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(O QUASI !!!)
 
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    A. - L'UNIONE ECONOMICA E MONETARIA (UEM)
  B. - L'EURO E LE BANCHE
C. - COSA SUCCEDERA' AI SERVIZI E PRODOTTI BANCARI
D. - L'EURO E LE IMPRESE
 

 

 

 
 

 

A. - L'UNIONE ECONOMICA E MONETARIA

 

 CHE COS'E' L' U.E.M.

L'Unione Economica e monetaria (UEM) è l'ultima fase del processo di integrazione economica iniziato circa 40 anni fa con la Comunità Economica Europea. Obiettivo primario dell'unificazione Europea è la realizzazione di un polo economico, politico e monetario di primo piano sulla scena internazionale. L'Euro è una moneta che da subito potrà competere a livello internazionale con il Dollaro e lo Yen.

 PERCHE' E QUANDO NASCE L' U.E.M.

L'UEM rappresenta la logica conseguenza del processo di integrazione avviato con il mercato unico europeo, per assicurare la crescita economica, lo sviluppo dell'occupazione e la libera concorrenza tra le imprese. L'UEM è stato introdotta dal Trattato di Maastrich del 1993. Si caratterizza per: -- una moneta comune: l'Euro - un obiettivo comune: la stabilità dei prezzi e la crescita economica e dell'occupazione; - una comune politica di monetaria e di cambio di tutte le banche centrali dei Paesi Europei

MA PERCHE' SI FA L'UNIONE MONETARIA ?

Si può' fare per molte ragioni . L'Unione monetaria può essere imposta con la forza, per la sopraffazione di un paese che ne conquista un altro. In tempi di pace, un'unione volontaria si giustifica con una ragione molto semplice: In paesi che sono legati da una fitta rete di commerci e scambi, sia per i beni che per i servizi che per capitali, la moneta unica è un utile lubrificante. A ben pensarci non è la moneta unica che ha bisogno di essere giustificata: è piuttosto l'esistenza di diverse monete che è difficile da giustificare. Si va verso la moneta unica per la stessa ragione per cui, a contrariis, sarebbe difficile in Italia giustificare l'esistenza di una moneta per le Marche, una per la Campania, una terza per la Liguria.....

LA MONETA UNICA HA SOLO GIUSTIFICAZIONI ECONOMICHE O ANCHE POLITICHE ?

La Moneta unica ha certamente, anche giustificazioni politiche. La sua creazione si iscrive in un programma di lungo termine che ha come sbocco finale forma sempre più avanzate di unita' politica dell'Europa. Fare una moneta unica prima di fare un solo Stato è certamente, dal punto di vista della normale esperienza storica, un mettere il carro avanti ai buoi. Ma i padri fondatori del trattato di Maastricht, hanno voluto imboccare questa strada, perchè hanno pensato, giustamente, che talvolta è indispensabile farlo: prima di unire, bisogna creare un ambiente favorevole all'unione, agli scambi, alla concorrenza reciproca.. L'uso della stessa moneta, come già detto, (tradizionalmente la moneta è sempre stato un simbolo possente di identità nazionale) crea una comunanza di vita, di atti, di abitudini che costituisce, socialmente e psicologicamente, un potente fattore di appartenenza alla stessa comunità. E se è vero che nella Storia una stessa moneta circoscrive di solito l'area di uno stesso Stato, c'è stato, però, qualche altro esempio di unione monetaria fra Stati diversi.

QUALI SONO GL I ALTRI SEMPI DI U.M. FRA PAESI DIVERSI ?

Dal 1921 Belgio e Lussemburgo, hanno un'unione monetaria: le banconote belghe e lussemburghesi sono fisicamente diverse, ma sono legate ad un rapporto di cambio 1:1 e quindi sono perfettamente intercambiabili. In Africa sei Paese formano l'unione monetaria "Centro-Africana", e sette Paesi formano l'unione monetaria dell"Africa Occidentale" Entrambi usano il Franco Cfa, il cui cambio è agganciato al Franco Francese. Nel passato si può ricordare l'Unione latina, costituita nel 1865, tra Francia, Italia, Svizzera, Belgio, Stato pontificio e successivamente Grecia e Romania. Il sistema monetario era bimetallico - Oro e Argento - e la moneta di ciascun Stato era convertibile in questi due metalli. Fra loro le monete dei paesi aderenti si scambiavano ad un tasso fisso (fra Lira e Franco Fr. , ad es., il rapporto era di 1:1). L'unione Latina entrò in crisi, quando in seguito alla scoperta di grossi giacimenti di Argento, il prezzo di questo metallo scese fortemente. (cfr. Legge di Gresham: La moneta cattiva scaccia quella buona)

 QUALI PAESI FANNO PARTE DELL' U.E.M.

I Paesi che fanno parte sin dall'inizio dell'UEM sono stati scelti il 3 Maggio 1998, dal Consiglio Europeo composto dai Capi di Stato e di governo dei Paesi membri. Essi sono : ITALIA - GERMANIA - BELGIO - LUSSEMBURGO - SPAGNA - FRANCIA - IRLANDA - OLANDA - AUSTRIA - PORTOGALLO - FINLANDIA (Paesi In) Per partecipare all'UEM i paesi devono rispettare i criteri di convergenza indicati dal trattato di Maastrich. I paesi che non saranno ammessi nel primo gruppo potranno comunque entrare a far parte dell'UEM successivamente, quando avranno raggiunto un sufficiente grado di convergenza economica. Alcuni Paesi come Danimarca - Svezia - e Regno Unito hanno invece, deciso volontariamente di ritardare l'ingresso nell'Euro. La Grecia, invece non è risultata in regola con i parametri succitati, per entrare nel primo gruppo dei paesi fondatori, mentre altri paesi entreranno a far parte dell'EU quali Rep. Ceca - Romania -Bulgaria -Cipro -Slovenia - Estonia - Lettonia - Lituania- Slovacchia - Ungheria - e Polonia

PERCHE' ALCUNI PAESI RESTANO FUORI DALL'U.E.M. ?

Le ragioni sono, in alcuni casi, politiche, in altri Costituzionali. Come detto in precedenza, la moneta è un simbolo potente di identità nazionale, e ci sono nazioni come la Svezia e la Danimarca, i cui parlamenti giudicano prematuro l'ingresso nell'Euro e la rinuncia alla propria moneta. In Svezia ci sono anche problemi di natura giuridico-costituzionale (Monarchia , non Repubblica). Non a caso vi sono anche nazioni, insieme alla Gran Bretagna, che non sono state tra i membri fondatori della Comunità Europea, e per le quali , quindi, l'idea dell'Europa non è così forte come per le altre nazioni. In questi Paesi l'idea della moneta unica viene vista anche come un passo verso l'unità politica dell'Europa, e vi è timore che abbracciando l'Euro si scivoli verso una prospettiva di unificazione che Governi e Popoli di quei Paesi non sono pronti a contemplare. Il Regno Unito guarda, tuttavia, con interesse all'Euro, anche come ruolo finanziario che ha la Piazza di Londra. La Grecia entrerà nell'Euro appena raggiunti i parametri.

