Da: Meneghetti
Oggetto: nin
Data: sabato 21 marzo 1998 15.48
Capitolo 1 L'avventuriero ungherese C'era un avventuriero ungherse dotato di bellezza
sorprendente, di fascino infallibile, di cultura, di grazia, dell'abilit
di un
attore consumato, della conoscenza di molte lingue. E a tutto questo s'aggiungeva il genio
per l'intrigo, una capacit
di trarsi d'impaccio e di andare e venire nei vari paesi
come se niente fosse. Viaggiava in grande stile, con quindici bauli dei vestiti pi
raffinati e con due grando cani danesi. La sua aria di autorit
gli aveva guadagnato
il soprannome di Barone. Il Barone veniva segnalato negli alberghi pi lussuosi, alle
terme e alle corse dei cavalli, in giro per il mondo, in escursioni in Egitto. Ovunque
andasse, diveniva il centro dell'attrazione femminile. Come il pi versatile degli
attori, passava da un ruolo all'altro per accontentare i gusti di ciascuna donna. Era il
ballerino pi elegante, il commensale pi vivace. Quando aveva bisogno di soldi,
sposava una donna ricca, la spogliava dei suoi beni, e partiva per un altro paese. Il
pi delle volte le donne in questione non si ribellavano n lo denunciavano alla
polizia. Le poche settimane o mesi in cui avevano il bene di goderselo come marito,
lasciavano in loro una sensazione che era pi forte del brutto colpo di perdere il
denaro. Ma il libero, inaferrabile avventuriero, che saltava da un ramo all'altro per poco
non cadde in una trappola di amore umano, quando una sera incontr la ballerina
brasiliana Anita al teatro Peruviano. I suoi occhi non si chiudevano come quelli delle
altre donne, ma come quelli delle tigri, dei puma e dei leopardi, con le palpebre che si
chiudevano lentamente; e verso il naso sembravano quasi uniti da una sottile sutura, che
li faceva sembrare piccoli, e con uno sguardo lascivo e obliquo simile a quello che lascia
cadere una donna che non vuole vedere cosa viene fatto al suo corpo. Tutto questo le dava
l'aria di una donna che stava facendo l'amore, e ci eccit il Barone non appena
la vide. Quando and a farle visita nel camerino, la ballerina si stava vestendo in
mezzo ad una profusione di fiori e, per la gioia degli ammiratori che le sedevano intorno,
si stava imbellettando il sesso con il rossetto, senza permettere a nessuno di fare un
solo gesto verso di lei. Quando entr il Barone, si limit ad alzare la testa e
sorridergli. Aveva un piede su un tavolino e l'elaborato vestito brasiliano sollevato;
senza bettere ciglio ricominci a dipingersi il sesso con le mani ingioiellate,
ridendo dell'eccitazione degli uomini che le stavano intorno. Il suo sesso era come un
gigantesco fiore di serra, il pi grande che il Barone avesse mai visto, e i peli
intorno erano folti e ricciuti, neri come il carbone. E queste labbra le imbellettava come
fossero una bocca, in modo elaborato, fino a farle assomigliare a camelie rosso sangue,
che, aperte a forza, mostravano il bocciolo interno ancora chiuso, una gemma del fiore
pi pallida, con la pelle ancora pi chiara. Il Barone non riusc a
persuaderla a cenare con lui. La sua apparizione in scena non era che un preludio al suo
lavoro in teatro. Ad essa seguiva la prestazione per la quale era famosa in utto il Sud
America, quando i palchi del teatro, profondi, scuri e seminascosti dalle tendine, si
riempivano degli uomini dell'alta societ
di tutto il mondo. Le donne non venivano
portate a questo spettacolo di variet
d'alta classe. Anita si era cambiata di nuovo
da capo a piedi mettendo il vestito arricciato con tante sottogonne che usava in scena per
le sue canzoni brasiliane, ma questa volta non portava lo scialle. Il vestito era senza
spalline, e i suoi seni ricchi e abbondanti, compressi nel corpetto aderente, traboccavano
dall'abito, offrendosi all'occhio in quasi totale nudi
. Con questo abito, mentre il
resto dello spettacolo continuava, faceva il giro dei palchi. Qui, a richiesta, si
inginocchiava davanti a un uomo, gli sbottonava i pantaloni, gli prendeva il pene tra le
mani ingoiellate, e con una delicatezza di tocco, una perizia, una leggerezza, che poche
donne avevano, lo succhiava finch l'uomo era soddisfatto. Le sue mani erano
altrettanto attive della bocca. La titillazione faceva quasi svenire dal piacere gli
uomini. L'elasticit
delle mani, la variet
dei ritmi, il cambiamento dalla
presa salda della mano sull'intero pene al tocco pi lieve sulla punta, dal massaggio
fermo di tutte le parti, al leggero solletico intorno ai peli: e tutto ci fatto da
una donna voluttuosa di eccezionale bellezza, mentre l'attenzione del pubblico era rivolta
alla scena. Vedere il proprio pene entrare in quella bocca magnifica, tra il balenio dei
denti, mentre i seni si sollevavano, dava agli uomini un piacere per il quale pagavano
generosamente. La sua presenza in scena li preparava per la sua apparizione nei palchi.
Anita li provocava con la bocca, gli occhi, i seni. Inoltre soddisfare il proprio piacere
in mezzo alla musica, con le canzoni e le luci di scenza, in un palco oscuro e semivelato
sopra il resto del pubblico, costituiva una forma di divertimento particolarmente
eccitante. Il Barone si innamor di Anita e rimase con lei pi a lungo che con
qualsiasi altra donne. Lei lo am e gli diede due figlie. Ma dopo qualche anno, il
Barone era di nuovo uccel di bosco. L'abitudine era troppo forte. And a Rome e prese
una suite al Grand Hotel. Questa suite era adiacente a quella occupata dall'Ambasciatore
spagnolo che abitava con la moglie e due bambine. Il Barona affascin anche loro. La
moglie dell'Ambasciatore lo ammirava e alla fine i rapporti con la famiglia divennero
cos amichevoli che le bambine, presero l'abitudine di andare a trovare il Barone per
svegliarlo con risate e scerzi nei quali non potevano indulgerei ben pi solenni
genitori. Una delle bambine aveva dieci anni. L'altra dodici. Entrambe erano bellissime
con grandi occhi neri, lunghi capelli e una carnagione dorata. Portavano vestitini corti e
calzine bianche. Con strilli e risa le due ragazzine entravano di corsa nella stanza del
Barone e si buttavano per gioco sul letto. Lui le stuzzicava e le coccolava. Come molti
uomini, il Barone si svegliava con il pene in condizioni di particolare sensibilit
.
