Da: Dtart@starnova.it
Oggetto: IMMORTALE (bdsm)
Data: sabato 14 marzo 1998 0.52
IMMORTALE
Mi chiamo Amelis. Ho piu' di duemila anni. Sono nata in un villaggio celtico nella foresta , nella valle del Ticinum. Questo è il nome che gli diedero i romani. Nel nostro villaggio arrivo' un manipolo di legionari: non erano molti, ma ben armati e organizzati. E' il primo ricordo che ho. Il più antico. I nostri migliori guerrieri erano a pezzi sanguinanti sul terreno. Il capo moriva lentamente inchiodato a un albero. Non so come fu uccisa mia madre. Lo immagino. La verità è che nessuno sopravvisse a quel massacro. In un certo senso nemmeno io. Lo posso raccontare perchè sono una di loro, un' immortale. Non so molto di piu' di questo: non posso morire. O meglio non posso morire di vecchiaia, perchè non invecchio; ne di malattia, perchè non mi ammalo; ne di una ferita normalmente mortale, perchè guarisco in poche ore. Loro sono una trentina, che io sappia. Una metà vive assieme, da trecento anni ormai. Ma una dozzina di immortali sono nascosti nel mondo e sono un terribile pericolo per tutti, la feccia di un umanita' di cui non fanno propriamente parte. Non hanno altro desiderio che uccidere, torturare, rovinare chi possono e come possono. Credo di sapere come si possa arrivare a scegliere il male. Io stessa ho sfiorato il male. Ho sempre creduto, e credo ancora, che le sofferenze che ho inflitto fossero giustificate, se non a fin di bene. Ma quell'eccitazione, quell'inquietudine e, talvolta, quell'incoercibile passione le ho provate anch'io e tutt'ora le reprimo con fatica. Ma a tredici anni non ne sapevo nulla. Mio padre era morto a caccia e mia madre era ....era mia madre. Ancora adesso posso commuovermi. A tredici anni fui stuprata dai legionari. Non da quelli che avevano massacrato la mia gente, da quelli ero scappata con facilità. Conoscevo i boschi e loro no, ma dovevo pur dormire e mi trovo' un'altra pattuglia. Gli immortali provano lo stesso vostro dolore, e forse con maggior coscienza. Io fui sodomizzata da tre soldati romani. Mi stuprarono il culo e basta. Non so perchè, forse per spregio, forse semplicemente per lussuria. Poi mi legarono a un albero. Gli animali mi avrebbero divorato. Divorarono prima le corde ed io mi trovai libera e perfettamente integra. Amina. Questo è il primo nome dell'immortale che cerco da molti anni. Lei fu la prima della mia razza che conobbi. Fu a Costantinopoli, millecinquecento anni fa. Amina è nascosta fra i mortali, e uccide. Io fui sua schiava per quarant'anni, prima che dovesse fuggire. L'imperatore Comneno era morto vecchio e la sua favorita dimostrava ancora vent'anni. E' il nostro destino: ricomiciare una vita altrove. Io rimasi in carcere ancora per molto. Furono i Turchi a liberarmi, credendo di uccidermi. Schiava di Amina. Lei sapeva di me. Sapeva che non potevo morire come le altre schiave, così mi torturo' crudelmente, giorno dopo giorno, per anni.... (continua)

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