 L'EURO MONETA SCRITTURALE O EFFETTIVA

L'Italia paese fondatore della Comunità Economica Europea, grazie alla politica di risanamento della finanza pubblica, ha centrato quasi tutti i parametri di convergenza ed entrata a far parte da subito dell'UEM. Anche l'Italia, perciò seguirà il calendario stilato in sede comunitaria che prevede che l'Euro sia dal 1 Gennaio 1999 l'unica moneta legale dell'UEM. Nella prima fase della sua introduzione, l'Euro esisterà come moneta "scritturale" , ossia affiancherà la Lira come unità di conto e mezzo di pagamento, ma non sarà disponibile per i pagamenti in contante. Al più tardi del 1 Gennaio 2002, invece, inizieranno a circolare banconote e monete metalliche in Euro e la Lira verrà progressivamente ritirata e sostituita con la nuova moneta. La Lira andrà definitivamente fuori corso al più tardi decorsi sei mesi dall'entrata in circolazione della nuova moneta. Da quel momento esisterà solo l'Euro

 QUALI SONO LE CONSEQUENZE DELL' UEM PER LE ISTITUZIONI E L'ECONOMIA ITALIANA

Il nostro Paese è impegnato a rispettare i principi della stabilità monetaria e della sana politica di bilancio. Non potranno più essere decise misure monetarie autonome ed attuate svalutazioni del cambio o manovre sui tassi d'interesse, poiché la politica monetaria sarà comune. Lo stimolo alle attività produttive ed all'occupazione dovrà essere perseguito attraverso la competitività e la qualità dei nostri prodotti e servizi, l'efficienza della pubblica amministrazione, la flessibilità ed efficienza del mercato del lavoro

 COSA ACCADRA' AI PAESI ESCLUSI DALL' UEM

Anche se solo alcuni Paesi, il così detto primo gruppo, ne faranno parte sin dall'inizio, l' UEM non prevede esclusioni. Per i Paesi che non saranno ammessi a far parte sin dall' 1 Gennaio 1999 (Paesi pre-in), si apre una corsia d'accesso vincolata e monitorata: saranno cioè "rinviati" ed il loro ingresso potrà avvenire in un secondo momento. Tali Paesi manterranno le rispettive valute nazionali e disporranno di un sistema di "ancoraggio" delle loro monete all'EURO, lo SME2, finalizzato ad aiutare e sostenere lo sforzo di convergenza di questi Paesi verso la moneta unica

 E' POSSIBILE CHE, UNA VOLTA AMMESSO, UN PAESE POSSA ESSERE ESTROMESSO

Per i Paese ammessi all'UEM sono previsti meccanismi di sorveglianza multilaterali (di prevenzione) e procedure di "dissuasione", applicabili in caso di deficit di bilancio eccessivi, che non sarebbero compatibili con la moneta unica europea. Non sono previste, perciò, "estromissioni" o espulsioni. Se l'UEM fallisse, tutto il sistema europeo diverrebbe fortemente incerto. Entrerebbe in crisi il mercato unico e potrebbero rinascere tendenze protezionistiche nei vari Paesi. In sostanza, il processo di integrazione europea sarebbe fortemente compromesso con pesante ripercussioni sulla crescita economica e sociale dell'intera Europa

 COS' E' IL TRATTATO DI MAASTRICHT

Con il trattato di Maastricht, entrato in vigore il 1 Novembre 1993, i paesi membri della comunità si sono impegnati a dar vita a d un progetto che non ha precedenti: l' adozione di una moneta unica, l' EURO da parte degli stati nazionali indipendenti. Il trattato poggia su tre pilastri, che ne rappresentano gli obiettivi fondamentali. Oltre a quelli di carattere economico e monetario, il trattato prevede lo sviluppo di una politica estera e di sicurezza comune e la cooperazione in tema di polizia e giustizia. Definisce, inoltre, altri importanti aspetti di ordine sociale (nuovi diritti per i cittadini europei, tutela dei consumatori, della salute, ecc.) e maggiori diritti per il Parlamento Europeo. Il trattato è preceduto dal rapporto Delors ( comitato per lo studio dell' UEM 1988) e dalle conferenze intergovernative, avviate nel 1990.

 QUALI SONO I PAESI ADERENTI AL TRATTATO E COSA SIGNIFICA L'ADESIONE

Aderiscono al trattato di Maastricht tutti i quindici Paesi dell' Unione Europea (Italia, Germania, Francia, Olanda, Belgio, Lussemburgo, Irlanda, Danimarca, Regno Unito, Grecia, Spagna, Portogallo, Finlandia, Svezia e Austria). Con il trattato questi Paesi si sono impegnati a perseguire i principi di politica economica e sociale ritenuti necessari alla creazione dell' UEM. Gli obiettivi del trattato non si limitano alla sola dimensione economica e monetaria, ma prevedono anche: l'attuazione di una politica esterna e di sicurezza comune, lo sviluppo della cooperazione nel settore della giustizia e degli affari interni, l' istituzione della cittadinanza Europea, la solidarietà ed il riequilibrio regionale.

 COSA SONO I PRINCIPI DI CONVERGENZA E PERCHE' OCCORRE RISPETTARLI

I criteri di convergenza stabiliti nel trattato di Maastricht sono principi di politica economica in materia di inflazione, tassi di interesse, stabilità dei tassi di cambio e finanza pubblica. Il loro rispetto da parte dei Paesi membri dell' UE è indispensabile , non solo perché sia possibile entrare a far parte dell' UEM, ma anche per creare le condizioni di stabilità necessarie per la moneta unica. Il rispetto di criteri di convergenza crea le condizioni necessarie per evitare speculazioni ed instabilità di prezzi, cambi e tassi d'interesse a medio termine, e dare solidità alla finanza pubblica.

I criteri di Maastricht
Criterio
Definizione Deroghe e note
Inflazione
In ogni paese non deve superare il valore dato dalla media dei tre paesi con inflazione minima, aumentato dell'1,5%. Nessuna possibilità di deroga. L'inflazione viene misurata dal dato medio 1997 relativo ai prezzi al consumo (indici armonizzati).
Tassi di interesse a lungo termine
Non deve superare il valore medio dei tre paesi con inflazione minima, aumentato del 2%. Nessuna deroga. Viene misurato dalla media sugli ultimi 12 mesi. Indica la credibilità dell'inflazione attuale.
Cambio
Deve essere rimasto "all'interno delle normali bande di fluttuazione" per i due anni precedenti. Indica la credibilità di cambio e inflazione. Interpretazione incerta: cosa sono le bande "normali"?; è necessario far parte dello SME?
Finanza pubblica:
(a) deficit
Il rapporto fra deficit e PIL non deve superare il 3%, sia al momento dell'analisi sia in prospettiva futura Il deficit è quello delle pubbliche amministrazioni. Possibilità di deroga se il rapporto è vicino al 3% ed è sceso in modo soddisfacente.
Finanza pubblica:
(b) debito
Il rapporto fra debito pubblico e PIL non deve superare il 60%, ovvero essere sceso verso tale livello ad una velocità soddisfacente. Il debito è quello delle pubbliche amministrazioni. In passato, il Consiglio ha definito "Paesi senza disavanzi eccessivi" Irlanda, Olanda e Danimarca, che hanno debiti/PIL maggiori del 60% ma in forte discesa.
   LA LOTTA AL DEFICIT PUBBLICO SI FA SOLO PER ENTRARE NELLA MONETA UNICA?

Un alto livello di deficit pubblico impedisce lo sviluppo della nostra economia. Per l' Italia, uno dei Paesi dell' Unione con il più alto rapporto tra debito pubblico e PIL, ridurre il deficit pubblico è una condizione necessarie per assicurare la prosperità e lo sviluppo. Il "Patto per la stabilità la crescita" sottoscritto dal nostro Paese ci impegna, assieme agli altri candidati all' UEM, a mantenere bassi deficit di bilancio anche in futuro oltre, naturalmente, al rispetto degli altri criteri di convergenza che rendono possibile l'esistenza della moneta unica.

 

L' EURO E LE BANCHE

 

 COSA VUOL DIRE UNA MONETA UNICA PER L' EUROPA

Avere un moneta unica vuol dire che, in tutti i Paesi che faranno parte dell' Unione Economica e Monetaria (UEM) esisterà un' unica moneta a corso legale che si sostituisce alle monete nazionali: l' EURO. La sostituzione delle varie monete nazionali con l' EURO avverrà secondo un calendario diviso in più fasi e sulla base delle norme previste dai Regolamenti stabiliti e sottoscritti dai Paesi dell' Unione Europea per garantire la trasparenza e l'equilibrio del processo di sostituzione.

