Da: alex
Oggetto: Accompagnatore offresi...
Data: mercoledì 18 marzo 1998 19.09
Era nato tutto quasi per scherzo. Gianni era sicuro che l'amico non avrebbe mai avuto il
fegato di farlo : ed infatti Mario, quel giorno, non riuscì a trattenere la soddisfazione
che provava nel veder trasalire quel presuntuoso. <>, gli disse mostrandogli il
giornale. <>ribattè Gianni, dopo aver letto le righe evidenziate. <>, sussurrò
Mario, riportando, quasi con movimento automatico, gli occhiali da sole nella loro
posizione naturale. Giovanni lo fissò allibito per un paio di secondi, estrasse il
portafoglio e lo pagò. <> <> disse, con malcelata ironia, Mario. <> <> <> <>
lo interruppe Mario, indietreggiando lentamente verso la Golf. <> <> gli gridò mentre
chiudeva lo sportello. Gli sorrise per un attimo, avviò il motore e, facendo stridere le
ruote motrici, si allontanò verso il centro. Gianni non l'avrebbe mai raccontato a
nessuno, ma sicuramente, in futuro, ci avrebbe pensato su due volte prima di sfidarlo : è
troppo attaccato ai soldi, quel babbeo. Semaforo rosso. Suona il cellulare. Mario si
voltò e fissò quasi con sorpresa, sul cruscotto, il Motorola tacs che usava per il
lavoro e che per sbaglio aveva portato con sè quel giorno. <>, disse, dopo aver buttato
l'occhio sul suo Kinetic. <> Silenzio. <>, urlò. <>, sussurrò dall'altro capo una
donna. <> <> Mario rimase di sasso. << Pronto? Sei ancora lì ? Tiberio ?>> <> <> Verde. << Io, non lo so. Penso....penso di sì.....>>. << Bene : dove e quando. Presto, che devo scappare....>> << ....ecco....così di punto in bianco....io......>> << Oggi pomeriggio alle tre a Montecitorio, davanti alla guardia del portone.....ciao...un bacio..>> Un
energumeno comincia a sferrare pugni sul finestrino. << 'A 'mbecille....stamo in fila. Te movi ? Anvedi, c'ha pure 'r cellulare sto fijo de papà !>> Mario ha come un sussulto. Sente
di colpo i calcson alle sue spalle, inforca la marcia e scatta via da quel trambusto. Ma
ha la gola bloccata. <> Cominciò a girare a vuoto per Roma. Senza meta. Tutta colpa del
trasferimento di chiamata dal Gsm al tacs : lo aveva dimenticato. La carta l'aveva persa,
ma il trasferimento di chiamata era rimasto. << Spengo il cellulare per un mese, ma a questa che dico ?>> Tor Pignattara, Frascati, Centocelle,
tre distributori automatici ed un lavavetri albanese : una mattinata trascorsa a cercare
la scorciatoia migliore per uscire da quella situazione. <>, gridò Mario, frenando di
colpo.<< E' stato quel bastardo......>>. Cominciò a ridere nervosamente : aveva capito tutto. <> Scese dalla
macchina, posteggiò in fretta e furia a piazza Irnerio e prese un taxi. <> disse al
tassista. <>. Ventitremila lire volatilizzate, <>. Era in ritardo di dieci minuti, ma
ce l'aveva fatta. Si guardò un pò intorno : tanta gente. << Sicuramente mi ha visto. Dieci minuti e me la manda.....>>, pensò. Ad un certo punto
notò che dei parlamentari stavano uscendo in gruppo. Tra questi scorse una donna.
