse questa volta con forza prolungando la stretta un poco più a lungo e Regina sussultò, emettendo un breve urlo di dolore. "Quando ti rivolgi a me, non chiamarmi più Giorgio, ma solo padrone, hai capito bene ?" e le sue dita diedero ai capezzoli di lei solo una leggera e premonitrice pressione "Si padrone ho capito" rispose Regina e lui le sorrise soddisfatto. "Basta parlare, adesso succhia" le ordinò e si spostò affondandole il cazzo in bocca. Dal momento che Regina era legata fu lui a dettare il gioco, la costrinse a giocare con la lingua sul glande e lungo l'asta, le strusciò il duro cazzo sul volto, la schiaffeggiò usandolo come una frusta, glielo affondò profondamente in gola, divertendosi e vederla ansimare nel disperato tentativo di respirare. Poi interruppe il gioco e si portò tra le cosce della giovane, la leccò per lubrificarla ma anche per gustarne il dolce e tanto agognato profumo per poterla liberamente guardare la dove tante volte in passato aveva tentato di sbirciare senza che lei glielo permettesse. Tutto preso dalla propria eccitazione, dalla propria passione, Giorgio sulle prime non si accorse della crescente eccitazione di Regina. Quando la sua lingua tornò al clitoride della giovane e lo trovò indurito e molto più prominente si accorse anche del mutato colore e dell'insolito gonfiore delle grandi labbra, del tenue ma eccitante profumo che gli umori che iniziavano a bagnare la rosea vagina emanavano. Tutti segni inequivocabili dell'eccitazione di Regina, Giorgio ne rimase stupito ed il suo membro reagì aumentando per quanto fosse possibile il proprio già notevole turgore. Lentamente si rialzò e preso tra le mani il volto di Regina la fissò intensamente. Lei cercava di sfuggire il suo sguardo, ma lui la costrinse "Brutta puttanella ti stai eccitando, ti piace dunque, vorresti che ti scopassi vero ?" le domandò. Regina arrossì ed all'improvviso lui senza nemmeno rendersi conto di quello che faceva, la colpì in volto con uno schiaffo. Non troppo forte, ma sufficiente per arrossarne leggermente la guancia "Rispondi ti ho fatto una domanda" e lei, abbassando lo sguardo rispose con voce roca e sottomessa "Si padrone mi piace, voglio che mi scopi". Lui la guardò per un attimo, poi scosse la testa "Avevo intenzione di farlo, ma adesso ...." non terminò la frase, lasciò il viso della giovane e si mosse, cercò in un cassetto, poi tornò al letto. "Spalanca la bocca" le ordinò lei obbedì e lui le spinse in bocca alcuni fazzoletti sino a riempirgliela, poi con una sciarpa, la imbavagliò. Le sue dita afferrarono un capezzolo strizzandolo con forza, vide il volto di Regina colorirsi ed un urlo soffocato proruppe dalla gola smorzandosi nel bavaglio. Soddisfatto dal momento che il rumore prodotto non era tale da poter essere udito dall'esterno della stanza, si allontanò. Tornò nella stanza con un barattolo e vide Regina che lo fissava con sguardo interrogativo, "Regina, devi imparare che le puttane non hanno diritto di godere, sono solo uno strumento per il piacere del loro padrone, io avrei voluto scoparti, ma se lo vuoi anche tu, allora la cosa non mi interessa più, dovrò dirigere le mie attenzioni altrove, ad esempio al tuo delizioso culetto, ti piacerebbe se infilassi il mio grosso cazzo nel tuo piccolo forellino posteriore ?" le domandò con un sorriso beffardo. Vide il terrore dipingersi negli occhi di Regina, la vide scuotere il capo con forza mentre si dibatteva cercando inutilmente di liberarsi. La robusta struttura del letto e le grosse corde l'intrappolavano senza scampo. Lentamente prese il cuscino a fianco di Regina, le infilò una mano sotto al delizioso sedere e lo sollevò infilandovi sotto il cuscino. Il corpo di regina innaturalmente sollevato al centro assunse una strana piega, innaturale, allora Giorgio allentò le corde che serravano le caviglie di Regina e le riassestò obbligandola a sollevare un poco le gambe. La posizione ora era ideale, aprì il barattolo e vi immerse le dita , poi si rivolse a Regina "Vaselina, per lubrificarti, ma solo per rendere più piacevoli le cose a me, non certo per un riguardo ad una puttanella come te" le disse e ridacchiò. Immerse le dita tra le sode chiappe della giovane che si dibatté cercando di sottrarsi, continuò giungendo a lubrificarle esternamente l'ano. Poi immerse nuovamente le dita nel barattolo e ripeté l'operazione, ma questa volta le sue dita spinsero con decisione sull'ano contratto di Regina. Dapprima un dito poi due, penetrarono sempre più a fondo, incuranti dei gemiti e delle urla soffocate che lei emetteva in continuazione. Si fermò soddisfatto e la guardò, singhiozzava e alcune lacrime iniziavano a sgorgare dai dolci occhi, sbavando il maldestro trucco e rigandole il viso con tracce nere. Il membro sussultò di desiderio richiamandolo al dolce dovere, lo lubrificò e si portò tra le cosce di Regina. Il glande si spinse tra le chiappe ben lubrificate, sino ad appoggiarsi allo sfintere, un solo attimo d'esitazione poi una spinta d'assaggio che gli consentì di valutarne la tonicità e la resistenza, nuovamente una pausa e poi una spinta decisa e continua. La sentì urlare nel bavaglio, sentì le sue carni opporsi ferocemente alla penetrazione con il solo risultato di accentuare il dolore della giovane, ormai con il viso completamente congestionato. Lentamente ma inesorabilmente il glande si fece largo sino ad essere completamente avvolto dal ferreo abbraccio dello sfintere di Regina e lui si ritrovò oltre lo stretto passaggio affondando per un buon tratto. Si arrestò nuovamente, ora lei aveva smesso di dibattersi e di urlare, la testa era abbandonata sul cuscino, le lacrime sgorgavano copiose e lei singhiozzava convulsamente. Una nuova spinta lo fece penetrare ancora di più mentre lui godeva nel guardare le reazioni di Regina dipinte sul giovane volto. Affondò profondamente in lei, poi prese a muoversi con movimenti lenti ma ampi, assaporando ogni istante di quell'amplesso perverso e proibito, assaporando in continuazione il potere completo ed incondizionato di cui godeva. Cercò di coltivare lentamente e pazientemente il progressivo crescere della propria eccitazione, di rimanere concentrato su Regina non concedendole tregua. Ogni qualvolta, vedeva la ragazza rilassarvi anche solo impercettibilmente, in qualche modo abituarsi alla situazione tornava a sollecitarla, strizzandole duramente i capezzoli, o lasciando sfilare il fallo dallo stretto pertugio per poi tornare con prepotenza lo stretto sfintere appena contrattosi. Il gioco durò a lungo sino a che, non passò irrimediabilmente il punto di non ritorno, perse per un attimo il controllo e i suoi movimenti divennero frenetici, il suo pube prese a sbattere insistentemente contro quello di lei. Continuò con il tempo che pareva essersi fermato in trepida attesa, sino a che non esplose in un lunghissimo, estenuante delirante orgasmo e scaricò tutto il suo piacere nel culo di Regina. Si bloccò come in trance e rimase a lungo in quella posizione respirando affannosamente, sino a che lentamente i fumi dell'eccitazione si dileguarono, allora e solo allora, si rese conto di avere i peli del pube umidi. Dapprima non capì, poi lentamente un'idea si fece strada nella sua mente, allungò una mano e toccò la vagina di Regina trovandone immediatamente conferma nell'umido calore che emanava. La fissò stupito, non riusciva a credere che lei avesse potuto godere del trattamento che le aveva riservato, ma non vi era dubbio che fosse così anche se ora come prima singhiozzava e piangeva con la testa abbandonata sul cuscino. Per un attimo ebbe paura, pensò di aver perso tutto il suo potere su di eli, poi però si accorse che non era così, che anzi il suo potere ne usciva immensamente rafforzato. Qualche cosa era scattato nella mente della giovane che ora segretamente godeva delle umiliazioni e della sofferenza che lui le infliggeva. Un piacere profondo che anche in futuro l'avrebbe incatenata a lui con forza ancor maggiore di quella del ricatto. Un sorriso di felicità si dipinse sul volto di Giorgio quando realizzò che Regina sarebbe stata per sempre sua, totalmente, incondizionatamente.........