 L' ECU NON ERA GIA' UNA MONETA EUROPEA

L' ECU (European Currency Unit) è una moneta virtuale che non esiste allo stato fisico (non è stata mai coniata se non per fini commemorativi o di collezionismo). E' stata creata in concomitanza con lo SME (Sistema Monetario Europeo) nel 1979 ed è costituita dalla somma di quantità fisse delle monete partecipanti. Per questo è detta "valuta paniere".

 COSA E' L' EURO

L'EURO è una nuova moneta. Ed è la nuova moneta di quei Paesi Europei che saranno ammessi a far parte dell'UEM. Fra qualche anno non ci saranno più le monete nazionali: ci sarà solo l EURO. Per la sua introduzione il trattato di Maastricht ha tracciato un percorso che, gradualmente, porterà alle nuove banconote e monete EURO. Le vecchie banconote nazionali circoleranno ancora, assieme a quelle in EURO fino al 1 Luglio 2002, data a partire dalla quale ci sarà solo l'Euro.

 QUAL' E' LA DIFFERENZA TRA ECU ED EURO E COSA ACCADRA' ALL' ECU

A differenza dell'ECU, l'Euro sostituirà le monete nazionali dei paesi partecipanti all'Unione Economica e Monetaria, dopo averle affiancate per un periodo massimo di tre anni ( dal 1 gennaio 1999 al 31 dicembre 2001). A partire dal 1 gennaio 1999 l'ECU sarà sostituito dall'EURO con il rapporto di 1:1, mentre al tempo stesso verranno fissati i rapporti di conversioni irrevocabili tra l'Euro e le monete nazionali. Ciò significa che i rapporti di conversioni non si potranno più modificare dopo l'avvio dell'UEM . Dal 1 gennaio 1999, quindi, l' EURO sarà a pieno titolo la moneta dell' UEM, anche se potrà essere usata per i pagamenti in contanti al più tardi solo a partire dal 1 gennaio 2002.

 

PERCHE' QUESTO PERIODO DI TRANSIZIONE COSI' LUNGO (3 anni)

 Il trattato di Maastricht ha previsto un periodo di transizione per ragioni di convenienza e di prudenza. La prudenza dipende dal fatto che la rinuncia alle vecchie monete, uno dei simboli più' potenti di identità' nazionale, e' un esercizio che, su questa scala, non e' stato mai tentato prima nella storia. Vi e', poi, un problema psicologico di accettazione e di assuefazione. E tutto questo consiglia la gradualità'. La convenienza dipende dal fatto che la sostituzione di una moneta con una completamente nuova, in economie moderne con grandi e sofisticati mercati finanziari, è un'operazione estremamente complessa, che non può' essere realizzata con un Big Bang, ma ha bisogno di una lenta e meticolosa messa in opera. Può' darsi che sia esagerato nel prevedere 3 anni di "rodaggio". Ma la posta in gioco è troppo importante ed e' meglio eccedere nella cautela.

 

PERCHE' E' STATO SCELTO IL NOME DI EURO ?

Il trattato di Maastricht, parlava per la nuova moneta, di ECU. Un acronimo in uso da tempo per indicare l'unita' di conto della Comunità' europea (Un paniere delle attuali monete dei 15 paesi dell'Unione Europea). Da unita' di conto l'ECU doveva diventare vera moneta: virtuale prima, e reale poi. Il nome di ECU, a sua volta, era stato scelto tempo fa per un doppio significato: Si trattava delle iniziali dell'espressione inglese " European Currency Unit", cioè "Unita' Valutaria Europea" - dove la parola Unità è da intendersi nel senso aritmetico, come Unità di conto- ed "ECU" aveva in francese aveva il significato di "Scudo": una vecchia moneta, che era esistita, con corrispondenti nomi locali, anche in altri paesi come l'Italia. L'ECU, però, era un nome che aveva senso in francese ed in inglese, per le ragioni dette, ma non era abbastanza universale 'per essere accettato da tutti. Si è scelto così l'Euro, che come radice di Europa, si ritrova in tutte le lingue. Forse non e' un nome troppo elegante. ma e' un utile minimo comune denominatore

 

E' VERO CHE I TEDESCHI HANNO FAVORITO IL NOME "EURO"E NON QUELLO DI "ECU" ?

 Pare di si. In una lingua e' importante verificare che le assonanze fonetiche di una parola non diano adito a confusioni con altri significativi vocaboli di senso compiuto. Nel caso della Germania, ad esempio, uno Scudo, scritto "Ein Ecu" suona esattamente come "Eine Kuh" che significa " Una vacca". Difficilmente i tedeschi fieri del loro Marco avrebbero accettato il nuovo termine nell'uso quotidiano.

 

QUAL'E' IL PLURALE DI EURO ?

Secondo le regole della lingua italiana, dovrebbe essere "EURI". Ma sarà' l'uso a decidere. Essendo una parola artificiale, è possibile seguire regole diverse e renderla indeclinabile. in effetti, suona meglio dire " Quanti Euro?" e "tremila Euro", piuttosto che "quanti Euri" o "tremila Euri". In ogni caso su banconote e monete anche il plurale è "Euro".- Così si è espresso anche il trattato di Maastricht stesso..

 

QUANTO VALE UN EURO ?

Il valore dell'EURO sarà fissato solo il 1 gennaio 1999, il primo giorno dell'UEM, quando saranno fissati i tassi irrevocabili di conversione tra le varie monete nazionali e l'Euro. Sulla base dell'attuale valore ECU/LIRA e nell'ipotesi che il tasso di conversione venga fissato a questo livello, si può stimare approssimativamente che 1 EURO equivarrà a circa 1900-2000 lire. Così ad esempio 50 milioni di lire corrisponderanno approssimativamente a 25 mila Euro; sempre in questa ipotesi, si può ipotizzare che la moneta più piccola 1 centesimo di Euro avrà il valore di circa 20 lire; quella più grossa 2 Euro, un valore di circa 4 mila lire. La banconota più piccola corrisponderà a circa 10 mila lire mentre quella di taglio più grosso, 500 Euro varrà circa 1 milione di lire.

 

 

 QUANDO SARANNO STABILITI I TASSI DI CONVERSIONE

Il Consiglio Europeo ha definito il 3 Maggio 1998, contemporaneamente alla lista dei Paesi che sono entrati a far parte dell'Unione Monetaria, i tassi di cambio bilaterali che entreranno poi in vigore il 1 Gennaio 1999 tra le valute partecipanti all'UEM. Nel maggio 1998 sono stati fissati i cambi tra le valute nazionali, ma non quelli tra le stesse e l' Euro, che dovranno essere determinati solo il 1 Gennaio 1999.
I tassi di conversione bilaterali della lira italiana
Marco tedesco
Franco belga
Franco luss.
Peseta spagn.
Franco francese
Lira irland.
Fiorino oland.
Scellino austr.
Escudo portog.
Marco finland.
DEM
BEF
FLR
ESP
FRF
IEP
NLG
ATS
PTE
FIM
990,002
47,9990
47,9990
11,6372
295,183
2458,56
878,644
140,715
9,65805
325,658
Fonte: elab. Comit su dati U.E., Joint Communiqué on the determination of the irrevocable conversion rates for the euro, 2 maggio 1998.

