Da: Meneghetti
Oggetto: Il preside
Data: sabato 21 marzo 1998 15.49
IL PRESIDE E LA STUDENTESSA. Novella S&M + B&D - Solo Adulti!!!!!!
Tutto comincia in una calda giornata estiva nel parcheggio dell'universita'. Pietro sta
parcheggiando la macchina mentre viene ipnotizzato dalla visione dello sculettare del
Giulia. Lei sta passando nella sezione parcheggio dei professori, prendendo la scorciatoia
che porta all'ingresso, indossando una gonna che le arriva al ginocchio ma la fascia
mettendo in risalto le sua chiappe sode. I suoi capelli sono scuri lunghi alle spalle
quasi spettinati che le danno un'aria spensierata ed attraente. La camicetta bianca e'
abbottonata fino al collo ma Pietro non lo nota. Vede chiaramente invece le chiappe messe
in risalto dalla gonna che con moto di naturale ondeggiamento paralizzano Pietro. Si
accorge di perdere il controllo. Ha 42 anni ed e' uno stimato professore e non volendo si
trova contro la sua volonta' a pensare cosa gli piacerebbe fare con quel culetto.
"Giulia!" chiama, saltando fuori dall'auto e dirigendosi verso di lei. Lei si
ferma e girandosi, arrossisce di colpo sentendosi colpevole. Lui le sia avvicina dicendo
"Gli studenti non possono parcheggiare qui, ragazzina, cosa fai qui?". I suoi
occhi verdi lo guardano un attimo per ritornare a guardare l'asfalto. Pietro nota come
molte volte ha fatto che Giulia non e' bellissima. Le sue labbra sono troppo gonfie, il
naso troppo pronunciato, le chiappe un po' troppo grosse. Ma gli occhiali le ingrandiscono
gli occhi e l'insieme risulta attraente, perfino sexy. "Sono in ritardo"
balbetta "mi dispiace, professore." Al lui sembra che stia per piangere ma non
prova pieta'. L'onda di rabbia e di lussuria lo lascia ma decide di prendere vantaggio
dalla dolcezza di lei. "Credo che non sia questione di ritardo o meno, Giulia."
dice "siccome ora sei espulsa da scuola". Lei lo guardo con i suoi occhioni,
troppo stordita per lasciare uscire quel torrente di lacrime che aspetta di uscire.
"Ma..." "Sono le regole, Giulia" dice freddamente "le conosci.
Tutti le conoscono, non possiamo lasciare che gli studenti buttino le macchine dove
vogliono quando vogliono." Le lacrime si raccolgono dove gli occhiali toccano il
naso. "Ma la laurea, " geme "avro' la laurea tra due mesi. Non puo'
espellermi due mesi prima di prendere la laurea". "Posso e lo faccio" dice
"sei espulsa. Torna l'anno prossimo e penseremo se riammeterti o meno". Il fiato
agitato di Giulia le fa fremere il petto, provocando un movimento alle sue grosse tette
ben visibile verso l'alto ed il basso. Lui sa bene che lei e' gia' stata accettata in una
importante universita' per il prossimo anno. Pensieri di iniziazione con sculacciate al
suo bel culo attraversano la mente. "Per favore" prega "per favore
professore non lo faccia". "La punizione deve essere pari all'offesa" dice
"Parcheggiare qui e' la sola cosa che provoca l'espulsione automatica e tu sei qui
davanti a me sfidandomi" "Ma non voglio sfidarla, Professore" singhiozza
"ero in ritardo e pensavo..." e si lascia andare in un'altra cascata di lacrime.
Pietro la guarda, confuso anche lui. Non era mai stato cosi' brutale con gli studenti in
tutti gli anno di insegnamento. Giulia si era voltata e non si sentiva piu' confuso. Aveva
l'impressione che quel magnifico culo stesse puntando verso di lui, offrendosi. "Cosa
ti aspetti che faccia?" disse infine, quasi senza fiato. La ragazza si volta,
sembrando una quindicenne, tirando su col naso con gli occhi arrossati. "Qualche
punizione?" chiede lei "Una prigionia?" Lui ride dal profondo della gola.
"Una detenzione?" chiede "Un detenzione invece della espulsione? Andiamo
Giulia sei troppo furba". Disperata lei lo guarda, con un'ultima speranza.
"Decida" dice lei "Accetto tutto invece che essere sbattuta fuori. Devo
laurearmi." Lui rimane qualche momento in silenzio pensando. C'e' un pensiero che gli
turbina nella mente circa una azione oscura da realizzare con lei. E' mortalmente
pericolosa da realizzare. Pietro lotta con l'impulso di lasciarla andare lasciando che
anni di repressione e frustrazione circa questa dolce ragazza. Ala fine le chiede
"Quello che ti serve, ragazzina, non e' l'espulsione. Questo ti rovinerebbe la tua
giovane vita. Quello che ti serve e' una buona sculacciata". Era fuori di se e cerco'
di ritrovare un tono. La ragazza poteva strillare, gridare, scappare. Il sentimento che
l'aveva condotto a dire quello era fuori dal suo controllo. Calmandosi torna a guardare i
suoi occhi spaventati. Giulia guarda oltre non strillando e non scappando. A Pietro appare
che stia pesando le cose. "Va bene" dice lei, sussurrando, non guardandolo.