Da: Giorgio Oggetto: Il Dentista - parte 3 - Mi sembra di essere l'unico a postare racconti! Data: mercoledì 4 marzo 1998 11.34 Pubblico la terza puntata del racconto "Il dentista". I personaggi sono attinenti alla vita reale, le situazioni purtroppo no. I personaggi protagonisti del racconto esistono nella realtà, il dentista è la mia professione, Regina è la mia assistente di studio, Cristina è mia moglie, Marco un amico telematico che ha contribuito in maniera determinante alla stesura di questo racconto che via via prenderà nuovi sviluppi. Ormai completamente padrone della situazione, Giorgio impose a Regina di cambiare il suo abbigliamento anche allo studio, voleva avere la possibilità di guardarla o toccarla quando più lo aggradava e divertirsi ad osservare le prevedibili reazioni dei colleghi e delle colleghe di fronte a quella trasformazione. Regina obbedì, anche se il suo imbarazzo risultò evidente sin dal primo giorno. Proprio questo evidente disagio non fece che esaltare il sottile piacere di Giorgio. L'aveva adeguatamente istruita ed ogni volta che a lui capitava di buttare lo sguardo su di lei, se Regina se ne accorgeva, accavallava le gambe lasciando che la corta gonna risalisse naturalmente, concedendogli la piena visuale delle bellissime cosce. Ogni volta un evidente rossore si dipingeva sul suo bel volto angelico e gli occhi di lei vagavano disperatamente per individuare se qualcun'altro dello staff si fosse accorto del suo gesto. Quando ciò accadeva il rossore si accentuava e lei sconsolata abbassava gli occhi. Ora Giorgio sogghignava dentro di se, al ricordo di quante volte nei mesi passati aveva tentato di sbirciarle sotto la gonna senza riuscire a rubare che fugaci e ben misere visioni. Ma vi era qualcosa che rischiava di rovinare il divertimento di Giorgio, il fine settimana si avvicinava e dalla settimana successiva sua moglie Cristina sarebbe tornata. Lui ancora non sapeva come avrebbe fatto ad incontrare Regina. Sua moglie Cristina, una splendida donna nel pieno della maturità. Spagnola dal sangue "caliente", dal carattere indipendente e deciso. Del resto quest'ultima può considerarsi una caratteristica indispensabile per chi, come lei, è di professione Hostess . Non erano sposati da molto e Giorgio, malgrado la sua ossessione per Regina, l'amava molto. Si sorprese a domandarsi come fosse possibile provare attrazione per due donne tanto diverse. Tanto Regina era semplice e timida, tanto Cristina era raffinata ed estroversa, eppure era forse proprio per questa sua diversità che Regina l'aveva tanto colpito malgrado fosse innamorato di sua moglie. Comunque si rendeva perfettamente conto che per nulla al mondo, nemmeno per Cristina, avrebbe rinunciato a Regina, anzi era vero il contrario. I giorni passarono veloci senza che Giorgio trovasse una soluzione al problema, ed il ritorno di Cristina, fece si che lui fosse costretto a limitare gli incontri con Regina. Il suo umore peggiorò molto. Una sera venne allo studio una sua vecchia conoscenza Marco, i due erano quasi coetanei e da tempo Giorgio era il suo dentista. Tra i due si era instaurata con gli anni una certa familiarità, quasi un'amicizia, così Marco quando restarono per qualche istante soli non si fece scappare l'occasione di fare una battuta sul nuovo look di Regina. "Sai Giorgio, la tua segretaria mi è sempre piaciuta, ma quale cambiamento dall'ultima volta che sono stato qua, prima sembrava un'educanda, adesso....". Giorgio fu felice di quell'apprezzamento e dal momento che Marco non perdeva occasione per tornare sull'argomento il suo cervello incominciò a lavorare. Dopo meno di mezz'ora aveva finito il lavoro, ma allo stesso tempo il suo cervello aveva anche elaborato un eccitante piano. Così quando Marco si rialzò dalla seggiola dicendo "Peccato che venga così raramente da te, dovrò sognarmi la tua splendida segretaria chissà per quanto tempo", lui iniziò a metterlo in pratica. "Caro Marco, questa sera sei proprio fortunato non ho potuto finire il lavoro e ti toccherà tornare domani sera. Purtroppo domani sono molto impegnato, ma vedrò di fissarti un appuntamento sul tardi, potresti verso le 19 e 45 ?" gli domandò. Marco lo guardò sorpreso "Pensavo fosse una cosa da poco, e poi voi non chiudete alle 19,30 ?" disse un poco disorientato, poi "Comunque se devo, verrò e ne approfitterò per dare nuovamente una sbirciatina al mio nuovo tormento. A proposito come si chiama la ragazza ?" domandò "Regina" rispose Giorgio e lui uscì dalla stanza mormorando "Nome veramente appropriato....". L'umore di Giorgio migliorò mentre era impegnato nei preparativi, la sera stessa spiegò a Cristina che il giorno dopo avrebbe dovuto trattenersi allo studio sino a tardi. "Un amico che necessita di un'intervento urgente e me lo ha chiesto come un favore" le spiegò "Non potevo rifiutarmi". Lei annuì e non fece obiezioni. L'indomani mattina spiegò il suo piano a Regina che ormai totalmente sottomessa, non fece obiezioni. La sera quando alle 19 e 45 in punto, Marco arrivò allo studio, gli aprì Regina, e lui la guardò stupito dal vederla indossare il camice, un corto camice dal quale spuntavano le sue belle gambe fasciate da eccitanti calze a rete. Lo studio era deserto, tutto il personale era già andato a casa ed erano rimasti solo Giorgio e Regina, Giorgio fece accomodare Marco sulla poltroncina "Allora, vedi che venire tardi ha i suoi vantaggi, questa sera sarà Regina ad aiutarmi dal momento che le altre ragazze sono già andate a casa" disse strizzandogli l'occhio. Poi si rivolse a Regina domandandole "Per favore, mi prenderesti quel flacone rosso che sta li, nell'ultimo cassetto in basso ?", a quelle parole Marco reagì istintivamente voltando lo sguardo verso Regina, che prontamente si abbassò ad aprire il cassetto indicatole. Lo stupore di Marco iniziò dal vedere come lei si chinasse senza piegare le ginocchia. A mano a mano che il suo busto si abbassava, il corto camice risaliva scoprendo porzioni sempre maggiori delle sue stupende gambe, sino a far comparire il bordo delle calze ed il reggicalze, e poi ancora più su. Gli occhi dell'uomo seguivano con crescente interesse il movimento della leggera e bianca stoffa, un movimento lento ma apparentemente inarrestabile. Il cuore aumentò velocemente i battiti mentre l'orlo saliva e Marco si aspettava da un momento all'altro di veder comparire la leggera stoffa delle mutandine di lei, , ma la morbida carne delle cosce, s'incurvò seguendo l'attaccatura delle natiche rotonde senza che la sua visione fosse disturbata da nulla ed alla fine lui fissava incredulo lo stupendo culo della giovane e l'ombra scura della vellutata vagina fare capolino tra le gambe di lei. Regina senza mutare posizione voltò la testa e chiese "Questo dottore ?" e lui annuì, lei richiuse il cassetto rialzandosi lentamente, solo allora, Marco trovò la forza di riscuotersi e distolse lo sguardo imbarazzato "Che cosa c'è Marco, non ti è piaciuto lo spettacolo ?, io trovo che il culo di regina sia una vera opera