 

 

 PERCHE' TASSI DI CONVERSIONE TRA LE MONETE E NON CON L'EURO

Risposta in allestimento

 COME E' FATTO L'EURO, CI SARANNO DIVERSI TAGLI

l'Euro è diviso in cento centesimi. I tagli per le monete saranno otto: 1, 2, 5, 10, 20, 50 centesimi e da 1 e 2 Euro, mentre le banconote saranno disponibili in sette tagli. Le banconote Euro saranno molto colorate. A ciascun colore corrisponderà un taglio diverso: grigio per i 5 Euro, rosso per i 10, blu per i 20, arancio per i 50, verde per i 100, giallo e marrone per i 200, porpora per i 500. Una mappa dell'Europa è disegnata come sfondo sui biglietti. Su una faccia sono disegnati ponti, grandi opere di ingegneria europea attraverso i secoli; sull'altra sono disegnati elementi architettonici come frontali gotici o archi romani. Le monete, invece, avranno una faccia comune e l'altra personalizzata con motivi e scritte nazionali.

CHE COSA SARA' RAPPRESENTATO SULLE BANCONOTE ?

Le banconote avranno la bandiera a dodici stelle dell'Unione europea, il nome della Banca centrale europea, sotto forma di acronimo riprodotto nelle 5 varianti ( Bce - Ecb - Ezb - Ekp - Ekt) che esauriscono le combinazioni possibili per tutte le lingue dell'Unione Europea, e la firma del presidente della Bce. Vi sarà anche il nome " Euro" riprodotto nell'alfabeto latino e greco, oltre naturalmente al numero che fornisce il taglio della banconota. I biglietti di banca saranno illustrati con vari elementi decorativi: particolari architettonici di ponti, portali, finestre... nei vari stili delle epoche che hanno segnato la storia dell'arte europea. E' inutile cercare corrispondenze con qualche monumento esistente: quei particolari sono volutamente tipi ideali. Si è voluto evitare il riferimento ad opere vari dei singoli Paesi, per sottolineare il carattere unitario dell'Euro. E probabilmente anche perché sarebbe stato difficile mettere tutti d'accordo.

 

CHE COSA SARA' RAPPRESENTATO SULLE MONETE?

Tutte le nuove monete avranno un verso in comune indicante il valore della moneta ed un verso caratteristico, scelto dalle singole nazioni partecipanti. Per l'Italia la moneta simbolo, quella da 1 Euro sarà rappresentata dall'Uomo Vetruviano, disegnato da Leonardo Da Vinci, quella da 2 Euro dalla effigie di Dante Alighieri, il 50 centesimi da un particolare della nascita di Venere di Sandro Botticelli, ed il 5 centesimi dal Colosseo. Questi simboli sono stati scelti da un referendum televisivo dell'8 Febbraio 98. Un biglietto da visita dell' Italia per l'Europa. In sintesi simboli e soggetti che oltre ad avere una forte connotazione estetica, rappresentano l'Italia nel mondo ed hanno alle spalle un significato unificante e filosofico. Una commissione tecnico - artistica, invece ha scelto le opere che saranno raffigurate @@@@@@@

 QUANDO ENTRERA' IN VIGORE L'EURO ?

L'Euro entrerà in vigore, come moneta unica europea, dal 1 Gennaio 1999 e potrà essere utilizzato sin da subito, per pagamenti e trasferimenti fondi tramite banca (moneta scritturale). Al più tardi dal 1 Gennaio 2002, verranno immesse in circolazione banconote e monete in Euro: le Lire verranno progressivamente ritirate dalla circolazione e cambiate in Euro, secondo il tasso di conversione irrevocabile fissato in precedenza. Al più tardi del 1 luglio 2002, le banconote e le monete in Lire andranno fuori corso.

 QUAL'E' LA QUANTITA' DI MONETA CHE SARA' SOSTITUITA CON LA NUOVA?

Alle banconote nazionali succederà quello che già oggi succede ai biglietti di banca lisi che vengono ritirati dalla circolazione e distrutti.. Come? Il come della distruzione rappresenta un grosso problema organizzativo, se non altro per gli aspetti di inquinamento. Oggi i biglietti di banca vengono ritirati gratuitamente e distrutti, quindi, un poco per volta. Ma ritirare 12 miliardi e mezzo di banconote,(a tanto ammontano i biglietti di banca dei 15 Paesi) tutti in una volta, sia pure diluendo l'operazione in sei mesi , e distruggere questa enorme massa di carta e d'inchiostro non è facile. Quando la Germania cambiò i Marchi orientali in Marchi occidentali, i vecchi Ostermark vennero seppelliti in miniere di salgemma in disuso. Non si sa ancora la soluzione che sarà prescelta per le monete nazionali che si fonderanno nell'Euro, ma probabilmente la soluzione sarà diversa da Paese a Paese. Per l'Italia si tratterà di cambiare circa 3 miliardi di banconote, che saranno sostituite con circa 1,6 miliardi di biglietti in Euro. La differenza è dovuta al fatto che in Italia il taglio medio delle banconote è più piccolo e , quindi, ne bastano di meno, delle nuove in Euro, per sostituire le vecchie in Lire.

 QUANDO CAMBIEREMO LE LIRE IN EURO?

Potremo cambiare in contanti Lire in Euro a partire al più tardi dal 1 gennaio 2002, quando saranno poste in circolazione le nuove banconote e monete metalliche. Sin dall'inizio dell'UEM, il 1 gennaio 1999, l'Euro affiancherà le monete nazionali. Cittadini ed imprese potranno, dunque, utilizzarlo da subito, al posto delle monete nazionali, per le operazioni non in contanti.

 PERCHE' SI PARLA DI TASSO DI CONVERSIONE LIRA/EURO E NON DI TASSO DI CAMBIO?

Si parla di tasso di conversione Lira/Euro per intendere il rapporto irrevocabile che verrà fissato il 1 gennaio 1999 e che consentirà di convertire le monete nazionali in Euro. Da quella data l'Euro diventerà, infatti, l'unica moneta legale dell'UEM. Questo vuol dire che la Lira, i Marchi Tedeschi, i Franchi Francesi ecc. continueranno ad avere corso legale solo in quanto espressioni dell'Euro, con una equivalenza rapportata in base ai tassi di conversione fissati.

 SARA' OBBLIGATORIO L'USO DELL'EURO ?

Occorre distinguere la fase che va dal 1999 al 2002 (periodo di transizione), dalla fase che va al più tardi dal 1 Gennaio al 30 Giugno 2002 (fase di sostituzione). Durante il primo periodo l'uso dell'Euro sarà lasciato alla libera scelta di famiglie ed imprese. L'unico obbligo è per i governi, che dovranno emettere in Euro tutti i nuovi titoli pubblici. Con il 1 Gennaio del 2002 al più tardi, l'Euro vedrà la luce anche come moneta fisica. Monete e banconote Euro per i sei mesi successivi circoleranno parallelamente a monete e banconote in Lire, che verranno gradualmente ritirate dal mercato. A partire dal 1 Luglio 2002 esisterà solo l'Euro.

 COS'E' IL PERIODO DI TRANSIZIONE ?

Il periodo di transizione o fase transitoria, identifica il triennio che va dal 1 Gennaio 1999 al 31 Dicembre 2001, e rappresenta la prima "tappa" d'introduzione dell'Euro. In questa fase l'Euro funzionerà come moneta delle banche: a utilizzare la moneta unica saranno i mercati finanziari, le banche centrali, le aziende di credito, i grandi gruppi finanziari ed industriali. L'Euro, tuttavia, interesserà da subito anche i privati cittadini perché dal 1 Gennaio 1999 le nuove emissioni di titoli di Stato (Bot, Btp, Cct) saranno in Euro ed in Euro saranno convertiti anche i titoli di Stato già in possesso delle famiglie e del sistema economico.

 COSA VUOL DIRE STABILITA' DEL CAMBIO ?