Pietro sente lui stesso parlare come se fosse un altro che fosse li'. "Se pensi che
questa sia una cosa per impressionarti con una punizione simbolica stai sbagliando,
Giulia. Quello che ti capitera' ti fara' male. Devi imparare che non puoi sfidare
l'autorita' e farla franca. Capisci?" "Si" sussurra, spaventata.
"Tutti se ne vanno alle 5" dice "e' venerdi e anche il personale finisce a
quell'ora. Tu verrai umiliata abbastanza senza che nessun'altro sappia che tu avrai il
sedere sculacciato dal tuo preside. Spero di vederti fuori dalla mia porta a
quell'ora". "Sissignore" dice lei e si allontana velocemente. -------------
"Ah, sei qui" dice Pietro aprendo la porta dell'ufficio "mi fa piacere
vedere che non hai cambiato idea altrimenti ti avrei espulsa". La fa entrare mentre
con gli occhi scruta la sua vita stretta, i fianchi ben torniti e le forme delle chiappe
chiaramente visibili sotto la gonna leggera. Da dietro la scrivania, Pietro dice "Le
ragazzine cattive stanno nell'angolo prima di essere sculacciate. Laggiu'" e punta
l'angolo vicino alla porta. Lei obbedisce senza fiatare. L'ufficio di Pietro e' piccolo e
pieno di roba. Una vecchia lavagna di legno e' di fronte alla porta. A sinistra della
porta ci sono due armadietti di metallo marrone. Si suda nell'ufficio siccome le finestre
sono chiuse e non c'e' aria condizionata. Sedendo dietro la scrivania con i piedi alzati,
nella tipica posa, Pietro osserva il posteriore della ragazza, segnato dalle striature di
sudore che partono dalle spalle e rendono le spalline e il laccio del reggiseno ben
visibili. Vede il sudore bagnarle la gonna di lino alla base della spina dorsale e rigarle
la gonna tra le chiappe sode da ragazzina. Non togliendo lo sguardo da lei, prende un
registratore dal cassetto. Attacca un microfono e lo mette vicino a lei, sentendo le onde
di calore che partivano da lei. "Ho messo un registratore" dice "tutti e
due sappiamo che ti avrei dovuto espellere e sappiano che questo tipo di punizione non e'
ammessa. Ma voglio che tu dica che sei d'accordo con la punizione." Giulia balbetta
qualche parola sul ritardo e sul fatto di aver parcheggiato dove non poteva. Infine dice
"Ho detto al professore di non espellermi e piuttosto di sculacciarmi e di farmi
male. E io approvo." Spegnendo il registratore le dice "Vieni qui e chiedimi di
punirti." Arrossendo e sussurrando lei dice "Mi punisca, professore"
"Parla piu' forte" ordina lui "anche questo fa parte della punizione. Dillo
esattamente." Un po' piu' forte lei ripete "Per favore mi punisca perche' sono
cattiva, Professore" e aspetta in silenzio, rossa e sudando aggiungendo "Per
favore mi sculacci". Lui la scruta. "Per favore, mi sculacci,... il
sedere." Sconvolta dall'uomo che sta seduto e calmo, in silenzio, lei dice "Si,
lo voglio. Sculacciami il culo, il mio culo nudo se e' questo che vuoi E' questo che mi
vuoi fare dire?" "Voglio che me lo chiedi gentilmente" dice lui "ma
non mi sembra che lo faccia cosi' uso la mia cintura sul tuo grosso culo, Giulia. Girati e
afferra quello scaffale". Lei si gira lentamente e si avvicina allo scaffale. Con le
mani afferra i bordi dello scaffale che sono molto distanti e stringendo i denti aspetta.
Pietro le si avvicina da dietro e usando un piede la allontana dallo scaffale Lei e'
forzata a chinarsi abbassando la presa, tenendosi bilanciata sulle mani come vuole lui. Il
sedere e' spinto verso l'arco mentre lei arcua la schiena. Lui si slaccia la cinghia, e
facendola battere sulla mano, guarda Giulia indietreggiare al rumore con sollievo di non
sentire dolore. Lui getta la cinghia sulla scrivania e afferra la ragazza per la nuca dal
collo. Lui alza la mano e la abbassa con forza colpendo il sedere con un colpo sordo.