d'arte, non sei dello stesso parere ?" disse Giorgio fissando divertito l'espressione di Marco. Nel Frattempo Regina si era avvicinata a loro e si sporse per allungare il flacone a Giorgio che lo prese. Nel movimento il camice si aprì mostrando la morbida curva del seno e Marco realizzò che la giovane sotto il camice non portava assolutamente nulla. Ormai completamente sconvolto e confuso, sbottò esclamando "Ma per Dio, è nuda" sollevandosi sulla poltroncina mentre Regina si spostava arretrando un poco "Tu dici ? no, io non lo credo" disse Giorgio divertendosi un sacco a quel gioco "Regina, tra me ed il mio amico Marco, sta nascendo una piccola controversia, ti dispiacerebbe toglierti il camice, così potremo dirimerla immediatamente". Senza parlare e senza discutere, Regina iniziò a sbottonare il camice davanti al sempre più incredulo Marco, i bottoni terminarono e lei aprì il camice sfilandolo e mostrandosi ai due, completamente nuda. A fatica Marco distolse gli occhi dal suo splendido corpo e li rivolse a Giorgio "Che razza di gioco è questo ?" domandò con voce roca "Io lo trovo un gioco molto eccitante e probabilmente anche tu la penserai allo stesso modo" rispose lui con calma poi si rivolse nuovamente a Regina "Regina, accertati se il mio amico Marco si è eccitato vedendoti nuda" le disse con tono deciso. Lei fece un passo in avanti e fu a fianco di Marco, il pube quasi all'altezza del suo volto ormai arrossato per l'eccitazione. La sua piccola mano si mosse posandosi sul pube dell'uomo ed iniziò a tastarlo, trovando ben presto il sesso duro ed eccitato. Lo strinse nella mano tenendo la stoffa dei pantaloni ed evidenziandone la sagoma che cresceva a vista d'occhio, ma non parlò. "Marco, ti credevo più intraprendente, una bella donna nuda al tuo fianco ti tocca in modo esplicitamente sessuale, tra poco inizierà a farti un delizioso pompino e tu te ne stai li imbambolato..... non è da te" sogghignò Giorgio, Marco si voltò a fissarlo per un'istante, forse con l'intenzione di parlare nuovamente, poi scosse la testa e finalmente si abbandonò al gioco di Giorgio senza più farsi domande. Si voltò e affondò il volto nel pube di Regina, aspirandone voracemente il profumo, mentre Regina, seguendo le indicazioni di Giorgio gli abbassava la lampo e gli slacciava i pantaloni impossessandosi del cazzo ed iniziando a masturbarlo con la deliziosa manina. Marco era un gigante di quasi due metri, con un fisico asciutto ma robusto e ben proporzionato, il membro eccitatissimo sembrava ancor più grande nel confronto con la piccola e delicata mano di Regina che faticava a cingerlo completamente. "Bene bene, abbiamo qualche cosa che metterà a dura prova le capacità della nostra Regina" disse Giorgio "Forza puttana, abbassati e succhialo" le ordinò. Regina obbedì e le sue morbide labbra aderirono al glande di Marco che emise un gemito eccitato, mentre lentamente affondava nella calda bocca. Giorgio si spostò e si avvicinò a Regina ponendole una mano sulla nuca. Iniziò a spingere costringendola ad ingoiare sempre di più il membro di Marco. La pressione non si fermò sino a che il glande non si spinse troppo nella gola di Regina e la giovane iniziò a tossicchiare "Mi dispiace amico, ma sei troppo grosso, la poverina non ce la fa" sorrise Giorgio, "Vedi comunque di fare un bel lavoro puttana, usa bene quella tua dolce linguetta" disse tornando a rivolgersi a Regina. Si mosse nuovamente portandosi alle spalle di Regina "Non crederai di esser l'unico a divertirti vero ?" disse sorridendo a Marco mentre si abbassava la lampo dei pantaloni ed estraeva il membro eccitato "Sai Marco, questa per Regina è una sera speciale, per la prima volta si farà due maschi contemporaneamente uno nella sua vellutata micina ed uno in bocca" e diede una sonora pacca sulle belle chiappe di Regina che risuonarono sobbalzando elastiche. La percosse più volte e la morbida pelle si arrossò rapidamente mentre lei sussultava ad ogni colpo, poi soddisfatto piegò leggermente le ginocchia e la penetrò con decisione. Le spinse il membro nel ventre con un solo potente affondo e Regina non trattenne un urletto di dolore abbandonando per un attimo il cazzo di Marco. Giorgio guardò Marco che lo fissava sorpreso "Non ti preoccupare Marco, questa piccola puttana gode da matti a essere trattata male credimi questo è esattamente quello che vuole" gli disse e per dimostra prese a scoparla con decisione. Regina riprese a lavorare di bocca su Marco, mentre Giorgio la scuoteva tutta con i suoi colpi dettando anche il ritmo del pompino. Il pube di Giorgio sbatteva rumorosamente contro le natiche sode provocando schiocchi vagamente osceni che si univano di tanto in tanto agli schiocchi altrettanto osceni delle labbra di Regina ogni volta che un colpo più deciso degli altri le faceva sfuggire il cazzo dalla bocca. Entrambi i maschi erano troppo eccitati, ed il gioco non poteva durare a lungo, il ritmo di Giorgio crebbe diventando frenetico e le labbra di Regina lo trasmisero ed amplificarono trasferendolo al membro di Marco che non si trattenne più ed emise un gemito di straziante piacere, mentre iniziava a scaricare il suo sperma nella bocca e nella gola di Regina. Oscenamente dilatate per accogliere le generose dimensioni di quel membro, le labbra di Regina non riuscirono a trattenere tutto lo sperma che lentamente iniziò a gocciolare scorrendo sulla morbida pelle del viso ed imperlandole i lati della bocca ed il mento di liquido bianco denso. L'oscenità di quella vista scatenò anche l'orgasmo di Giorgio che a sua volta scaricò le sue copiose bordate nel caldo ventre di Regina mentre lui la tratteneva per i fianchi mantenendosi profondamente affondato in lei e muovendosi solo impercettibilmente seguendo le successive ondate dell'orgasmo. Alla fine i due uomini esausti la lasciarono ed iniziarono a ricomporsi, Regina prese da terra il camice e sottomessa domandò "Possa andare a casa ora Padrone" e Giorgio con un gesto la congedò. I due uomini rimasero soli e si guardarono senza parlare, Marco con un'aria interrogativa sul volto. Lentamente Giorgio iniziò a parlare raccontandogli la storia dell'incredibile cambiamento di Regina..... Alla fine del racconto di Giorgio, Marco scosse la testa incredulo "Se non avessi avuto poco fa una inconfutabile prova che quanto mi hai raccontato è la pura verità, non ci crederei, pare tutto così incredibile." disse fissando il vuoto mentre cercava di riordinare le idee e ritrovare la calma. "Sei un uomo veramente fortunato Giorgio, sinceramente ti invidio e spero che quella di questa sera non sarà solo l'eccezione che conferma la regola. Sarai così generoso da consentirmi di tanto in tanto di godere delle grazie di Regina ?" domandò. Giorgio gli sorrise "Ma certo Marco, sei un amico ed in fondo io e te abbiamo notevoli affinità, qualche cosa che sino ad ieri avevo solo intuito, ma ora è una realtà" gli rispose e fu sorpreso dalla strana smorfia che si dipinse sul volto di Marco. Non seppe interpretarla subito, ma la distinse nettamente, anche se scomparve quasi subito, curioso, gli domandò apertamente "Qualche cosa non va ?", e Marco si mosse con evidente disagio "No, tutto bene..." iniziò a dire, evitando di fissarlo, "Non sembra proprio" ribatté Giorgio, e Marco riprese "Per la verità, qualche cosa c'è, ma non so come dirtelo, è imbarazzante, soprattutto dopo quello che è successo poco fa". "Poco fa io ti ho raccontato senza problemi cose che normalmente sarebbero molto imbarazzanti per chiunque quindi, non vedo perché non possa farlo anche tu" rispose Giorgio con