A story about passion.
Ovvero
come 2 giovani teppisti di una degradata città-dormitorio di
periferia,
caratterizzata da un passato non molto lontano di lotte
operaie,
di licenziamenti, di chiusura di grosse fabbriche diventano
divoratori
di punk rock. Poi ormai stufi di essere dei semplici
ascoltatori
passivi di Bad Religion, Ramones, Youth of Today decidono di
mettere
su una punk band per poter esprimere i propri sentimenti, le
proprie
idee.
Correva
la primavera del '92 e nelle polverose cantine della
proletaria
Sesto San Giovanni 4 teppisti della working class
cominciarono
a suonare un grezzo punk rock. Due anni dopo 2 di quei
teppisti
presero la via dell'HC e si schierarono apertamente
dalla
parte della classe lavoratrice, ormai i tempi erano maturi per un
point
break. Dopo una serie di concerti a Milano e dintorni esce il
primo
demo-tape caratterizzato da sonorità in bilico tra
l'hard
core melodico e roba più incazzata, 11 pezzi che
rappresentano
i primi 7 mesi di attività, non un capolavoro ma
sicuramente
una demo interessante che a più di 3 anni dalla sua
uscita
trova consensi continui da parte della comunità
accacì-punk.
Tra gli 11 pezzi sono da segnalare oltre le cover di
Daitarn
3 e Bella ciao, la "melodica" Point break e la "violenta" Self
defence.
Point break è la storia di un operaio che ha sempre
seguito
i suoi padroni ma gli eventi gli hanno aperto gli occhi ed ha
finalmente
capito che questa società necessità di un
cambiamento
radicale. Self defence invece afferma chiaramente che alle
provocazioni
fasciste bisogna rispondere . I testi come le musiche
vengono
scritti da me (Bepper) e Lucky e rispecchiano le nostre idee
politiche
rivoluzionarie ed anticapitaliste. Io e Lucky siamo
dell'
idea che siano già troppe le persone che soffrono per
l'illogica
del profitto capitalista e che ha questa illogica si
può
e si deve porre la parola fine. Per noi il punk-hard core non
è
solo musica è riflessione e ribellione e progettualità
insieme.
Non è possibile scindere i problemi della nostra vita
quotidiana
dalla musica che suoniamo o che ascoltiamo, non è
possibile
vivere 2 vite completamente separate altrimenti cadremmo
nell'opportunismo
cantando qualcosa di alternativo quando magari
si è
omologati ad un sistema che non consideriamo nostro e che
sicuramente
non difende i nostri interessi.
Red Noise.
Nell'Estate
del '94, in maniera non del tutto legale
abbiamo
la possibilità di poter fare fotocopie a gratis .Decidiamo
immediatamente
di fare una fanzine gratuita, sulla scena italiana. Il
tutto
nasce dalla passione per la musica HC-Punk , e dai continui scambi
di idee
con tutta una serie di persone, con cui eravamo venuti in
contatto
dopo l'uscita della prima demo-tape, ma Red Noise non
si vuole
fermare all'aspetto prettamente musicale, volevamo
aggiungere
qualcosa di nuovo rispetto alle altre zine già esistenti
..Parlare
di gruppi HC-Punk, riportare tutta una serie di informazioni
senza
una analisi critica non ci sembra corretto, con Red Noise abbiamo
cercato
di contribuire allo sviluppo di questa musica in modo critico
dicendo
chiaramente gli atteggiamenti che condividevamo e quelli che non
condividevamo.