In realt
era in uno stato assai vulnerabile e non gli restava il tempo per alzarsi e
calmare la sua condizione urinando. Prima che potesse farlo, le due ragazzine avevano
gi
attraversato la stanza e si erano gettate su di lui, e sul suo pene eretto, che
la spessa trapunta nascondeva a malapena. Le due bambine non si preoccupavano se le loro
gonne si alzavano e le loro gambe snelle si accavallavano al suo pene che stava ritto
sotto la coperta. La delizia del Barone nell'essere trattato a questo modo cresceva fino a
trasformarsi in una vera tortura. Una volta, una delle due si era sdraiata supina su di
lui e il Barone per soddisfare il proprio piacere non aveva che da strusciarsi contro di
lei. E lo fece come se per gioco volesse spingerla pia piano gi da letto. Lei sei
aggrapp ridendo attraverso le coperte mentre il Barone la spingeva facendola
rotolare. Ridendo, egli spinse in alto il corpo della bambina, ma questa rimase attaccata
a lui, strusciandosi contro le gambe, le mutandine nello sforzo di non cadere. La seconda
bambina, per pareggiare, gli sedette sopra a cavalcioni davanti all'altra. Ora, con il
peso di entrambe, poteva muoversi pi liberamente. Il suo pene, nascosto nella
coperta, si muoveva violentemente tra quelle gambe e fu cos che lui venne, con una
intensit
che aveva sperimentato raramente. Poi, un giorno, il Barone se ne
and. Un giorno, girando sempre da una citt
all'altra, venne a sapere che la
ballerina brasiliana che aveva amato era morta per una dose eccessiva di oppio. Le due
figlie, di quindici e sedici anni, volevano che il padre si occupasse di loro. A
quell'epoca viveva a New York con una moglie. La donna non voleva, ma lui le mand a
prendere. Le ricevette con grandi dimostrazioni di affetto. Una era bellissima, l'altra
meno, ma piccante. Erano cresciute spartendo la vita della madre, n represse n
pudiche. Alle ragazze venne dato un letto matrimoniale. Alla sera, il padre and da
loro e presero a parlare del viaggio, del loro incontro. Si distese tra loro, baciandole e
accarezzandole. Loro si addormentarono con la testa appoggiato a lui. I loro corpi
giovani, i piccoli seni, lo torburano al punto che non riusciva a dormire. Le tocc a
turno, mentre dormivano. Poi non resistette. Svegli la pi grande e la prese.
Lei cerc di resistergli. Ma dopo quelle che avevano gi
passato cedettero
entrambe. La cosa prosegu anche nei giorni successivi. Lui era ossessionato da loro.
Insegn loro a toccarsi a vicenda, a baciarsi per farlo eccitare in tutti modi
possibili. Poi le prendeva, a turno mentre l'altra lo eccitava ancora. Fin che la
moglie scopr tutto e lui rimase solo, abbandonato da tutte. - Capitolo 2 La modella
La moglie di uno dei pittori moderni era una ninfomane. Aveva una figura voluttuosa che
copriva con cura di lucido raso nero. Aveva la vita sottile rispetto al resto del corpo e
la sottolineava con una grossa cintura d'argento alta dieci cm. Era affascinante, come la
cintura di una schiava. Si sentiva che, sotto sotto, quella donna era una schiava, del
sesso. Entrando al caffe dove andava di solito, scrutava con gli occhi cercando qualcuno.
Un giorno incontr un cubano, un pittore. Quando lei lo vide lo abbord e
uscirono subito. Antonio, questo era il nome, era rimasto affascinato da qui seni
abbondanti messi in mostra, dai lunhi capelli lisci. Entrarono subito in camera. Lui le
disse "Tieni la cintura." Poi inizi a strapparle il vestito. Con calma e
senza sforzo lo strapp, striscia per striscia. Lei rimane tutta nuda. Sotto il
vestito non portava mai niente. Indossa solo la cintura d'argento. La distende sul letto,
baciandola. Lei sentiva il peso di lui e della cintura che le premono la carne nuda. La
sua brama sessuale le stava dando alla testa. Non poteva pi aspettare. Ma Antonio
ignor i lamenti di impazienza. Non solo continu a baciarla, ma la stimolava
con le mani, afferrandola con forza. Lei era bagnata, tremante le gambe aperte da
desiderio. Cerc di aprirgli i pantaloni. "C' tempo" disse lui
"C' un sacco di tempo per tutti e due." Poi si spogli. Poi riprese,
le lecc i capezzoli turgidi, mordendoli. Lei cercava di soddisfarsi strisciando
sulle sue gambe, sul corpo. Ma lui non lo permise. Lei era sconvolta "Prendimi,
Antonio, prendimi, non ce la faccio pi." Ma lui non la prendeva. Lei sentiva la
figa bruciare, grondante di desiderio. Mentre si muoveva la cintura tintinnava, come la
catena di una schiava. Lei si sentiva come la schiava di lui. La comandava, il suo piacere
era subordinato a lui. Solo dopo ancora tanto tempo lui la penetr. Lei in preda ad
un delirio si agitava su di lui. Ma appena lei iniziava a gemere profondamente, si
ritraeva, lasciandola tremante. Lei si strusciava contro lui, muovendosi attorno al pene.