Il cambio è la quantità di moneta straniera necessaria per acquistare una unità, o un suo multiplo, di moneta nazionale. In un sistema di cambi fissi è necessario che i prezzi nei vari Paesi presentino tassi di inflazione molto simili, mentre in un regime di cambi flessibili, il tasso di cambio varia in funzione della domanda e dell'offerta di valuta. Stabilità del cambio vuol dire un ambiente monetario e valutario certo, favorevole allo sviluppo dei mercati ed alla libertà degli scambi. Non soggetto, cioè, a tensioni inflazionistiche o speculative come si è verificato in passato, ad esempio agli inizi degli anni '70 a seguito della crisi petrolifera, o in anni più recenti con la crisi del Sistema Monetario Europeo (SME).

 L'EURO SARA' UNA VALUTA STABILE ?

L'Euro nasce proprio dall'esigenza di realizzare un sistema monetario e una moneta europea, caratterizzati da grande stabilità, in modo tale da costituire una valuta internazionale di riferimento alternativa al Dollaro Statunitense ed allo Yen Giapponese. Proprio per questo obiettivo di stabilità monetaria, i Paesi dell'Unione hanno sottoscritto il trattato di Maastricht ed il successivo "Patto di Stabilità e di Crescita" siglato ad Amsterdam nel Giugno 1997. L'Euro, perciò sarà stabile se la politica monetaria della Banca Centrale Europea (BCE) andrà di pari passo con una seria politica fiscale dei Paesi aderenti all'Unione e con una loro Politica Economica finalizzata allo sviluppo ed alla crescita economica e sociale.

 I NOSTRI SOLDI VARRANNO PIU' O MENO DI PRIMA?

Il cambio della moneta non comporterà variazione della moneta di acquisto, ma solo l'uso di una diversa unità monetaria. Infatti al conversione da Lira ad Euro fa cambiare il metro con cui si misura il valore delle cose ma non la sua grandezza, che è data, dal potere di acquistare beni e servizi. Quindi, i nostri risparmi, stipendi e tutte le altre grandezze monetarie avranno esattamente lo stesso valore di prima.

 IN QUALE VALUTA VERRANNO ACCREDITATI GLI STIPENDI?

Anche se l'Euro esisterà materialmente come moneta "cash" a partire dal 1 Gennaio 2002, le aziende che lo decidano potranno pagare stipendi nella nuova moneta sin dal 1999. In questo caso, gli stipendi potranno essere pagati solo con accredito in conto corrente o con un assegno circolare. La banca potrà accreditare l'importo anche se il dipendente non è titolare di un conto in Euro convertendolo al tasso di cambio irrevocabilmente fissato.

 QUANDO PREZZI E TARIFFE COMINCERANNO AD ESSERE ESPRESSI IN EURO?

Commercianti e fornitori di servizio inizieranno ad esporre i prezzi sia in Lire che in Euro a partire dal periodo di transizione, anche se in tale periodo i pagamenti in contanti potranno essere effettuati solo in Lire. Dal 1 Gennaio al 30 giugno 2002 per i pagamenti in contanti potranno essere utilizzati sia Lire che Euro, mentre dal 1 Luglio 2002 si utilizzerà solo l'Euro. Anche dopo questa data, però la doppia esposizione dei pressi sarà un valido aiuto per i consumatori, finché non avranno preso piena confidenza con la nuova moneta.

 IN QUALE VALUTA SI PAGHERANNO LE TASSE E LE ALTRE IMPOSTE?

Occorre distinguere il periodo di transizione, dalla fase finale dell'introduzione dell'Euro. Durante il primo periodo, il contribuente potrà decidere, a sua discrezione, se pagare in Euro o in Lire le imposte e tasse. Sarà la pubblica amministrazione a farsi carico di convertire gli importi da Euro in Lire, al tasso di conversione fisso. Dal 1 Luglio 2002, quando l'Euro sarà l'unica moneta legale, tutti i pagamenti, compresi quelli verso la pubblica amministrazione, dovranno avvenire in Euro.

 LE FAMIGLIE DOVRANNO AFFRONTARE ADEMPIMENTI PARTICOLARI PER L'EURO ?

Le famiglie e i consumatori in genere avranno bisogno di essere informati ed assistiti durante l'intero processo di transizione alla moneta unica, e anche dopo il 1 Luglio 2002, finché non si saranno abituati alla nuova unità di conto. Sulla base di linee guida comuni, in tutti i Paesi dell'unione, a partire dal 1998 campagne di informazione di massa, a livello comunitario, nazionale e locale, saranno dedicate a questo obiettivo. Le banche e le poste hanno messo a punto materiali informativi sulle varie problematiche, per assistere clienti.

 A CHI I CITTADINI POSSONO RIVOLGERSI PER AVERE INFORMAZIONI ?

Tutte le strutture economiche e sociali, e le istituzioni del nostro Paese saranno coinvolte nel fornire informazioni ed assistere i cittadini nella transizione alla moneta unica europea. Il Comitato Euro, oltre a diffondere giude ed opuscoli informativi ha anche attivato un proprio siti Internet all'indirizzo "www.tesoro.it" L'Unione Europea ha da tempo varato un apposito programma dedicato ai diritti dei cittadini europei ed ha istituito un servizio permanente di informazioni denominato "Cittadini d'Europa", al quale si possono indirizzare domande e quesiti sia per telefono, attraverso un numero verde istituito in tutti gli stati membri (167-876166), sia per fax (0032-2-5480499). Inoltre le informazioni sono disponibili anche tramite Internet nella pagina "Links".

 QUALE RUOLO SVOLGERANNO LE BANCHE NELL'INTRODUZIONE DELL'EURO ?

Le banche avranno il complesso e fondamentale compito di permettere all'intero sistema economico di utilizzare l'Euro. Il loro ruolo sarà cruciale anche per quanto riguarda l'informazione e l'assistenza alla clientela, tramite le migliaia di sportelli bancari capillarmente diffusi su tutto il territorio nazionale. Quando inizierà la fase di sostituzione della lira con l'Euro (1 Gennaio- 30 Giugno 2002), saranno le banche ad erogare gradualmente banconote e monete metalliche Euro e a ritirare la Lira dalla circolazione.

 QUALI EFFETTI L'EURO GENERERA' SUL SISTEMA BANCARIO ?

L'Euro completa il "mercato unico": non esisteranno più ostacoli alla libera circolazioni di merci, servizi, persone e capitali. L'adeguamento alla moneta unica richiederà adattamenti organizzativi, tecnici, procedurali, con conseguenze sui costi. D'altro canto, la maggiore concorrenza su un mercato "globale" e la riduzione di alcune tradizionali aree di attività (ad esempio quelle legate ai cambi) comporteranno la necessità per le banche di ridefinire le proprie strategie di offerta.

 CON L'EURO CAMBIERA' LA STRUTTURA DELL'OFFERTA DEI SERVIZI BANCARI ?

La convergenza delle economie dei Paesi membri, il "mercato unico" e la moneta unica determinano uno scenario macroeconomico nuovo che potrà generare cambiamenti rilevanti sulle attività di intermediazione bancaria, sulla tipologia e struttura dell'offerta di prodotti e servizi e sulle reti distributive. Il cambiamento della struttura dei tassi d'interesse, che andranno ad assestarsi verso il basso, si rifletterà sulle remunerazioni dei depositi bancari e sui rendimenti dei titoli di Stato. In conseguenza di ciò, le scelte dei risparmiatori potranno orientarsi diversamente, verso alternative che possano dare una più alta remunerazione; il loro portafoglio comprenderà, quindi, maggiormente forme di risparmio gestito (Fondi di Investimento) ed investimenti a maggior rischio (ad esempio azioni e titoli quotati in borsa).

 COSA STANNO FACENDO LE BANCHE IN ITALIA PER PREPARARSI ALL'EURO ?

