Il Teatro alla Moda, dei molti scritti letterari di Benedetto Marcello, occupa un posto importante nella letteratura satirica settecentesca. Uscì anonimo a Venezia ma nessuno dubitò del suo autore, e già nel 1721 Apostolo Zeno in una lettera da Vienna ne faceva esplicita menzione come di cosa risaputa. Il successo della satira fu pieno ed immediato e Marcello, mettendo in berlina il malcostume e le incongruenze che imperavano nel mondo teatrale dell’Opera lirica, poneva nelle mani dei riformisti dell’opera una buona polemica.

Al titolo segue, nelle prime edizioni, una vignetta allusiva al testo, raffigurante una peatta (barca da trasporto veneziana) carica di legna, di un barile di vino e di alcuni sacchi gonfi, sui quali, a prua, troneggia un orso imperruccato, in piedi, ed a poppa un gentiluomo conduce ai remi la barca; sul timone un angiolotto con un cappello a falde danza suonando il violino; in calce alla vignetta seguono le parole: Stampato ne’ BORGHI di BELISANIA per ALDIVIVA LICANTE, all’insegna dell’ORSO in PEATA. Si vende nella STRADA del CORALLO alla PORTA del PALAZZO d’ORLANDO. Etc.

Per pura casualità capitò nelle mani del maestro Malipiero a Venezia un vecchio esemplare del libro sul quale egli trovò manoscritta la spiegazione di tutti quegli enigmi: BORGHI, era Caterina Borghi, cantante bolognese. BELISANIA, Cecilia Belisani, bolognese, che nelle cronache del Wiel appare nel 1722 con l’aggiunta del cognome Buina e nel ’32 è menzionata serva del principe d’Assia. ALDIVIVA è l’anagramma di Antonio Vivaldi; LICANTE è la cantante bolognese Caterina Tersea Cantelli; Orso si riferisce all’impresario Orsatto; STRADA fu Anna Maria Strada, cantante del Duca di Colloredo, governatore di Milano; CORALLO il soprannome di Antonia Laurenti, virtuosa (cantante) del re di Polonia. PORTA Giovanni Porta operista (1690-1755ca,); PALAZZO , è il poeta Giovanni Palazzi che fornì libretti dal 1718 al 1749; ORLANDO è Giuseppe Maria Orlandini (1688-1750 ca.) che diede opere in Venezia dal 1718 al 1750. Questi erano i bersagli certi della satira di Benedetto Marcello.

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