Poi lui la infilava nella fessura fradicia con un solo colpo, lasciandola senza fiato dal
godimento. Poi la fece sdraiare in terra, carponi. La fece camminare mentre la cintura
dondolava. Lui la prese da dietro con colpi feroci la fece venire in una seuqenza di
orgasmi senza fine. Poi si distese sotto di lei, leccandone i succhi che uscivano
copiosamente. Infine la fece sdraiare sul letto, lui le prese le gambe, sollevandole sopra
le sue spalle. La prese con violenza. Lei grid una serie senza fine di orgasmi
mentre lui si svuotava dentro lei. Lei rimase distesa, senza fiato, senza energie. Aveva
provato per la prima volta un orgasmo terrificante, unico. BIJOU 187 Il Basco la usava
come modella, ma di sera aveva sempre amici a cena, e Bijou doveva cucinare. Dopo cena la
faceva sdraiare sul letto dello studio mentre chiaccherava con gli amici. Si limitava a
tenersela al fianco e accarezzarla. Gli amici non potevano fare a meno di guardarli. Le
mani di lui tracciavano cerchi sui suoi seni maturi. Bijou non si muoveva, ma si lasciava
andare a una posa languida. Il Basco toccava la stoffa del vestito come fosse la sua
pelle. I vestiti le aderivano sempre perfettamente al corpo, con nulla sotto. Lui le
apriva il vestito, ne estraeva un seno e diceva agli amici: "Avete mai visto un seno
del genere? Guardate!" E loro guardavano. Uno fumava, uno faceva schizzi di Bijou,
pero' guardavano. Contro il nero del vestito, il seno cosi' perfetto aveva il colore
dell'avorio. Il Basco le pizzicava i capezzoli, che si arrossavano. Poi le richiudeva il
vestito e le sfiorava le gambe finche' non sentiva le giarettiere. "Non e' troppo
stretta? Fa' vedere. Ti hanno lasciato il segno." Sollevava la gonna e le toglieva le
giarrettiere. Mentre Bijou sollevava le gambe, gli uomini potevano vedere la linea dolce e
lucida delle cosce sopra le calze. Poi si copriva di nuovo e lui continuava ad
accarezzarla. A Bijou si annebbiava la vista, come fosse ubriaca. Allungava le gambe.
Scalciava via le scarpe e la luce erotica che brillava nei suoi occhi, una luce che le sue
ciglia folte non riuscivano ad offuscare,attraversaava il coprpo degli uomini come fosse
fuoco. In serate come quella, sapeva che il Basco non intendeva darle piacere, ma solo
torturalrla. Non sarebbe stato soddisfatto finche' non avesse visto le facce degli amici
alterate, sconvolte. Le apriva la cerniera del vestito e vi infilava le mani. "Non
hai le mutandine, Bijou." E gli amici vedevano la sua mano sotto il vestito che le
accarezzava la pancia e scendeva lungo le gambe. Poi si interrompeva e ritraeva la mano, e
loro lo guardavano mentre rihiudeva la cerniera. Una volta chiese ad uno dei pittori la
sua pipa calda. L'uomo gliela allungo' ed egli la fece scivolare su per la gonna di Bijou,
e gliela appoggio' al sesso. "E' calda" le disse "calda e liscia."
Bijou allontano' la pipa perche' non voleva che gli altri sapessero che tutte le carezze
l'avevano fatta bagnare. Ma la pipa usci' rivelandolo, come se fosse stata immersa in
succo di pesca. Il Basco la restitui' al proprietario, che ricevette cosi' un po'
dell'odore sessuale di Bijou. Lei temeva quello che il Basco sarebbe riuscito ad
escogitare, e strinse le gambe. Il Basco ebbe un'idea. Chiese a Bijou di portare il
pennello da barba ed il rasoio. Lei ubbidi', contenta di potersi muovere. Le prese il
pennello e il sapone dalle mani e mescolo' la schiuma. Mise una lama nuova e le disse
"Sdraiati sul letto." "Che vuoi fare?" chiese lei "Non ho peli
sulle gambe." "Lo so che non li hai. Fammele vedere." Bijou allungo' le
gambe. Erano cosi' lisce che parevano lucidate. I tre uomini si chinarono su quelle gambe.
Quando lei le agito', il Basco le blocco' contro i pantaloni, poi le sollevo' la gonna,
mentre Bijou lottava per tiralra giu' "Cosa vuoi fare?" chiese lei, gia'
eccitata dagli sguardi. Lui le sollevo' la gonna e scopri' un ciuffo di peli ricci cosi'
folti che i tre uomoni fischiarono. Bijou tenne le gambe strette, con i piedi contro i
pantaloni del Basco, la dove egli senti' un formicolio. Il Basco chiese ai tre uomini di
tenerla ferma. Bijou sulle prime si dimeno', poi si rese contro che era meno pericoloso
restare immobile, dato che lui le stava radendo i peli pubici, cominciando dal bordo
esterno. Li' il ventre scendeva in una curva morbida. Il Basco insaponava, poi radeva
gentilmente, togliendo peli e schiuma con un asiugamano. Bijou teneva le gambe strette e
gli uomini non vedevano altro che i peli, ma quando il Basco, continuando la rasatura,
raggiunse il centro del triangolo, mise a nudo un monte, un liscio promontorio. Il
contatto con la lama fredda mise in agitazione Bijou. Era un po' arrabbiata, un po'
eccitata, decisa a non mostrare il sesso a tutti quegli uomini. Ma la rasatura metteva a
nudo in cui apparivano le dolci pieghe che scoprivano il clitoride, le labbra dal colore
intenso. I tre uomini la tenevano ferma e si piegavano su di lei per guardare. Pensavano
che il Basco si sarebbe fermato li', ma egli ordino' di aprire le gambe. Bijou scalcio'
contro di lui, ma questo servi' solo a farlo eccitare ancora di piu'. "Apri le
gambe!" ordino' "ci sono altri peli li' in fondo." Fu costretta ad aprirle,
e lui comincio' a raderla gentilmente, piu' radi, delicatamente arricciati, sui lati della
vulva. Ora era tutta scoperta. La lunga bocca verticale, una seconda bocca. Ma il Basco
voleva tutto "Ti faro' aprire anche li'" Aveva sciacquato via il sapone dal
pennello, ed ora le spennellava le labbra esterne della vulva su e giu'. Le teste degli
uomini erano vicine, il Basco, tenendo le gambe di lei contro la sua erezione, toccava
attentamente la vulva e la punta del clitoride. Allora gli uomini videro che Bijou non
riusciva piu' a contrarre le natiche ed il sesso e col muoversi del pennello,le natiche
spingevano in avanti e le labbra della figa si aprivano. La nudita' rivelava ogni minimo
movimento. Le labbra ora erano aperte, rivelando una seconda aura, e poi una terza. Ormai
Bijou spingeva, volendosi aprire, il ventre si muoveva in accordo, gonfiandosi e
ricadendo. Il Basco si appoggio' strettamente alle sue gambe. "Basta, " lo
prego' Bijou, ansimando, "basta!" Gli uomini potevano vedere il fluido colare
lentamente dal suo corpo. Il Basco si fermo', non volendo darle il piacere che riservava
per se' stesso, piu' tardi. Bijou e il negro Bijou aveva sentito parlare di un
chiaroveggente ed and a consultarlo. Era un uomo grande, un negro dell'Africa
occidentale. Tutte le donne del quartiere andavano da lui. La sala d'attesa era piena.