Le banche si stanno preparando da tempo agli adeguamenti necessari in vista dell'introduzione dell'Euro. Attraverso la loro associazione (ABI) hanno dato vita al progetto EMU, che ha l'obiettivo di stabilire criteri, priorità , e modalità di lavoro perché il sistema bancario possa affrontare al meglio la transizione all'UEM. Le principali problematiche riguardano: - l'adeguamento delle infrastrutture operative nel contesto interbancario; - la preparazione all'operatività in doppia valuta, Lira ed Euro, per il periodo in cui entrambe le monete esisteranno in parallelo; - la conversione in Euro di tutta la massa monetaria circolante; - l'informazione e l'assistenza alla clientela. Sono state prese importanti decisioni di Sistema, quale ad esempio l'accordo interbancario sulla transizione all'Euro, che da certezza ad ogni banca di poter eseguire le disposizioni d'incasso e pagamento impartite dalla clientela. Inoltre sono state varate iniziative comuni di formazioni del personale e di comunicazione ed informazione alla clientela.

 CHE COSA STANNO FACENDO LE BANCHE PER INFORMARE ED ASSISTERE LA CLIENTELA ?

Le banche si stanno preparando per fornire alla clientela tutta l'assistenza e le informazione necessarie in vista del passaggio all'Euro. Attraverso l'ABI hanno predisposto piani operativi sia per l'informazione/formazione dei dipendenti sia per l'informazione alla clientela. Il programma rivolto alla clientela comprende una serie di iniziative destinate a diversi segmenti, che forniscono le informazioni di base ed illustrano opportunità e problemi pratici da affrontare nella transizione verso l'Euro.

 SI APPLICHERANNO COMMISSIONI PER CONVERTIRE LIRE IN EURO ?

Naturalmente no. Durante il periodo transitorio, quando l'Euro esisterà come "moneta scritturale", ma non ancora come moneta fisica, le banche provvederanno automaticamente a convertire in Lire o in Euro, a seconda dei casi gli importi da registrare sui conti della clientela. Durante l'ultima fase, quella della sostituzione, nella quale la Lira verrà progressivamente ritirata dalla circolazione e sostituita con l'Euro, mente la Banca d'Italia si farà carico di mettere a disposizione del sistema bancario la nuove banconote e monete metalliche presso le proprie filiali nei capoluoghi di provincia, sarà compito delle banche occuparsi della distribuzione al dettaglio. Lo stesso accadrà per il ritiro delle banconote e monete metalliche in Lire.

 L'INTRODUZIONE DELL'EURO AVRA' EFFETTI SUI TASSI D'INTERESSE ?

Il processo di convergenza delle economie dei Paesi dell'Unione Europea comporterà una riduzione dei tassi d'interesse attivi e passivi ed un loro sostanziale assestamento al livello più basso. Già oggi i tassi d'interesse Italiani sono diminuiti e sono più vicini a quelli Tedeschi e Francesi. Ciò comporta notevoli vantaggi per chi, ad esempio, intenda sottoscrivere un prestito o un mutuo. D'altra parte con l'inflazione più bassa il rendimento del risparmio verrà maggiormente tutelato; anche se ad esempio, per i titoli in Euro lo Stato pagherà rendimenti inferiori, tali rendimenti saranno più solidi e duraturi perché basati sul risanamento dei conti pubblici. La riduzione dei tassi d'interesse aumenterà l'attrattività di altre forme di impiego del risparmio quale ad esempio i titoli obbligazionari di emittenti privati (corporate bonds).

 

 I PRINCIPALI PRODOTTI E SERVIZI BANCARI

 

 COSA SUCCEDERA' AL RISPARMIO ?

Non c'è da preoccuparsi, perché con la scomparsa delle Lire non scompariranno i soldi. Semplicemente si andrà presso la propria banca e le Lire contanti saranno sostituite con banconote e monete in Euro. La conversione in Euro verrà attuata su tutte le forme di risparmio ed investimento (depositi, conti correnti, titoli, ecc.). Per i risparmiatori l'Euro sarà una certezza. Una moneta forte e stabile, con un valore non intaccato dall'inflazione. Anche i tassi d'interesse scenderanno e questo porterà i risparmiatori a diversificare maggiormente i propri investimenti, che ora potranno avere una dimensione veramente europea.

 DA QUNDO SI POTRANNO APRIRE CONTI CORRENTI IN EURO ?

Dal giorno in cui l'UEM (1 Gennaio 1999) chiunque potrà richiedere l'apertura di un conto corrente in Euro. Il titolare di conto corrente, a prescindere dal fatto che il conto sia in Lire o in Euro, potrà richiedere carnet di assegni da emettere in Lire o in Euro. I carnet saranno differenziati con molta chiarezza e si dovrà fare attenzione ad usare il carnet Euro quando si vuol pagare in Euro e quello in Lire quando si vuol pagare in Lire. Gli assegni tratti su altre banche, emessi in valuta diversa da quella originaria, prestampata sul modulo assegno, non potranno essere accettati. A partire dal Gennaio 2002 tutti i conti correnti nuovi potranno essere solo in Euro e, per quelli esistenti in Lira, le banche provvederanno automaticamente alla conversione dei saldi, al tasso di conversione irrevocabilmente fissato il 1 Gennaio 1999.

 COSA ACCADRA' AGLI ASSEGNI CIRCOLARI ?

Nel periodo di transizione potranno essere emessi assegni circolari sia in Lire che in Euro. La riscossione di un assegno circolare in Euro, o l'accredito su un conto corrente in Lire avverranno attraverso la conversione dell'importo da Euro a Lire, secondo il tasso di conversione fisso. L'assegno circolare non potrà essere cambiato per cassa in Euro fino al 2002, quando l'Euro esisterà anche come moneta "cash".

 COSA CAMBIERA' PER I BONIFICI ?

Durante il periodo transitorio si potranno ordinare bonifici sia in Lire sia in Euro, indipendentemente dalla denominazione del conto. L'importo verrà accreditato sul conto del beneficiario nella valuta di riferimento del suo conto. Allo stesso modo, sul conto dell'ordinante l'addebito verrà riportato nella valuta di riferimento di tale conto. Le conversioni verranno effettuate al tasso di conversione fisso.

 QUALI SARANNO I RIFLESSI SUL SISTEMA DI PAGAMENTO ?

Con l'introduzione dell'Euro, l'insieme dei sistemi di pagamenti sarà adeguato a questa nuova realtà. Durante il periodo di transizione i sistemi di pagamento saranno abilitati ad operare in doppia valuta (Lire ed Euro), con il gennaio 2002 l'Euro diviene l'unico riferimento. Questo adeguamento interesserà tanto i sistemi più semplici (assegni in Lire ed assegni in Euro), quanto i più sofisticati e complessi (plastic card, sistemi all'ingrosso tra banche ed i principali operatori italiani BI-REL europei TARGET).

 SI POTRANNO EFFETTUARE PAGAMENTI IN LIRE DOPO L'INTRODUZIONE DELL'EURO ?

Bisogna distinguere. L'Euro esisterà fra il 1999 ed il 2002 solo come moneta scritturale (bancaria) e quindi potranno essere effettuato pagamenti in Euro solo tramite mezzi di pagamento bancari (assegni, bonifici, ecc.). i pagamenti in contanti saranno possibili solo in Lire. Dal Gennaio 2002 al Giugno 2002, una volta messe in circolazione le banconote e monete metalliche in Euro, sarà possibile effettuare pagamenti in contanti nelle due monete. Questa possibilità cessa con il 1 Luglio 2002, quando la Lira perderà corso legale e sarà possibile operare solo in Euro.

 DA QUANDO I BANCOMAT DISTRIBUIRANNO BANCONOTE IN EURO ?