Bellissima. Prendeva in giro un anziano onorevole di sinistra, che, sorridendo, stava al
gioco : anche gli altri ridevano. Mario non la conosceva : doveva essere nuova, perchè in
televisione non l'aveva mai vista. Abbandonò quel gruppo fracassone e si impegnò
nuovamente in una panoramica della piazza. << 'Ndo stai....?>>, si chiese Mario sussurrando a denti
stretti. << Cerchi me ?>> Mario si voltò verso la voce : era proprio quella donna, sorridente e
solare. Vestiva casual : jeans aderenti neri, camicetta rosa volutamente aperta nei primi
due bottoni a mò di scollatura, e giacca al braccio per il forte caldo di giugno. Portava
occhiali da sole firmati ed, al collo, una catenina sosteneva un grazioso ciondolo a forma
di cuore : i capelli mori, fluenti e liberi, la pelle curata e color latte, i seni
prosperosi ma sapientemente nascosti ad occhi indiscreti, il fisico asciutto e levigato,
la dolcissima fragranza d' Anais-Anais che, sapientemente dosata, la pervadeva
tutt'intorno, stordirono il povero Mario. << Sei Tiberio.....>>, chiese. << Lei dovrebbe essere......Mirella.....ma come ha fatto a capire che...>> << Sei il più bello, qui......>> << Grazie.....ma.....lei....>> << Ma che fai ? Mi dai del lei ? Dov'è la macchina ?>> << Ecco, sono venuto in taxi.....>> Mirella
lo puntò per un paio di secondi con un meraviglioso sorriso e poi disse <<.... la mia macchina.........>>. << Dottoressa!!....>>,
gridò una voce in lontananza. << Ah, ecco lì l'autista, andiamo....>> Mario si lasciò guidare dal profumo di quella donna :
come nei cartoni animati. Il passo di Mirella era elegante e sensuale, ma le movenze del
suo corpo, spontanee ed affatto scomposte, lasciavano trasparire una freschezza
adolescenziale apprezzata in modo assai evidente dallo sguardo di coloro che incrociavano
il suo cammino lungo la piazza. Entrambi presero posto all'interno di una Lancia Dedra di
rappresentanza. Una volta chiuse le portiere, Mirella si tolse gli occhiali scuri, e
cominciò a fissare Mario con i suoi occhioni verdi. La macchina partì. Passarono alcuni
minuti di piacevole silenzio. <>. Mario arrossì : imbarazzato, cercò gli occhi
dell'autista per mezzo dello specchietto retrovisore. <>, disse, sorridendo, l'uomo alla
guida. <<.....fammi vedere i tuoi occhi.....>>, sussurrò Mirella. Mordicchiandosi il labbro inferiore, la donna tolse a
Mario gli occhiali da sole e lo fissò dritto nelle pupille. Arrivarono a destinazione in
pochi minuti. Mirella prese per mano Mario e, correndo, lo condusse attraverso quattro
piani di scale, fino all'ultimo pianerottolo. Entrambi ansimavano, ma Mirella rideva
felice : cercò all'interno della sua borsetta channel, trovò un mazzo di chiavi e lo
lanciò a Mario. <> <> Mirella si avvicinò a Mario, lo abbracciò e prese a baciarlo
morbidamente sul collo con le sue labbra umide e fresche : ad ogni bacio la lingua della
donna sfiorava sapientemente la pelle dell'uomo. Le mani di Mirella cominciarono ad
esplorare Mario all'interno della giacca : in principio sfiorarono i suoi capezzoli
attraverso la camicia e poi, lentamente, si accostarono a zone ancora più sensibili.