Bijou si trov di fronte una grande tenda nera di seta, ricamata in oro. L'uomo
comparve da dietro quella tenda. Nonostante il vestito di tutti i giorni, aveva un'aria da
mago. Lanci a Bijou un'occhiata pesante con i suoi occhi lustri, e scomparve dietro
alla tenda con l'ultima donna che era arrivata prima di lei. La seduta dur mezz'ora.
Poi l'uomo accompagn gentilmente la donna alla porta. Era il turno di Bijou. L'uomo
la fece passare. Si trov in una stanza buia, illuminata da una sfera di cristallo.
Gli occhi dell'uomo erano ipnotici. Bijou se ne rese conto e decise di opporre resistenza
all'ipnosi per rimanere cosciente di quanto succedeva. L'uomo le chiese di sdraiarsi sul
divanetto e di rilassarsi mentre lui si concentrava. Egli chiuse gli occhi e Bijou chiuse
i suoi. Per un minuto rimasero cos. Poi le mise una mano sulla fronte. Era calda,
secca ed elettrica. Poi la sua voce disse, come in un sogno: "Tu sei sposata ad un
uomo che ti fa soffrire." "S" disse Bijou, pensando al Basco che la
metteva in mostra davanti ai suoi amici. "Ha delle strane abitudini."
"S" rispose lei. Con gli occhi chiusi, riviveva le scene con estrema
chiarezza. Sembrava che anche il chiaroveggente riuscisse a vederle. Egli aggiunse:
"Sei infelice, e trovi una compensazione nell'essere infedele."
"S" disse ancora Bijou. "Dormi" disse lui. Bijou si calm,
ma non riusc a dormire. Il suo corpo era irrigidito. Ma sapeva come cambiano il
respiro e il movimento del seno. Cos finse di addormentarsi. L'uomo inizi ad
accarezzarle la spalla. Bijou temeva di addormentarsi. Era completamente rilassata. Con
cautela e destrezza le accarezz i seni. Bijou non si mosse. Poi le tocc il
ventre e con la pressione del dito spinse la seta nera del vestito in modo da sottolineare
la forma delle gambe e lo spazio tra loro. Dopo aver dato forma a questa valle,
cominci ad accarezzarle le gambe. Poi si alz dalla seggiola, and ai
piedi del divanetto, e si inginocchi. Bijou sapeva bene che da questa posizione
poteva guardarle sotto il vestito. Lei non portava niente, sotto. L'uomo guard a
lungo. Poi sent che le sollevava leggermente l'orlo della gonna, per poter vedere di
pi. Bijou si era allungata tutta sul divano con le gambe leggermente divaricate. E
ora si scioglieva sotto il tocco e lo sguardo di lui. Com'era bello sentirsi guardare,
mentre fingeva di dormire. Sent la seta del vestito che veniva sollevata. le gambe
snelle scoperte. E lui che la guardava, la scrutava. Era difficile per Bijou rimanere
assolutamente immobile. Avrebbe voluto aprire le gambe, ma la mano di lui si muoveva lenta
su di lei. Lo sentiva salire le gambe, fermarsi, per poi toccarle finalmente il sesso. Con
due dita le stava palpando la figa. Quando sent il miele che scivolava in lei, lui
la baci sotto la gonna, sulle labbra calde. La sua lingua era lunga, agile,
penetrante. Bijou dovette trattenersi a stento dal muoversi verso la sua bocca vorace.
L'uomo aveva ritratto la testa da sotto la gonna. Si stava togliendo i vestiti. Era vicino
a lei, alto, magnifico come un re africano. Nudo, sopra di lei, la circond con le
braccia, girandola delicatamente. Ora Bijou gli offriva le sue natiche sontuose. Le
sollev il vestito e le allarg le chiappe sode. Si pieg su lei e le
baci la fessura. Poi fece scivolare le mani sul suo corpo e la sollev verso
lui, in modo da poterla penetrare da dietro. All'inizio trov l'apertura del culo. Ma
era troppo stretta e lui scivolo verso l'altra apertura, pi grande e invitante.
Entr e usc per poco. Poi si ritrasse. La rivolt di nuovo, in modo da
poterla vedere mentre la prendeva tutta da davanti. Le mani cercarono i seni sotto il
vestito, afferrandoli con violenza. Il suo pene era grosso, la riempiva completamente. Lo
infil dentro lei con tale violenza che Bijou temette di avere un orgasmo subito e di
tradirsi. Voleva prendersi il piacere senza che lui lo sapessse. Ma lui la eccit
cos tanto con il suo ritmo forte, i suoi colpi violenti dentro di lei, che lei venne
proprio mentre lui scivolava fuori per accarezzarla. Tutto il desiderio era ora teso ad un
vero orgasmo, pieno. Lui cerc di infilarle il cazzzo nella bocca aperta. Per lei
impedire alle mani di afferrarlo, di stringerlo tra le labbra, era un grande sforzo. La
sua passivit
lo spinse all'orlo del parossismo. Aveva toccato il corpo in tutti i
modi, penetrandolo ovunque. Si sedette sul ventre di lei, spingendo il pene tra i seni di
lei, stringendoli mentre si muoveva. Bijou sentiva i peli suoi che la struciavano. Infine
perse il controllo. Apr gli occhi e la bocca. L'uomo grugn di piacere mentre
lei le prendeva il pene tutto in bocca, succhiandolo. Lui le chiese: "Io mi
sdraier sul pavimento, tu accucciati sopra me." Lui si stese e Bijou, tenendo
il vestito alzato, si sedette sopra la sua faccia. Lui le apr le natiche, leccndola
tutta. Poi le accarezz il clitoride, facendola gemere e contorcere. Lei vedeva il
pene eretto vibrare mentre lei godeva delle sensazione delle sua lingua. Improvvisamente
bussarono alla porta. Lui rispose "Non sono ancora pronto" Bijou si alz,
ricomponendosi il vestito e lui si rivest. Si accordarono per rivedersi. Bijou
voleva portare le sue amiche Elena e Leila. Gli sarebbe piaciuto? "Vedi, qui vengono
tutte, la maggior parte non mi tenta, ma tu.." disse lui. Una sera loro arrivarono.