Giulia grida e uno spasmo scuote i fianchi. Ripete questo sull'altra chiappa osservando
attentamente il dondolare che provoca in lei. Continua infierendo sul suo sedere sodo ogni
cinque o sei secondi mentre lei ogni volta grida mentre tenta di alzarsi contrastata dalla
mano di lui. Stanco del gioco, cambia gioco e sollevata la gonna la schiaffeggia sul culo
lascia ferma la mano che palpandola gode della sodita' delle sue forme mentre gli schiaffi
si stanno abbassando raggiungendo il punto piu' stretto tra le coscie, mentre lei geme dal
dolore. Lui si ferma per il dolora alla mano, lasciandole la nuca e permettendole di
rialzarsi e di abbassarsi la gonna sul culo abusato. "Nell'angolo" ordina
asciugandosi il sudore dal viso. Gridando dall'acuto dolore Giulia va nell'angolo
massaggiandosi il culo. "Lasciami vedere" dice lui. "Cosa?" dice lei
voltandosi. "Girati, abbassati" grida lui e Giulia esegue "Alzati la gonna
e tirati giu' le mutandine cosi' che possa vedere il tuo culo rosso." "Per
favore" mugola, ma la sua mano afferra la cucitura della gonna "Per favore"
ripete tirandosi su la gonna per qualche cm e fermandosi "Non voglio che mi veda il
sedere." "Fallo!" grida impaziente "o ti sbatto fuori dalla
scuola." Giulia rabbrividisce ricordando la cintura e alza la gonna oltre i fianchi
fermandosi e continuando. Appaiono le mutandine bianche sullo sfondo rosso bagnate del
sudore che non nascondono piu' niente. Lui osserva quello spettacolo dall'alto fino a dove
il culo finisce tra le coscie. La ragazza esita e afferra con i pollici il bordo delle
mutandine. Lei e' riluttante e l'effetto risultante e' erotico ed eccitante mentre lei
abbassa lentamente le mutandine scoprendo le rotondita' sode del culo. Tirandole giu' le
mutandine restano impigliate tra le gambe, scendendo poi di colpo e restando tra la
caviglie. "Vieni qui e sdraiati sulla scrivania." Giulia si avvicina alla
scrivania e salendo sul bordo si lascia andare mentre le tette con un colpo sordo sbattono
contro la superficie e appoggia la faccia voltata sul legno. "Afferra il bordo con le
mani e lascia il culo fuori cosi' che lo possa colpire bene." Giulia distende le
braccia e lascia le gambe penzoloni. "Sai cosa ti succede ora, ragazzina?"
chiede lui "Mi vuole sculacciarle sul culo .... con la cinghia" sussurra.
"Perche'?" "Perche sono cattiva?" "Eri cattiva" dice lui
afferrando la cinghia. Mettendosi dietro la sua vittima prona, fa scivolare la cinghia tra
la chiappe del culo ben esposto avanti e indietro tre le due montagnole sode. "Se ti
togli le mutandine prendo il mio cazzo e te lo infilo su per il culo." dice lui
calmo. "No" grida Giulia, cercando di alzarsi. Pietro la spinge giu' con una
mano mentre lui le toglie le mutande, lei smette le lotta impari. "Non lo ho mai
fatto. Mi fara' male" grida lei. "Sai cosa ti succede, altrimenti."
"Nooo. Non voglio" grida lei. Pietro afferra la cinghia e la fa sbattere con
forza sul grosso culo. Lei grida di dolore mentre lui dice "Posso picchiare piu'
forte. Dimmi cosa vuoi." "Voglio che infili il suo pene nel mio sedere."
"E poi" "E che mi usi" geme lei ormai vittima delle sue volonta'.
"Andiamo" dice lui tirandole una cinghiata in mezzo alle chiappe rosse "di
la parola giusta. Ripeti." colpendola ancora. "E ... che mi scopi il culo"
"Oh, non capisco cosa mi dici" dice lui non smettendo di torturarla mentre lei
urla. "Oddio, fottermi il culo, scoparmi il buco dietro, venire nel culo.
Ahhhhh" Godendo di cio' che fa e che sente Pietro continua la tortura mentre la sua
vittima ormai piagnucola soltanto piu'. Lui prende la cinghia e le lega le caviglie alla
scrivania. Giulia sente lui che si abbassa la cerniera dei pantaloni mentre aspetta,
terrorizzata, il momento che arrivera'. Nella attesa sente la sua figa inzuppata e contro
la sua volonta' il sedere si solleva e sente la sua stessa voce che dice
"Fammelo." "Cosa?" chiede lui. "Fottimi, fottimi il culo"
dice lei senza controllo "ficcami il cazzo nel mio culo. Voglio sentirlo tutto
dentro." "Apri il culo" dice lui calmi. Con le mani si afferra le chiappe e
le apre. E' una forte sensazione quando sente due dita entrarle nella figa inzuppata
raggiungere il clitoride eretto ed uscire. Le stesse dita spingono poi nel buchino mentre
le contrae lo stomaco mentre le sente entrare sforzando. Alla fine si rilassa mentre gode
alla sensazione delle dita che entrano ed escono mentre il dolore viene sostituito da
vampate di piacere che raggiungono la figa che gocciola sul legno i suoi umori. Un gemito
le esce "Ohh si, che bello." Le dita di lui escono mentre le chiede "Non
tirarle fuori". Lui le infila di nuovo spingendole fino in fondo per poi estrarle di
nuovo. Prendendo la mira colpisce con uno schiaffo le chiappe facendo gemere lei in un
"Siiii oddio ancora.. scopami con le dita, dai" Con una mano infila tre dita su
per il culo facendola gemere mentre con l'altra continua a schiaffeggiarla sempre piu'
forte. Dopo un po' lei comincia a urlare di piacere in un orgasmo intenso mentre tutto il
corpo si tende stringendo nel culo le dita di lui che continuano a stimolarla mentre con
l'altra mano le esamina la figa che afferra con le labbra quelle dita grondanti di succhi.
