Articolo GAZZETTA DI PARMA
Al Due per Teatro Festival Parma |
«La memoria dell'acqua» uno spettacolo di notevole qualità |
Un vero spettacolo - e di notevole qualità. La rassegna «Per la prima volta in scena»all'interno di Teatro Festival Parma a Teatro Due, che nasce dall'esigenza di far conoscere nuovi testi al pubblico, vagliarne la qualità, la forza comunicativa, si compone spesso di eventi non del tutto compiuti, a volte letture o messe in scena ancora acerbe, oppure ancora allestimenti «copione in mano». In questa edizione, che si è conclusa da poco, ha suscitato una viva gioia in tutti gli spettatori La memoria dell'acqua di Shelagh Stephenson, per il testo, lieve e intenso, sempre in bilico tra il riso e il pianto, per l'alto livello interpretativo, per le attrici in particolare, prima tra tutte Manuela Mandracchia. Lo spettacolo, regia di Massimiliano Farau, è riuscito a giocare meravigliosamente con lo spazio: sempre per merito di chi, in scena, è riuscito a valorizzare, con prezioso equilibrio, la vicinanza con il pubblico, senza forzature, con freschezza, un mondo altro che, nella distanza che tale deve rimanere, lascia trasmettere con l'energia di quella teatralità quasi a contatto, una gamma straordinaria di emozioni, di sentimenti, in uno speciale, raro coinvolgimento. Pieno di ritmo, per le battute, le tensioni, i ritorni, è già il testo, che, quasi nell'ovvietà dell'occasione, molto sfruttata sia dal teatro che dal cinema, fa però scaturire, tra comicità e commozione, una preziosa, originale densità, ben tratteggiati tutti i personaggi, una bella ricchezza psicologica, con scioltezza, arguzia, sensibilità. E' morta la madre: le tre figlie ritornano a casa per il funerale. La scena è la camera da letto della defunta, che apparirà anche, brevemente, una visione, un ricordo, un estremo bisogno di dialogo prima dell'addio rituale, del distacco definitivo. Il passato ritorna, mescolandosi alle paure del presente. E arriveranno anche gli uomini, l'amante di Mary, che non vuole lasciare la moglie, e il marito di Teresa, stanco del proprio lavoro. Un bel miscuglio, contraddittorio, vero - e molto teatrale. Come in tante commedie di questa natura? Sì e no. Qui c'è un tema sotterraneo lasciato affiorare in infinite variazioni, senza forzarne la presenza, trattato con una discrezione speciale, che dà uno spessore in più all'opera, trasmettendo via via una sorta di struggimento, anch'esso con tanti mutamenti emozionali. Tutto questo mentre le storie personali, in quel momento di passaggio avvertito in ogni caso come cruciale, tendono stranamente ad accelerare. Con Memoria dell'acqua si ride anche - e spesso. C'è un risvolto buffo, umoristico, in certi battibecchi, nel sottolineare dispettosamente particolari aspetti del carattere l'una dell'altra. Divertente anche il confronto tra i ricordi, tra vuoti e slittamenti. La figura della madre pare far rimbalzare i pensieri, riempirli di emozioni, di turbamenti. Non accade molto in La memoria dell'acqua. O forse sì? Il testo è così meravigliosamente pieno di tanti accadimenti, magari forse solo del linguaggio, nel dialogo, nel ricordare. E intanto la vita scorre… Davvero un ottimo lavoro. Lunghissimi, calorosi, gli applausi per tutti gli interpreti, Manuela Mandracchia, Sonia Barbadoro, Georgia Lepore, Laura Mazzi, Marco Brancato, Fabio Cocifoglia. Valeria Ottolenghi |