Qualcuno ha rilevato che la cultura dominante è la
cultura
della classe dominante. I mezzi a loro disposizione sono
imponenti:
dalla Tv ai giornali, alla scuola ,(che non ha caso cercano
di conformare
sempre di più ai loro interessi), ed in ultima
istanza
alla polizia e alle carceri, cioè alla forza del manganello
e della
repressione .In tutto questo c'è un filo conduttore
che ci
porta a capire perchè sgomberano i centri sociali e
perchè
cercano di reprimere una certa cultura alternativa. Per
questo
pensiamo che non si può rimanere neutrali in uno scontro
simile
ma bisogna schierarsi .La scienza, la letteratura,
l'arte,
la musica e persino i sentimenti, non potranno che
essere
di classe in una società classista. Per questo noi vogliamo
schierarci
e ci schieriamo dalla parte dei lavoratori, degli studenti in
lotta,
dei disoccupati, dei centri sociali contro questo governo e
contro
l'intero padronato. Non esistono scorciatoie,
tutt'altro
c'è bisogno di un lavoro lento,
capillare
e costante. Anche la musica può avere un ruolo importante
in questa
battaglia se la si intende come mezzo di comunicazione per
diffondere
messaggi, idee e progetti. rivoluzionari La fanza è
uscita
in sei numeri che con cronico ritardo sono stati distribuiti
nell'arco
di circa quattro anni, con l'esclusione di
questo
numero, è sempre stata gratuita (ci spiace ma ora non le
abbiamo
più le fotocopie a gratis) e piena di notizie e opinioni ,
e nonostante
siamo di "parte" non abbiamo parlato solo di gruppi
comunisti
, perchè a noi non interessa fare retorica ma cercare di
diffondere
l'intera
scena e con essa la consapevolezza che al mondo
c'è
chi sfrutta e chi all'opposto viene sfruttato
Work,
buy , consume.
Vi assicuro
che è veramente duro lavorare come operaio a turni e a
ciclo
continuo, doversi svegliare alle 5 del mattino, dover lavorare di
notte
e nei giorni festivi, prendere uno stipendio che si riduce sempre
di più,
essere preso in giro da propri padroni, ecc.
Non lo
dico sulla base di racconti sentiti qua e là ma perchè
sono
cose che vivo sulla mia pelle. Così come Lucky potrebbe
raccontare
di come è stato frustrante dover lavorare in nero come
facchino
per poche lire al giorno, senza orari e senza nessuna
sicurezza,
per più di 4 anni quando si ha in tasca un quotato
diploma
ed una carriera universitaria stroncata per mancanza di soldi.
Nonostante
le difficoltà, i problemi familiari ed una formazione
precaria
i Point Break continuano ad esistere e nella Primavera del
E2809898
esce un nuovo lavoro su cassetta Reason in revolt, le cui
liriche
sono in parte liberamente ispirate dal libro "La ragione della
rivolta"
filosofia marxista e scienza moderna dei Marxisti inglesi Alan
Woods
e Ted Grant.
Reason
in revolt
La rivoltà
della ragione: mentre in America Latina i bambini
mancano
di vestiario, fabbriche di abbigliamento chiudono negli Stati
Uniti;
in Uganda dove una persona su 8 ha contratto il virus
dell'Aids,
un bilancio nazionale imposto dalla Banca Mondiale
assegna
all'intero reddito nazionale ai pagamenti dei debiti
contratti
con i paesi esteri (ovvero all'imperialista di turno:
Italia,
Usa, ecc.) lasciando meno di un dollaro pro-capite
all'anno
per tutti i servizi medici; non si trova denaro per
costruire
le case popolari ma un trilione di dollari all'anno
viene
"investito" in armamenti; non si possono costruire in modo
redditizio
nuove fabbriche ma miliardi dollari vengono bruciati in borsa
in assurde
speculazioni, che di certo non producono nuovi posti di
lavoro
o miglioramenti delle condizioni di vita. Se guardiamo
all'evidenza
non possono sussistere dubbi sul fatto che sviluppo
e progresso
nella società mondiale si sono arrestati, e che
l'attuale
società dominante, la società capitalista
è
arrivata ai suoi ultimi limiti. Noi non siamo pessimisti e siamo
dell'idea
che esiste una alternativa alle barbarie del
capitalismo,
una nuova società basata sulla pianificazione
democratica
(non burocratica) dell'economia, dove siano i
lavoratori
a decidere che cosa debba essere prodotta e come, sia che si
tratti
della propria fabbrica, città o paese, il tutto sulla base
degli
interessi di tutti e non di una casta di privilegiati.