Valerio Evangelisti è nato a Bologna nel 1952. Laureato in scienze politiche, di professione fa il funzionario del fisco. È uomo dagli svariati interessi: il computer, il cinema (predilige i film fantastici, ovviamente), la storia, lo scrivere. Nel tempo libero, funge anche da direttore della rivista Progetto Memoria - La Comune, un archivio aperiodico di materiali di storia contemporanea. Questo Nicolas Eymerich, inquisitore, che gli ha permesso di vincere il Premio URANIA con l'assoluta unanimità della giuria, è la sua prima opera di narrativa che venga pubblicata; ma Valerio conta già una robusta bibliografia di saggi storici, tra i quali voglio ricordare almeno Il galletto rosso (1992), Gallerie nel presente (1988), Gli sbirri alla lanterna (1992). È, quindi, tutt'altro che un esordiente.
La sua produzione letteraria ha una caratteristica piuttosto singolare: Evangelisti ha già scritto quattro romanzi, tutti imperniati sulla figura di Nicolas Eymerich, un personaggio storico vero, un domenicano vissuto tra il 1320 e il 1399, inquisitore generale d'Aragona. E intende scrivere ancora molti capitoli di questa saga, con una media di uno all'anno. I titoli precedenti (precedenti in quanto a stesura, perché l'autore mi dice che la cronologia interna del ciclo andrà risistemata quando tutte le storie saranno state scritte) sono:
Le catene di Eymerich, Le campane di Eymerich, Il corpo e il sangue di Eymerich, La crociata di Eymerich, Eymerich: la quinta essenza.
Il lettore di questo numero di URANIA, comunque. si tranquillizzi: ogni episodio è indipendente dall'altro, e le caratteristiche del personaggio, la sua psicologia, il suo modo di pensare e sentire, vengono delineate in ogni romanzo come fosse la prima volta. Un'eccellente maniera di affrontare la serialità, che concede la massima libertà a chi scrive come a chi legge. Del vero Eymerich, Valerio sta tracciando la storia fantastica, in bilico tra passato, presente, futuro. Il passato, naturalmente, è quello dei tempi di Eymerich; e in ogni occasione, il terribile inquisitore si trova ad affrontare un mistero dietro il quale si sospetta l'eresia e che ha una soluzione fantascientifica.
Nel passato e nel futuro, poi, sempre presentati a capitoli alterni, in un avvincente e rigoroso montaggio che ha molto di cinematografico, si dipanano le conseguenze delle situazioni che Eymerich ha vissuto. Non di rado con esiti tragici per l'intero nostro mondo. In questo romanzo, l'inquisitore ha a che fare col risorgere di antichi culti pre-cristiani che proiettano i loro tentacoli nel nostro futuro. Evangelisti ha saputo costruire un suggestiva teoria pseudo-scientifica, quella degli psitroni, e si è rifatto, con molto amore, molto rispetto e notevole creatività, a un grande classico della narrativa fantastica, parafrasato da una nuova angolazione fino al perfetto capitolo conclusivo che unisce tutti i fili della storia e chiarisce l'enigma.
Quale sia questo classico, proprio non lo posso dire: sarebbe come svelare il nome dell'assassino a chi si accinga a leggere un giallo. Ciò che conta è la sicurezza di scrittura, il ritmo impeccabile, la precisione dei dettagli storici; e il fascino macabro di Nicolas Eymerich, un personaggio assolutamente perfido nella sua integrità morale, allucinante nella sua difesa con ogni mezzo della supremazia della Chiesa. Non sarà simpatico, però è molto vero, molto credibile; e, di storia in storia, resta impresso nella memoria come uno di quei ferri incandescenti che sono i suoi strumenti di lavoro.
Vittorio Curtoni


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