Dopo quell'orgasmo che dura diversi minuti per le continue stimolazioni che provocano
diverse onde di piacere, alla fine lei con un filo di voce dice "Grazie".
"Cosa vuoi ora?" chiede lui. "Si fottimi il culo, si si tutto."
"Apritelo." lei si afferra le chiappe forzandole piu' che puo' mentre sente il
cazzo di lui che spinge il buchino per entrare. "Ficcamelo dentro" grida
"mettimelo dentro, nel culo." Giulia lo sente entrare e appena entrata la
cappella il buco sembra afferrarlo. Non le fa male anche se le tira tutto il culo per le
sue dimensioni. Spingendo lo fa entrare tutto mentre lei sente il clitoride e i capezzoli
che sfregano sul legno mentre su fa scivolare avanti e indietro per prenderlo tutto
dentro. "Si professore, scopami tutta, scopami il culo piu' forte" grida lei Lui
lo tira fuori lasciandola vuota per rimetterglielo dentro e ricominciare. Dopo un po' lei
dice "Ok, scopami di piu'." Lui tira fuori il cazzo per impalarla in un colpo
solo mentre la colpisce sulle chiappe ed incrementa sempre di piu' il ritmo. Lei continua
a gridare mentre sente tutto il corpo teso nell'eccitazione e il cazzo che entra ed esce
aumentando le sensazioni. Sente infine il suo cazzo vibrare in spasmi e spruzzarle
un'ondata di liquido bollente su per gli intestini provocandole un orgasmo ancora piu'
forte di prima mentre le sente uscire il cazzo cerca i muovere il culo per non perdere le
ultime gocce che le cadono sulle chiappe. Dopo qualche minuto realizzano entrambi di
essere inzuppati di sudore, quasi incollati insieme con le fronti che colano sudore.
Pietro si alza facendo scivolare il suo cazzo quasi molle fuori dalle chiappe con un
"pop". Guardando la sua camicia bianca vede che e' bagnata come se avesse fatto
il bagno vestita, la gonna avvolta in vita e due profondi segni rossi lungo il culo. Le
gambe sono aperte lasciando vedere la figa gocciolante. Lui si alza allaciandosi i
pantaloni e cade sulla sedia dietro la scrivania. Lei alza la testa dalla scrivania e lui
dice "Puoi alzarti ora" Lei si solleva mostrando i capezzoli ben visibili
attraverso la camicia e il reggiseno zuppi di sudore. Lei si aggiusta la gonna
riavviandosi i capelli. Guardandolo dice "Non mi hai fatto male" lui resta in
silenzio "il tuo pene nel sedere, non mi ha fatto male." ripete.
"Bene" dice lui "mettiti le mutande a va a casa, Giulia". Lui le
raccoglie la biancheria e gliela porge. Lei chiede "E' tutto?" "Non e'
abbastanza?" risponde lui osservandola. "Io, " comincia "io voglio
farlo di nuovo." Pietro la fissa mentre sente lo stomaco contorcersi. Giulia si mette
davanti alla scrivania "Possiamo farlo di nuovo, professore?" Lui sorride
"Non ora. Ho bisogno di riprendermi per eccitarmi di nuovo." "Posso far
qualcosa?" domanda improvvisamente lei "mostrarti il culo. Il mio culo ti
eccita, vero?" Lei gira attorno alla scrivania e solleva la gonna mostrandosi tutta a
lui. Gli mostra la figa coperta dai peli scuri. Si slaccia la gonna che finisce in terra e
nuda sotto la vita dice "Mi vuoi sculacciare ancora? Mi distendo tra le tue gambe
cosi' mi puoi picchiare il culo rosso." si offre. Lui si alza, l'afferra per le
spalle e la spinge in ginocchio tra le sue gambe Slacciandosi i pantaloni tira fuori il
cazzo molle e lo ficca nella sua bocca dicendo "Succhialo, Giulia". Dopo una
esperta succhiata, nuda , inginocchiata con le gambe aperte, la testa bassa e il culo per
aria lui glielo infila di nuovo nel culo. "Aspetta " dice lui. "Vuoi che te
lo prenda ancora in bocca?" "No, devo pisciare" dice lui "Fallo nel
mio culo" dice lei sorpendendo tutti e due. "Andiamo, infilamelo e piscia"
ordina lei. Lui esita, "Giulia..." comincia "Va bene" interrompe
" voglio che lo faccia. Pisciami nel culo." Sentendolo indurire ancora di piu'
glielo infila mentre lei si china per farlo entrare fino in fondo mentre comincia a
scoparla di nuovo. Quando lei lo sente tutto dentro e l'ano che blocca il cazzo alla
radice gli dice "OK piscia ora." "Non e' facile" dice lui "Voglio
sentirlo nel culo" insiste lei "Ok ti sto riempiendo di piscio, ragazzina. Ti
sto facendo un clistere. Su per il culo. Per la figa. Lo vuoi, sta arrivando."
