Come posso programmare in MIDI ?
Chi ha iniziato a programmare in MIDI una decina di anni fa era
obbligato ad acquistare un ATARI ST perché era l'unico computer con un buon software di
sequencing, accoppiato a una porta MIDI IN/OUT fornita di serie. Oggi i sintetizzatori
professionali che supportano il MIDI hanno ormai incorporate funzioni di programmazione,
sia pur più rudimentali a causa della mancanza, nella gran parte dei casi, di un buon
monitor su cui visualizzare i dati.
La programmazione MIDI è composta essenzialmente di tre attività
principali. Nessuna di queste
attività è essenziale, e le fasi vengono elencate
indipendentemente dall'ordine in cui partecipano alla
creazione di un buon MIDI file.
Registrazione in tempo reale delle varie tracce, ripetuta piu' volte
simulando la sovraincisione
o la più moderna incisione multipista su nastro, utilizzata negli
studi di registrazione audio.
Ritocco della parte registrata, o inserimento di nuove parti,
utilizzando gli strumenti di editing
del sequencer. Ripetizione automatica dei ritornelli e delle strofe
(o addirittura dei riff ritmici) utilizzando gli strumenti del sequencer.
Trascrivere un brano MIDI
In questa fase si imposta il sequencer sulla metrica del brano da
trascrivere (3/4, 4/4, 6/8) e, dopo
aver fatto partire il sequencer in registrazione, magari aiutandosi
col metronomo interno, si cerca di
trovare l'esatta corrispondenza tra tempo di esecuzione dei brani
programmati e originali.
Teniamo presente che in alcuni casi il tempo varia durante l'intero
brano.
Possiamo, dopo aver impostato la velocità generale, utilizzare le
funzioni di
editing del nostro sequencer per le variazioni di tempo (alcuni
sequencer utilizzano un'ottima
schermata grafica allo scopo). Altre canzoni prevedono addirittura
il cambio della segnatura durante
il brano, e secondo me un buon sequencer deve prevedere anche questa
eventualità.
Registrazione della parte melodica
In questa fase possiamo scegliere di utilizzare uno strumento che
assomigli alla voce dell'interprete
del brano, o di utilizzare uno strumento diverso che abbia poca
presenza in riproduzione (es.
vibrafono basso di volume) per utilizzo karaoke. Se si utilizza uno
strumento melodico senza
decadimento (es. flauto dolce, violino etc.) occorre fare
particolarmente attenzione
alle note staccate e alle note legate.
In seguito si possono utilizzare delle variazioni di pitch-bend e di
modulation per simulare i vibrati e i
glissati, a seconda dell'interprete.
Registrazione della parte ritmica
Per la batteria il sistema da utilizzare è quello di registrare
una battuta rappresentativa di una parte del brano, effettuando poi a video le correzioni
in tempo reale mentre ascolto in loop il pezzo registrato.
Ricordo che l'80% dei brani di musica leggera non presenta più di 2
o al massimo 3 schemi distinti di
batteria. Molte volte poi le variazioni di schema seguono una logica
"ereditaria"; ad esempio lo
schema del ritornello è ricavato da quello della strofa
aggiungendovi alcune percussioni
o modificando quelle già esistenti.
Alla fine programmiamo le variazioni (cioè lanci di batteria,
crash, rulli, etc.).
Di seguito si consiglia di affrontare la parte armonica (accordi),
l'accompagnamento, il basso,
gli archi e i pads infine gli strumenti solisti
Se la polifonia lo permette, si può raddoppiare una traccia su
un'altra, assegnando delle varianti a
Un effetto molto interessante è il cosiddetto "tap
delay", in cui ad una traccia originale vengono
sovrapposte una o più tracce traccia secondarie distanziate di un
tempo sottomultiplo esatto del
tempo di esecuzione (es. 1/4, 1/8, 1/16 etc.).
Fate buon uso della eventuale disponibilità di un programma di
sequencing audio
(es. CakeWalk Pro Audio). Potrete registrare l'originale su una
traccia audio e "comporre" il MIDI sulle altre tracce,senza possibilità di
sbagliare i tempi di intervento
(con questo sistema le stonature si sentono subito) o dimenticare
alcune battute. Inoltre eviterete di consumare il registratore o il CD andando avanti e
indietro...
Utilizzate le cuffie per ascoltare i pezzi che intendete riprodurre:
anche se in genere un po' carenti di
bassi (almeno i modelli sotto le centomila lire) permettono una
ottima percezione di alcuni strumenti
che suonano posizionati più su di un canale che sull'altro. Inoltre
sarà più facile alla fine assegnare il
giusto valore di Pan a ogni traccia.
Utilizzate il controllo di espressione per simulare attacchi molto
lunghi e il controllo pitch-bend
(anche conosciuto come modulation wheel) per simulare i glissati e i
legati