I bancomat inizieranno a distribuire banconote in Euro al più tardi a partire dal 1 Gennaio 2002, in concomitanza con l'inizio della messa in circolazione della nuova moneta. Il piano di adeguamento prevede che entro tre mesi tutti gli sportelli bancomat (ATM) erogheranno solo banconote in Euro, contribuendo fortemente al processo di sostituzione tra la vecchia e la nuova moneta.

 DA QUANDO I PAGAMENTI EURO CON LE CARTE DI CREDITOED I BANCOMAT ?

Le carte di credito e quelle bancomat saranno abilitate ad operare in doppia valuta sin dal 1999. Questo vuol dire che sarà possibile effettuare acquisti e pagamenti tanto in Lire che in Euro.

 COME CAMBIERANNO I CONTI IN DIVISA ?

Con l'introduzione dell'Euro si assisterà ad una drastica riduzione dei conti in divisa. A prescindere dal momento in cui le singole aziende decideranno, durante il periodo transitorio di passare alla nuova monete, per evidenti motivi di semplificazione contabile queste preferiranno convertire immediatamente in Euro i conti denominati nelle varie valute dei Paesi partecipanti all'UEM.

 COSA ACCADRA' AI LIBRETTI DI RISPARMIO E CERTIFICATI DI DEPOSITO ?

Tra il 1 Gennaio 1999 ed il 31 Dicembre 2001 le banche potranno offrire o meno prodotti e servizi in Euro, complementari o sostitutivi di quelle in Lire alla propria clientela. Questo implica che, la dove il risparmiatore voglia essere titolare di un libretto, conto vincolato o certificato di deposito in Euro, può richiederlo alla sua banca e quest'ultima può o meno erogare il servizio. Per i depositi a risparmio, visto che le operazioni di versamento e prelevamento si intendono effettuate per contanti, si prevede che molte banche continueranno a mantenerli in Lire durante il periodo transitori. Con il 1 Gennaio 2002 la conversione è invece obbligatorie, non potranno più esistere prodotti e servizi denominati in Lire e le Banche procederanno automaticamente alle operazioni necessarie.

 COSA SUCCEDERA' AI TITOLI ?

Per quanto riguarda i titoli di Stato, questi saranno ridenominati in Euro il 1 gennaio 1999. La ridenominazione non intacca né il valore del titolo né le modalità di rimborso, interesse, ecc.. Anche l'acquisto di titoli in Euro non solleverà problemi in quanto saranno le banche ad effettuare le operazioni di conversioni necessarie. Per quanto riguarda le altre obbligazioni e i titoli azionari, la ridenominazione in Euro potrà essere attivata, a cura degli emittenti nel corso del periodo transitorio o al termine dello stesso.

 QUANDO VERRANNO EMESSI TITOLI DEL DEBITO PUBBLICO IN EURO ?

Fin dal 1 Gennaio 1999 le nuove emissioni i titoli del debito pubblico Italiano saranno denominate in Euro. Contemporaneamente verrà effettuata la ridenominazione di tutto lo stock di debito pubblico negoziabili in essere. Questo permetterà di conservare un mercato di titoli di Stato omogeneo nella valuta ed efficiente nei sistemi di negoziazione e liquidazione. Per il risparmiatore nulla muterà. I titoli di Stato manterranno la loro caratteristica di investimento certo e sicuro e con la moneta unica, aumenterà semmai anche la loro pronta liquidabilità. Saranno le banche ad assicurare, qualora necessario, la conversione degli importi in Lire.

 COSA ACCADRA' AI MUTUI ED ALLE FORME DI INDEBITAMENTO ?

L'introduzione dell'Euro non inciderà sulle condizioni contrattuali pattuite in precedenza (principio della continuità dei contratti). La continuità dei contratti è sancita infatti, da un apposito regolamento comunitario. Per i mutui in Lire, durante il periodo di transizione, il debitore potrà scegliere se mantenere il mutuo nella valuta originaria o richiedere alla banca la conversione in Euro. A partire dal 1 Gennaio 2002 i mutui in Lire residui saranno convertiti automaticamente in Euro. I mutui in ECU diventeranno sin dal 1 Gennaio 1999 automaticamente mutui in Euro, e per le rate residue non ci sarà più alcun rischio di cambio. In generale, le riduzione dei tassi di interesse italiani, che accompagnerà e seguirà l'introduzione dell'Euro, renderà meno onerose le diverse forme di finanziamento.

 COSA ACCADRA' AI MUTUI A TASSO FISSO ?

L'introduzione dell'Euro non altererà la continuità dei contratti in essere e in nessun caso potrà essere causa risolutiva del contratto, salvo diversa pattuizione fra le parti. L'Euro, quindi non potrà incidere sulle condizioni alle quali il contratto di mutuo era stabilito: valore del tasso di interesse, modalità di determinazione del tasso ed altre condizioni economiche rimarranno inalterate. A partire dal gennaio 2002, i mutui residui in lire saranno automaticamente convertiti in Euro a cura della Banca.

 COSA ACCADRA' AI MUTUI A TASSO VARIABILE ?

Il principio di base, sancito a livello europeo, è che l'introduzione dell'Euro non deve alterare le condizioni contrattuali stabilite. Qualche mutamento, però vi sarà, considerato che alcuni parametri di indicizzazione cambieranno profondamente o scompariranno. Nel caso dei mutui a tasso variabile bisogna verificare se il parametro di indicizzazione è in qualche modo interessato alla transizione all'Euro. Se il parametro rimane inalterato, non vi saranno modifiche di sorta. Nel caso di sostituzione ( ad es. tasso interbancario di riferimento) il contratto farà riferimento automatico al nuovo parametro. Nel caso che il parametro di riferimento dovesse scomparire o non essere più rilevato , verrà sostituito da un parametro altrettanto significativo. Questo mutamento sarà regolato da norme apposite che garantiranno il cittadino circa l'imparzialità dell'operazione.

 SARA' PIU' CONVENIENTE RICHIEDERE PRESTITI IN EURO ?

Le politiche di convergenza condotte dai diversi Paesi in preparazione dell'Euro e poi l'introduzione dell'Euro stesso comportano una omogeneizzazione della struttura dei tassi di interesse a livello europeo e , quindi, nel caso dell'Italia, una netta tendenza alla loro riduzione. L'onere dei prestiti è già adesso decrescente ed un'ulteriore flessione potrebbe accompagnare l'introduzione della nuova moneta unica europea. Per i nuovi prestiti, durante il periodo transitorio, non dovrebbero sussistere differenze di tasso per un prestito in Lire od in Euro.

 COME SARA' POSSIBILE VERIFICARE LE EVIDENZE CONTABILI IN LIRE ED IN EURO ?

Durante la fase di transizione (1999-2001) le banche, di solito, adotteranno su tutte le comunicazioni con la clientela (ricevute, contabili, estratti conto....) la doppia esposizione degli importi in Lire ed in Euro, per facilitare i clienti ad acquisire dimestichezza con la nuova moneta. Le soluzioni che verranno adottate tendenzialmente rispetteranno questo principio nel quale " la rendicontazione avverrà nella moneta di denominazione del conto, con l'indicazione delle due monete per il saldo, mentre verrà indicato l'importo originario dell'operazione, solo se diverso dalla denominazione del conto".

 

 L'EURO E LE IMPRESE

 

 QUALI VANTAGGI L'EURO GENERERA' PER LE IMPRESE ?

Moneta unica per le imprese vuol dire un mercato veramente integrato: la possibilità di operare con una sola moneta su un mercato più vasto e più aperto, nel quale possono liberamente circolare merci, persone, capitali, caratterizzato da maggiore stabilità economica e monetaria. Con la moneta unica verranno eliminati i costi di transazione (ad es. le spese per la copertura dei rischi di cambio e per le commissioni valutarie). Le operazioni contabili per le imprese saranno semplificate, perché le fatture e gli altri documenti ( contratti commerciali, cambiali, listini prezzi, ecc.) faranno riferimento ad una moneta unica.