calma, sfoderando un sorriso tranquillizzante. Marco finalmente lo guardò, "Poco fa mi hai chiamato amico, non avevo mai pensato a te come tale, non come ad un amico vero intendo, di quelli che contano, ma dopo questa sera ...." Fece una nuova pausa, trasse un lungo respiro, poi riprese "Caro Giorgio, non credo di essere degno di quel nome, non so come dirtelo in modo gentile, quindi non userò giri di parole, quello che tu poco fa hai chiamato amico, da quasi un anno è l'amante di tua moglie Cristina....." proseguì descrivendogli brevemente ma efficacemente il loro incontro e la loro relazione. Gettò li le ultime parole con furia, quasi a volersi liberare di un peso che lo opprimeva, poi si rilassò, come chi, finalmente in pace è pronto ad affrontare serenamente il suo destino. Questa volta fu Giorgio a sobbalzare sullo sgabello sul quale stava seduto, quasi come se lo avessero colpito con un pugno allo stomaco. Per qualche istante la sua mente sbandò sotto il colpo, cercando di rifiutare anche solo l'idea, poi lentamente iniziò ad accettarla. Marco non aveva alcun motivo per raccontargli una simile bugia, Cristina era una donna molto bella, affascinante in passato prima di conoscerlo aveva certamente avuto molti uomini, anche se non ne avevano mai parlato approfonditamente. Il suo temperamento era caldo e passionale ed era sicuro che le piacesse fare all'amore, era anche sicuro del suo amore con lui, questo sino a quel momento gli aveva impedito anche solo di pensare ad un suo possibile tradimento. Del resto anche lui la amava, anche di questo era sicuro, ma questo non gli aveva impedito di coltivare la sua ossessione per Regina e, quando il fato aveva deciso di aiutarlo generosamente, di portare questa sua ossessione alle conseguenze pratiche. Giorgio si era sempre creduto un uomo moderno e di ampie vedute, ma quando si decise ad accettare la realtà, una sola parola salì spontaneamente alle labbra "Puttana", la pronunciò quasi urlando, scaricando la rabbia che si era accumulata nel suo animo. Marco lo distolse dai suoi pensieri, "Mi dispiace Giorgio, credimi, mi dispiace, ma ti assicuro, non la vedrò mai più. Ora sarà meglio che vada, e forse sarà meglio che mi trovi anche un nuovo dentista", disse e lentamente si alzò dalla poltroncina e si mosse per andarsene, con aria afflitta. "No Marco, stai tranquillo, non ce l'ho con te, anche se forse dovrei. E' con lei che sono infuriato, ed è a lei che la farò pagare" disse Giorgio, "Sono contento che tu capisca, ora comunque sarà meglio che vada" rispose Marco, ma senza dar segno di evidenti miglioramenti nel suo stato d'animo. Lentamente uscì dalla sala lasciandolo solo. Giorgio rimase a lungo immobile, ancora sotto shock per la rivelazione, mentre la sua rabbia cresceva. Lottava contro l'istinto primordiale di alzarsi ed andare subito a casa per vendicarsi, quell'istinto che i maschi di ogni specie portano impresso indelebile nei loro cromosomi . Lottava consapevolmente, dal momento che voleva si vendicarsi ma in modo più sottile piacevole e duraturo di quanto avrebbe potuto fare abbandonandosi all'ira. Restò nello studio per quasi mezz'ora prima di convincersi di aver riacquistato la calma. Solo allora ritornò a casa e, seguendo il piano che ormai aveva concepito nella sua mente, iniziare a comportarsi con assoluta naturalezza, come se nulla fosse accaduto. Forse non avrebbe dovuto più centellinare i suoi incontri con Regina, anzi..... Con pazienza, Giorgio mantenne il controllo anche nei giorni successivi, attendendo il momento propizio, ed il momento venne pochi giorni dopo, quando Cristina partì per un viaggio che l'avrebbe tenuta distante da casa alcuni giorni. Giorgio la salutò affettuosamente, come sempre, pregandola di dargli quotidianamente sue notizie, ma non appena lei fu partita iniziò i preparativi per il suo rientro. Quando l'ultima sera, lei telefonò dicendogli che sarebbe rientrata la sera successiva sul tardi, lui la stupì dicendole "Cristina, non sai quanto mi sei mancata, non è per caso che tra i vestiti che ti sei presa c'è qualche cosa di molto sexy, sarebbe perfetto per quello che ho in mente per festeggiare il tuo ritorno a casa", la sua voce era dolce, calda e piena di sottintesi e promesse. "Ma Giorgio, cosa ti viene in mente, non sono mica in viaggio di piacere, sono via per lavoro lo sai" rispose lei ridacchiando lusingata "Allora amore, trova qualche minuto di tempo, passa in qualche boutique e comparti il vestito più sexy che trovi" gli disse lui in tono complice. Insistette in un delizioso gioco con lei che faceva volutamente la ritrosa pur desiderando accettare immediatamente, alla fine le strappò la promessa e riattaccò. Sorrise ironico pensando a quello che sarebbe accaduto la sera successiva, certo che per Cristina la sorpresa sarebbe stata "grande"..... La sera successiva tutto era pronto e Giorgio aspettava solamente l'arrivo di Cristina per iniziare allo stesso tempo la sua vendetta e quello che ormai era diventato il suo gioco preferito. Mentalmente ringraziò Marco per avergli fornito, con la sua confessione, il pretesto ed il coraggio di giocarlo anche con Cristina, sua moglie. Lei finalmente arrivò e lui le andò incontro sorridente come al solito, la guardò e l'abbracciò baciandola. Era veramente bella in quell'abito scelto con cura e gusto, sofisticato e sexy, incredibilmente sexy, provò una fitta d'eccitazione nel vedere le sue belle gambe fasciate dalle calze nere e i piccoli ma perfetti seni sapientemente mostrati e celati dalla leggera e trasparente stoffa e bordati dal reggiseno di pizzo a balconcino. "Allora, che cosa hai preparato, una serata speciale ?" gli domandò lei con un sorriso quando le loro labbra si separarono. Giorgio annuì, "Molto speciale, ma questa sarà la mia sorpresa, e dovrai attendere ancora qualche minuto", le rispose maliziosamente, "Vieni, prima voglio parlare un attimo con te" le disse e la prese per mano conducendola in salotto si sedettero, l'uno a fianco dell'altra. "Ti piace il mio vestito nuovo, l'ho comprato per te, quindi spero proprio che ti piaccia. E` abbastanza sexy ?" cinguettò lei convinta d'iniziare un piacevole gioco di seduzione. Lui annuì "Stupendo, veramente stupendo, del resto non mi stupisce dal momento che so benissimo che sei una donna raffinata" rispose Giorgio "Debbo invece confessarti di essere rimasto sorpreso nell'apprendere che non ti eri portata in viaggio nessun vestito sexy......, evidentemente questo viaggio l'hai fatto da sola senza il tuo amante" disse con la massima naturalezza e sfoggiando un ineffabile sorriso mentre dentro di se incominciava ad infiammarsi e doveva lottare per controllare i propri istinti. Il volto di Cristina sbiancò, e nei suoi occhi passò un veloce lampo di paura poi, da quella donna sicura che era, si riprese immediatamente e tutto scomparve dal suo volto come se mai fosse accaduto. Un osservatore meno attento di Giorgio, forse non avrebbe nemmeno notato quell'attimo di smarrimento, ma lui se lo attendeva e lo colse con certezza. "Che cos'è questa storia Giorgio, sei impazzito, perché farnetichi parlando d'inesistenti amanti, che cosa ti è successo ?" ribatté sicura Cristina, con tono sdegnato ed aria seccata, Giorgio la guardò continuando a sorridere imperturbabile come se lei non avesse detto nulla "Dimenticavo di dirti che qualche giorno fa ho parlato con Marco, il tuo amante....". Questa volta Cristina accusò il colpo, si rese immediatamente conto di non essere in grado di reggere ulteriormente il confronto e cercò una disperata difesa nella fuga. "Non ho