Giancarlo e' un personaggio particolare. E che sia particolare lo si capisce dalla prima battuta a sproposito, che normalmente di propone dopo i primi due minuti di conversazione. Normalmente ne veniamo conquistati subito, o ne proviamo repentina antipatia, suscitando Giancarlo solo sentimenti forti. In realta' non lo si puo'ignorare, neanche adoperandosi, perche' la sua presenza e' forte e sicura, e cambia l'ambiente circostante. Eppure egli e' schivo. Del tutto schivo; Cosa gli frulla per la testa non e' dato sapere. Puo' animare un gruppo con mille trovate e scherzi, ma non si lascia scoprire mai. E noi, da stupidi, finiamo col sottovalutarlo. Cosa abbiamo detto di lui, quante volte lo abbiamo preso in giro, quante volte lo abbiamo canzonato! Sulle donne, ad esempio. Anni passati ad urlargli
-Giancarlo puppo!
e lui li', a volte impassibile, a volte sorridendoci, a volte incazzandosi, a spassarsela. Si, perche' mentre noi, venuta la sera, ci rannicchiavamo sulle ringhiere di qualche famosa scalinata, condendo i nostri bicchieri di Malvasia con le sue presunte mancate gesta, lui era a dividere il suo tempo con le nostre sorelle, le nostre amiche del cuore, le nostre donne ed amanti, e pure con le donne di qualcun'altro, probabilmente. Del resto le donne impazziscono per lui. E per forza! Ha piu' muscoli di un trattato di Anatomia Comparata, dalla sua bocca sgorgano cosi' copiosi fiumi di versi e seducenti litanie che corre voce hanno avuto il potere di sciogliere perfino la Statua della Liberta'. Ma poi e soprattutto lui le donne le ama in un modo che noi nanche ci sognamo. Perfetto, puro, assoluto. Un adolescente e' in amore, quell'adolescente che noi, quando eravamo adolescenti, avremmo voluto rimanere ad essere e che poi invece certi dischi dei Pink Floyd in Sol-minore e i conseguenti abusi alcolici hanno delicatamente riposto nel cassetto delle illusioni. E invece lui si infervora, si innamora, fa lo stronzo, scrive poesie bellissime e poesie bruttissime, ride, piange; insomma, lui alle donne fa tutte quelle cose che quelle da noi si aspettano, e che a noi portano quegli impareggiabili fastidi. E le donne allora amano lui e non noi, che siamo ancora intenti a bere la nostra Malvasia ed a prenderci gioco di lui, intanto lui riesce addirittura a convincerne quattro a sobbarcarsi le spese e le fatiche di un viaggio dalla capitale alla nostra citta' pur di entrare in contatto finalmente fisico con lo stupendo autore di quei versetti satanici. Chissa' com'e' Giancarlo a letto; neanche questo c'e' dato sapere, perche' lui assomiglia piu' ad un gentiluomo inglese che ad un 'mbari di Catania, in queste cose. E mentre ci sorprende a contare e raccontare i peli del culo di quella donna che non abbiamo nemmeno conosciuta, e che talvolta esiste solo nei nostri racconti, non ci concede di sapere cosa sia successo, neanche se l'ha baciata
-Ebbene si, l'ho baciata- esplode alla fine.
ed a quel punto la nostra felicita' scoppia cosi' prepotente che ordiniamo immediatamente un'altra bottiglia di Malvasia, la quale diligentemente completa l'opera di ubriacatura iniziata e uccide ogni intenzione di continuare l'interrogatorio.
Giancarlo e' un amico
speciale. Innanzitutto mi vuole bene. E non manca mai di dimostrarlo in
mille modi diversi, sempre spontaneamente. Quanto mi ha dato Giancarlo!
I pomeriggi sulla spiaggia di Vaccarizzo a simulare incontri di calcio,
le mattine quando scorazzavamo felici sui nostri motorini nel disbrigo
di qualche pratica idiota, le feste a sorpresa ed ad altissima gradazione
alcolica; e quando taglio' l'Europa in due fette per venirmi a trovare,
nonostante gli sbalzi d'umore della mia temporanea moglie. Per me era l'inizio
della catastrofe, per lui era la gioia di vedermi nel "mio" mondo. E la
fiducia che ripone in me! Come quando, scommettendo con me stesso, lo spronai
a continuare a scrivere, e cominciare a leggere. E cosi', nel lampo degli
anni passati, lui e' passato dalle cansoni con la esse a delle vere e proprie
poesie, a racconti surreali, a corrispondenze epistolari degne di pubblicazione.
Ne sono sempre commosso. E non capisco cosa abbia fatto per meritarmi cosi'
tanto, ma questo interrogativo presuppone una qualunque forma di giustizia,
ed e' quindi del tutto inattuale.
Se non me ne avesse
vietato la ricopiatura avrei gia' proposto alle maglie di questa rete i
suoi versi, le sue canzoni (stavolta con la zeta), i suoi racconti o le
sue barzellette. Posso pero' parlare dell'effetto che hanno su di me. Innanzitutto
mi riempiono la mailbox, che non e' poco se si vive a piu' di 3000 km di
distanza dalle persone piu' care. E poi mi hanno fatto capire, ancora una
volta, che viviamo sempre e comunque a 3000 km di distanza dalle persone
care. E scusami Giancarlo se la malattia e l'alcol mi costringono e lasciare
incompiuta questa mia descrizione di te, che altrimenti durerebbe Mbytes.