"Si, si fallo. lo sento riempimi tutta" urla mentre sente il flusso di liquido
entrare in lei provando una sensazione di perversita' eccitante. Un odore animalesco
riempie la stanza quando lui togliendo il cazzo lascia che lei lasci uscire il liquido tra
le ginocchia. Spinta da queste emozioni lei sente di dover lasciare uscire questa
pressione "Sono cattiva sono una cattiva bambina. Sculacciami. Picchiami sul
culo." Lui la butta sul tavolo e comincia a colpirla con violenza sul sedere con uno
schiocco fortissimo. "Ancora" grida lei "ancora ancora" Lui continua a
picchiare forte su tutte due le chiappe fino a che lei cade esausta in terra. Dopo un po'
si rialza e dice "Voglio vederti mentre ti masturbi. Voglio che mi sborri
addosso." Lui si prende il cazzo mezzo duro. "Vuoi venire nella mia bocca?"
chiede lei "o sulle tette o nel culo che brucia. Si sul culo, voglio che mi vieni sul
culo nudo." Lei vede gli effetti delle parole e continua "Poi ti lascio legarmi
e farmi tutto quello che vuoi. Puoi sculacciarmi per ore o fottermi come vuoi per ore se
vuoi. Puoi mettermi il cazzo in bocca e fartelo spompinare se vuoi. Puoi pisciarmi in
bocca, sulle tette, in faccia. Puo tenermi legata quanto vuoi e scoparmi quando vuoi e
pisciarmi addosso quando vuoi e scoparmi. Scoparmi il culo." Pietro smette di
masturbarsi per afferrarla e la distende sul pavimento. "Stai per venire sul mio
culo? " chiede lei "Voglio che mi riempi il culo con la tua sborra calda. E poi
sculacciami. Poi scopami ancora il culo. Scopami e riempimi. Tutta piena." Pietro le
rovescia addosso una cascata di zampilli mentre osserva il liquido appiccicoso coprirle il
culo bianco. Dei rivoli le colano bagnandole il buco. Un secondo orgasmo subito dopo lo fa
spruzzare di nuovo bagnandole la schiena e colando fino al sedere. Con le dita lui le apre
la chiappe guardando lo sperma colare dentro il buco. Infila un dito sfruttando la
lubrificazione dentro il culo pulsante. "Siiii ficcami tutte le dita nel culo.
Scopami con la mano..." urla lei. La stantuffa con paio di dita rapidamente in modo
da eccitarla ancora di piu'. "Siii voglio tutti i cazzi della scuola nel mio culo che
mi scopano. Ti piacerebbe vedermi fare questo? Un cazzo dopo l'altro, dentro e fuori.
Scoparmi mentre sono alla pecorina con il culo in fuori che aspetta un cazzo." Lui le
rifila uno schiaffo al culo e mettendosi carponi le infila il cazzo duro nel buco.
"Puttana" dice "vuoi un cazzo nel culo? Prendi questo!" E glielo ficca
con forza fino alle palle. L'afferra per i fianchi e inizia a pompare con forza, tirandolo
fuori tutto e sbattendolo con forza dentro. "Ahhh, Ahhh "grida lei ad ogni
colpo. "Andiamo in palestra. La mi spogliero' nuda e mi stando su una panca ti diro'
'Fottimi nel culo solo nel culo'". "Maiala" ringhia lui infoiandosi ancora
di piu' mentre il cazzo diventa un' asta di acciaio. "Ti fotto il culo fino a che ti
fa cosi' male che non ti siedi per una settimana." "Si scopami. Sento il cazzo
duro entrare ed uscire." Lui lo tira fuori e la sculaccia. "Maiala, ti
sculaccio. Ti piscio in bocca e ti faccio bere tutto. Poi ti lego e ti sbatto la cinghia
nel culo fino a farlo diventare rosso. Poi ti scopo. Nella bocca. E vendo sulle tue tette.
Poi te lo ficco nella tua figa fradicia e poi ancora nel culo." "Si, fallo
" geme "fammi diventare la tua schiava, signore. Fammi sculacciare dai tuoi
amici e scopare. Portami a casa loro, legatemi e fammi succhiare i loro cazzi. Portami in
giro nuda e fatemi quello che volete. Piegami sulla ginocchia e sculacciami quanto forte
vuoi. Fammi pisciare in faccia. Fammi toccare la figa da tutti e fammi sborrare addosso da
tutti." "Voglio che mi porti da tua moglie e mi fai leccare le sue tette e
leccarle la figa e scoparle il culo con la lingua. Poi legatemi al tavolo e mettetemi nel
culo le mani, il cazzo fino a farmi venire." "Vuoi davvero farti scopare da mia
moglie? Davvero?" chiede lui "Si tutto quel che vuoi. Signore. Si. Tua moglie. I
tuoi amici. Nella bocca Nel culo. Nella figa. Mi piace. Fatemi male. Scopatemi. Per
favore, scopami." "Puttana" le dice continuando al picchiare il culo.
