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giallo.gif (1794 bytes)rosso.gif (1794 bytes)"Per gioco inventando
Firenze"
di Claudio Baglioni

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Cosi' succede che torno a cantare a Firenze. Dove cominciai il 28 Gennaio con i primi quattro concerti di un giro forte e fortunato. Dove finiro' suonando, per tre sere di Maggio, 21, 22, 23. Un incauto mi ha chiesto: perche' non ci scrivi su qualcosa? Ancora sul Tour? No grazie, abbiamo gia' dato. Allora su Firenze? Peggio che andar di notte. Gia' vedo il plotone di esecuzione. L'ultimo desiderio di un vanitoso: sparatemi al cuore ma salvatemi la faccia. D'accordo, va bene Firenze. Ma come parlare di Firenze senza parlare di Firenze? Senza dire delle sue piazze, dei monumenti, dei tetti, delle colline intorno? Senza recitare la litania delle mille cose gia' sentite? Si potrebbe aspettare, sperando di trovar robe nuove oppure tacere del tutto. Ma ormai la faccenda e' partita e quindi bisogna provarci. Allora facciamo cosi': Firenze non c'e', non esiste, occorre inventarla, fondarla, darle una forma, un'impronta, cominciando dal nome. Che a ripeterlo una volta, piu' volte, sembra proprio andar bene. E poi quella E finale, che lusso, che distinzione. Tutte le altre citta', le piu' grandi, vanno a finire per A, per O, per I e la nostra per E. Ma a riflettere meglio ci sono anche Trieste e Udine. Percio' Firenze, come quelle, avra' un carattere forte, squadrato, e belle ragazze.
Se poi quel nome lo giri al contrario, diventa EZNERIF.

E arrivano sapori mediorientali, ori, ricami e mercati. E se gli leggi dentro, trovi IRE e anche un inglese FIRE, fuoco. Non sara' certo una citta' senza nerbo, di certo un po' fumantina, scoppiettante e pure esplosiva. Se provi a mischiarle le lettere, non risulta nient'altro. Neanche lo straccio di un anagramma. Per cui si prevede un'indole orgogliosa ed una personalita' spiccata, da non confondere con il resto del gruppo. E come la mettiamo con quel fiore che le spunta evidentemente nel nome? Non e' azzardato gia' saperla gentile, raffinata, colorata e colorita. Fiorente. E come tanti fiori veder crescere le sue case. Tante e basse come in un prato. Questo potrebbe anche essere un buon nome per una citta' piu' piccola, vicina. (L'avrete compreso anche Voi: siamo nel campo delle ipotesi e ci puo' stare che un fiore sia piu' grande di un prato). Dovremo altresi' trasportare Firenze nelle lingue straniere. Ci potrebbe scappare un bel Florence. Che suona niente male, specialmente in inglese. E se rovesciando il processo, traducendo insomma al contrario, l'appellassimo in Firence, di medievale estrazione?
Dimenticare Firence. Quella C non funziona. Poi, chissa' ma mi sento di immaginare che il suo popolo con la C non avra' un buon rapporto, tanto che qualche volta nemmeno la pronuncera'. O, costretto, fara' di tutto per ingoiarla di nuovo. Pero', da Florence, si estrapola un Lorence, che sarebbe Lorenzo. Mi sa che ci battezzeranno qualcuno inportante. E adesso cerchiamo un colore che le possa star bene indosso. Vediamo. Ci vorrebbe un colore che ha un nome di fiore. Tanto per non sbagliare. Cosa c'e'? Lilla o lilla'. Non va bene. Troppo chiaro, sfumato. E poi e' anche un fiore indeciso. Li... la'. Forse rosa. No ci occorre un che di piu' intenso, piu' nobile, magari sempre in tonalita'. Trovato! Viola. Che anche come strumento musicale non stona, piu' corposo di un violino, meno dolente di un violoncello. Pero' viola o violetta che sia, e' un fiore un po' umile. Non vedreste vicino, magari solo sul piano simbolico, un fiore fiero (ecco l'anagramma)? Un giglio, si, un giglio e' perfetto. Puro, bianco.
Cosi' tutti i suoi abitanti si chiamerebbero Bianchi, e in seguito, per spirito di contraddizione di una buona meta', Neri. Non e' da escludere, irrequieti e battaglieri come saranno, una bella litigata. Piu' tardi, continuo a fantasticare, non vedranno di buon occhio il bianco e il nero. Compreso quello calcistico. E voglio rovinarmi con le previsioni. Cosa mi vieta di pensare che il calcio lo inventino qui, proprio loro. Forse piu' confuso, manesco. Tanto alla fine arriveranno gli inglesi a dettare le regole e a vantarsene. Avete notato: ancora gli inglesi. Che, vedrete, l'ameranno, eccome, questa citta'. E parlano con quella TH dentale come i futuri nativi di Firenze quando, ad esempio, diranno IT(H)ALIA. Con uno stile dolce e logicamente nuovo. Adesso mi accorgo di aver osato l'impossibile e smetto per non rischiare oltremodo la mia incolumita'. E' che non sapevo come ringraziare Firenze per avere accolto cosi' me, i musicisti, tutti gli assistenti, e, quindi il suo pubblico e quello di fuori. Per sette concerti nel suo palasport. Sette come le sette lettere del suo nome (oddio ricomincia!). Avevo iniziato a parlare del tour titolando "Da Firenze a Firenze". Bella trovata. Una clamorosa captatio benevolentiae. Formula con la quale i nostri padri latini denunciavano una bassissima e volgarissima arrufianata. Cosi' chiudo con un saluto e un abbraccio a Firenze. Anzi, la porti un bacione a Firenze, o a Firense? Adesso basta. Plotone. Mirate. Fuoco! In inglese Fire. Come le prime quattro lettere di Firenze! ... oh, questo non muore mai.

 

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Ultimo Aggiornamento: 12 febbraio 1998
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