Lui volle danzare per loro. Si spogli, rivelando il suo corpo bruno e dorato. Alla
vita era legato un pene finto. Disse loro: "Questa una danza del mio paese. La
eseguiamo per le donne nei giorni di festa." Si mise a danzare nella penombra della
stanza, facendo ondeggiare il pene in modo allusivo. Si muoveva simulando la penetazione,
simulando gli spasmi dell'orgasmo. Le tre donne lo osservavano. Nella danza il suo pene
stava alzandosi mentre lui le guardava, eccitanti e mezze nude come erano arrivate.
L'effetto su Bijou fu immediato. Si spogli del vestito, rimanendo nuda. Inizi
a ballare intorno a lui, eccitandolo. Si limitava a toccarlo casualmente nella danza. La
danza dei due, nudi, turb anche Elena. Si tolse la camicetta e la gonna sotto cui
non portava niente e si mise a danzare anche lei. Si vedeva chiaramente quante tutti e tre
fossero eccitati dalla danza e del toccarsi. Elena si inginocchi tra loro.
Desiderava essere presa con forza fino a sangiunare da quel cazzo grande, forte che
dondolava davanti a lei. Anche Leila, che non desiderava gli uomini, era trascinata dalle
donne. Leila cerc di baciare Elena, strusciando i seni che spuntavano dalla
camicetta aperta contro le due donne. Si attacc a Bijou tentando di leccarla, ma lei
era affascinata da quei due peni che le danzavano attorno. Sognava di essere posseduta da
entrambe che potevano soddisfarla appieno. Quando l'Africano cadde sul pavimento, esausto,
Elena e Bijou balzarono su di lui. Bijou si infil il pene vero nella figa gi
fradicia e quello falso nel culo. Si contorceva tra i godimenti su di lui, strusciandosi e
gemendo senza ritegno, impalata da quei due cazzi che la facevano impazzire dal godimento.
Le sue urla di piacere si moltiplicarono come i suoi orgasmi senza fine fino a cadere,
distrutta, su di lui, inondata dal piacere di lui e ansimante. Elena la spinse via senza
piet
per potersi prendersi anche lei il piacere. Ma lui era appena venuto. Assunse
la stessa posizione, forzandosi di muoversi lentamente, per non prendersi il godimento
senza che lui partecipasse. Ma dopo un po' lui le afferr le natiche e la mosse in
modo che lei sentisse il pulsare del suo pene dentro lei. La rigir, la spinse, la
tir fino a farla gridare molte volte. Poi lei si mosse, stimolandolo fino a farlo
venire, in un orgasmo comune senza fine. Poi fece venire Leila, facendola chinare sul
viso. Leila non desiderava un uomo. Ma la sua lingua la stimolava sul clitoride con
abilit
. Voleva essere presa da dietro. Si gir e si fece infilare dal pene
finto. Elena e Bijou che si erano riprese, soddisfatte ma ancora eccitate, osservavano
Leila che si agitava sul pene finto. Lui la stringeva, graffiandola e martellandola con
forza. Leila godeva e godeva fino a spengersi in un orgasmo sconvolgente. Bijou e Leila
Leila port Bijou a cavalcare al Bois. Leila era molto bella sul cavallo, sbella,
mascolina e altera. Bijou era pi opulenta. Cavalcare al Bois fu una bella
esperienza. Passarono accanto a gente elegante, poi trottarono per lunghi tratti lungo
sentieri isolati in mezzo agli alberi. Era primavera. Bijou aveva preso molte lezioni di
equitazione ed ora usciva da sola per la prima volta. Cavalcarono lentamente,
chiaccherando. Poi Leila si lanci al galoppo e Bijou la segu. Dopo aver
galoppato a lungo, rallentarono, con i visi arrossati. Bijou sentiva una piacevole
irritazione tra le gambe e un calore su per le natiche. Si chiese se Leila provasse la
stessa sensazione. Dopo un'altra mezz'ora di cavalcata, l'eccitazione crebbe ancora di
pi. Aveva gli occhi brillanti, le labbra umide. "Cavalcare ti dona" le
disse. La mano guantata reggeva il frustino con sicurezza regale, portava una camicia
maschile, leggera. Il completo da cavallerizza sottolineava la snellezza della vita, dei
seni gonfi e delle natiche. Ogni volta che si sollevava e ricadeva sulla sella sentiva un
delizioso formicolio. A Leila piaceva cavalcarle dietro e contamplare la figura che si
muoveva sul cavallo. Bijou si sporgeva in avanti sulla sella, mostrando le natiche roronde
e tese nei pantaloni. I cavalli erano accaldati. Cavalcarono fianco a fianco, le labbra
socchiuse ed il vento sul viso. Mentre stingeva le gambe sui fianchi del cavallo, Bijou
ricordava come le piaceva cavalcare quando faceva l'amore. Si metteva sullo stomaco
dell'uomo, sfregandosi la figa bagnata sul petto, per poi lzarsi e mostrare tutto all'uomo
e facendosi leccare fino a venire. Raggiunta la parte pi fitta della foresta, le due
donne si fermarono. Condussero i cavalli per le briglie in un angolo coperto di muschio e
si sedettero. Leila teneva in mano il frustino. Bijou disse "Mi bruciano le natiche
per la cavalcata." "Fa' vedere" disse Leila "Forse non avremmo dovuto
cavalcare cos a lungo." Bijou slacci la cintura, sbotton i
pantaloni, abbassandoli. Leila la fece mettere in ginocchio e disse "Fammi
godere" sfilandole i pantaloni. Tocc Bijou. "Ti fa male?" chiese
"No, solo molto caldo" La mano di Leila si pos sulle natiche,
rotonde e sode. "Ti fa male qui?" "L caldo e brucia."
"Chinati" disse a Leila facendola inginocchiare sol il sedere in aria. Leila
accarezz la pelle del sedere in ogni punto. "Continua a bruciare" disse
Bijou. "Dovremo cercare qualche altro rimedio" disse Leila, eccitata.