"Scopami, per favore." prega lei. Improvvisamente la porta si apre e una voce
dice "Avanti Pietro. Fammi vedere." Pietro e Giulia sorpresi guardano in faccia
Diana, la segretaria di Pietro. Sta sulla porta sorridendo. E' una donna carina, magra con
capelli biondi e corti, occhi azzurri. Indossa un leggero vestito azzurro e pantaloni
bianchi aderenti. Ha una personalita' forte ed e' aggressiva sul lavoro. "Posso
aiutarvi" dice Diana "Penso che il suo culo deve essere ancora picchiato un po'.
Ho sempre sognato di sculacciare una di queste puttanelle con questi culetti."
Allibiti, Pietro e Giulia guardano Diana togliersi il vestito, i pantaloni mostrando di
non indossare biancheria. I seni sono piccoli ma con due sporgenti e turgidi capezzoli
rosa. Lei si avvicina e si siede sulla poltrona di pelle che avvicina alla ragazza.
"Vieni qui fighetta "ordina "chinati e fammi vedere il culo per una potente
sculacciata." Stupita Giulia si mette carponi. Pietro osserva la segretaria che alza
la mano e schiaffeggia il culo con tutta la forza. Giulia piagnucola e grida ma Diana con
le tette che sobbalzano aumenta la forza. Dieci minuti dopo si ferma "Ahh e' bello,
vero Giulia?" "Si" risponde in lacrime mentre tutto il corpo e'
attraversato da spasmi. "Bene, Pietro" dice lei toccando il culo alla ragazza.
"Cosa facciamo. Tu non puoi aspettare. Sei duro come il ferro. Vuoi infilarglielo nel
culo a lei o a me?" "Diana, sdraiati sulla scrivania." ordina lui. Lei si
alza facendo cascare Giulia a terra e si sdraia "Giulia, toglile le mutande"
ordina "tutto. La voglio nuda." Giulia esegue mettendo in mostra il culo bianco
di Diana. Mentre Pietro si gode quella vista, Giulia la sculaccia lasciandole un chiaro
segno. "Ahh " geme Diana. "Pietro dobbiamo lubrificarlo, vero?" dice
Giulia. "Giulia sulla scrivania vicino a lei" dice lui. In un attimo lui vede i
due culi uno bianco e uno rosso vicini. Dietro a Giulia gli infila il cazzo duro nella
figa tutta bagnata. Dopo qualche colpo lo tira fuori e infila la cappella gocciolante dei
succhi di Giulia nel culo spalancato di Diana. "Ohhh" geme Diana "Perche'
non lo metti prima nella figa? Solo nel culo?" Pietro lo infila nel culo pompando e
facendola gemere. Poi lo tira fuori per infilarlo di nuovo nella figa pulsante di Giulia e
facendoselo bagnare. Ritorna a Diana dove ora entra piu' facilmente. Spingendo lo vede
entrare pezzo per pezzo. "Siii " geme lei "E' bello dai" Pietro ripete
l'operazione tra Giulia e Diana diverse volte fino a che riesce a ficcarlo tutto fino a
sbattere le palle sulla chiappe. Diversamente da Giulia lei e' piu' stretta, tanto che
sente le pareti stringere il cazzo come una mano gigante. "Per favore, scopa anche me
nel culo, Signore.." implora Giulia mentre ansima. "No" dice Diana "
rimani nel mio culo. Per favore. Vienimi nel culo." "Non essere avida,
Diana" replica lui. Si sfila da Diana ed in un solo colpo entra in Giulia fottendola
con forza. "Grazie " dice Giulia "Ti piace il mio culo, vero? Fatti leccare
il cazzo da lei ogni volta che esce da me." "Buona idea, Giulia. Diana, sali
sopra e inginocchiati." ordina "Si, per favore " Diana sale e ed e'
inginocchiata alla sinistra di Pietro. "Ora lo prendi in bocca appena esce dal culo,
va bene?" Pietro scivola fuori da Giulia per infilarsi tra le labbra piene e vogliose
di Diana. "Puliscilo" le dice. "Voglio fotterla." dice Giulia
alzandosi sulla scrivania "Voglio scopare la Signorina Diana su tutto il corpo. Qui,
Pietro, fammi scoparla nella bocca con il tuo cazzo." Giulia si gira, afferra il
cazzo con la destra. Con la sinistra afferra la testa di Diana per i capelli forzandole il
cazzo tra le labbra spengendole la testa fino a che scompare tutto fino alla sua gola.
Diana emette un suono soffocato ma non reagisce. Ritmicamente Giulia alza e abbassa la
testa, forzandole il cazzo dentro e fuori quanto vuole. "E' troppo eccitante."
geme Giulia. Pietro emetti un lungo gemito e Diana e' concentrata nell'azione.
