Da: Jean-Luc Picard
Oggetto: A scuola Data: venerd́ 13 marzo 1998 14.23
Salve a tutti! Ecco un altro mio piccolo racconto : la trama e' un po' banale, ma e' stato
uno dei miei primi esperimenti (di qualche anno fa) di racconto "erotico".
Gradirei commenti... grassie
A SCUOLA
Era una calda mattina del 22 Maggio quando uscii di casa per andare a scuola, come ogni
malinconico giorno. Alle 8.20 arrivo e 10 minuti dopo ecco che la mitica lezione di latino
incomincia. Io ed il mio compagno, dopo solo 5 minuti di spegazione, cominciamo a parlare
tranquillamente, fregandocene dei continui richiami della prof., che ormai isterica,
decide di dividerci. Io andai a finire nel territorio della bonazza di turno: si chiamava
Cristina ed era una ragazza alta 1.75 circa, un corpo magro e sinuoso, un sedere a
mandolino tremendamente bello ed un seno piccolo ma ben fatto. Quel giorno, dato che
faceva caldo, era vestita con un paio di jeans strettissimi, che mettevano in risalto le
sue "doti posteriori" e con una leggera magliettina , senza il minimo segno di
reggiseno. Dato che in 4 anni non ci siamo mai rivolti piu' di un saluto, anche perche' in
sua presenza mi sentivo veramente imbarazzato, cominciai a seguire la lezione; ben presto
pero' la mia mente fu distratta da lei : non riuscivo proprio a togliermela dalla mente;
ogni suo particolare mi provocava una piccola eccitazione. Vedevo i jeans avvolgere, come
una seconda pelle, quelle gambe e, quando le allargava un attimo, ecco comparire la forma,
stretta in modo sovraumano, tra le piccole pieghe della stoffa, della sua vagina. Le
grandi labbra risaltavano come se non ci fosse nulla a coprirle... Vedevo delle piccole
macchioline di sudore vicino ai capezzoli, stranamente eretti; vedevo le sue mani
accarezzare, con le sue lunghe ed affusolate dita, le gambe; vedevo la sua lingua
percorrere con ignara sensualita' le labbra per poi sparire. Cominciavo a sudare freddo e
la mia eccitazione era sempre piu' evidente, anche perche' la mia mente, a ruota libera,
non collaborava per nulla, continuando ad immaginare strane configurazioni laocoontiche
dei nostri corpi... Cercavo in tutti i modi di non guardare, ma finivo sempre li' . Ad un
tratto le cadde una penna, tentai di chinarmi per prenderla, ma lei mi anticipo' e,
poggiando una mano sulla mia gamba, la raccolse. Quel contatto fu tremendo: sentivo il
calore della mano penetrare i miei jeans ed il mio pene cominciava gia' a pulsare, gonfio
di piacere. Il bello fu quando, raccolta la penna, la sua mano rimase sulla mia gamba :
divenni un pezzo di marmo, ma prendendo un po' di coraggio, portai la mia sedia piu'
vicina al banco, in modo tale che la sua mano, scivolando sulla mia gamba, arrivasse al
mio sesso. Il piano si svolse perfettamente: infatti il suo pollice adesso era a contatto
con la patta dei miei pantaloni; pensavo