Da: Telesio
Oggetto: Il figlio maschio - prima parte
Data: martedì 17 marzo 1998 10.50
Ecco la prima parte di un racconto, se dovesse raccogliere qualche consenso, pubblicherò il seguito. Il figlio maschio Tornavo al sud ormai solo durante le ferie estive, andavo a trovare la mia vecchia madre ed era l’occasione per ritrovare gli amici di un tempo e ricordare le avventure, soprattutto amorose, dell’adolescenza. Era anche l’occasione per rivedere Augustina, la ragazza che aiutava mia madre in casa a fare i mestieri; a dir la verità neanche lei era più una ragazza, doveva ormai essere sui trenta, appena qualche anno più giovane di me. “Buongiorno signorino” mi salutò appena mi intravide davanti all’uscio di casa “Avete fatto un buon viaggio?” “Ciao Augustina” era più bella di prima, bruna con gli occhi scuri e i capelli lunghi e ricci raccolti dietro la nuca. Di Augustina mi aveva sempre intrigato la possanza fisica, non che fosse grassa, ma il suo corpo esprimeva pienamente la forza e la sensualità di una contadina nel pieno vigore della gioventù. Grande seno e un culo assolutamente fantastico. “Signora è arrivato il signorino” urlò gioiosa per avvertire mia madre. Seguirono I soliti convenevoli, con le solite visite ai parenti e agli amici, sempre desiderosi di sapere come fosse la vita al Nord per uno che ormai si era affermato professionalmente e socialmente e che doveva necessariamente fare una vita di quelle che si vedono in tv. La mia mente era invece in uno stato di stallo, fissa su Augustina e il suo sorriso ingenuo; non mi aveva mai sfiorato l’idea di un approccio sessuale nei suoi confronti, ero sempre stato estremamente formale con lei, pur provando un affetto quasi fraterno. Probabilmente mia madre l’aveva sempre tenuta a distanza di sicurezza da me, redarguendola ogni qualvolta un suo atteggiamento o un vestitino particolare avessero potuto distrarmi dallo studio o dal lavoro. Tornai a casa prima del previsto, in anticipo sull’ora di pranzo. Augustina era intenta a preparare il pranzo e mia madre era andata a trovare una vicina. “Come stanno le tue bambine, Augustina ?” “Bene, signorino, grazie” rispose “Carmela è ormai signorina, ha tredici anni, Luana deve andare in prima media e Solange fa ancora la terza elementare, sono tutte e tre molto brave a scuola, glielo dico sempre di studiare” e intanto mi sorrideva e faceva muovere il suo bel culone apparecchiando la tavola. “E tuo marito Salvatore come sta ?” le chiesi “Bene, bene anche lui, ma è fissato col figlio maschio, ne vorrebbe uno e sarebbe disposto a tutto” rispose con uno sguardo preoccupato. “Ma io gli ho già risposto che verrebbe sicuramente un’altra femmina e che lui stavolta impazzirebbe per la delusione”. “Non è che voi signorino conoscete un modo sicuro per avere un figlio maschio?” mi chiese quasi scherzando, come se conoscesse già la risposta. Non so cosa mi avesse preso, forse il suo culo ondeggiante mi ottenebrava la mente, ma decisi di stare al gioco. “A dire il vero, agli ultimi congressi a cui ho partecipato si parlava di un metodo di concepimento naturale, largamente usato nei paesi asiatici, per avere l’assoluta certezza di concepire un figlio maschio…” “Mi state prendendo in giro vero, signorino?” chiese spalancando gli occhi. “Non mi permetterei mai” risposi “nella mia posizione certe affermazioni…” “Scusatemi signorino, non volevo offendervi, ma sarebbe troppo bello per essere vero” mi interruppe con uno sguardo scintillante. Decisi di continuare “non è un sistema alla portata di tutti, è necessaria una buona preparazione dei tempi e dei metodi, uno spirito di collaborazione deciso e senza tentennamenti”. “Tutto ciò che vuole signorino, ma noi non abbiamo tanti soldi, Salvatore ha perso ancora il lavoro e io…” disse con uno sguardo mesto. “Non ti preoccupare Augustina, mi occuperò personalmente del tuo caso e non dovrai spendere una lira” risposi “l’unica condizione che pongo è che non dovrai parlare a nessuno di questa cosa, inoltre dovrai sottoporti a metodi che forse ti sembreranno un po’ strani ma devi aver fiducia in me”. “Grazie grazie signorino” rispose quasi con le lacrime agli occhi afferrandomi e baciandomi le mani. Le dissi che l’indomani, approfittando dell’assenza di mia madre, le avrei spiegato in dettaglio il metodo e le semplici operazioni che lei avrebbe dovuto seguire. Quella notte architettai un piano che sarebbe dovuto risultare abbastanza credibile per Augustina ma nella stesso tempo portarmi diritto allo scopo. Ci ritrovammo l’indomani seduti sul divano della sala. “Mi raccomando signorino, non usate parole difficili” mi raccomandò. “Non ti preoccupare Augustina” la rassicurai “A decidere il sesso è il maschio” iniziai “infatti a seconda del tipo di cromosoma fornito...” “lo sapevo” mi interruppe Augustina “non capisco già niente di quello che dite” Mi scusai e ricominciai spiegandole in breve che il responsabile del sesso del nascituro è il maschio e solo usando una tecnica opportuna si può pilotare la scelta. “Ditemi cosa devo fare” mi chiese Augustina Decisi di puntare al sodo “Augustina, lo hai mai preso nel culo ?” il viso di Augustina avvampò. “Cosa dite signorino” rispose scandalizzata “queste cose non si fanno, sono contro natura” “Nel nostro caso sarà di ausilio alla natura perché l’aiuteremo a fare il suo corso” dissi mentendo spudoratamente e godendo dello sfoggio di bugie che le stavo propinando. “Lo sfintere anale massaggerà il pene in modo da agire nello sperma e quindi negli spermatozoi selezionando solo quelli portatori del cromosoma Y, cioè quelli in grado di concepire il maschio” perseverai con tono severo. “Quando il pene sarà prossimo alla eiaculazione, verrà introdotto nella vagina dove scaricherà solo quegli spermatozoi adatti al concepimento del maschio…” “Se lo dite voi…ditemi quello che devo fare” rispose Augustina intontita dalla spiegazione, consapevole solo del fatto che per dare a Salvatore il figlio tanto desiderato avrebbe dovuto fare una cosa per cui aveva sempre provato schifo e vergogna. “Domani è il giorno adatto, faremo tutto qui, ho già il necessario in borsa, ti prescriverò un clistere che dovrai fare prima di venire qui, mi raccomando la massima discrezione”. Augustina prese la prescrizione e mi salutò ringraziandomi con gli occhi bassi, non sembrava entusiasta come prima. Continua…

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