 CI SARANNO CONSEGUENZE SULLA CONTABILITA' AZIENDALE ?

Nel periodo di transizione, le imprese saranno libere di utilizzare o meno l'Euro. Dovranno decidere quale moneta, Lira o Euro, utilizzare come unità di conto e gestionale. Per le imprese del settore del commercio sarà indispensabile studiare e programmare gli adattamenti necessari. Per le medie e grandi aziende una gestione della tesoreria in Euro offre vantaggi sia per quanto riguarda l'operatività sui mercati finanziari, che nella gestione della liquidità. Infine per gli esportatori ed importatori, l'Euro significa la scomparsa del rischio cambio con evidenti risparmi.

 QUALI COSTI L'EURO IMPORRA' ALLE IMPRESE ?

Gli studi effettuati in proposito hanno evidenziato che i costi di adattamento sono principalmente dovuti ai sistemi informativi ed alla formazione del personale. Comunque l'entità di tali "costi" e le modalità per affrontarli variano da azienda ad azienda in funzione della dimensioni del tipo di attività e del mercato di riferimento. Da un punto di visto contabile non saranno previste regole particolari, rispetto a quelle esistenti. Le indagini e le stime dimostrano, comunque, che tali costi sono largamente compensati dai vantaggi economici (riduzione del rischio di cambio, delle commissioni valutarie, ecc.) e soprattutto delle nuove opportunità di mercato.

 COME SI TRASFORMERA' IL MERCATO INT/LE DEI CAMBI CON L'INTRODUZIONE DELL'EURO

L'introduzione dell'Euro comporterà una drastica riduzione delle attività sul mercato dei cambi. Dal 1 gennaio 1999 i cambi intra-UEM (cioè tra le monete nazionali dei Paesi immediatamente partecipanti all'area Euro) scompariranno, sostituiti dall'univoco riferimento all'Euro: le aziende non avranno più bisogno di acquistare disponibilità in marchi, franchi francesi ecc. , per il loro approvvigionamenti, in quanto li regoleranno direttamente in euro. Uguale procedimento varrà per le esportazioni di prodotti e servizi dei Paesi UEM. A livello internazionale la moneta unica Europea si affiancherà al dollaro e allo Yen come moneta di riserva.

 QUALI RIFLESSI AVRA' UEM SUI SISTEMI DI PAGAMENTO ?

Con l'avvio dell'UEM e l'introduzione dell'Euro nascerà un sistema dei pagamenti Europeo fortemente integrato. L'unione Monetaria di per sé e lo sviluppo del mercato interno provocheranno una crescita consistente dei flussi finanziari tra i diversi sistemi di pagamenti nazionali integrati. Tramite il sistema TARGET i sistemi interbancari nazionali saranno interconnessi in tempo reale. La crescita dei volumi e dell'efficienza dei sistemi comporterà una riduzione dei tempi di trasferimenti per il cittadino e l'operatore economico.

 CAMBIA L'OPERATIVITA' CON L'ESTERO ?

Nel periodo di transizione (1999-2001) le operazioni con l'estero potranno essere regolate in qualsiasi divisa (Euro, Lira, Marchi ecc.), a seconda della denominazione del conto detenuto dalla azienda. E' probabile che in assenza di rischio di cambio , gli operatori economici impegnati con l'estero riducano od eliminino i conti in divise UEM, per sostituirli con conti in Euro. La regolazione delle operazioni, durante il periodo transitorio, prevede sempre il passaggio dalla valuta originaria (per esempio Dollaro) all'Euro, per poi procedere alla conversione nella valuta finale(ad esempio Lire). Le banche forniranno dettagliata evidenza delle operazioni di conversione. Dal 1 Gennaio 2002 le aziende potranno detenere conti solo in Euro o in altra divisa extra-Uem.

 COSA CAMBIERA' NELLE OPERAZIONI DOMESTICHE (BONIFICI, INCASSI COMMERCIALI....?

Le aziende, durante il periodo transitorio, potranno disporre di CARNET di assegni in Lire ed Euro a prescindere se il proprio conto è in Lire o in Euro. Sarà la banca a convertire l'ammontare dell'addebito, senza nessun onere, nella denominazione del conto stesso. Gli assegni in Euro saranno graficamente ben differenziati da quelli in Lire, così da impedire errori nelle emissioni. Dal 1 Gennaio 2002 potranno essere staccati solo assegni in Euro. Gli stessi principi valgono per gli incassi commerciali. Si potranno disporre bonifici in Lire o in Euro (in osservanza del diritto di scelta del debitore) e la banca effettuerà le necessarie conversioni, secondo la denominazione del conto di traenza e di quello del creditore. Le aziende potranno emettere RIBA, RID, o MAV in Lire o in Euro e le banche anche in questo caso effettueranno le necessarie conversioni. I ricavi e gli insoluti saranno gestiti distintamente per denominazione dell'operazione.

 COSA SUCCEDERA' AI CONTRATTI CON L'INTRODUZIONE DELL'EURO ?

La normativa europea relativa all'introduzione dell'Euro ha affermato il principio della "continuità dei contratti" ogni riferimento alle monete nazionali è automaticamente considerato riferimento all'Euro. L'introduzione delle nuova moneta non altera in nessun modo i contratti in essere, non è causa di risoluzione unilaterale, ed ogni variazione ai contratti deve essere accordata tra i contratti. Questo principio ha rilevanza anche nei confronti dei Paesi terzi. Qualora nei contratti si facesse riferimento a parametri ed indici ad esempio contratti che si basano su tassi variabili, che con l'UEM non vengono più rilevati o sono eliminati, specifiche enormi stabiliranno le sostituzioni in modo certo e trasparente.

 QUALI SARANNO GLI EFFETTI DELL'EURO SUI BILANCI DELLE AZIENDE ?

Il passaggio alla moneta unica Europea solleva complesse problematiche a proposito della conversione dei bilanci aziendali. Particolare attenzione va sottoposta sui valori storici delle attività e passività, laddove gli alti tassi di inflazione conosciuti in Italia rispetto a gli altri Paesi, provocherebbero evidenti sperequazione (sottostima delle immobilizzazioni) per le imprese Italiane. E' probabile che un provvedimento legislativo permetterà un riallineamento monetario dei valori di bilancio, fiscalmente neutrale, prima della conversione in Euro. Ugualmente complesso appare il trattamento delle differenze di cambio, laddove gli immobilizzi in divisa sono normalmente registrati al costo e al cambio storico. Al momento della conversione si potrebbero evidenziare rilevanti differenze, positive e negative, di cambio. Anche in questo caso una specifica norma è attesa, al fine di poter distribuire il differenziale di cambio su di un lasso di tempo ragionevole ed in regime di neutralità fiscale. Altro aspetto critico è rappresentato dalla ridenominazione del capitale sociale delle imprese.

 QUALI SARANNO GLI EFFETTI DELLA RIDENOMINAZIONE DEL CAPITALE SOCIALE ?

Per l'imprese l'introduzione dell'Euro pone il problema della conversione del capitale sociale e quindi il valore nominale delle azioni. L'arrotondamento, al centesimo inferiore o superiore, nel processo di conversione obbligherà, infatti, ad un aumento o ad una riduzione del capitale stesso. Soluzioni alternative sono allo studio come il ricorso alle azioni senza valore nominale, già praticato da altri paesi. In questo caso il capitale sociale nel suo complesso è convertito in Euro (con problemi minimi sull'arrotondamento) e le azioni perdono il valore nominale divenendo frazioni rappresentative del capitale sociale stesso.

Continua...

(ultimo aggiornamento 01.07.98)

 
Thank's to S.Guarino (che mantiene la responsabilità del contenuto)
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