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Limina
Si raggiunge: Da Messina (51Km): (0Km) A18 in direzione Catania fino all'uscita Roccalumera, (29Km) SS114 in direzione Catania, (35Km) da Sant'Alessio bivio per Limina, Roccafiorita (16Km). Da Catania (75Km): (0Km) A18 in direzione Messina, uscita Taormina, (47Km) SS114 in direzione Messina, (63Km) da Sant'Alessio bivio per Limina, Roccafiorita (16Km). Da Catania (77Km): (0Km) A18 in direzione Messina, uscita Taormina, (47Km) SS114 in direzione Messina, (52Km) da Letojanni bivio per Melia, Mongiuffi, Roccafiorita (25Km). Centro sui Peloritani meridionali (552m s.l.m.) posto alle falde del monte Kalfa. L’abitato ha origine nel periodo medievale del feudalesimo in Sicilia, prima dell'anno 1000, mentre le prime notizie documentate portano la data del 1095. Il nome di Limina deriverebbe dal latino "Limen" che sta per "confine - limite" riferito alla posizione che aveva il suo abitato, sito tra la Comarca di Messina e quella di Taormina. Ai tempi della dominazione normanna in Sicilia l'Universitas Liminae costituiva un nucleo abitato ben difeso e autosufficiente. Nel periodo medievale il passaggio da Baronia a Marchesato fece di Limina un importante centro politico - amministrativo, commerciale e religioso per tutto il comprensorio. Nell'abitato sorse anche una comunità ebraica, fra le poche esistenti sul versante orientale dei Monti Peloritani, che partecipava attivamente alla produzione e al commercio della seta; il quartiere ebraico era situato nella parte nord-est del paese dove oggi ci sono le vie Giudecca ed Egitto. Nel 1753, sul territorio di Limina si trovavano sei miniere ed una fonderia piccola ad un solo fuoco, che assieme a quella a due fuochi sita a Fiumedinisi (ME) rappresentava l'unico esempio di fonderia esistente nel comprensorio. Si estraevano piombo, argento, carbon fossile, stagno. Nell'arco dei secoli, fra i cittadini liminesi che si sono distinti ricordiamo: Giuseppe Evola, storico, poeta e latinista nato nella seconda metà del 1600, fra’ Giuseppe da Limina, cappuccino (1623 - 1718) e fra’ Bernardo da Limina, cappuccino (1693 - 1777), i cui resti imbalsamati si trovano esposti nella cripta del convento dei Cappuccini di Savoca, paese dove morì. Sul territorio di Limina nel corso dei tempi sorsero almeno dieci chiese, di cui tre suburbane, ed undici cappelle religiose, oltre al convento dei frati Minori Conventuali dell'Ordine Religioso dei Cappuccini ed intitolato a San Francesco d'Assisi. Tra le chiese che oggi rimangono c’è la chiesa Madre di San Sebastiano Martire, ricostruita nel 1935 su quella del XVIII secolo, il patrono di Limina. I festeggiamenti in onore del santo cadono il 20 gennaio. Da vedere anche la chiesa della Madonna delle Preghiere risalente al 1396, la chiesa di San Filippo d'Agira ricostruita nel 1930 su quella del XVIII e il Santuario dedicato allo stesso santo, sito in contrada Murazzo, a 6 km dall'abitato, per ricordare il suo passaggio durante il viaggio che fece da Roma verso Agira, nel 66 d.C. Il santo in quell’occasione costituì a Limina una comunità Cristiana. Di particolare rilievo è la festa di San Filippo d’Agira che ricorre l’11 il 12 e all'ottava nel mese di maggio e giorno 16 Agosto. Giorno 11 Maggio la statua di San Filippo, che pesa circa una tonnellata, viene portata in processione fino alla località Passo Murazzo distante circa 6 km. dell'abitato. Giorno 12 si svolge la processione per le vie del paese, come pure avviene il 16 Agosto. All'ottava (il 20 maggio) i festeggiamenti si svolgono in maniera del tutto particolare: in mattinata si svolge la tradizionale processione, mentre nel pomeriggio il Simulacro viene portato, di corsa e a velocità sostenuta sui Monti Calvario e Durbi. La salita al Monte Calvario riveste una singolare peculiarità vista la ripida salita, e conseguente discesa, che la voluminosa vara deve percorrere. Tornata in paese, la vara viene portata nella piazza centrale dove avviene la rappresentazione della "lotta" che il Santo sosteneva contro gli spiriti maligni: il Simulacro viene sballottato dagli stessi uomini che lo portano a spalla: portato avanti ed indietro a forte velocità e fatto girare su se stesso a ritmo sostenuto. Secondo l’usanza, se qualcuno veniva a trovarsi sul percorso della statua, era immancabilmente travolto da quella corsa. Ai giorni nostri questa singolare processione si svolge, ma dopo aver sgomberato e protetto il percorso, perché nessuno finisca per farsi male. Fino al 1944, in occasione dei festeggiamenti, veniva svolta la ddutta (la lotta) fra "mastri" (artigiani) e "picurara" (pastori) durante la quale le due fazioni si combattevano, senza esclusioni di colpi, in un particolare scontro di forza ed astuzia: in una sorta di tiro alla fune tiravano la statua del santo verso il loro lato. L'azione coinvolgeva tutta la popolazione e innumerevoli erano le volte in cui la stessa statua finiva per cadere rovinosamente a terra o veniva schiantata contro le pareti degli stretti vicoli del paese con lo scopo di incastrare e far perdere la fazione avversaria. Oggi quest’ultimo rito non è più praticato. Sulla singolare processione di San Filippo a Limina si danno due interpretazioni: ricordare la fuga degli antenati liminesi che, secondo la leggenda, trafugarono la statua di San Filippo dalla chiesa di Casalvecchio per portarla nella propria, perché questo santo era ritenuto prodigioso; oppure inscenare il miracolo che il santo stesso fece quando, giunto a Limina, scacciò per sempre dal paese degli spiriti maligni e li inseguì fino ad allontanarli per sempre. Delle due interpretazioni la più accreditata è la prima. Il culto e la venerazione per San Filippo sono così radicati nella popolazione liminese che gli emigranti residenti a Caracas [Venezuela] e New York [USA] hanno realizzato delle statue identiche a quella di Limina e festeggiano regolarmente la ricorrenza con maestose processioni. Degna di nota è l’opera dell’associazione LIMEN che si propone di contribuire e partecipare validamente allo sviluppo del paese di Limina e di mantenere i contatti tra i liminesi di tutto il mondo; per maggiori informazioni scrivere a limen@tao.it. |