alcuna intenzione di restare qui a sentirti delirare" farfugliò cercando di nascondere di essere sconvolta dalle sue rivelazioni. Si mosse rapidamente e si alzò per allontanarsi. Ma Giorgio, si aspettava quella reazione e si alzò con lei, la bloccò e fissandola con intensità le disse "Smettila di recitare Cristina, so tutto ormai", la lei cercò di liberarsi e fuggire continuando a negare ed a fingere indignazione, e fu allora che lui la colpì. La sua mano si mosse veloce e potente, Cristina la vide arrivare incredula, il palmo duro e resistente la colpì sulla guancia con grande forza, i lunghi capelli si alzarono seguendo il rapido movimento rotatorio impresso alla testa dalla violenza dell'urto. Lo schiocco del ceffone ruppe il silenzio della stanza e Cristina scossa precipitò a terra scompostamente. Giorgio la vide rotolare a terra , il vestito si aprì e sollevò scoprendo generosamente le belle e lunghe gambe, la rotondità delle natiche. La fissò solo un attimo, provando una nuova e più forte fitta d'eccitazione al pensiero di quanto sarebbe accaduto di li a poco. Freddo e deciso Giorgio la prese, costringendola a rialzarsi, lei era scossa dal colpo e non capiva cosa stesse accadendo. Lui la condusse in camera e la stese sul letto, dove aveva preparato le corde. Le stesse corde che aveva usato per Regina, Giorgio non poté impedirsi di notarlo e di chiedersi se avrebbe provato lo stesso intenso piacere...... Lavorò rapido ed efficiente ed alla fine Cristina giaceva legata saldamente al letto ed imbavagliata, non l'aveva spogliata completamente, ma si era limitato a toglierle le mutandine ed il reggiseno, lasciandole il vestito, ora al di sotto della sottile e trasparente stoffa si vedevano distintamente i capezzoli . Per il momento invece il pube era ancora nascosto dal vestito. Attese pazientemente che Cristina si riprendesse completamente e non ci volle molto. Dapprima lei si dibatté cercando di liberarsi, le sue urla erano soffocate dal bavaglio, Giorgio la guardò divertito da quegli inutili sforzi. Alla fine, giacque immobile fissandolo ed i suoi occhi mandavano evidenti lampi d'ira. Decise di stuzzicarla "Qualche cosa non va Cristina ?" le disse con un sorriso beffardo, e gli occhi di lei avvamparono "A me sembra che non vi sia nulla che non va mia cara, e se tu potessi parlare e mi rimproverassi di averti legata, io negherei indignato, esattamente come hai fatto tu per il tuo amante". L'ultimo bagliore d'ira si spense nei suoi occhi, mentre Cristina si rendeva conto pienamente di essere in sua balia e di non poter più sfuggire al confronto. Lo sguardo si addolcì e lei si sforzò di fargli capire che voleva che le togliesse il bavaglio per parlare "Che succede, ora vorresti parlarne ?" domandò Giorgio, e lei annuì. "Spiacente mia cara, ma è troppo tardi, ora sono io che non voglio più sentire quello che hai da dire" le disse Giorgio, e subito si compiacque dell'espressione incredula e smarrita che Cristina assunse. Evidentemente in quel momento incominciava a chiedersi quali fossero le sue reali intenzioni. "Torniamo a Marco il tuo amante, è stato per una fortunata coincidenza che sono riuscito a scoprire di voi due, da lui potevo anche aspettarmelo, lo conosco da tempo e so benissimo che non potrebbe mai resistere ad una bella donna come te", fece una sapiente pausa, concedendosi di osservare le reazioni di Cristina, poi riprese "Francamente non mi ero mai aspettato una cosa simile da te, non avevo mai capito quanto tu fossi puttana" le disse calcando il tono sull'ultima parola, e per un solo attimo gli occhi di Cristina avvamparono a quell'insulto. "Ma quello che mi ha più ferito, è stato lo scoprire che lui è dotato di un membro di dimensioni non molto comuni, non hai saputo resistere vero Cristina ? Evidentemente hai una predilezione per simili attrezzi come ogni vera puttana del resto" continuò, e più continuava e più Cristina appariva smarrita, sia perché si domandava certamente come lui avesse potuto reperire simili informazioni, sia perché per quanto si sforzasse non riusciva ad intuire le sue reali intenzioni. Giorgio la osservava, godendo di quelle reazioni e continuò nel gioco, ritardando continuamente il momento della rivelazione. Oramai Cristina giaceva immobile, fissandolo con sguardo atterrito, e quando lui la fissava, lei non riusciva a sostenere il suo sguardo ed abbassava gli occhi. Mai in vita sua aveva visto la moglie comportarsi in quel modo. Dentro di se Giorgio esultò per quella prima vittoria. "Forse tu ora temi che io voglia vendicarmi vero ?" le domandò sarcastico, "Ma mia cara ti assicuro che nulla è più lontano dal vero, e non farti ingannare dal fatto che ti ho legata ed imbavagliata" proseguì con lo stesso tono. "Ti amo troppo, e pur offeso e ferito non so pensare ad altro che al tuo bene" le si avvicinò e con dolcezza le accarezzò la guancia che portava ancora evidentissimi i segni del ceffone ricevuto. "Sono passati parecchi giorni dal giorno in cui ho saputo di Marco" riprese con calma "E da allora non vi è stato momento che non abbia pensato a che cosa avrei potuto fare per aiutarci a superare questo difficile momento". Senza parlare si allontanò dal letto, portandosi vicino alla porta e la aprì "Poi ho pensato che in qualche modo, dovevo dimostrarti di averti perdonata" disse "E dal momento che avevo appena scoperto che ti piacciono belli grossi, cosa di meglio di Kafar", si voltò a guardare Cristina sorridendole, e dalla porta dietro di lui, comparve Kafar. Kafar era uno di quelle migliaia di venditori ambulanti, venuti in Italia dalla lontana Africa, con la speranza di raggranellare una piccola fortuna vendendo ninnoli più o meno artistici. Giorgio l'aveva conosciuto perché lo incontrava spesso andando od uscendo dallo studio e spesso comprava qualche cosa da lui. Era un Africano vero, alto e robusto, dalla pelle nera come il carbone "Sai Cristina, Kafar manca da molti mesi dal suo paese e qui mi ha confessato di non avere molte possibilità di dar sfogo ai suoi istinti, quindi quando gli ho proposto di diventare il mio regalo di pace, ha accettato con entusiasmo" disse Giorgio, trionfante per l'espressione di terrore che leggeva sul bel viso di Cristina. Kafar si avvicinò al letto ed allungò una mano per toccarla, e Cristina riprese a dibattersi disperatamente cercando di sottrarsi, l'uomo si voltò fissando Giorgio con aria interrogativa "Tranquillo, è solo molto eccitata e per questo si dibatte, non ci fare caso, fai quello che vuoi, è tua, la tua puttana per questa sera...." L'uomo sorrise e ritornò ad allungare la mano su Cristina, la sua enorme nerissima mano si posò sui piccoli perfetti seni di lei accarezzandoli, slacciò i bottoni e spostò la stoffa, del vestito scoprendo la sua bianchissima pelle. Si rialzò ed iniziò a spogliarsi. Cristina smise di dibattersi, ormai consapevole dell'inutilità degli sforzi, fissò con occhi disperati l'uomo, ed emise un gemito di disperazione quando l'uomo si liberò frettolosamente dei pantaloni ed alla sua vista comparve l'immenso e tesissimo fallo. Kafar salì sul letto, sorridendo eccitato, le sue mani sollevarono la gonna del vestito di Cristina scoprendo il pube di lei e la rosea vagina, Cristina si dibatté un'ultima volta quando la sua mano si posò sul clitoride solleticandolo duramente mentre Kafar emetteva una risata eccitata. Poi lui si spostò in avanti e l'immensa massa di quel nerissimo corpo fu sopra di lei, Cristina giacque immobile reclinando la testa sul cuscino a fissare Giorgio che la guardava sorridendole. L'immenso glande si appoggiò alle