"Voglio il tuo culo, Pietro. Posso?" "Si " geme lui. "Fai quello
che vuoi." Giulia lascia il cazzo ma nella sinistra continua a tenere Diana per i
capelli. La spinge ai suoi piedi e con la destra la schiaffeggia la tetta sinistra,
proprio sul capezzolo duro. "Ahhh" grida mettendosi una mano a protezione del
capezzolo. "Ti lego" le dice tirandole le mani sopra la testa. "Non
muoverti". Diana e' ferma con il culo alzato sul bordo della scrivania. Pietro si
riprende mentre il suo cazzo e' sempre enorme. Giulia prende le cintura di Pietro e di
Diana. Con una le lega le mani insieme ad una gamba del tavolo. "Sei una maiala,
Signorina Diana" inizia "sempre cosi' dolce e superiori con gli studenti che
entrano da te. Bene ora sono un professore, ora. Girati." Lei con difficolta' si gira
mentre le mani la stirano. Prende una cinghia e le dice "Sai cosa ti sto per
fare?" "Mi frusti le tette con la cinghia" geme. "Giusto" dici
"ma prima devi chiedermelo dolcemente. Prima bacia la frusta." Lei esegue
tirando i legacci. "Ok, chiedimelo." "Per favore,.... frustami.. le tette,
Giulia". La frusta subito colpisce il seno sinistro, sfiorando il capezzolo duro e
scuro. Lei trasale ma il colpo era leggero facendo piu' rumore che male. Il secondo colpo
prende in pieno il capezzolo sinistro. "Dimmi tutto quello che vuoi che ti
faccia." domanda Giulia frustandole ancora il capezzolo sinistro. "Ahh "
grida Diana. Giulia allora cambia colpendo alternativamente le tette che sobbalzano ad
ogni colpo. I capezzoli sono diventati lunghi per la stimolazione e colpirli la fa
contorcere. Dalla figa escono fiotti di succhi ad ogni colpo. "Stai...Ah..
Frustandomi...Ah...le tette...Ah....Sculacciami...Ah il culo con la cinghia. Ahh...Poi
scopami il culo con le dita....Ah...Scopami la figa....Ahh...E..non lo so fammi
tutto....Ah" Si ferma e ammira il rossore coprire le tette e i capezzoli scuri
puntare verso l'alto come due matite dure. "Alzati" ordina "nessuna donna
ha mai baciato e succhiato le mie tette. Sei la prima, d'accordo?" "Si risponde
alzandosi sulle gambe con difficolta'. Diana apre la bocca e succhia il capezzolo sinistro
teso per l'eccitazione. Giulia prende la testa di lei e le ordina "Tira fuori la
lingua." Diana esegue. Dopo un po' Giulia chiede "Dove altro vuoi leccarmi,
puttana? Dimmi tutto" "Ti lecco le tette e i capezzoli. Le orecchie, la faccia,
la lingua. Ti lecco lo stomaco, la figa, il clitoride. Ti lecco dentro la figa tutta
dentro. Il culo." "Bene" dice Giulia. "Ma, io voglio scoparti. Voglio
infilarti il cazzo su per il culo e fotterti per ore. Ti voglio stuprare il culo. Vuoi
farti stuprare il culo da un'altra donna?" chiede Giulia. "Si" risponde
"stuprami il culo." "Ma che gran maiala sei, vero Pietro?" dici
"Vuoi andare in palestra a prendere una racchetta da ping pong? La voglio sculacciare
come si deve." "Certo " dice lui. "mi piace vederlo. Naturalmente le
usero' anche su di te." Diana inizia a leccare Giulia sulla bocca, ficcandole la
lingua dentro. "Se ne e' andato. Ti faccio male davvero ora." dice Giulia,
girando con forza Diana mettendole la faccia sul tavolo. "Ti sculaccio come si deve.
Puoi urlare quanto vuoi." "No, Giulia, per favore" grida cercando di
sollevarsi, ma Giulia la spinge giu'. "Si " dice lei. Alza la cinghia e la
abbassa con forza. Con un violento colpo la cinghia scende sul culo. Lei urla subito.
"Ti piace?" Per Diana sembra un'enternita' prima che Pietro ritorni. L'ultimo
colpo la prende proprio sul buco facendola gridare. Dalla figa continua esce un rivolo
continuo di succhi che si allarga sul tavolo. "Bel lavoro " dice lui rientrando.
"Grazie " esce improvvisamente dalla bocca di Diana. "Per cosa?"
chiede Giulia "Per avermi soddisfatta cosi'" "Vuoi che ti scopi o
preferisci le racchette?" chiedi. "Scopami, scopami nel culo" geme Diana
"Tira fuori il cazzo, Pietro " ordina lei "stiamo per scoparla."