"Fammi tutto quello che vuoi" rispose Bijou. Leila prese il frustino facendolo
cadere sulle natiche. "Questo mi scalda ancora di pi." disse Bijou.
"Ma ti volgio pi calda. Ti voglio bollente. Devi essere calda l" La
colp ancora, sulle natiche e sul buchino. "E' bollente" disse Bijou.
"Voglio che bruci finch non riuscirai a sopportare di pi. Solo allora
avrai i miei baci." Colp di nuovo, ancora. Poi ancora pi forte. Bijou
sentiva un piacere intenso, bruciante. "Colpisci forte" disse a Leila.
"Vuoi farlo anche tu a me?" chiese Leila. "S" e si alz.
Sedette posando le natiche sul muschio fresco. Prese Leila sulle ginocchia, togliendole i
pantaloni. La frust, prima piano e poi sempre pi forte. Leila si apriva sempre
pi ai colpi. Aveva le natiche rosse e brucianti. "Spogliamoci e cavalchiamo sul
cavallo insieme." disse Leila. Si spogliarono delle camicie che portavano, senza
niente sotto. Montarono insieme sul cavallo. Ci stavano strette sulla sella. Leila da
dietro prese i seni di Bijou. Cavalcarono cos mentre le fighe strusciavano sulla
ruvida sella, l'una contro l'altra. Tornarono al letto di muschio, eccitate. Leila
accarezz le natiche di Bijou, poi prese il frustino. Fece sdraiare Bijou di schiena.
Si mise a cavalcioni di lei, aprendole le gambe e frustandole proprio in mezzo alla figa,
fradicia di umori. Bijou gridava, afferrando la schiena e le spalle di Leila, ma questa
continuava a frustarla con forza, come se volesse scoparla a frustate. Bijou si gir,
facendo rotolare Leila sul muschio. In preda ad una eccitazione incontrollabile, si mise a
cavalcioni su Leila, presentando la figa in fiamme e gocciolante sulla bocca. Le rese le
frustate nella figa mentre Leila infilava la lingua nella figa, facendola gemere. Leila
poi infil un dito nel culo di Bijou, stringendo il clitoride lungo e turgido con i
denti. Bijou venne con un grido animalesco, ricadendo ansimante sul ventre di Leila. Dopo
un attimo si riprese e lecc la fessura rovente di Leila, ricevendo di nuovo
attenzioni, e raggiunsero un orgasmo all'unisono. Ma erano ancora soddisfatte e
continuarono, in una serie di godimenti che sembra non finire. Bijou, Leila e Elena. Leila
invit Elena nel suo appartamento. Quando arrivarono, trovarono tutto profumato di
incensi ancora accesi. Bijou aveva paura a muoversi. Si sedette a gambe incrociate, come
una donna araba. Gli occhi di Elena brillavano febbrili. Leila emanava un fascino
misetrioso che dava il senso dell'ignoto. Si sedettero tutte e tre sul divano bassissimo.
La prima a muoversi fu Leila, che face scivolare la mano ingoiellata sotto la gonna di
Bijou e rimase senza fiato per la sorpresa di toccare la pelle liscia e morbida dove si
era aspettata di trovare la biancheria. Bijou si sdrai e porse la bocca a Elena. Le
mani forti di Bijou circondarono il collo delicato. Leila ebbe un attimo di gelosia. Ogni
carezza che faceva a Bijou, lei la ripeteva a Elena. Quando la mano di Leila scivolo in
basso, sotto il vestito di Bijou, questa infil la mano sotto il vestito di Elena.
Leila si mise in ginocchio e accarezz Bijou con entrambe le mani. Toccando i seni di
Bijou, le si indurirono i capezzoli. Quando accarezz le natiche, la mano
incontr quella di Leila. Leila si svest. rimanendo con solo una guaina morbida
di raso nero. Le cosce, bianche e sottili, brillavano.Bijou si tri il vestito sopra
la testa e si pieg in avanti per liberarsene, mostrando la pienezza del sedere con
la schiena inarcata. Allora anche Elena si tolse il vestito. Indossava biancheria di pizzo
nera, con delle apertura davanti e dietro che mostravano il sesso. Si lasciarono andare
sulla pelliccia che era in terra. I tre corpi si muovevano uno contro l'altro, seno contro
seno, ventre contro ventre. Cessarono di essere tre corpi. Divvennere tutte bocche,
lingue, dita. Le labbra cercavano altre labbra, un capezzolo, un clitoride. Si baciarono
finch baciarsi divenne una tortura. Le loro mani trovavavno sempre un'apertura.
Elena cerc il corpo di Bijou. Elena fu pi aggressiva. Fece sdraiare Bijou al
suo fianco, con una gamba sulla spalla, e la baci tra le gambe. Bijou si contorceva,
allontanandosi ogni tanto da quei baci brucianti, da quella lingua dura come un pene.
Quando si muoveva indieteo, il sedere finiva contro il viso di Elena. Questa lo
accarezzava, per inserire un dito nell'apertura. L sentiva le contrazioni causate
dai baci di Leila. Bijou si ritraeva dai baci per godersi quel dito sempre pi
profondo in lei. Esprimeva il godimento con lamenti e cercando di mordere la sua
persecutrice. Quando stava per venire, Leila smise di baciarla, lasciandola sull'orlo di
una sensazione struggente, quasi impazzita di piacere. Senza controllo, Bijou si
gett sul corpo di Elena, le apr le gambe, le s mise sopra, incollando il
sesso a quello di Elena. Si muoveva freneticamente, con disperazione. Cadeva su Elena per
sentire le loro fighe incontrarsi, fregarsi. Poi, sentendo arrivare l'orgasmo, si
ferm, per prolungare il piacere. Si lasci cadere di fianco e succhi i
seni di Leila. Anche Elena era in preda alla frenesia che precede l'orgasmo. Sent
una mano sotto di s. Voleva gettarsi su questa mano perch la facesse venire,
ma voleva anche prolungare il piacere. Si ferm. La mano la cercava. Si laz e
sent Bijou appoggiarsi alla schiena, ansimante, sfregare i seni appuntiti e i peli
del pube contro di lei. Bijou le si strusciava contro, premendo tutto il corpo contro il
suo, lentamente. Bijou sapeva che cos l'avrebbe costretta a voltarsi per sentirsela
sui seni, sul ventre e sulla figa. Le unghie appuntite di Leila affondarono nelle parti
pi morbide di Elena, facendole male, un male delizioso, come un'animale che prende
la preda. Il corpo di Elena bruciava che temeva che un solo tocco l'avrebbe fatta venire,
terminando quella dolce tensione di piacere. Si separarono. Si guardarono, ammirando il
disordine dei loro corpi, vedendo i succhi fluire tra le loro gambe. Elena e Leila,
insieme, attaccarono Bijou. Questa venne circondata, leccata, baciata, morsa, spinta sul
tappeto si pelliccia, coperta, tormentata in ogni modo. Lei gemeva, implorando di essere
soddisfatta, spalancava le gambe, cercando di toccarsi, ma le altre la fermavano. La
saccheggiavano davanti e dietro, insieme, per fermarsi e leccarsi tra loro due. Elena e
Leila intrecciavano le lingue sopra le gambe aperte di Bijou, ignorando quella figa
pulsante e fradicia di desiderio. Elena e Leila si baciavano, accarezzandosi tra loro.
