I 6 della "Rivolta"
da "In
Piazza"
notiziario del comune di Pradalunga
n° 10
Aprile 1997
Lunedì 24 marzo - Cammino appena illuminato dai lampioni bianchi di periferia in direzione Valley Street; è qui che si trovano, fuori dal caos cittadino, i Don Bosco Studios dove questa sera mi devo incontrare con la Skaya Band. I sei componenti del gruppo, certamente tutta gente provata dalla dura vita dei sobborghi, mi stanno aspettando (o perlomeno mi illudo che stiano aspettando me) e insieme scendiamo nella stanza 31, loro abituale sale prove, per cominciare l'intervista.
Iniziamo con una rapida presentazione del gruppo
Subito il chitarrista Ricky si appropria del microfono e passa in rassegna i componenti, iniziando dal "vecchio" del gruppo, il bassista Fenech (Marco Vassalli, 34 anni) che lavora come operaio e per hobby corre a piedi e suona il "vecchio Fender", anche se solo da sei mesi ha cominciato a studiare seriamente. II batterista Matteo Verzeroli (21 anni, disegnatore) di Cene ha studiato il suo strumento per sette anni e suona con la Skaya da solo un anno. La seconda nuova entrata è il chitarrista Sam (Samuele Girometti), di 21 anni, che studia chitarra e frequenta la facoltà di Informatica.
Daniele Savoldelli (29 anni, impiegato), di Alzano, suona la tastiera e fra i suoi sogni c'è quello di viaggiare. La voce del gruppo è Giulio ("The Voice") Bani (31 anni, impiegato), che "strimpella" anche un po' di chitarra e ama "girare il mondo". Infine il chitarrista Ricky (Riccardo Savoldelli, Alzano, 32 anni, impiegato), fratello di Daniele, è insieme a Fenech e Giulio uno dei componenti della formazione base.
Breve storia del gruppo
Ricky -"Il nucleo storico è nato nel bagno dell'oratorio vecchio un giorno che ho incontrato Fenech e Giulio. Dall'83 circa siamo stati per un periodo a casa mia, solo in tre ..."Daniele -"...col fratello che sopportava la musica mentre studiava!"
Ricky -"Poi ci siamo trasferiti nell'appartamento di Giulio che in quel periodo era vuoto per il trasloco.
Giulio -"Nel 91 abbiamo trovato qui all'Oratorio di Pradalunga una stanza per suonare e da allora la storia si è fatta più seria, e il gruppo più numeroso. Allora sono arrivati Zaira Mora alla batteria, Marco Carrara e Jurij Roncan al sax e Max Locatelli (Nembro) alla tastiera. Poi Max ha lasciato il posto a Daniele, Zaira e Marco a ruota se ne sono andati, Jurij è passato alla batteria, e così si è archiviata l'idea di avere dei sax all'interno del gruppo. Per un certo periodo abbiamo avuto anche Tiziana Carrara come corista. Infine anche Jurij ha abbandonato e a sostituirlo e arrivato Matteo. L'ultimo ad arrivare è stato Samuele."
Con quale musica siete cresciuti e quali artisti hanno avuto influenza sulle vostre canzoni?
Giulio -"Siamo cresciuti subito con la musica nostra. Già da 10, 15 anni fa le piccole cose che facevamo erano solo e sempre nostre. Poi migliorando e diventando un gruppo un po' più serio abbiamo ripreso quelle canzoni vecchissime, fatte semplicemente con una chitarra, e le abbiamo rielaborate con gli strumenti di oggi e un gruppo più solido. In seguito abbiamo seguito per qualche tempo il filone "Nomadi" che ci ha fatti conoscere ma che ore stiamo un po' abbandonando. Come gusti personali io e Marco (Fenech) eravamo "malati" di Led Zeppelin."
Ricky -"Per quanto mi riguarda, sono cresciuto con i Pink Floyd seguiti a ruota dai Dire Straits, i Litfiba, Vasco..."
Giulio - "Ricorderei appunto quel mitico concerto di Vasco all'Oratorio di Albino nel 79. Noi c'eravamo!"
Alcuni dei momenti più belli e significativi della vostra storia
Giulio - "Il primo concerto che abbiamo fatto nel teatro dell'Oratorio (febbraio 93) è stato il più sofferto (da qui il titolo "Ansia panico e stress"). Era infatti la prima vera grande apparizione della Skaya. In quell'occasione avevamo persino registrato la cassette del concerto per pura nostra curiosità, e mi ricordo che quando ci siamo riascoltati in macchina c'è stato un momento di esaltazione collettiva.
Ricky - II titolo di "Ansia panico e stress" è sicuramente stato il più azzeccato, perché suonare davanti a 200 persone su un palco, per un gruppo come noi che non aveva esperienza, e una sensazione che ti accorcia veramente la vita di cinque anni. Secondo me comunque il momento più bello è stato quando siamo andati a incidere il secondo nastro ("Rimozione forzata", novembre 94). Ci siamo detti: - spendiamo un po' di soldi e andiamo in uno studio di incisione per vedere cosa provano i grandi artisti, quelli che lavorano per vendere.