grandi labbra e penetrò frettolosamente in lei alla frenetica ricerca del proprio piacere. Una smorfia di dolore si dipinse sul volto di Cristina, mentre l'immenso palo affondava sempre più nella vagina non lubrificata, dilatandola quasi a volerla squartare con la sua immane potenza. Ben presto Kafar si abbassò su di lei e prese a muoversi ritmicamente, mentre con la bocca si gettava avido sui piccoli seni di Cristina. Le nere labbra si appoggiarono ai rosei capezzoli succhiandoli avidamente mentre i suoi colpi decisi scuotevano tutto il corpo di Cristina. Il ritmo del pube di lui cresceva in continuazione, mentre Cristina ormai piangeva e singhiozzava per il dolore e per l'umiliazione, quando Giorgio si accorse che il giovane negro stava per godere si avvicinò e, a coronamento dell'umiliazione di Cristina, lo invitò a godere sul viso di lei. Cristina chiuse gli occhi nel vedere l'immenso glande avvicinarsi al suo volto, mentre la nera mano scorreva veloce sull'asta masturbandola. Poi sentì solo lo sperma colarle sul viso, caldissimo ed abbondantissimo, schizzarle sugli occhi e sui bellissimi capelli sino a ridurla ad un'oscena maschera che l'uomo, terminato di godere, distribuì su tutta la pelle usando l'immenso fallo che ormai iniziava a rilassarsi come un pennello. Cristina riaprì gli occhi solo molto dopo, quando sentì le mani di Giorgio che la liberavano del bavaglio "Bastardo" sibilò non appena libera "Da brava Cristina, non ricominciare" disse Giorgio, "Non aggravare la tua posizione" aggiunse, e lei giacque in silenzio fissandolo con espressione vuota. "Se ti dicessi che da domani tutto tra di noi ricomincerà come prima mentirei, e questa sera sono state dette abbastanza bugie" iniziò lui "Ma forse non tutto è perduto, contrariamente a quanto probabilmente pensi io ti amo ancora, e sarà sufficiente che tu accetti alcune piccole condizioni perché la nostra vita assieme possa ricominciare....". Lei lo guardò riflettendo, incerta sul da farsi, poi si rese conto di essere ancora in sua balia, con le corde che le legavano ancora braccia e gambe, lui notò il suo sguardo rivolto alle corde "Si Cristina, sei ancora legata ed impotente, , sono io a dettare le condizioni" riprese Giorgio. "Per prima cosa domani stesso rassegnerai le tue dimissioni dalla compagnia per dedicarti unicamente a tuo marito" declamò con voce dura, "Per secondo, potrai riprendere ad essere la solita Cristina, orgogliosa, autoritaria e decisa ogni volta che saremo in compagnia, ma quando saremo soli, o comunque ogni volta che io lo esigerò, tu ti trasformerai immediatamente nella nuova Cristina per la quale ogni mio desiderio è un ordine al quale obbedire con gioia, e se non obbedirai, ti punirò nuovamente e con ancora maggiore durezza". Negli occhi di Cristina lesse un'ultimo lampo d'orgoglio e di ribellione, ma subito dopo vide calare una cortina di stanchezza e rassegnazione "Va bene Giorgio, tutto quello che vuoi" disse con un filo di voce. Lui annuì, "Bene, così mi piaci, adesso ti slegherò e vedremo se hai detto la verità". La slegò, poi le disse con voce dura "Spogliati, sono eccitato e voglio scoparti" ed iniziò a togliersi i vestiti. Con un gemito, Cristina si mosse ed iniziò a sua volta a liberarsi del vestito, nudo Giorgio guardò il suo bellissimo corpo ed il pene eretto vibrò d'eccitazione. La raggiunse e si stese sul letto "Succhiamelo puttana" le ordinò, Cristina con rassegnazione si chinò su di lui sino a che le labbra non circondarono il glande paonazzo e la lingua non lo accolse nella calda bocca. Lui si godette l'abile lavoro di lei, dandole ordini precisi che lei eseguiva prontamente, poi la attirò a se facendo scivolare il corpo di lei sopra il suo e la penetrò, scopandola con foga inusitata, sino a che non venne, fissando il bel volto di Cristina sul quale lo sperma di Kafar lasciava ancora tracce evidenti. Nella mente di Giorgio, il piacere di quella magica sera non si era ancora esaurito che già un nuovo stuzzicante disegno andava delineandosi per i giorni seguenti..... Nei giorni successivi Giorgio concesse a Regina e Cristina una pausa, mentre studiava e preparava le sue nuove mosse. La sua mente era stata rapita da una nuova idea e si era messo a pianificare ogni dettaglio accrescendo in se l'eccitazione per quello che sarebbe accaduto.

Da: Giorgio Oggetto: Il dentista Parte 5 [BDSM-L] Data: sabato 14 marzo 1998 18.40 Parte 5 Il telefono squillò alcune volte, poi una voce di donna rispose all'altro capo del filo "Buonasera signora, sono Giorgio, il dentista di suo marito, c'è Marco per favore ?" domandò Giorgio "Buonasera dottore, glielo passo subito" rispose la donna e poco dopo Marco era al telefono "Pronto" disse "Ciao Marco sono Giorgio disturbo ?" iniziò lui. Dall'altro capo Marco, evidentemente sorpreso da quella telefonata, lasciò trascorrere alcuni secondi senza riuscire a parlare "No certamente, solo non mi aspettavo questa telefonata" disse imbarazzato "Capisco, pensavi che dopo la tua rivelazione io non volessi più avere a che fare con te, ma ti sbagliavi, anzi, ritengo che io e te dovremmo parlare, ed al più presto anche" rispose Giorgio "Forse hai ragione, certe cose vanno chiarite subito" accondiscese Marco "Benissimo, dal momento che siamo d'accordo, che ne diresti di vederci Sabato sera dopo cena a casa mia ?" gli propose Giorgio. "Ma non saprei, forse sarebbe meglio vederci da qualche altra parte non credi" rispose Marco dubbioso "Non ti preoccupare, casa mia andrà benissimo, non ho intenzione di farti scenate o cattive sorprese" ridacchiò Giorgio. Alla fine Marco accettò e Giorgio riattaccò soddisfatto, i due giorni successivi trascorsero tranquillamente, tutto ormai era a posto e non restava che aspettare. Sabato sera Giorgio attese con impazienza l'arrivo di Marco, quando questi giunse era imbarazzatissimo. Giorgio lo fece entrare e lo portò in salotto, facendolo accomodare su di una poltrona ed offrendogli da bere. "Ti chiederai perché ti ho fatto venire qui questa sera" disse Giorgio "In effetti, devi convenire che è alquanto strano che un marito convochi l'ex amante di sua moglie per una chiacchierata amichevole" rispose Marco. "Certo, ma devi sapere che in questi ultimi tempi mi sono accadute molte cose strane e questa è solo una delle tante, tu ne hai avuto un piccolo esempio quella sera nel mio studio" aggiunse Giorgio. Marco annuì silenziosamente muovendosi sulla poltrona al ricordo dell'indimenticabile primo incontro con Regina. "Bene, credo che questa sera vi saranno altre che potremmo tranquillamente insolite, ad iniziare da alcune domande che vorrei porti ed alle quali ti pregherei di rispondere in assoluta franchezza. Te la senti ?" domandò Giorgio. Marco ci pensò un poco, "Questo credo di dovertelo, domanda pure" rispose Marco e Giorgio sorrise e proseguì sul cammino che si era prefissato. "Sinceramente dimmi, ti è piaciuto quanto è accaduto nel mio studio con Regina ?" domandò "Credo che non sia necessaria una risposta a questa domanda, hai visto perfettamente quanto mi è piaciuto ed io te l'ho poi anche dimostrato, parlandoti della mia relazione con tua moglie" rispose Marco ancora molto teso. "Volevo solo una conferma, e quindi posso supporre che ti piacerebbe ripetere l'esperienza se te ne concedessi l'occasione ?" lo incalzò. Marco parve sorpreso da quella domanda, e dopo un lungo silenzio rispose a sua volta con una domanda "E` una pura ipotesi ho una possibilità concreta ?". Giorgio ridacchiò "Vedremo amico vedremo, vi sono ancora alcune domande che ti vorrei porre, comunque credo che a questa