Da: Meneghetti
Oggetto: Addestramento (BDSM) Data: sabato 21 marzo 1998 15.38
Titolo: Addestramento
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L'ADDESTRAMENTO
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L'Addestramento: questo era lo scopo della serata. Anita S. aveva deciso di spingersi
oltre i limiti che fino a quel momento avevano regolato i suoi rapporti sessuali.
Semplicemente "legata e posseduta" non bastava piu': voleva essere trattata come
una vera Schiava. Paolo P. dimostro' subito di essere disponibile ad accontentarla. Anita
finendo di prepararsi, tardo' di pochi minuti, quanto basto' a Paolo, una volta entrati
nel Garage (cosi' era chiamata la stanza attrezzata di Paolo), per ricoprirla di insulti e
per mollarle un sonoro schiaffone. Ad Anita si inumidirono subito gli occhi, tanto era
forte lo schiaffo ricevuto, ed ebbe subito il sentore di aver agito con leggerezza nel
chiedere un "trattamento completo" senza sapere bene di cosa volesse
significare. Subito Paolo le ordino' di togliersi quel poco che indossava: un tubino
rosso, degli slip, e scarpe con tacco altissimo. "Spogliati troia, tieni solo le
scarpe. Ti faccio diventare io una Schiava ubbidiente!" Come sempre Paolo dava inizio
all'addestramento con la schiava nuda, giocando con i suoi capezzoli. Strinse fortissimo
ambedue i capezzoli di Anita, che diventarono immediatamente turgidi. L'unica reazione che
Anita ebbe il coraggio di tentare fu coprirsi con le mani il seno, e la cosa non fu
gradita dal Padrone. Anita venne legata mani dietro la schiena con una corda nera di
quelle usate per la nautica. Anche i gomiti furono legati, per costringerla a tenere il
petto in fuori. Paolo riprese a stringerle forte i capezzoli, tirandoli e rilasciandoli
ritmicamente. "Ho intenzione di non trascurare nessuna delle tue parti piu'
sensibili" disse Paolo, mentre le applicava dei morsetti che stringevano i capezzoli
talmente forte da deformarli. Applico' poi dei pesi ai morsetti, per mettere i seni in
tensione. Furono applicati tre pesi per parte, prima che Paolo fosse soddisfatto della
deformazione subita dai seni di Anita. Prese poi una bacchetta di bambu', e la colpi' sul
petto gia' dolorante. "In ginocchio" ordino' "lurida
vacca...Ubbidisci!!!" e le lego' ben strette anche le caviglie. Il segno rosso della
bacchettata era apparso sui grandi seni bianchi di Anita. La porta del Garage si apri', e
fece ingresso Giuseppe F. con un'altra bacchetta. Anita si volto' interrogando con
l'espressione spaventata Paolo, che con gli occhi le fece capire di non averle permesso
alcuna domanda. Paolo e Giuseppe diedero inizio ad una fustigazione multipla delle
mammelle, che divennero subito rosse, non permettendo piu' di distinguere il numero dei
segni lasciati dai colpi inferti. "Ora dovrai fare vedere ai tuoi due Padroni come
sei brava a contare. Conta i 20 colpi che ancora ti spettano, urla se vuoi, ma non devi
fare suppliche, o ricomincerai da capo" Anita' comincio' a contare:
"Uno...D...Due...Tre...Quatt...ro..." e riusci' a trattenere la voglia di
strillare per il dolore: sapeva che avrebbe reso ancora piu' violenti Paolo e Giuseppe. Le
lacrime avevano cominciato a scedere sul bel viso di Anita, contratto per il dolore. I
colpi facevano sobbalzare i pesi che aveva sui seni, e questo le provocava un ancora
maggiore dolore. Terminata la fustigazione i due Padroni si tolsero i vestiti; Anita pote'
vedere come la sua sofferenza aveva eccitato i due uomini. Aveva ricevuto senz'altro piu'
di 40 colpi, penso' sentendosi il petto bruciare. Giuseppe le slego' prima i gomiti, e poi
sostitui' la corda ai polsi con una polsiera di cuoio, con la catena piuttosto corta
fissata con due moschettoni. La catena venne poi fissata ad una corda robusta che pendeva
da una carrucola a soffitto. Paolo tiro' la corda fino a lasciare Anita sempre
inginocchiata ma con le braccia legate in alto. L'unico movimento che tale posizione le
permetteva era di agitarsi sulle ginocchia, che ora le cominciavano a fare male. I due
padroni si portarono vicini ad Anita, basto' uno sguardo reciproco per intendersi su quale
doveva essere il prossimo supplizio. "Ora daremo una rinfrescata alle tue mammelle da
vacca" disse Paolo, che comincio' ad orinare dirigendo il liquido sul seno di Anita.