"Non ancora, ragazzina " dice Pietro " prima devo sculacciarti fino a
ottenere lo stesso risultato." Ti mostra la corda che ha preso il palestra. "Ti
lego e ti sculaccio." Lei esegue e Giulia viene due volte mentre la picchia con le
racchette. Alla fine, legata, suggerisce Giulia "Facciamo qualche altro gioco con
lei?" "Cosa hai in mente?" chiede lui guardando Diana legata al tavolo che
si contorce, eccitata. "Slegami e te lo mostro. Vedrai, ci divertiamo." afferma
lei mentre viene liberata. Va verso la scrivania e prende due pinze per blocchi di
appunti. Si avvicina a Diana e chiede "Sai cosa servono questi?" "Non
so,... per i fogli" risponde. "Non solo" fa lei e glieli applica ai
capezzoli duri e lunghi facendole emettere un grido. "Ti piace?" chiede Giulia,
tirandoli "Si,... mi strizzano, mi fanno godere." geme lei. Giulia ritorna alla
scrivania ed trova due grossi pennarelli, uno rosso ed uno nero, che Pietro una per
correggere i compiti. Guardando Diana le chiede "Non li hai mai usati?"
"Si, li uso sempre" esclama lei "Bene" dice Giulia premendole il primo
sulla labbra della figa viscide. "No, mi fai male, nooo" grida lei. Giulia
eccitata dalle sue grida lo infila tutta mentre Diana si contorce. I movimenti spingono le
pinze fissate ai capezzoli e ballare avanti e indietro tirandoli e pizzicandoli. Diana sta
gemendo agitandosi senza controllo. Giulia infila con forza dentro e fuori quel grosso
membro di plastica dura. Ad ogni estrazione un rivolo di succhi esce dalla figa pulsante.
Pietro osserva eccitate mentre massaggia e strizza le tette a Giulia. "Prendile le
pinze e tirale. Divertiti anche tu." dice lei rivolta a Pietro. Lui non se lo fa
ripetere e inizia a torturarle i capezzoli. Diana non ne puo' piu', sta quasi per venire.
Giulia se ne accorge e ferma Pietro "Fermo, aspettiamo, non deve venire subito"
Estrae il pennarello grondante e lo spinge nel buco del culo. Diana ora geme di dolore.
Senza complimenti lo infila. Dopo un po' Pietro riprende la sua azione. Giulia gli
suggerisce "Fattelo leccare da questa puttana. Deve sapere molto bene leccare i
cazzi" Pietro le gira la testa e la tira dopo aver posizionato il suo membro
svettante davanti alle labbra. "Succhia le dice. Leccalo tutto, dalla cappella fino
in fondo" e la spinge fino a che e' entrato tutto. Nel frattempo Giulia ha preso
l'altro pennarello e lo ha infilato nella figa. Tirando uno e spingendo l'altro la stimola
completamente mentre lui se lo fa succhiare e le tira i capezzoli. In breve lei si
contorce mentre sorde grida escono dalla bocca occupata. Un orgasmo si succede all'altro
mentre loro due la stimolano e la tormentano. Pietro si mette a gemere. "Vengo...
vengo" Giulia ficca i due pennarelli in fondo. Si sposta a fianco di Pietro. Con la
mano sinistra gli tira fuori il cazzo dalla bocca di Diana lasciandola aperta. Lo
scappella e con la mano destra raggiunge il sedere di Pietro. Gli infila il medio nel
buco. Immediatamente dal cazzo duro esce uno zampillo di sperma che finisce in faccia a
Diana, seguito da altri che le ricoprono il viso. Diana tira fuori la lingua per
raccogliere le gocce che escono. Giulia nel frattempo gli mena ancora l'uccello
dirigendolo verso il collo e le tette che presto sono gocciolanti di sperma. Pietro crolla
sulla sedia, disfatto. Diana si contorce dagli orgasmi che quella doccia calda le hanno
provocato. Giulia dice "Bene, ora tocca a me". Salta sulla scrivania e piazza la
figa bagnata sulla bocca di Diana. "Leccamela tutta" le ordina "fammi
venire". Con le mani le solleva la testa spingendosi la lingua di lei dentro. Diana
comincia a leccarla dentro facendo scivolare la lingua fino al clitoride. Giulia geme e si
stringe i capezzoli. Guarda Pietro. Il suo cazzo ha ripreso vita alla vista di quel corpo
che si dimena ad ogni colpo di lingua. Giulia dice "Sali, mettimelo dietro"
Pietro non aspetta altro. Si mette a cavalcioni di Diana e infila il cazzo nel buchino di
Giulia. Spingendo per farlo entrare provoca una maggiore penetrazione della lingua di
Diana in lei. Giulia sussulta e grida, presa tra due fuochi che non le danno tregua. Dopo
pochi colpi di Pietro comincia a venire facendo gocciolare di umori il mento di Diana che
le afferra il clitoride con i denti. Giulia ha un orgasmo dopo l'altro mentre i due
continuano. Pietro sta per venire di nuovo. Esce dal culo di lei, toglie l'asta di
plastica dalla figa di Diana e glielo infila con un solo colpo, venendo subito e
riempiendole la figa che sussulta dall'improvviso orgasmo. F I N E -------