Naturalmente noi non l'abbiamo fatto per vendere ma per noi stessi, anche se poi il nastro ha venduto più o meno 200 copie (ovviamente compresi i parenti costretti)."
Come nasce una vostra canzone?
Ricky - "Giulio è quello che lavora ai testi, a parte "Senza patria né eroi" e "Le ali del drago" scritte da me e Daniele, diciamo che Giulio è 1' unico "poeta" del gruppo. Per le melodie, i primi tempi qualcosa mettevo io e qualcosa Giulio; ultimamene essendo di più ognuno ci mette il proprio zampino. E' difficile comunque che le canzoni nascano un po' alla volta; abbiamo provato a prendere dei testi e a musicarli ed elaborarli poco per volta, ma li abbiamo tutti buttati perché non soddisfacevano tutti quanti. Bisogna dire anche che avendo gusti diversi il gruppo ha l'anima rock e quella più melodica."
"II nostro pezzo più bello come testo è sicuramente "Eroi nel vento". E' una vera e propria poesia, un inno ad abbandonare la via della droga, ed è un testo molto profondo e difficile forse da spiegare. Le parole poi sono state unite ad una melodia molto semplice ma molto pungente. E' stata forse l'accoppiata testo - musica più indovinata della nostra carriera."
Quali attività svolgete?
Ricky - "Abbiamo lavorato perlopiù a matrimoni svolgendo un'attività puramente di animazione e non suonando dal vivo. Inoltre abbiamo fatto vari concerti suonando soprattutto per beneficenza, qui all'Oratorio e in alcuni locali. Abbiamo organizzato i vari "Pradaoke" (a proposito, ne vorremmo organizzare uno mega intorno a Natale) cercando anche di ricambiare la possibilità che l'Oratorio ci dà di avere una stanza gratis per suonare. Tra i paesi dove abbiamo suonato: Villongo, Vallalta, Oneta... Ma il nostro concerto migliore è stato in un bar di due "personaggi" che, dopo aver ottenuto una serata di tutto esaurito, hanno chiuso i battenti e sono scappati con i nostri soldi". (In verità Ricky non ha detto "personaggi"...ma soprassediamo n.d.r.)
Cosa pensate della musica internazionale di oggi?
Giulio -"Io sono sempre per i cantautori. Per me i grandi rimangono i soliti: Vasco, Litfiba, U2...
Ricky -"II panorama internazionale è abbastanza scarsino. Ogni tanto escono dei gruppi che sono solo fenomeni di marketing". (A questo punto si leva un piccolo dibattito sulle Spice Girls n.d.r.)
Le vostre canzoni sono spesso caratterizzate da un senso di "Rivolta" (citando il titolo di una vostra vecchia canzone). Cosa nella nostra società vi ispira questa rivolta?
Riccardo ridacchia, forse per la domanda un po' artificiosa, poi risponde.
Ricky -"Nelle nostre zone c'è una mancanza di valori soprattutto nelle giovani generazioni. Si vede gente senza obiettivi star tutto il giorno senza far niente, gente che fila troppo facilmente dentro cattive compagnie, e comincia a prendere droghe e pasticche di ogni tipo.
Secondo me la gente non si diverte più con delle cose semplici come facevo io. Vedo troppi ragazzi con in mano soldi, moto e altro, che però avendo tutte queste cose non riescono ad avere la sensibilità su ciò che veramente ti può far star bene."
Giulio -"Vorrei chiarire una cosa; mi è stato chiesto perché non scrivo mai canzoni d'amore. Io ho sempre amato e amo tuttora, ma per me l'amore, mettendolo in canzone, viene banalizzato e privato della giusta intimità.
Quindi tolto l'amore non resta che la "Rivolta", e la canzone diventa l'unico modo per farti sentire dalla società".
Progetti per il futuro
Ricky -"II mio tempo da dedicare al gruppo sta diventando sempre meno, quando invece sarebbe adesso il momento di riaffiatarci. Credo che per Giulio sia più o meno la stessa situazione. La nostra esperienza l'abbiamo però portata anche a servizio di Samuele e di Matteo che proprio adesso stanno costituendo un altro gruppo.
A livello organizzativo andiamo ancora forte, anche perché buttare tempo nell'organizzazione non è come buttarlo nella musica; nell'organizzazione il tempo può essere diluito. Per ora vorremmo comunque cercare di preparare dei pezzi nuovi nostri, dei Litfiba (tanto per cambiare un po' genere) e di altri per fare poi un nuovo concerto. Non dico che stiamo chiudendo il discorso, anche perché non ho voglia di vendere tutto e smettere.
Rimarrà probabilmente qualcosa senza impegni fissi, qualcosa di più leggero. Mi piace comunque il fatto che qui in Oratorio ci sarà una continuità, anche se magari non si chiamerà più Skaya Band."
Considerazioni finali
Ricky -"Noi abbiamo sempre fatto tantissimo in rapporto alle nostre capacità tecniche. Presi singolarmente secondo me valiamo ben poco, insieme siamo bene o male riusciti a fare qualcosa di buono"
Claudio Rossi
PS - Certe espressioni e aneddoti in tipico slang da bassifondi non hanno potuto essere riportati (n.d.r.).
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