Giuseppe imito' Paolo un attimo dopo, alzando la mira sulla bocca. Seppur non fosse nuova
a questo tipo di pratiche, e non le dispiacessero del tutto, Anita giro' la testa
all'indietro, e Paolo si sposto' dietro di lei per non permetterle di salvare almeno il
viso dalla caldissima pioggia, che colando sul petto le provocava bruciore alle parti
colpite dalle bacchette. Terminata l'operazione, Giuseppe tese la corda della carrucola,
lasciando cosi' Anita sospesa ad una decina di centimetri da terra. Paolo prese una lunga
frusta appesa al muro in mezzo a tanti altri attrezzi (Anita si auguro' di non dover
conoscere uno ad uno quegli strumenti, almeno non tutti in quella sera). Portatosi alle
spalle di Anita, Paolo comincio' a colpirla con forza alla schiena e sui tondi e perfetti
glutei. Ad ogni colpo la sensazione di Anita era quella che una striscia di carne si
staccasse dal suo corpo, e non pote' trattenere le urla. Giuseppe le applico' sulla bocca
un morso in cuoio, che la lasciava respirare attraverso un foro nel cilindretto di nappa
che le entrava in bocca e le teneva aperta la mascella. Questo trasformo' gli strilli di
Anita in soffocati mugolii. I colpi furono 10, e Paolo li aveva diretti sapientemente:
glutei, schiena, fianchi,... I segni lasciati dalla frusta erano molto piu' evidenti di
quelli provocati dalle bacchette, e il dolore non era nemmeno paragonabile a quello
precedentemente provato. Giuseppe prese dal muro degli attrezzi una gognetta senza fori.
Nel frattempo Paolo aveva allentato la tensione della corda lasciando toccare il pavimento
ai piedi della Schiava, e le aveva rimosso i pesi dal seno per permettere l'applicazione
di quell'attrezzo. In breve Anita si trovo' con i seni compressi fra le due tavolette: la
base dei seni era quasi appiattita dalla pressione. Paolo accese una candela nera, molto
larga, e comincio' a fare scendere grosse goccie di cera bollente sui capezzoli duri di
Anita, fino a ricoprirli quasi completamente. Sganciando i moschettoni della polsiera,
fecero sdraiare l'ormai ubbidiente Anita su un tavolo di legno grezzo, e le legarono
braccia e gambe sotto il tavolo. Giuseppe infilo' un dito nella vagina di Anita, che
presto si inumidi' abbondantemente, permettendo l'inserimento delle altre dita. Mogolando
di piacere e torcendosi sul tavolo, Anita non si accorse di essere ormai penetrata dalla
intera mano di Giuseppe, inseritosi fino al polso nella di lei natura. Paolo intanto
ungeva con della gelatina un grosso, lungo e venoso vibratore nero. Giuseppe fece uscire
lentamente la mano dalla vagina e si sposto' fino ad appoggiare il membro eretto sul viso
di Anita. Paolo diede inizio all'operazione di intrusione del grosso vibratore
nell'orifizio posteriore di Anita. Seppur non fosse vergine, di affari cosi' grossi Anita
non ne aveva mai introdotti nel suo buchino. Quello che provava era un forte piacere misto
a dolore. Giuseppe aveva cominciato a masturbarsi sopra il viso di Anita, e Paolo lo
raggiunse lasciando il vibratore nelle carni della Schiava. Con le mani non impegnate i
due Padroni collaborarono per togliere ad Anita il morso intriso di saliva, e le
liberarono le caviglie e il seno. Il corpo di Anita era segnato alle caviglie
dall'impronta della corda; i fianchi avevano grosse strisce rosso-violacee dovute alla
frusta, e una molto scura le attraversava il corpo dal fianco sinistro sin sotto il seno
destro; i seni competamente arrossati con i grossi capezzoli coperti da residui di cera
solidificata, e il corpo ancora umido di orina. Ora sentiva i due membri duri sbattuti
violentemente contro il suo viso. Giuseppe esplose sul seno di Anita con un getto
lunghissimo, e le strofino' il liquido sulle mammelle con il membro. In un minuto Paolo
arrivo', riempendole la bocca di calda crema. Il godimento di Paolo era cosi' copioso che
una parte le scivolo' fuori dagli angoli della bocca, colando sulle guance. Anita
cominciava ad apprezzare quel genere di trattamento. Rimesso in ordine il Garage e
congedato Giuseppe, Anita e Paolo, dopo una rigenerante doccia andarono a letto
soddisfatti, come in tutte le sere in cui si dedicavano a pratiche S/M. Anita disse a
bassa voce: "Perche' non incontrare una donna la prossima volta, e magari farla
nostra Schiava?" "Promesso Tesoro?", rispose Paolo, abbracciandola e
baciandola con passione. [Tratto dal diario segreto di Anita e Paolo]