Bijou si toccava, cercando di raggiungere l'orgasmo da sola. Ma loro due la bloccarono,
cadendo su di lei e la fecero venire con le lingue unite alla mani che la esplorarono, la
penetrarono e la frugarono ovunque. Bijou era sotto di loro, imprigionata dalle loro
gambe. Gli orgasmi si succedevano in una sequenza di urla di piacere. Poi loro due si
avvinghiarono, pazze di piacere. La bocca dell'una cercava la figa dell'altra e si unirono
in una controsione profonda. Cercarono di venire insieme, ma Elena grid per prima di
piacere stringendo tra i denti la morbida carne di Leila che venne subito, in un unico
gemito di piacere, profondo e pieno. Bijou ed il Basco Il Basco chiese a Maman se poteva
guardare. Ogni stanza era studiata in modo che gli amatori potessero guardare dentro.
Nella stanza c'erano quattro persone: uno straniero ed una donna, vestita con eleganza che
osservava due donne sul letto matrimoniale. Viviane era distesa sul letto. Sopra lei,
appoggiata alle mani e alle ginocchia, c'era una donna spettacolosa, con una pelle color
avorio, occhi verdi e lunghi capelli rossi, folti e ricci. Aveva i seni all'ins, la
vita sottile e snella, i fianchi ricchi. Aveva un corpo sodo, liscio. Sprigionava quella
forza con una stravaganza delle donne spagnole. Questa era Bijou. Le due donne erano
splendidamente assortite, senza nessuna reticenza, senza sentimentalismo. Donne d'azione,
nate per il sesso allo stato puro. Il Basco non sapeva se stessero fingendo o se godevano,
tanto erano perfetti i gesti. Bijou si era legata addosso un pene di gomma, che aveva il
vantasggio di non afflosciarsi mai. Cos questo membro sporgeva dal ciuffo di peli
come inchiodato da un'erezione perpetua. Bijou infilava questa virilit
non dentro a
Viviane, ma tra le gambe e Viviane si contorceva come fosse un vero uomo a stuzzicarla.
Bijou maneggiava questo come un battacchio, bussando al ventre di Viviane, stuzzicandola
tra i peli e sul clitoride. Viviane sussultava al contatto. La forestiera si era piegata
su loro, facednosi vicina come fosse miope. Viviane si apr, offrendo la figa bagnata
al membro. L'uomo e la donna erano affascinati dall'esibizione. Bijou disse loro
"Volete vedere come facciamo l'amore quando siamo pigre?" "Girati"
ordin a Viviane. Si sdraiarono sul fianco, l'una accanto all'altra. Bijou
allarg le natiche per fare entrare il penee spinse. Viviane lasci fare, poi
improvvisamente si ritir. Bijou si ritrasse, ma ora il pene luccicava, sempre
eretto. Bijou pass il pene sul corpo di Viviane, sulla bocca, il collo e infine i
seni. Viviane li strinse per trattenerlo. Viviane si muoveva sotto Bijou, facendo
strisciare il pene tra i capezzoli turgidi, muovendosi sotto Bijou. Ora era Bijou che
sfuggiva, lasciando Viviane, sfrenata a muoversi cercandola. L'uomo, piegato su di loro,
scalpitava. Si sarebbe volentieri gettato tra loro due, ma la sua compagna non lo avrebbe
permesso, anche se lei era rossa in viso ed ansimava. Il Basco apr la porta
all'improvviso. Si chin e disse "Volevate un uomo. Eccomi qua." Si
spogli mentre Viviane lo guardava con desiderio. Il Basco si accorse che anche la
donna era in calore. Si gett tra le due donne e da quel momento, ovunque i due
forestieri guardassero, succedeva qualcosa che li affascinava. Una mano apriva delle
natiche e vi infilava un dito inquisitore. Una bocca si chiudeva su di un pene guizzante,
alla carica. Un'altra bocca imprigionava un capezzolo. Le facce erano coperte da seni o
sepolte nei peli pubici. Le gambe si richiudevano su mani che frugavano. Un pene umido e
lucente appariva per rituffarsi nella carne fremente. Poi successe una cosa strana. Bijou
era sdraiata sotto il Basco, e Viviane era stata abbandonata per un momento. Il Basco si
stava piegando su questa donna che si apriva sotto di lui come un fiore di serra, odoroso,
rugiadoso, con occhi erotici e labbra umide, una donna sbocciata, matura e voluttuosa;
per il suo pene di gomma urtava contro il suo e difendeva l'apertura della donna
come una lancia. Fu quasi con rabbia che le ordin: "Toglilo!" La donna
fece scivolare le mani dietro la schiena, slacci la cintura e si tolse il pene.
