L'ANTICO ACQUEDOTTO DELLA VAL BISAGNO
si sviluppa a mezza costa sulla sponda destra della valle omonima, nella
parte nord della città di Genova (Italia), per una lunghezza di
circa 16 chilometri, quasi interamente all’interno del territorio comunale.
Di origine medievale, già dal 1100 for-nisce acqua potabile alla
città vecchia ed al Porto prelevandola dalle valli laterali del
Bisagno, e, nella sua ultima configurazione, dal Bisagno stesso in località
detta ‘La Presa’ (Comune di Bargagli).
Il tracciato è ancora oggi bene individuabile, a cominciare dal
bellissimo ponte a tre livelli che attraversa la valle dell’affluente Davagna
(ancora nel Comune di Bargagli), per continuare nella valle di Geirato,
nel quartiere di Molassana (che viene scavalcata con uno dei più
antichi esempi di sifone), nella valle di Staglieno (il ponte più
recente sovrasta il Casello autostradale di Genova Est, mentre un ramo
dismesso nel ‘600 è visibile dalle rampe di accesso all’Autostrada).
Lungo il condotto sono ancora visibili manufatti (alcuni molto ben conservati)
quali molini, chiuse, abitazioni per i guardiani, cippi di confine delle
aree di custodia.
La parte terminale del percorso dell’acquedotto è stata ricalcata
nell’800 dalla strada di Circonvallazione a Monte (da Piazza Manin a Castelletto),
lungo il cui percorso rimangono ancora tratti originali (Passo dell’Acquidotto
ed il marciapiede lato a mare in corrispondenza di Villa Gruber) fino all’arrivo
alle cisterne di Castelletto, dove l’ultimo ponte scavalca la Salita di
San Gerolamo.
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L’ASSOCIAZIONE ANTICO ACQUEDOTTO,
già ‘Via dell’acqua’, è nata da una aggregazione spontanea
di abitanti di San Bazà, frazione di Struppa che gravita sul percor-so
dell’antico Condotto. Essi, per raggiungere le loro abitazioni, percorrono
quotidianamente, anche con automobili, il tratto che dal cimitero dell’Abbazia
di San Siro di Struppa porta all’Oratorio di San Giovanni Battista di Molassana.
Particolarmente sensibili allo stato del percorso, che è anche meta
domenicale per le famiglie della Valle che vogliano fare una bella passeggiata,
negli anni passati, gli abitanti si sono fatti promotori di azioni di volontariato
ed hanno consolidato il percorso nei pressi delle loro case, effettuato
sistemazioni idrauliche e di sicurezza, apposto panchine e luoghi di sosta.
NEL MAGGIO DEL 1996 l’Associazione si è data un carattere
ufficiale con un atto notarile, ed è stata iscritta nel novero delle
Organizzazioni Non Lucrative di Utilità Sociale (ONLUS).
Il fine dell’Associazione è di continuare la sua attività
di riqualificazione del mo-numento da cui prende il nome, allargando la
sua azione all’intero tracciato. Il raggiungimento degli obiettivi così
ampliati, non potendo più basarsi sulle sole forze degli abitanti
di San Bazà, conta ora sull’appoggio di sponsor commerciali e su
finanziamenti pubblici ad hoc, provenienti dal Comune di Genova, dalla
Regione Liguria e dalla Comunità Europea. L’Associazione, inoltre,
con l’obiettivo di promuo-versi e di aumentare la sua notorietà,
ha promosso una serie di iniziative tra cui un concorso di arti figurative
rivolto agli alunni delle scuole elementari e medie inferiori della Valle.
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IL PROGRAMMA DELL’ASSOCIAZIONE ANTICO
ACQUEDOTTO consiste, a medio termine, nella riqualificazione
dell’intero tracciato, con il ripristino della pavimentazione originale
in lastre di ‘pietra di luser-na’ e dei cunicoli; il restauro delle edicole
votive, delle chiuse e di tutti i fabbricati (molini e case di custodia);
la sistemazione con aree di sosta e di belvedere e con attrez-zature di
gioco per bambini.
Tutto ciò allo scopo di restituire all’intera città il monumento
(strettamente collegato al coevo complesso dell’Abbazia di San Siro) nella
sua bellezza; in questo modo il percorso sarà fruibile come luogo
di svago e di comunicazione con la Natura e la Storia in modo simile a
quanto è stato fatto per il complesso di Parco Urbano dei Forti
del Righi.
A più lungo termine, l’azione dovrà estendersi ad un’area
più vasta fino a com-prendere le pendici della vallata. In località
‘Terre Rosse’ è prevista una riserva naturalistica e faunistica
che riproduca l’antico stato naturale della Val Bisagno; in località
Sant’Antonino (a breve distanza da Piazza Manin e servita dalla ferrovia
Genova-Casella) dovrà installarsi un Camping attrezzato, struttura
di cui la città di Genova è assolutamente carente.
Per il raggiungimento di questi scopi si sono già avviate indagini
per studiare e consolidare l’assetto idrogeologico delle pendici e delle
valli attraversate dal percorso; sono pervenuti finanziamenti per il re-cupero
della condotta d’acqua e sono allo studio soluzioni per alleviare l’impatto
del traffico veicolare che ancora oggi, in alcuni punti, è obbligato
a transitare sulla sede dell’acquedotto.
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