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Casalvecchio e Sant'Onofrio un legame di fede e storia


Anche quest'anno, i festeggiamenti in onore di S: Onofrio hanno richiamato una moltitudine di fedeli che, oltre a partecipare ai diversi riti religiosi, hanno potuto assistere ad un corollario di manifestazioni, a carattere culturale, che, organizzate dal comitato festeggiamenti, si sono susseguite per l'intera settimana della solennità.
Il culto per il Santo ha radici profonde, che si fanno risalire al "Diploma di Donazione", rilasciato da Ruggero II (nel 1117) al monastero dei SS. Pietro e Paolo d'Agrò. Nel corso dei secoli, la devozione dei casalvetini, verso il loro Protettore, è stata sempre di notevole intensità e le varie opere d'arte che arricchiscono la Chiesa Madre, dedicata in suo onore, ne sono una prova inconfutabile.
I festeggiamenti, diretti dal Parroco Eugenio Tamà da Limina, che si sono tenuti in questa seconda domenica di settembre, hanno fatto rivivere momenti palpitanti, come quello della= fiaccolata, in ricordo del miracolo di S. Onofrio che, nel 1743, era riuscito a preservare i cittadini del luogo, dalla minaccia della peste. Ovviamente, il culmine è stato raggiunto con la processione del simulscro per le suggestive vie del paese, accompagnato dalla secolare banda musicale.
Tra le tradizioni, c'è da ricordare l'uscita del "Camiddu", che rappresenta il simbolo di una mai sopita polemica con Savoca (il paese ha la forma di un cammello), cui ritardava di dare la tanta sospirata autonomia.

Pippo Trimarchi per La Sicilia, 18/09/1999




Pagina aggiornata il 12 ottobre 1999. Autore: limen@tao.it Programmatore: fspadaro@tin.it
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