tu abbia già risposto positivamente, mi sbaglio ?" e Marco annuì. "Parliamo un attimo di Cristina invece, ti senti ancora attratto da lei ?", Marco si mosse sulla poltrona imbarazzatissimo e si affrettò a rispondere con foga "Tua moglie è una bella donna, non posso negare che andare a letto con lei mi sia piaciuto molto, ma ti ho già detto e ripetuto che per quanto mi riguarda il capitolo chiuso". Giorgio lo osservò attentamente, poi riprese "Non vi è alcun motivo perché tu debba allarmarti, rilassati, ti assicuro che le mie domande sono assolutamente amichevoli." Cercò di tranquillizzarlo "Avrai certamente notato che esercito su Regina un potere pressoché totale, quella ragazza farebbe qualunque cosa io le chiedessi, tu che ne pensi ti piacerebbe possedere una tale potere ?". Marco lo guardò stupito ed incredulo. Giorgio si accorse che ripensava a quella sera allo studio, quasi a trovare conferma alle sue parole, ad un certo punto prese ad annuire "Sei un'uomo fortunato Giorgio, te l'ho già detto e te lo ripeto, io solo nelle mie fantasie ho avuto una donna disposta a soddisfare qualunque mio desiderio" disse con aria sincera. Giorgio annuì soddisfatto, ancora una volta le sue intuizioni erano esatte. "Forse tu non ci crederai amico mio, ma anch'io ti devo qualche cosa, e questa sera ti ho chiamato appunto per mostrarti la mia riconoscenza" disse e si alzò con calma "Seguimi ho qualche cosa da mostrarti. Giorgio condusse Marco in una stanza che nei giorni precedenti aveva adeguatamente preparato, entrarono e l'ambiente era illuminato da una luce rossa e diffusa, provenendo dalla piena luce del salotto, Marco non riuscì immediatamente a distinguere i particolari, ma ci vollero lunghi istanti prima che i suoi occhi si adattassero e la visione gli si mostrasse nitida. Si arrestò di colpo, al centro della stanza, stavano Regina e Cristina, erano in piedi, ma legate con le braccia estese sopra la testa, e le gambe leggermente divaricate. Entrambe erano vestite di nero, con abiti aderenti, lungo e con profondi spacchi dai quali s'intravvedevano le lunghe e perfette gambe quello di Cristina, cortissimo al punto da lasciar trapelare il bordo delle calze a rete auto reggenti quello di Regina. Le profonde scollature lasciavo che lo sguardo potesse generosamente spaziare sui seni. "Dovrei presentarti Cristina e Regina, ma tu le conosci bene entrambe" ridacchiò Giorgio e si avvicinò a Cristina "Questa puttana è stata la tua amante per un anno, dimmi cosa ti piaceva di più di lei, la sua bocca ?" le dita di Giorgio passarono rudemente sulle labbra di Cristina "O i suoi seni" le dita scesero ad allargare la scollatura ed a palpare rudemente i piccoli seni della moglie. Girò attorno a Cristina, la mano sollevò la gonna e gli spacchi si aprirono scoprendo le bellissime e lunghe cosce fasciate in delicate e trasparentissime calze ed il reggicalze raffinato. Poi lentamente si scoprirono anche le belle natiche e Giorgio le palpò rudemente "E del suo culo cosa ne pensi ?", non attese la risposta, la gonna ricadde e lui si spostò al fianco di regina, abbassò con decisione la scollatura del vestito, scodellò le belle tette dal reggiseno di pizzo le dita afferrarono i capezzoli stropicciandoli e Regina si mosse sotto le prime fitte di quel delizioso cocktail di dolore e piacere che le scaldava il sangue. "E di questo viso d'angelo, che chiede solo di essere trattata come la puttana che in realtà è, cosa ne dici, cosa faresti delle sue stupende tette di quella bocca dolcissima e fresca o di quella sua deliziosa fichetta ?". Marco lo guardava immobile, senza parlare, ma i suoi occhi non smettevano un attimo di spostarsi su quel meraviglioso spettacolo sfiorando, accarezzando i corpi di Regina e Cristina. Giorgio si spostò e lo raggiunse e gli pose una mano sulla spalla fissandolo con intensità"Amico mio, vuoi una puttana pronta a soddisfare ogni tuo desiderio, senza discutere godendo solo ed esclusivamente del tuo assoluto piacere ? Non hai che da scegliere, sei mio ospite". Marco a fatica distolse lo sguardo dalle due donne e fissò Giorgio "Posso davvero ?" domandò con voce rotta dall'emozione, e Giorgio annuì "Ad una sola condizione, chiunque delle due sceglierai, dovrai trattarla come si merita, da vera puttana, lei sarà solo uno strumento del tuo piacere", Marco annuì mentre un lampo d'eccitazione gli balenava negli occhi. Lentamente si avvicinò alle due, le sue grosse mani presero a scorrere sui loro corpi, accarezzando, tastando, quasi fosse un compratore di bestiame che valuta la merce, ma pareva indeciso, passava continuamente da l'una all'altra. "Che cosa c'è Marco, non riesci a deciderti ?" domandò Giorgio, e Marco lo guardò sorridendo ed annuendo "Non è una decisione facile, e poi in tuta sincerità temo di dispiacerti con una scelta inopportuna" gli disse e Giorgio ridacchiò "Non farti problemi, una puttana vale l'altra, scegli pure liberamente". Marco ebbe ancora una esitazione poi fece la sua scelta, Prese Regina e le slegò le braccia e la fece inginocchiare, poi si avvicinò a Giorgio e lo portò davanti alla giovane, "Forza puttana, fammi vedere come glielo succhi bene" disse afferrando Regina per i neri capelli e costringendola a guardarlo in viso. Giorgio lo guardava incuriosito. Marco lasciò la chioma di Regina e si allontanò per avvicinarsi a Cristina, mentre la giovane prendeva ad armeggiare con i pantaloni di Giorgio slacciandoli ed inserendo una mano nell'apertura. Malgrado quegli eccitanti movimenti, Giorgio con lo sguardo seguiva Marco e lo vide accostarsi a Cristina. Il suo grande corpo aderì a quello di lei, mentre la sua bocca scendeva tra i suo capelli sino a baciarle il collo e le orecchie. "Mia cara Cristina, forse tu vorresti che perdessi almeno qualche istante in quei dolci preliminari che ti piacciono tanto, ma oggi sono troppo eccitato" disse Marco, e subito dopo si rialzò ed sbottonati i pantaloni ne estrasse il cazzo eccitato. La bocca di Regina lavorava ormai abile sul membro di Giorgio, ma lui continuava a fissare la moglie e l'amico, Marco aveva sollevato la gonna di Cristina e le aveva letteralmente strappato le delicate mutandine, lo vide piegare le ginocchia per colmare la differenza di statura. Vide il grosso membro scomparire tra le coscie di Cristina muoversi leggermente per trovare il punto esatto, poi Marco inferse un colpo deciso e potente che fece affondare gran parte del membro nella vagina ancora non lubrificata della donna. Cristina lanciò un grido di sofferenza, ma Marco parve non accorgersene e riprese a scoparla con colpi decisi, mentre iniziava a spogliarsi. Finalmente Giorgio staccò gli occhi dai due e si concentrò su Regina. Le prese la nuca e la attirò a se con decisione affondandole profondamente il cazzo in gola, poi a sua volta prese a spogliarsi. Dopo non molto i due maschi erano nudi, Giorgio liberò completamente Regina e la prese portandola vicino a Marco. La giovane si abbassò ed andò a stuzzicare con la dolce lingua il cazzo che scorreva nella vagina di Cristina. Giorgio intanto, stava slegando le braccia di Cristina, e quando l'ebbe fatto le spinse con decisione in basso la testa in modo che lei prendesse a succhiarlo. Poi si rivolse a Marco "Sai Marco queste due deliziose puttane sono anche due perfette lesbiche, ti piacerebbe vederle in azione" , Marco annuì ridacchiando. Pochi minuti dopo Cristina e Regina liberatesi dei vestiti giacevano a terra, allacciate in un frenetico 69 e le loro morbide lingue scorrevano sulle rispettive vagine e clitoridi. Giorgio e Marco guardavano accarezzandole, poi