Mario stava perdendo la testa : provava degli indescrivibili brividi su tutto il corpo, ed
i suoi muscoli ormai erano irrimediabilmenti contratti. <<....lo facciamo qui o entriamo.....>>, sussurrò Mirella con un
filo di voce. Entrarono in un monolocale ampio ed a giorno : delle tende veneziane
creavano all'interno un'atmosfera di leggera penombra, ed un profumo di lavanda,
tutt'intorno, pervadeva i due prossimi amanti. Mario si bloccò in prossimità del letto :
si tolse la giacca ed, in piedi, sfilò via i mocassini. Mirella buttò in aria tutto ciò
che aveva in mano : si sbottonò con furia la camicetta e sfilò via con un gesto il
reggiseno. L'uomo osservò in chiaroscuro il petto della sua compagna : era superbo,
scultoreo. La donna si avvicinò a Mario lentamente : con cura, bottone dopo bottone,
aprì la camicia e la fece scivolare in terra sulla pelle dell'amante. Si abbracciarono, e
non appena le loro pelli aderirono, entrambi si abbandonarono ad un fragoroso sospiro di
piacere. Mario, in piedi, accompagnò con le mani la testa della sua compagna verso il
bassoventre. Mirella, arrendevole, si inginocchiò e ricercò lo sguardo del suo uomo :
gli sbottonò i pantaloni, abbassò gli slip ed osservò soddisfatta quel considerevole
sesso che si ergeva fremente in direzione del suo viso. La donna afferrò delicatamente la
verga del suo compagno e, dopo averla accompagnata alle labbra, con la punta della lingua
cominciò a sfiorarla velocemente sull'apice : Mario sospirò con forza alla compagna il
suo piacere. Mirella, poi, accolse completamente il suo compagno in bocca e, con movimento
ritmico, ne stimolò l'orgasmo in modo progressivamente più frenetico : la bocca della
donna arrivò a scorrere in modo incredibilmente veloce sul sesso del compagno, finchè
Mario non proiettò, con un urlo, nella gola di Mirella un fiotto potentissimo di seme. La
donna ingoiò il tutto, si alzò in piedi e, guardando fisso negli occhi Mario, fece
scorrere la lingua sulle labbra, dicendo <<....che ci posso fare ? Mi piace....>>. Sorrisero entrambi. Mirella spinse,
successivamente, il suo compagno sul letto, si abbassò i pantaloni e gli slip e raggiunse
Mario. Si baciarono lungamente. La donna, poi, cavalcò l'uomo e ne condusse il sesso
all'interno del proprio. I movimenti sapienti del bacino di Mirella si accompagnavano alle
poderese spinte di Mario : entrambi sospiravano all'unisono il loro godimento. Erano
madidi di sudore ed i reciproci odori eccitavano i loro sensi fisici, ormai preda di
stimoli naturali e quasi ferini : i grossi seni di Mirella seguivano ritmicamente i suoi
movimenti, e Mario, nel chiaroscuro di quella stanza, ammirò la scultorea bellezza di
quella donna, capace di concedere all'amore del suo uomo ogni centimetro quadrato del
proprio corpo. Quasi all'acme del piacere, Mario si mise su di lei, ne prese le gambe ed
appoggiò i tendini di achille della donna sulle sue possenti spalle : la pressò sul
letto cigolante con una frenesia sempre crescente. Erano una cosa sola : scivolava negli
umidi anfratti di Mirella con una violenza inconsulta, ma senza destare null'altro che
orgasmi, continui e spossanti. Urlarono entrambi a squarciagola l'estasi in cui, alla
fine, precipitarono insieme, e si abbandonarono l'uno all'altra senza più freni
inibitori, nè nel linguaggio, nè nei gesti. Ma la fiamma non era ancora spenta. Mario,
ormai incapace di qualsiasi contegno, fece mettere supina la sua compagna e la possedette
anche contro natura. Lo spettacolo fu forse poco edificante : le spinte dell'uomo sedarono
ogni resistenza dell'orifizio della sua donna, la quale, del resto, cominciò a perdere,
inconsapevolmente, umori organici d'ogni tipo, fors' anche a causa del profondo trasporto
carnale di cui era ormai vittima. Le urla strazianti di Mirella, tuttavia, invitavano il
suo uomo ad una maggiore solerzia, ad una maggiore violenza : per tutta risposta Mario
sollevò di peso la donna, la proiettò contro un muro della stanza e la possedette
mentre, avvinghiata per le gambe al suo uomo, lei si distanziava dal muro con la sola
forza delle braccia. Fu un esperienza indimenticabile per entrambi. L'indomani mattina
Mirella lo accompagnò a casa, staccò un assegno e fece per darglielo. <>, disse Mario.
Al che Mirella cambiò in volto e replicò : << sappi che se non prendi l'assegno, non potremo più rivederci...>>. Quell'assegno non fu mai riscosso :
Mario non ne ebbe mai la forza. Fu forse per questo motivo che Mirella scomparve dalla sua
vita con la stessa velocità con cui la sconvolse. Alex
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