Allora il Basco si gett sopra e lei, senza lasciare il pene, lo tenne sopra le
natiche dell'uomo, che ormai era sepolto nel suo grembo. Quando questi si sollev,
per ripiombarle dentro, ella gli spinse nelle natiche il pene di gomma. L'uomo scatt
come un animale imbizzarrito, solo per attaccarla pi furiosamente. Ogni volta che si
sollevava, si ritrovava assalito da dietro. Sentiva i seni della donna, schiacciati contro
di lui, che ondeggiavano sotto il suo petto, il ventre dalla pelle d'avorio che si
sollevava sotto il suo, i fianchi di lei contro i suoi, la figa umida che sommergeva; e
ogni volta che la donna immergeva il pende dentro di lui, egli sentiva non solo il suo
turbamento, ma anche quello di lei. Viviane giaceva accanto a loro, guardandoli,
ansimante. I due forestieri, ancora vestiti, si erano gettati su di lei, e le si
strusciavano contro freneticamente, troppo confusi da sensazioni violente per cerceare
un'apertura. Il Basco scivolava avanti e indietro. Il letto oscillava sotto i loro
sussulti, mentre si abbandonavano, si toccavano, riempiendo le loro curve, e la figa di
Bijou colava miele. Ora le grida di Bijou montavano in spirlai interminabili,
ingrandendosi, divenendo pi selvagge. Il Basco rispondeva a ogni grido con
un'immersione pi profonda e violenta come lei voleva. Erano completamente dimentichi
degli altri corpi intrecciati accanto a loro. Ormai il Basco doveva possederla fino
all'annientamento. Bijou grid come se l'avesse uccisa, ricandendo distrutta sul
letto. Il Basco si sollev, ubriaco, bruciante. Il suo pene era eretto, rosso,
tremante. I vestiti in disordine e semiaperti della forestiera lo attirarono. Non riusciva
a vedere la faccia, nascosta sotto il vestito sollevato. L'uomo era sopra Viviane e la
stava scopando nella bocca mentre la donna si strusciava sul seno. Il Basco la tir
gi per le gambe, strappandole le mutandine fradicie che la chiudevano. Prendendola
da dietro la infil in un solo colpo facendola gridare dal piacere dell'orgasmo che
la colp senza preavviso. Ma fu solo l'inizio. Sollevandola la pose di fronte alla
bocca di Bijou che era distesa sul letto e la fece leccare mentre lui la scopava in
continuazione, in un susseguirsi di orgasmi che li prese tutti insieme. Linda Linda era
irrequieta e febbrile. Le telefono' un amico. Le disse "Ti annoi da sola, Linda? Ti
piacerebbe venire con noi ad una festa molto speciale? Hai una maschera?" Linda
sapeva benissimo cosa aveva in mente. Lei e Andre' avevano riso spesso delle feste di
Jacques al Bois. Era la sua forma diletta di divertimento: radunare gente della buona
societa' nelle notti d'estate, mettersi una maschera, andare in macchina al Bois con
bottiglie di champange, trovare una radura nel bosco, e spassarsela. Linda era molto
tentata. Non aveva mai aprtecipato ad una di quelle feste. Andre' non aveva voluto. Aveva
detto scherzosamente che la faccenda delle maschere rischiava di confonderloe che non
voleva far l'amore con la donna sbagliata. Linda accetto' l'invito. Indosso' uno dei cuoi
vestiti da sera, un abito di raso che le aderiva al corpo come un guanto. Non indosso'
biancheria intima ne' gioielli. Cambio' pettinatura. Poi si mise la maschera nera,
fissando l'elastico con le forcine nei capelli, per maggior sicurezza. Circa otto persone
erano state invitate all'appuntamento nel grande studio del pittore. La stanza era
illuminata debolmente per conservare l'anonimita' degli ospiti. Quando ci furono tutti, si
diressero verso le automobili in attesa. Gli chaffeurs sapevano gia' dove andare: nella
parte piu' fitta del bosco, dove c'era una bellissima radura coperta di muschio. E li' si
sistemarono, dopo aver congedato gli chaffeurs, e cominciarono a bere champagne. Tutti si
erano gia' scambati carezze nelle automobili. Le maschere davano alla gente un senso di
liberta' che trasformava acnhe le persone piu' raffinate in animali affamati. Le mani
correvano sotto i sontuosi abiti da sera a toccare quel che volevano toccare, le ginocchia
si intrecciavano, i respiri divenivano affannosi. Linda era alle prese con due uomini. Il
primo fece del suo meglio per eccitarla baciandola sulla bocca e sui seni, mentre il
secondo con piu' successo le accarezzo' le gambe sotto il vestito lungo, finche' essa non
rivelo' con un tremito di essere eccitat. Allora l'uomo la porto' via, nell'oscurita'. Da
poco lontano giungevano grida di resistenza, rantoli di piacere, gli strilli di una donna:
"Dai, dai, non posso piu' aspettare, fammelo per piacere!" L'orgia era al suo
culmine. Le donne si accarezzavano a vicenda,, due uomini si davano da fare con una donna,
eccitandola fino al parossismo e interrompendosi per il gusto di godersi lo spettacolo di
lei che, col vestito aperto e strappato e i seni gofni e turgidi, cercava di soddisfarsi
strusciandosi oscenamente contro di loro, pregandoli, sollevandosi il vestito e mostrando
il suo corpo nudo, tremante. Linda era sconcertata dalla bestialita' del suo aggressore.
Lei, che aveva conosciuto soltanto carezze dal marito, si trovo' catturata nella morsa di
qualcosa di infinitamente piu' potente, un desiderio cosi' violento che sembrava
divorante. Le mani dell'uomo la imprigionarono come artigli, poi le sollevarono il pube
verso il pene, senza preoccuparsi se le rompeva le ossa. L'uomo la penetro' con colpi
d'ariete, un corno vero e proprio che la trapassava, un assalto che non era doloroso, ma
la faceva desiderare di rispondere con la stessa furia. Dopo che l'uomo si fu soddosfatto
una volta, con impetuosita' e una violenza che la sconvolsero, le sussurro': "Ora
volgio che ti soddosfi tu, completamente, mi senti? Come non hai mai fatto prima." E
offri' il suo pene come un amuleto, glielo offri' perche' lo usasse come voleva. La
incito' a scatenargli addosso i suoi appetiti piu' violenti. Linda non si accorse neppure
di mordergli la carne mentre lui ansimava all'orecchio: "Dai, dai, vi consco, voi
donne, non vi permettete mai di prendere un uomo come vorreste." Dalle profondita'
del suo corpo, che non aveva mai conosciuto, si sprigiono' una febbre selvaggia che non
voleva estinguersi, che non era mai sazia della bocca di lui, del suo pene dentro lei, una
febbre che non si placava con un orgasmo. Linda senti' i denti di lui che le affondavano
nella spalla, mentre lei lo mordeva sul collo in un ennesimo orgasmo, poi cadde riversa e
perse i sensi. 250