impazienti tornarono a penetrarle ed allora Cristina e Regina presero a dedicare la loro attenzione ai membri che scorrevano nei caldi ventri. "Avevi proprio ragione, a Cristina piace la lingua di Regina, sentissi come è bagnata ora, mentre prima..." commentò Marco mentre scopava con foga la moglie di Giorgio. "Si, anche per me che la conosco da anni è fonte di continue sorprese" rispose Giorgio senza smettere di scopare Regina, "Vieni, facciamo cambio e ti farò vedere qualche cosa di speciale. Inoltre potrai finalmente provare la deliziosa fichetta di Regina" aggiunse staccandosi dalla giovane. Marco non fece certo obiezioni e poco dopo affondava con grande piacere il suo membro nel caldo ventre di Regina spingendo con decisione per dilatarla ed affondare completamente in lei. Giorgio invece si portò alle spalle di Cristina e si chinò divaricando le belle chiappe e spingendo la lingua a stuzzicarle lo sfintere. Poi si rialzò e vi appoggiò il glande e spinse con decisione, sotto gli occhi di Marco che fissava eccitato la scena, lo sfintere si dilatò lentamente sotto la decisa pressione, mentre Cristina s'irrigidiva e lanciava gridolini di dolore. Lentamente ma inesorabilmente Giorgio penetrò sempre più in lei. "Questa troia con i suoi urli mi disturba, vedi un poco di zittirla " disse Giorgio a Marco e lui ridacchiando nervosamente l'accontentò e sfilato il cazzo dal ventre di Regina lo affondò prepotentemente nella bocca gemente di Cristina, afferrandola per i capelli e trattenendola mentre le spingeva il glande in gola sino quasi a soffocarla. Ormai Giorgio era completamente affondato nello stretto buchetto della moglie e la sodomizzava con decisione Cristina lentamente smorzò le sue urla soffocate riducendole a gemiti incoerenti. Allora Giorgio la prese con decisione per i fianchi ed insieme ruotarono scivolando via dal corpo di Regina e dal membro di Marco. I due si ritrovarono a terra stesi a su di un fianco, le mani di Giorgio raggiunsero le belle cosce di Cristina e la costrinsero a sollevare una gamba, offrendola oscenamente scosciata allo sguardo di Marco. La rosea vagina era perfettamente visibile come il membro di lui che scorreva veloce e potente nel suo delizioso culetto. "Credo che Cristina ora stia morendo dalla voglia di sentire anche te dentro la sua micina, non vorresti accontentarla ?" domandò Giorgio a Marco, e lui si mosse immediatamente per raggiungerli e poco dopo il suo membro si faceva prepotentemente largo affondando nel ventre di Cristina. La furia dei due maschi si abbattè su Cristina con la violenza e la rapidità di un temporale estivo. Il ritmo dei fianchi dei due crebbe in continuazione ed i due si mossero con foga. Eccitati dal crescere dei suoi gemiti, da quel corpo stretto tra i loro ed in loro balia, ben presto sia Giorgio che Marco raggiunsero l'apice del piacere scaricando i loro copiosi frutti nel corpo di Cristina. I due si staccarono dalla donna lasciandola a terra esausta e dolorante ed i loro sguardi si posarono quasi contemporaneamente su Regina. La giovane si era leggermente mossa ed aveva osservato con attenzione tutta la scena, il suo sguardo era un'enigmatico cocktail di paura ed eccitazione. "Giorgio, non mi pare bello quello che abbiamo fatto, trascurare così la povera Regina, dovremmo porvi rapidamente rimedio" "Sono dello stesso parere Marco" rispose Giorgio poi si rivolse a Regina "Vieni qui e vedi di rimetterci rapidamente in forma" le ordinò. La giovane si avvicinò loro camminando carponi, con i bei seni che sobbalzavano armosiosi ed elastici. La sua bocca e le sue mani presero a giocare con i loro sessi semieretti per il precedente orgasmo. Le sue mani scorrevano veloci sulle aste, le morbide labbra e la tumida lingua vagavano in continuazione da un glande all'altro e ben presto l'eccitazione tornò ad invadere i corpi di Giorgio e Marco. "Sai Marco, stavo pensando che non credo possibile che quel tuo grosso bastone possa affondare nel delizioso culetto di una donna, sarei pronto a scommetterci" disse quasi distrattamente Giorgio, con l'evidente intento di stuzzicarlo e Marco immediatamente aderì al gioco, rispondendo per le rime "Per la verità non lo so nemmeno io, ma mi piacerebbe fare una prova, trovo che il culo di Regina sia un'autentico capolavoro, accetto la scommessa" . Marco si alzò e si portò a palpare ed accarezzare il bel culo di Regina, le sue grosse mani dilatarono le sode natiche, scoprendo il delizioso e roseo forellino anale, la sua lingua lo lambì depositandovi un leggero velo di saliva. Vi giocò, godendo delle piccole contrazioni che i suoi tocchi provocavano. Poi si alzò impugnato saldamente il turgido membro lo avvicinò all'ano della giovane. Il corpo di Regina si contrasse quando Marco assestò una spinta d'assaggio, lui sollevò lo sguardo e vide che Giorgio lo fissava mentre con la mano spingeva la testa di Regina in basso affondandole profondamente il cazzo in gola. Vide anche che Cristina l'aveva raggiunto e stava china sul marito lavorando di lingua sullo scroto e sulla parte di asta che ancora sfuggiva dalle labbra di Regina. Spinse con maggiore decisione ed incominciò ad udire i gemiti soffocati di Regina, si rivolse a Cristina, Vieni qui e leccamelo per lubrificarlo mentre penetra" le ordinò e lei obbedì. Marco tornò a concentrarsi sulla visione del suo glande che dilatava le giovani carni di Regina sforzandosi di penetrarla. Ora la lingua di Cristina lo lambiva insalivandolo, ad ogni spinta decisa le carni si aprivano un poco di più e lui penetrava in lei di pochi millimetri. I gemiti di Regina crescevano anche se soffocati dal membro di Giorgio che le ostruiva la bocca, Marco incominciava a disperare di riuscirsi quando un'ultima decisa spinta gli consentì di oltrepassare lo sfintere ed il suo cazzo affondò deciso. "Mio caro Giorgio hai perso la scommessa" disse con aria trionfante tornando a guardare Giorgio. Con pochi decisi colpi fu completamente affondato in lei ed il suo pube giunse a contatto con la serica pelle di quelle deliziose chiappette. Il volto di Regina era contratto per il dolore, gli occhi chiusi leggermente rigati di lacrime Giorgio si spostò e la baciò con finta tenerezza sul bel viso. "Sei veramente una gran puttana piccola Regina" le sussurrò, poi si stese scivolando lentamente sotto la suo corpo. Poco dopo il membro di Giorgio affondava nella vagina di Regina che si ritrovò riempita dai due come poco prima era accaduto a Cristina. Il dolce supplizio della giovane durò molto più a lungo dal momento che i due maschi, grazie al precedente orgasmo, non avevano più l'irruenza e la foga palesate con Cristina. Giocarono a lungo con il suo giovane corpo alternando violente accelerazioni a periodi di calma relativa. Alla fine i due si staccarono da Regina, e fecero stendere le due donne l'una a fianco dell'altra , e mentre le due si baciavano lesbicamente, Marco e Giorgio si masturbarono, godendo nell'imbrattare oscenamente i bei volti con il loro caldo sperma. Quando i due si abbandonarono esausti le due donne rimasero ansanti e doloranti ma abbracciate, intente a consolarsi reciprocamente, Giorgio distolse lo sguardo dalle due donne e si rivolse Marco "Amico mio, se nei prossimi giorni chiedessi la tua collaborazione per la realizzazione di un certo piano al quale sto lavorando, potrò contare su di te ?" gli domandò con un sorriso. Marco rispose prontamente "Come potrei rifiutarti un favore, certo che ti aiuterò" e Giorgio annui iniziando a pensare a nuovi interessanti sviluppi

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